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CosmoBike Show 2016: la bici in fiera a Verona dal 16 al 19 settembre

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Fiera Internazionale della bicicletta CosmoBike Show 2016

Torna a Veronafiere CosmoBike Show, la fiera internazionale dedicata alla bicicletta che con una sola passata edizione ha saputo convincere appassionati e addetti ai lavori, forte di una serie di dati e cifre impressionanti che l’organizzazione intende superare in questo rinnovato appuntamento che aprirà le porte dal 16 al 19 settembre.

Mountain bike e biciclette da corsa, e-bike e gravel, e ancora fat bike, accessori per biciclette e abbigliamento per ciclismo, grande attenzione alla tecnologia e innovazione, occhio di riguardo per il cicloturismo e grandi occasioni di test e prova di molti modelli 2017: questi i punti di forza di una fiera che nel giro di poco tempo è diventata il punto di riferimento italiano per la cultura del ciclismo.
E CosmoBike Show 2016 ha le idee ben chiare su quale sia il suo obbiettivo principale, a partire dallo slogan scelto: la bici come stile di vita.
La bicicletta, quindi, come un qualcosa che non inizia quando ci mettiamo ai pedali e non termina quando smontiamo dalla sella ma riguarda molti aspetti del nostro vivere.

Il pubblico tra alcuni espositori a CosmoBike Show 2015

Alcuni tra 50.642 visitatori che nel 2015 hanno visitato i 39.500 metri quadrati di esposizione interna (foto credit www.cosmobikeshow.com)

CosmoBike Show 2015: qualche dato

Per comprendere l’importanza di CosmoBike Show 2016 è utile fare un passo indietro ed esaminare i numeri della precedente edizione, che ha riscosso un grande successo di pubblico, straordinario se si pensa che era l’esordio per questa manifestazione.
50.642 visitatori, 503 espositori provenienti da 24 Paesi, 39.500 metri quadrati di esposizione interna, 20.000 metri quadri di aree test, 9.620 operatori professionali, 241 giornalisti accreditati e 3.000 bike test effettuati.
Sono cifre che autorizzerebbero, oltre a una grande soddisfazione, anche una certa rilassatezza: è tutto sommato facile ripetere una formula vincente senza impegnarsi più di tanto, ma l’organizzazione di questa fiera non pensa minimamente a smettere di pedalare, cerchiamo quindi di scoprire quali saranno le principali novità di CosmoBike Show 2016.

CosmoBike Show 2016: gli espositori

Forte dello spazio comune rivolto sia a B2B che B2C, la fiera raccoglierà centinaia fra i più importanti espositori mondiali: potrete quindi tastare con mano moltissime biciclette 2017, ma non solo.
La fiera, citando un comunicato stampa, “promuove l’uso della bici e la cultura del benessere, l’affermazione della bici come strumento di tendenza, il simbolo di uno stile di vita attento alla salute propria e quella del pianeta”.

Spazio quindi ai principali modelli 2017 di biciclette da corsa, city bike, e-bike, bmx, gravity, fat bike, trekking, mtb e cross, ma anche largo a tanto altro ancora.
Potremo infatti esaminare le ultime novità in materia di ciclismo e mobilità sostenibile e avere accesso al più moderno abbigliamento tecnico, accessori e componentistica professionale.
Ci sarà anche l’occasione di conoscere gli ultimi ritrovati nei settori degli integratori alimentari e prodotti cosmetici, così come sarà dedicata una sezione al cicloturismo, realtà molto importante e in continua espansione.

CosmoBike Show 2016 Tech Award

La tecnologia è il cuore pulsante della bicicletta e del mondo del ciclismo, l’innovazione, a sua volta, è il cuore pulsante della tecnologia. Diventa quindi doppiamente importante individuare e premiare chi riesce a dare nuovi stimoli e impulsi alla due ruote. Molte le categorie previste:

Prodotto green dell’anno;
Prodotto con il miglior design;
Prodotto più innovativo;
Prodotto tecnico dell’anno;
Miglior confezione e presentazione al pubblico;
Miglior prodotto dedicato alle donne;
Miglior prodotto dedicato ai bambini;
Miglior servizio bike-friendly.

fot degli spettacoli del CosmoBike Show 2015

Due scatti catturati durante gli spettacoli che animano il CosmoBike Show (foto credit www.cosmobikeshow.com)

Start@Cosmobike Show

C’è grande soddisfazione qui a BiciLive per la conferma di quest’area che offre esposizione mediatica e confronto con il pubblico a molte giovani aziende che riescono a coniugare artigianato e sperimentazione, un occhio rivolto alla tradizione e uno al futuro. Le start-up sono già importantissime per le due ruote, ma è un percorso appena iniziato e con il tempo diventeranno sempre più necessarie alla crescita del ciclismo.

CosmoBike Show 2016 Mobility

La mobilità sostenibile è uno degli argomenti centrali e vitali nelle discussioni sul futuro delle città. Smog, traffico, incidenti, durata del commuting e tipologie di intervento e servizi animano un dibattito che ha spesso come grande protagonista la bicicletta e quel che di positivo per la città può realizzare l’impiego di una due ruote.
È quindi più che naturale avere un’area che proporrà tavole rotonde, incontri e seminari sul tema, il tutto affiancata da un’area espositiva che ospiterà “prodotti, servizi, tecnologie e soluzioni pensate per quelle città che vogliono mettere al centro la persona e non più l’automobile”.

CosmoBike Show 2016 Tourism

Come la mobilità sostenibile, anche il cicloturismo è uno degli argomenti più caldi e discussi nel mondo del ciclismo e CosmoBike Show, attento alle tendenze ed evoluzioni, dedicherà ampio spazio ai viaggi sulle due ruote. Preparatevi quindi ad ammirare i modelli di bicicletta più adatti per questa attività e a conoscere le varie realtà che compongono questo settore, dai bike hotel ai ciclotour, dai servizi presenti lungo gli itinerari alle app e website informativi che ci aiutano lungo l’esperienza.

Gli espositori e alcuni bambini durante un corso di educazione stradale

Oltre agli espositori provenienti da 24 paesi differenti, al CosmoBike Show ci sono momenti dedicati all’educazione stradale per i bambini (foto credit www.cosmobikeshow.com)

CosmoBike Show 2016 Demo & Bike Test

Osservare i modelli e consultare i cataloghi è sicuramente ottima cosa, ma poterli provare su delle piste adatte a esaltarne le caratteristiche è indubbiamente meglio. Le molteplici possibilità di bike test e prova bici sono state una dei punti di forza della precedente edizione e CosmoBike Show intende offrire ancora più percorsi in questo 2016. Potrete quindi provare bici da corsa, pedelec e mountain bike su tracciati studiati da professionisti, per aiutarvi a comprendere meglio il mezzo e deciderne l’acquisto senza temere brutte sorprese.

CosmoBike Show 2016 Legend

L’innovazione è importante, ma anche conoscere la Storia, il passato e la tradizione lo è, anche perché è una conoscenza che ci permette di evitare errori passati e percorrere vie migliori.
Giusto quindi che in quello che sarà per molti versi un angolo di futuro, trovi collocazione anche uno spazio riservato al passato, alla grande tradizione italiana ed europea e a tutte quelle aziende che, con il passare del tempo, ci hanno appunto portato qui dove siamo ora. Nel futuro.

Dotato di tredici padiglioni e di un’area espositiva totale di 309.000 metri quadri e facilmente raggiungibile sia dal centro città che da aeroporto e stazioni, Veronafiere a settembre diventerà la capitale della bicicletta. Nel corso di questi mesi, con progressive tappe di avvicinamento, BiciLive vi offrirà aggiornamenti sul programma e gli espositori, sugli ospiti e le iniziative, il tutto all’insegna della cultura del ciclismo e della bicicletta come stile di vita.
Per maggiori informazioni: sito ufficiale CosmoBike Show 2016.

Appuntamento a CosmoBike Show dal 16 al 19 settembre 2016!


Specialized, storia del mito USA della bicicletta

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La storia del mitico marchio di biciclette americano Specialized

Specialized è uno tra i marchi produttori di biciclette più famosi al mondo sia nel settore mountain bike sia nel settore strada ed è situato a Morgan Hill, in California (USA). Andiamo alla scoperta della storia di questo brand, partendo dagli albori fino ai tempi odierni.

Specialized Bicycle Components, la storia

La storia di Specialized Bicycle Components è imperniata sulle vicende di un uomo divenuto mito all’interno della comunità ciclistica internazionale, cioè Mike Sinyard.

Appassionatosi alle due ruote durante gli anni passati alla San José State University, ha saputo portare la propria azienda al top partendo da zero e nel 1988 è entrato a far parte della Mountain Bike Hall of Fame.

La nascita di Specialized nel 1974

Specialized è nata nel 1974: durante quel periodo, Sinyard vendette il proprio furgoncino Volkswagen per 1.500 dollari, con cui poté permettersi un viaggio in Europa alla ricerca di componenti per bici.

Quasi per caso riuscì ad avere un colloquio con i dirigenti di Campagnolo e Cinelli e, con i 1.200 dollari rimasti a sua disposizione, comprò manubri e attacchi della Cinelli, cominciando così a importare pezzi dall’Italia e a rivenderli in California.

Specialized Touring Tire, 1976

Divenuto famoso sulla costa Ovest americana, Sinyard decise di cominciare a produrre in proprio e partì dagli pneumatici. Nel 1976 vide infatti la luce il leggendario modello Specialized Touring Tire.

Sequoia, Allez e Stumpjumper, “Specy” famosa in tutto il mondo

Il 1981 fu l’anno decisivo per le sorti dell’azienda californiana e… tutto andò per il meglio grazie alla realizzazione di tre modelli quali Sequoia, Allez e Stumpjumper.

Sequoia fu concepita per il cicloturismo, Allez per il settore strada e Stumpjumper divenne invece la prima mountain bike diffusa su scala mondiale nella storia.

Il fondatore di Specialized Mike Sinyard e il biker  Edmund Ned Overend in azione

Il fondatore di Specialized Mike Sinyard tra le sue creature (foto credit Hugo Cardoso) e a destra il mitico Edmund Ned Overend che nel 1990 vinse il campionato mondiale di mountain bike in sella a una Stumpjumper in fibra di carbonio (foto credit Tim Bounds)

La prima Stumpjumper venne prodotta in Giappone, pesava 14 kg e costava 750 dollari (395 il solo telaio). Presentava tubi saldati in acciaio perché i tubi con congiunzioni e brasature che il designer Tim Neenan voleva non erano disponibili in quel momento.

La “Stumpy” originale montava inoltre un attacco manubrio da BMX modificato e una piega ispirata ai manubri Magura da moto.

La trasmissione era Suntour ARX GT, concepita originariamente per bici da strada, e i freni erano dei cantilever Mafac, derivati dalle bike touring così come la trasmissione TA Cyclotourist. La bici non presentava sospensioni.

Oggi si trova allo Smithsonian Institute a Washington. Nel 1990, Edmund “Ned” Overend conquistò il campionato mondiale di mountain bike a Durango in sella a una Stumpjumper in fibra di carbonio.

Epic, un nuovo modello di fama globale

Dopo Stumpjumper, la nuova serie di mtb divenuta celebre a livello globale fu la Epic, che uscì dalle fabbriche nel 1989. Costruita in fibra di carbonio, riuscì a farsi strada in breve tempo all’interno del mondo degli appassionati dei sentieri.

Anni ’90, Globe e Full Force

La linea Globe fu creata nei primi anni ’90 per il settore urban, mentre nel 1995 venne lanciato il marchio Full Force (mtb), ritirato dal mercato dopo una sola stagione a causa della perdita di numerosi rivenditori, passati ad altre marche poiché Specialized ne aveva garantito la vendita in esclusiva a Costco, enorme catena di ipermercati all’ingrosso.

Dal 2000 al 2016, Merida, S-Works e sponsorizzazioni tra i pro

Merida Industry Co., azienda taiwanese nel mondo del ciclismo dal 1972, comprò il 49% di Specialized nel 2001, lasciando dunque la maggioranza a Mike Sinyard.

Negli anni seguenti, è nato il progetto S-Works per rendere più veloci possibili le bici dei ciclisti professionisti ma, con il passare del tempo, gli ingegneri americani hanno compreso anche l’importanza del comfort e della durata, rendendo i propri mezzi appetibili pure per il grande pubblico.

Nel mondo del professionismo, il team ufficiale della casa di Morgan Hill nella mtb è lo Specialized Racing, presente sia tra gli uomini sia tra le donne.

Nibali in rosa durante il Giro d'Italia e l'atleta olandese Van Dijik

Vincenzo Nibali in azione durante una tappa del Giro d’Italia 2013 (foto credit Filip Bossuyt) e a destra la campionessa olandese Ellen van Dijk (foto credit Sander.v.Ginkel)

Invece nel 2009, “Specy” divenne fornitore ufficiale di biciclette della formazione di ciclismo su strada Team Saxo Bank (oggi Tinkoff-Saxo, squadra di Peter Sagan e Alberto Contador), nel 2010 del Team Astana (oggi Astana Pro Team, formazione in cui militano Fabio Aru e Vincenzo Nibali) e nel 2012 nuovamente dell’Omega Pharma-Quick Step Cycling Team (oggi Etixx-Quick Step) dopo il triennio 2007-2009, mentre nel 2012 entrò anche nel professionismo su strada femminile con le ragazze Team Specialized-Lululemon (oggi Velocio-SRAM) e nel 2014 del Boels-Dolmans Cycling Team.

Successi dei corridori su bici Specialized

Nel settore mtb, oltre al già citato Ned Overend, Specialized ha potuto gioire anche grazie allo svizzero Christoph Sauser (bronzo olimpico a Sydney 2000, campione iridato nel 2008 e vincitore della Coppa del mondo nel 2004 e 2005 nel cross country), al ceco Jaroslav Kuhlavý (oro olimpico a Londra 2012 nel cross country) e all’americano Aaron Gwin (vincitore della Coppa del mondo di downhill nel 2015).

Tre biker di fama internazionali in sella a mountain bike specialized

Da sinistra: Aaron Gwin (vincitore della Coppa del mondo di downhill nel 2015, foto credit Hiroyuki Nakagawa), Jaroslav Kulhavý (oro olimpico a Londra 2012 nel cross country, foto credit Ben Freeman) e Christoph Sauser (bronzo a Sydney 2000, campione iridato 2008 e vincitore di due Coppe del mondo nel cross country, foto credit Thomas.fanghaenel)

Su strada, le vittorie di maggior prestigio sono giunte al Tour de France con Andy Schleck nel 2010 e Nibali nel 2014, al Giro d’Italia con lo stesso Nibali nel 2013 e Contador nel 2015, alla Vuelta a España con Contador nel 2012 e 2014 e Aru nel 2015 e ai campionati mondiali per merito di Fabian Cancellara (2009 e 2010) e Tony Martin (2012 e 2013) a cronometro e Paolo Bettini (2007), Michał Kwiatkowski (2014) e Peter Sagan (2015) in linea, senza scordare numerose classiche (Liegi, Roubaix, Fiandre e Giro di Lombardia) e i Giochi olimpici.

Inoltre, tra le donne, si sono distinte Ellen van Dijk (iridata a crono nel 2013), Lisa Brennauer (oro a crono nel 2014), Elizabeth “Lizzie” Armitstead (iridata in linea a Richmond 2015) e Megan Guarnier (terza al Giro d’Italia 2015).

Infine, anche numerosi esponenti del triathlon di alto livello, su tutti il canadese Simon Whitfield (oro a Sydney 2000) e lo spagnolo Javier Gómez (argento a Londra 2012), hanno scelto una bici della gamma Specialized.

Per maggiori info, visita il sito Specialized.

Pedali mtb Shimano: scegli il tuo modello per il 2016

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foto dei pedali shimano

Una guida per valutare le differenze tra i vari pedali mtb Shimano, azienda nipponica che ha inventato il pedale Spd a sgancio rapido ben 26 anni fa.

I pedali sono un fondamentale punto di contatto del biker su una mtb, salendo poi troviamo gli altri tre punti, chiamati appoggi: la sella e le manopole.

I pedali sono la parte più importante perché permettono di esprimere la potenza del gesto della pedalata e forniscono il controllo della bici in discesa molto più di quanto creda: provate ad affrontare un tratto ripido senza piedi sui pedali e ve ne accorgerete. Inoltre, delle manopole scadenti non compromettono la prestazione quanto dei pedali malfunzionanti, con scarso grip o con un sistema di aggancio poco valido.

Per questo motivo la scelta del tipo di pedale, la sua manutenzione e il suo periodico controllo sono fondamentali per regalarsi ogni volta un’uscita in mountain bike all’insegna della sicurezza e del divertimento.

Spd e flat: per quali bici?

L’aconimo SPD sta per Shimano Pedaling Dynamics ed è un sistema che permette l’aggancio e lo sgancio della scarpa al pedale tramite una tacchetta fissata sotto la suola della calzatura. In moltissimi ambiti della mtb, dal cross country, all’enduro, al downhill i piloti utilizzano i pedali con lo sgancio, per le superiori prestazioni di controllo del mezzo e per la maggiore efficienza in pedalata.

Un pedale SPD XTR per xc race a sinistra e uno flat, il Saint, a destra

Il pedale SPD XTR per xc race a sinistra e uno flat, il Saint, a destra.

Il dirt jumping vuole invece un pedale di tipo flat, a piattaforma quadrata o rettangolare dotata di pin, cioè piccole viti sulla piattaforma che aumentano il grip tra suola e pedale. Molti rider che ancora non hanno familiarità con il sistema a sgancio preferiscono i pedali flat sia nel dh che nella pratica dell’all mountain e del semplice trekking.

Particolarità dei pedali SPD Shimano

Il sistema SPD permette di avere grande efficienza nella pedalata ma anche un ottimo comfort quando si scende dalla bici per camminare, nonostante le tacchette presenti sulla suola della scarpa.

Per questo i pedali SPD sono studiati insieme alla realizzazione delle suole delle calzature Shimano, in modo da offrire una sinergia di utilizzo senza paragoni.

Tuttavia, anche con scarpe di altre marche la performance resta alta, l’aggancio e lo sgancio dei pedali SPD rimangono tra i più intuitivi, affidabili e semplici sul mercato.

Il funzionamento è garantito anche in condizioni fangose, il particolare disegno della zona in cui si inserisce la tacchetta e il perno del pedale fanno sì che il fango e i detriti vengano espulsi con facilità.

Le tacchette degli SPD

Le tacchette Shimano mtb sono disponibili in due versioni,con un angolo di sgancio di 13°:

foto di una scarpa mtb shimano con tacchette

le SH51 e le SH56, la prima è a sgancio unidirezionale (piede ruotato in fuori) e la seconda si può definire “multi-sgancio” (piede ruotato in entrambe le direzioni esterno/interno).

All’atto pratico, le SH51 si possono comunque sganciare ruotando il piede all’interno, solo con un po’ più di sforzo. Se siete alle primissime armi vi consigliamo la SH56 altrimenti la SH51 è fornita di serie con quasi tutti i pedali mtb Shimano.

Prezzi: SH51 14,02 euro. SH56 15,57 euro.

Di seguito troverete una selezione di 13 modelli di pedali presenti sul catalogo Shimano con le varie caratteristiche, i pesi e i prezzi.

Nota: i prezzi indicati sono da considerarsi prezzi consigliati al pubblico (IVA inclusa). Tali prezzi hanno carattere puramente informativo e non vincolante.

Pedali Shimano SPD

XTR: PD-M9000 per l’xc e PD-M9020 per l’enduro

- M9000: Il pedale cross country per eccellenza, un nome associato alla storia della mtb. Con un peso di 310 grammi al paio, un’area di appoggio maggiorata e cuscinetti sigillati più grandi, l’XTR rappresenta il top di categoria dei pedali Shimano. Il meccanismo di aggancio aperto facilita la fuoriuscita di fango e detriti quando si aggancia il pedale. L’alloggiamento dell’asse di forma ovale e l’asse più sottile dei pedali rappresentano l’ultima novità di questo concetto di design. Tensione della molla di aggancio regolabile. Perno in acciaio cromo-molibdeno e montaggio con chiave esagonale da 8 mm.

Prezzo: 133,18 euro con tacchette SM-SH51.

foto dei pedali Shimano XTR sinistra l'XTR PD-M9000 per il cross country e a destra l'XTR PD-M9020 enduro/all mountain

A sinistra l’XTR PD-M9000 per il cross country e a destra l’XTR PD-M9020 enduro/all mountain

- M9020 XTR per enduro e all mountain: Con un’area di contatto molto più ampia e una struttura robusta per proteggerlo dagli impatti più violenti, l’M9020 è concepito per l’uso race, enduro e all mountain. Le altre caratteristiche riflettono quelle dell’M9000, con la particolarità di poter garantire più stabilità e controllo in caso di piede appoggiato e non agganciato.

Peso: 379 grammi al paio

Prezzo: 145,29 euro con tacchette SM-SH51

I pedali Deore XT: PD-M8000 Race per xc e versione Trail per l’enduro

I nuovi XT PD-M8000 Race e PD-M8020 Trail offrono la classica performance SPD con un incremento delle aree di contatto e una piattaforma maggiorata e ribassata do 0,5 mm. Entrambi presentano la regolazione della tensione di aggancio e sgancio e perni in acciaio al Cr-Mo con montaggio con chiave a brugola da 8 mm

foto dei pedali SPD Shimano XT, A sinistra l'XT Race (PD-M8000) per cross country e a destra l'XT Trail, il PD-M8020, per enduro e all mountain.

A sinistra l’XT Race (PD-M8000) per cross country e a destra l’XT Trail, il PD-M8020, per enduro e all mountain.

- XT Race: pensato per l’xc, presenta l’area di contatto pedale-scarpa maggiorata del 7,7 % e una piattaforma più ampia, 2,8 mm rispetto al modello PD-M780.

Peso: 343 grammi al paio.  Prezzo: 97,28 euro con tacchette SM-SH51

- XT Trail: concepito per il trail riding, l’enduro e all mountain. Area di contatto pedale-scarpa maggiorata del 11,7 % e piattaforma del pedale più ampia di 3,3 mm rispetto al modello PD-M785.
La gabbietta integrata aumenta il controllo e la stabilità in caso di piede appoggiato ma non agganciato e protegge i meccanismi del pedale dagli impatti più violenti.

Peso: 408 grammi al paio.  Prezzo: 101, 71 euro con tacchette SM-SH51

Pedali SPD PD-M540 Nero e Silver per l’xc

Le note prestazioni e l’affidabilità SPD, l’M540 presenta la regolazione della tensione di aggancio e sgancio e il più basso accumulo di fango e detriti nella sua categoria.

foto dei pedali per cross country SPD M-540 nel nuovo colore nero a sinistra e M-540 Silver a destra.

I pedali per cross country SPD M-540 nel nuovo colore nero a sinistra e M-540 Silver a destra.

Il perno è al Cr-Mo e l’asse ruota su cuscinetti a cartuccia sigillati a bassa manutenzione.

Peso: 352 grammi il paio. Prezzo: 75,16 euro con tacchette SM-SH51

PD-M530 Bianco e Nero per all mountain ed enduro

La gabbietta integrata aumenta la stabilità e il controllo in posizione non agganciata e protegge il meccanismo di aggancio dagli impatti di un riding più aggressivo. L’M530 presenta il minore accumulo di fango e detriti nella sua categoria, inoltre ha la regolazione della tensione di aggancio e sgancio.

foto dei pedali SPD Shimano M530 Per enduro e all mountain.

Il PD-M530 in nero e bianco, un ottimo compromesso tra stabilità, peso e prezzo. Per enduro e all mountain.

L’asse in acciaio Cr-Mo ruota su cuscinetti a cartuccia sigillata a bassa manutenzione. Ottimo rapporto qualità/prezzo.

Peso: 455 grammi il paio. Prezzo: 44,81 euro con tacchette SM-SH51

PD-M520 Bianco, Nero e Silver per il cross country

Il design dell’M520 è compatto, l’aggancio è studiato per garantire un ingresso semplificato.

foto dei pedali da Cross country SPD M530 in  nero, bianco e silver

I pedali SPD M530 in colorazione Nero, Bianco e Silver. Un buon pedale xc per chi cerca qualità a basso prezzo.

Disponibile in tre diverse colorazioni, ha la regolazione della tensione di aggancio e sgancio e il perno in acciao Cr-Mo che scorre su cuscinetti a cartuccia sigillati a bassa manutenzione.

Peso: 380 grammi il paio. Prezzo: 38,70 euro con tacchette SM-SH51

Pedali SPD con gabbia esterna e sistema POP-UP: dh, enduro e BMX

PD-M647, PD-M545 E PD-M424

I tre pedali PD-M647, PD-M545 E PD-M424 sono dotati del sistema Pop-Up, dove il meccanismo del pedale ruota sull’asse longitudinale di 12,5° e grazie a cui l’aggancio è facilitato, per risparmiare tempo e garantire prestazioni di alto livello.

foto dei tre pedali a sgancio con piattaforma Shimano

I tre pedali SPD con sistema di aggancio flottante Pop-Up: l’M647 DX, l’M545 e l’M424

- Il pedale Shimano DX M647 è un punto di riferimento nella BMX e nel downhill ed è disponibile nel catalogo Shimano già da molti anni. Questo modello con gabbia in resina composita ha un ottimo comfort e resiste alle aggressioni delle rocce che minacciano la durata di vita degli altri pedali. Corpo in alluminio, cuscinetti a cartuccia e tensione di sgancio regolabile. Asse in acciaio Cr-Mo.

Peso: 568 grammi il paio. Prezzo: 108,95 euro con tacchette SM-SH51

- L’M545 ha un meccanismo di aggancio meno sofisticato e la gabbia in alluminio, è indicato per un uso trail e BMX e come gli altri pedali presenta l’asse in acciaio Cr-Mo, cuscinetti a cartuccia e tensione di sgancio regolabile.

Peso: 567 grammi. Prezzo: 96,84 euro con tacchette SM-SH51

- L’M424 è pressoché identico all’M545 fatta eccezione per la gabbia, in materiale composito. Un pedale robusto dall’ottimo rapporto qualità prezzo, indicato per all mountain aggressivo ed enduro.

Peso: 472 grammi il paio. Prezzo: 48,39 euro con tacchette SM-SH51

Pedale Pop-Up con sistema Click’r PD-MT50: uno sgancio più facile a portata di tutti

Sempre della famiglia di pedali con gabbia esterna e sistema Pop-Up, l’MT50 si differenzia dai precedenti per l’aggancio facilitato denominato Click’r e studiato appositamente per chi si avvicini al mondo dei pedali SPD.

foto di MT50, un pedale con piattaforma esterna in composito e sgancio facilitato, ideale per i neofiti.

L’MT50, un pedale con piattaforma esterna in composito e sgancio facilitato, ideale per i biker neofiti nell’xc e nel trail riding.

Con il 62% di forza in meno per sganciarsi, il 60% in meno per l’aggancio e un angolo minore per staccare il piede dal meccanismo SPD (8,5° invece dei 13° standard), i pedali che presentano il sistema Click’r sono indicati per i principianti e per tutti coloro che desiderino un minor sforzo e un maggior comfort senza rinunciare ai vantaggi del sistema SPD.

L’MT50 presenta la gabbia esterna in materiale composito, la regolazione della tensione di aggancio e sgancio e il perno in acciaio Cr-Mo che scorre su cuscinetti a cartuccia sigillati a bassa manutenzione.

Peso: 498 grammi al paio. Prezzo: 46,08 euro con tacchette SM-SH56 a sgancio multiplo (più facili).

Pedale XT PD-T780 a doppia piattaforma: per il trekking e i tour

Il T780 è un pedale pensato per chiunque utilizzi la mtb in ambito trekking, lunghi tour o per spostamenti urbani dove è presente la necessità di avere sia il sistema SPD sia la comodità di una piattaforma flat.

foto del pedale da trekking Shimano pd-T780

Il PD-T780 nasce per il biker che usa la sua mtb anche in un contesto urbano, da qui la doppia piattaforma SPD e flat.

Corpo in alluminio, catarifrangenti integrati, regolazione della tensione di sgancio, cuscinetti a sfere di facile manutenzione.

Peso: 392 grammi al paio. Prezzo: 99,43 euro con tacchette SM-SH56 a sgancio multiplo.

Pedale flat Saint PD-MX80: freestyle, downhill, enduro e BMX

L’MX80 Saint è nato per un uso freeride, dirt jump, downhill, BMX e all mountain, per tutti coloro i quali preferiscano usare scarpe normali e poggiare il piede su un’ampia base di appoggio dotata di ottimo grip.

foto dei I pedali flat Saint, i PD-MX80

I pedali flat Saint PD-MX80: ampia superficie d’appoggio, pin regolabili per il massimo grip.

La piattaforma dei Saint è più larga di 3 mm e il profilo è ribassato di 8,5 mm rispetto al precedente modello. I perni sostituibili di nuova progettazione Cr-Mo ruotano su cuscinetti a cartuccia sigillati a bassa manutenzione.

La base del pedale è concava per garantire grip alla scarpa ed efficienza di spinta e i pin sono regolabili in altezza e sostituibili in caso di danneggiamento o rottura.

Peso: 500 grammi al paio. Prezzo: 74,56 euro

Per maggiori informazioni visita il sito cycle.shimano-eu.com oppure recati presso uno dei rivenditori Shimano della tua zona.

Donne in bici: come diventare una vera BikHer?

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donne in bici intervista alla bikher

Donne e mountain bike: sembra un abbinamento poco femminile e invece la situazione sta cambiando, molte ragazze che si avvicinano al ciclismo iniziano proprio con lo sterrato e le ruote artigliate.

Le donne in bici sono in aumento e in questa intervista molte ragazze possono prendere spunto dalle amiche BikHer per avvicinarsi al mondo della mountain bike, trovando motivazione, un punto di riferimento per praticare questa disciplina e, inoltre, il sentirsi parte di un nuovo movimento femminile di cicliste che sta nascendo in Italia.

Personalmente già da tempo organizzo pedalate sia su strada sia con mountain bike per unire le donne in bici, che altrimenti si trovano a pedalare da sole per le strade delle città. Un esempio degli scorsi anni è il Rapha Women’s 100 che, anche quest’anno, tornerà a grande richiesta nel mese di luglio.

In questo modo si riesce a creare un meraviglioso spirito di gruppo, passando una giornata assieme e imparando strade nuove in ottima compagnia di altre amanti del ciclismo come noi. Sembriamo poche al momento, ma non è così… siamo solo sparpagliate in giro per l’Italia e dobbiamo semplicemente trovare un punto di riferimento per conoscerci e farci conoscere come per esempio il mio gruppo facebook Sport and Girls

BikHer nasce proprio per questo scopo e ora vorrei farvi conoscere la filosofia di queste tre ragazze che un bel giorno si sono incontrate e, tra chiacchiere e qualche caffè, hanno deciso di mettere in pratica il loro progetto.

foro di una BikHer in mountain bike che affronta una discesa sterrata

Agli eventi organizzati dalle BikHer potrete imparare le tecniche per perfezionare la vostra guida in mtb.

Ho pensato di porre loro qualche domanda per farci spiegare bene come sia nata l’idea, che cosa stiano facendo e dove il loro spirito di biker le potrebbe portare… ma soprattutto ci hanno dato qualche consiglio su come avvicinarsi a questo meraviglioso sport che è la mountain bike.

[Mountainbike.BiciLive.it]: Come prima cosa, chi c’è dietro a BikHer? Di dove siete e da quanto vi conoscete?

[BikHer]: BikHer è un trio: Gaia abita tra Cremona e Brescia, Federica nel Monferrato e Daniela nell’Appennino Reggiano.

Gaia e Daniela si conoscono da quasi un anno, mentre con Federica è stato un colpo di fulmine: conosciuta a ottobre scorso, in occasione del primo evento “solo donne in bici da DH” a Caldirola, abbiamo da subito legato e avviato, insieme, questo progetto al femminile.

[Mountainbike.BiciLive.it]: Com’è nata l’idea di BikHer?

[BikHer]: BikHer è la risposta “tricolore” all’esigenza di creare una community di sole donne che avesse come comune denominatore la voglia di divertirsi facendo enduro e downhill tra i sentieri e i bike park di tutta Italia. Ci siamo trovate di fronte all’esigenza di creare eventi ad hoc per tutte le ragazze che, perse nell’intricato toboga del gravity, avevano più a che fare con testosterone, quindi uomini, che con la mountain bike.

[Mountainbike.BiciLive.it]: Per voi la mtb è solo uno sport da praticare nel tempo libero o fate anche competizioni?

[BikHer]: Proveniamo da mondi e discipline differenti, anche se l’animo competitivo è un nostro punto di incontro. Per noi la mountain bike è il mezzo ideale per raggiungere il fine primo del divertimento, sia esso attraverso un giro tra amiche, che in gara. Non ci facciamo mancare nulla, cercando sempre di trarre massimo profitto dai nostri incontri.

In particolare, anche se la stagione 2016 ci vedrà partecipare più o meno seriamente a gare nazionali, la community è uno spazio per vivere occasioni in mountain bike.

foto di alcune Bikher donne in mtb in azione sui sentieri

Le BikHer sono donne che amano la mountain bike e che voglio trasmettere ad altre ragazze questa passione, motivandole a migliorarsi.

[Mountainbike.BiciLive.it]: Qual è il progetto BikHer? Lo vedete come un’iniziativa locale o che si potrà espandere in tutta Italia?

[BikHer]: Il nostro scopo è quello di creare, utilizzando i social network come “casa-base”, eventi in tutta Italia, coadiuvate da strutture già esistenti che, credendo nel nostro progetto, ci possano offrire il giusto supporto logistico.

Essendo “neonate” abbiamo preferito, per ora, muoverci nei sentieri a noi conosciuti, per accumulare quell’esperienza che ci possa permettere di organizzare anche a distanza un evento. Per esempio, siamo state in Piemonte, presso il bike park di Caldirola, ci siamo poi avventurate nella pietra miliare di Finale Ligure, stiamo promuovendo i sentieri “di Gaia” nelle valli bergamasche e siamo in procinto di scoprire le infinite opportunità del lago di Garda.

Abitiamo in una terra fantastica, dalle molteplici risorse. La mecca della mtb! Essere statiche in un posto solo non avrebbe alcun senso!

[Mountainbike.BiciLive.it]: Quali sono gli eventi che avete già organizzato?

[BikHer]: L’evento pilota è stato a Caldirola, a ottobre scorso. Lì è dove siamo nate e dove abbiamo avuto il primo supporto da parte del bike park, che ci ha dato la possibilità di addobbare con cartelli rosa tutte le piste per rendere riconoscibile la nostra presenza!
Successivamente, a gennaio, insieme a un gruppo di altre ragazze liguri abbiamo organizzato un evento a Finale Ligure, l’Happy Befan(H)ers Day.

A febbraio siamo state protagoniste di un interessante workshop presso Specialized Italia: abbiamo avuto la possibilità di parlare con le donne della mtb in casa Specy e confrontarci con altre ragazze sul delicato rapporto donna/gravity.

Inoltre, da due settimane, ci stiamo allenando per la prima tappa di Enduro Cup Lombardia a Sorisole (BG): abbiamo incontrato una ragazza che, da una front puramente xc, è passata al “lato oscuro della forza”, guidando una full a noleggio e chiedendo il nostro supporto per la preparazione della gara.

Infine, sabato 27 febbraio, siamo state ospiti dei ragazzi di “iGarda”, che ci hanno presentato i loro curatissimi trail del basso Lago di Garda: un progetto per la valorizzazione di un territorio ancora inesplorato, proprio come le donne nella mtb.

[Mountainbike.BiciLive.it]: Avete trovato interesse da parte di altre ragazze che vanno in mountain bike?

[BikHer]: L’obiettivo era proprio quello di “tirare fuori dal guscio” tutte queste perle di donne cicliste e ci siamo riuscite. Abbiamo ancora molto da fare, eventi da organizzare, luoghi da scoprire. Ma non abbiamo fretta, sappiamo che la maggior parte delle ragazze che hanno iniziato a fare mountain bike ha alle spalle un uomo che le ha spinte a provare questo sport o una compagnia che le ha istruite e supportate.

Noi non ci vogliamo sostituire alle loro “famiglie” su due ruote, ma semplicemente invitarle a vedere la mtb nel lato più rosa possibile.

[Mountainbike.BiciLive.it]: La vostra filosofia e che messaggio volete dare alle donne che vogliono iniziare questo sport?

[BikHer]: La nostra filosofia è semplice: be girly, be strong, be Bik(H)er… ovvero: sii femminile, sii forte, sii te stessa.

Il messaggio che vogliamo dare è altrettanto semplice. Vorremmo che tutte le ragazze appassionate di questo sport possano trovare il tempo per migliorare se stesse e conoscere posti nuovi, insieme ad altre donne con cui condividere non solo la passione per la mtb, ma anche stili di vita.

foto che ritrae Federica Daniela e Gaia di BikHer

Sono in aumento le donne in bici e Federica, Daniela e Gaia vogliono promuovere la mountain bike femminile attraverso BikHer.

[Mountainbike.BiciLive.it]: Tre motivi per diventare una vera BikHer?

[BikHer]: Il primo motivo è innanzitutto sentirsi parte di un gruppo di amiche che condividono la stessa passione per la mountain bike, uno sport vero che non è solo per ragazzi.

Secondo è che insieme siamo più motivate e determinate a raggiungere i nostri obiettivi con il supporto e il confronto di persone che percepiscono le nostre stesse difficoltà.

E infine, il terzo motivo è di riuscire a mettere in pratica quello che si può imparare assieme superando ostacoli in discesa, per esempio, o partecipando a una gara per la prima volta… sempre sorridendo e divertendosi.

Vorremmo che Bik(H)er non fosse solo un nostro progetto, ma un luogo di ritrovo per tutte…

FORZA RAGAZZE, USCITE A PEDALARE CON NOI!!!

Segui le ragazze di Bik(H)er su facebook per essere sempre aggiornata sui loro eventi e ovviamente… per unirti a loro!

Consigli e trucchi per affrontare la Superenduro di Massa Marittima

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foto di alcuni atleti che guardano le classifiche della gara

Manca una settimana alla prima Superenduro di Massa Marittima (GR), in programma per domenica 20 marzo 2016. Ecco una piccola guida su come affrontarla senza trovarsi impreparati (tranne che per l’allenamento e le gambe, quelli dovrete metterli voi!) e sugli aspetti che fanno da contorno alla gara ma sempre molto importanti.

Sei prove speciali

40 km, 1500 metri di dislivello e sei Ps per domenica 20 marzo, vi siete allenati? Su questo non si possono fare miracoli, se avete “fatto i compiti” durante l’inverno conoscerete bene il vostro stato di forma. Il consiglio è calcolare con cura i tempi di risalita per poter affrontare i trasferimenti pedalati in tranquillità basandosi su dei riferimenti precisi, in modo da non strafare o sprecare energie preziose che ci serviranno durante le prove speciali.

Urban downhill?

Con l’ultima breve ma intensa prova nel centro cittadino di Massa Marittima, la Ps6 Massa Marittima Downtown, tra scalinate, porfido e le vie che dal Castello di Monteregio scendono in Piazza Garibaldi di fronte al Duomo, i nemici N.1 saranno il diverso grip del terreno e gli spigoli dei gradini.

Un po’ di pratica su curve senza appoggio, scalinate e strade ciottolate può solo giovare, inoltre un’accurata scelta della pressione delle gomme potrebbe fare la differenza tra il finire la gara soddisfatti o singhiozzare nello sconforto “avrei potuto gonfiarla quel pizzico in più…” guardando la gomma a terra.

Studiare i nuovi trail dai video

Sabato 19 si darà il via alle prove libere ufficiali sul percorso fettucciato “di fresco” (sabato mattina prestissimo!), con l’aggiunta di nuovi sentieri messi a punto dallo staff di “The Trail Brothers” in cui gli elementi chiave saranno flow, ritmo, velocità, guida.

Avere un’idea di come si sviluppino i vari sentieri aiuta e non poco, quindi: studiate!

Video onboard delle Ps:

Ps1 Mulino

e le Ps2, 3, 4 e 5: CanyonBonattoScopineRock’n’Roll Queen

Molti rider, nel weekend appena trascorso, erano a provare i trail già esistenti, ma sarà il modo in cui verranno fettucciati a fare la differenza una volta in gara.

Se non avete la possibilità di provarli prima il consiglio è arrivare al sabato con una helmet camera montata sul casco e registrare un video delle prove più tecniche o di quelle che ancora non si conoscono bene, per poi rivedere tutto con calma la sera e cercare di memorizzare il più possibile.

foto di due rider con mtb elettriche scott

Non pensate che con un’ebike non si faccia fatica… una batteria per 4 Ps, bisognerà risparmiarla! foto © Markus Greber

Mtb elettriche in gara!

Superenduro da quest’anno introduce la categoria E-MTB, ovvero mountain bike elettriche, con l’obbiettivo di sperimentare e innovare ma soprattutto trovare la giusta formula di gara per questo settore in costante crescita.

Le bici a pedalata assistita dovranno essere omologate e conformi alle norme europee, quindi motore da 250 Watt e 25 km/h di velocità massima con assistenza.

La gara delle ebike inizierà domenica alle 8.45 e i concorrenti, una volta arrivati in trasferimento a Massa Vecchia, entreranno nel giro in testa alla corsa e dovranno giocarsela su Ps3, Ps4, Ps5 e Ps6, tutte da gestire con una solo “pieno” di elettricità, in quanto non si potrà sostituire la batteria durante la gara.

Parola d’ordine: limitare il consumo e dosare l’assistenza del motore anche durante le prove speciali!

Massa Marittima

Cittadina medievale dalla storia millenaria, Massa Vecchia offre un’ampia scelta di musei, chiese, monumenti e castelli (sei!) da visitare e ammirare, oltre alle note prelibatezze tipiche della maremma e alle numerose enoteche. Tutti i musei di Massa Marittima saranno aperti nel weekend e visitabili con uno sconto speciale. Per maggiori info visita il sito Cooperativa delle Colline Metallifere.

foto panoramica di Massa marittima

È tra queste vie che si svolgerà la Ps6 “Massa Marittima Downtown”. Foto credit ©Markus Greber

Donne in bici

Le nostre fidanzate/mogli/compagne potranno divertirsi con le bici elettriche disponibili al Bike Hotel Massa Vecchia (dove avverrà anche il Controllo Orario della gara) ed esplorare i semplici e divertenti trail circostanti a disposizione oppure accompagnarvi nei vari trasferimenti delle prove speciali.

Pump track gratuita

Sempre al podere Massa Vecchia è disponibile un’ottima pumptrack in cemento dove poter girare, far divertire i nostri figli e anche rilassarsi grazie alla piscina e al prato adiacente.

Mare

Massa Marittima dista 20 km da Follonica, la seconda città della provincia di Grosseto, che offre chilometri di spiagge per delle piacevoli passeggiate primaverili in riva al mare.

Musica e… degustazioni

Come non mettere una bella colonna sonora a tutto ciò? La band 21 Grammi e la Tito Blues Band allieteranno il vostro sabato sera in Piazza Duomo a Massa Marittima a partire dalle 19:00.  Inoltre troverete stand, aree espositive di prodotti del settore e i ragazzi dell’associazione New Deal, che insieme all’enoteca Il Bacchino organizzeranno un’area degustazioni con salumi tipici, birra a volontà e vini di qualità.

Per ulteriori info: www.superenduromtb.comwww.massavecchia.it

Migliorarsi nell’xc: i consigli di Mirko Celestino per la mountain bike

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foto di mirko celestino in sella alla sua mtb

In occasione della presentazione della nuova flotta di ebike Scott al Maggiora Park (NO) abbiamo incontrato il grande campione delle due ruote Mirko Celestino. Abbiamo colto l’opportunità per fargli alcune domande su come migliorare gli aspetti della preparazione alle gare xc, dall’allenamento fuori stagione ai piccoli dettagli.

Mirko Celestino è un biker ed ex ciclista su strada, è stato professionista in bici da corsa dal 1996 al 2007 e nel suo nutrito palmarès ci sono due gare di Coppa del Mondo nel 1999, il Giro di Lombardia, Il Gran Premio di Amburgo nel 1999, il Giro del Lazio, il Giro dell’Emilia, due Milano-Torino e la partecipazione a 11 Milano-Sanremo dove chiude secondo nel 2003.

Dopo un periodo di pausa in cerca di nuovi stimoli, li trova nel mondo che tutti noi conosciamo bene, quello della terra, del fango, rocce e radici dei single track della mountain bike.

La stoffa (e le gambe) del campione riemergono e Celestino ottiene il secondo posto nel 2010 e il terzo posto nel 2011 ai Campionati del Mondo Marathon. Vince due Campionati Italiani, il Sellaronda Hero e arriva secondo ai Campionati Europei al Montello.

Oggi Mirko, 42 anni, vive ad Albenga in Liguria, ha smesso di gareggiare ad alti livelli ed è testimonial Scott, e lo potete trovare, sempre molto disponibile, nelle fiere e negli appuntamenti Scott on Tour.

foto di mirko celestino sulla sua mtb

Mirko sui suoi abituali percorsi liguri, dove le rocce abbondano ma non manca mai il divertimento.

I consigli per migliorare le prestazioni in mountain bike

Riuscire a divertirsi in bici è alla base di tutto, sia in allenamento che in gara. Per la mia esperienza divertimento=risultato, perché distrae la mente dalla fatica.

1- Allenarsi divertendosi

Una soluzione per mantenere alto lo stimolo ad allenarsi è proprio divertirsi nel periodo invernale con altri sport come sci da fondo, nuoto e corsa a piedi, quest’ultima sia in montagna che su asfalto o nei parchi.

Alternare gli sport ti permetterà di sviluppare e rinforzare quei muscoli e quelle coordinazioni che praticando solo una disciplina resterebbero meno allenati. Gli stessi muscoli e capacità coordinative verranno poi in aiuto in diverse occasioni e giocheranno a tuo vantaggio, ad esempio in una gara fangosa e difficile la corsa a piedi ti permetterà di fare la differenza su coloro che non l’avranno praticata.

2 – La bici e il percorso

In gara non bisogna lasciare niente al caso, quindi se possibile trova il tempo necessario per una ricognizione del percorso.

Partirai avvantaggiato sapendo cosa ti aspetta durante il tragitto di gara, potrai valutare dove attaccare gli avversari o procedere con cautela in un tratto a te poco favorevole evitando rischi e possibili cadute.

Controlla spesso la bici, catena dev’essere sempre oliata e il cambio in ordine per diminuire l’usura e aumentare la scorrevolezza della trasmissione. Esegui anche un check accurato delle ruote, pulisci gomme e cerchi per farlo meglio e anche la bici deve essere sempre pulita, soprattutto il giorno della gara.

Le pastiglie dei freni sono un altro elemento a volte trascurato: in caso di gara fangosa e pastiglie consumate non riusciresti ad arrivare al traguardo con una frenata sicura e performante.

Allenati su percorsi tecnici, ripetendo più volte un tratto a te poco favorevole così da aumentare la sicurezza e la confidenza anche in questi frangenti.

Non frenare mai “inchiodando”, cioè bloccando la ruota posteriore.

Monta un reggisella telescopico se hai difficoltà sul ripido con la sella alta.

Mantieni una pressione delle gomme tra 1,6  e 1,8 Bar, sempre un po’ più morbida all’anteriore per migliorare il grip dell’avantreno.

3 – L’alimentazione

Altro punto importante è l’alimentazione, se ti alleni molto devi assumere più cibo ma se ti alleni poco o saltuariamente devi fare attenzione alle quantità di cibo che ingerisci.

“Il sacco vuoto non sta in piedi” ma ciò non vuol dire abbuffarsi. Una ricca e buona colazione, carboidrati a pranzo e proteine alla sera sono una buona base di partenza.

Se hai provato il percorso, ti sei alimentato bene e ti sei divertito in allenamento allora sei pronto per fare una buona prova.

In gara alimentati sempre e bevi molto. Prova acqua, limone e zucchero (preferibilmente di canna o miele) nella borraccia anziché gli integratori. Questa bibita, molto naturale, ti aiuterà a prevenire i crampi.

Alimenti solidi nella prima parte della granfondo (barrette, panini con la marmellata) e gel per la seconda parte di gara.

foto di mirko celestino sulla sua mtb in una pausa sui trail.

In bocca al lupo a tutti da Mirko Celestino e buone pedalate!

Prowinter 2016: la bicicletta è grande protagonista con Promountain Bike Shop Test

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Intervista a Marketing Manager Bosch presente con motori ebike a Prowinter 2016

Mancano ormai poco più di tre settimane a Prowinter 2016, l’unica ed esclusiva fiera trade per il noleggio di attrezzature per lo sport in montagna, e con il trascorrere dei giorni è sempre più evidente che le biciclette saranno le grandi protagoniste di questa edizione, grazie a Promountain Bike Shop Test.

Giunta alla sua sedicesima edizione, Prowinter si rinnova con grande sensibilità e fiuto nei confronti dei trend più importanti e significativi. E se d’inverno la montagna è neve, ghiaccio e regno di sci nordico, freeride e altre specialità, ecco che la primavera e l’estate vedono l’ascesa, in tutti i sensi, di un popolo di ciclisti sempre più affamato di natura, aria buona, percorsi immersi nel verde e relax serale.

Spazio quindi a bici da strada e mountain bike di ogni tipo negli oltre 7.000 mq di area espositiva di Promountain Bike Shop Test ma, dato ancora più importante ed emergente, spazio alle biciclette elettriche.
Le e-bike stanno rivoluzionando il mercato del cicloturismo e delle escursioni su due ruote, attirando una nuova e importante fetta di utenti che prima, semplicemente, non esisteva.

Bike Shop Test sarà presente alla fiera Prowinter 2016

Questi utenti hanno esigenze e necessità specifiche e la tre giorni dedicata al B2B (business to business) avrà lo scopo di interfacciare gli addetti al settore con questo nuovo segmento di mercato.
Il noleggio di biciclette è in continua crescita e sia i professionisti più strettamente legati alla neve che tutto un insieme di altre realtà quali noleggio bici, bike shop, istruttori e albergatori avranno modo di conoscere i bisogni particolari di questi nuovi clienti.

Molti e notevoli i brand che esporranno presso questo evento trade, fra i più importanti ricordiamo Atala, Bianchi, Bosch eBike Systems, Bollè, Brinke, Centurion Bikes, CST, FIAB, KTM, Lupine, Scott, Techno System, Thule, Vaude, Wayel.
Bike Shop Test offrirà gli ormai consueti percorsi test sia indoor sia all’aperto, sui quali si potranno provare vari modelli e prodotti, e di grande importanza sarà la presenza di Bosch eBike Systems che, oltre a essere sponsor del circuito per i test al coperto, presenterà insieme a Val Gardena un progetto cicloturistico, alle 13:00 di mercoledi 6 aprile.

Per l’occasione abbiamo avuto modo di fare qualche domanda a Federica Cudini, Marketing Manager di Bosch eBike Systems, in particolar modo per cercare di capire quale impatto avrà la bicicletta elettrica in questo settore e come essa cambierà il mondo del noleggio delle due ruote. Ecco l’intervista del nostro Direttore Responsabile Matteo Cappè.

Matteo: In base alla vostra esperienza di leader del settore, perché la bici elettrica è così adatta per il mercato del noleggio?

Federica: Nell’attuale scenario di difficoltà economiche, dove gestire un’automobile e la sua manutenzione anche per spostamenti di breve-medio raggio è diventato difficoltoso e gravoso, molte persone, e anche imprese, preferiscono usare i mezzi per la mobilità con la formula del noleggio.

Questo permette di evitare tutti i costi che comporta il possesso di un mezzo, dai costi di manutenzione fino ai costi di utilizzo quotidiano, che a volte rischiano di superare di gran lunga il costo d’acquisto. Senza pensare poi alle problematiche legate alle tasse per l’accesso alle zone a traffico limitato, ai costi elevati per i parcheggi e alla difficoltà nel trovare spazi liberi per la sosta.

Novità 2016 di Bosch per il mondo ebike

In questo scenario la bicicletta elettrica si posiziona come la soluzione che risolve in un solo mezzo le problematiche economiche ed ecologiche date per esempio dall’utilizzo dell’auto.

Le ebike sono un mezzo semplice e comodo, per gli spostamenti in città ma non solo, con velocità medie pari quasi a quelle di un motorino (25km/h) e con tempi di ricarica rapidi e a costi bassissimi: si percorrono circa 70 km con un costo di ricarica di 10 centesimi. Ciò rende l’ebike un mezzo ideale per ogni tipo di tragitto: da casa all’ufficio, per il tempo libero e addirittura per trascorrere un weekend fuori porta.

Matteo: Abbiamo notato una grande attenzione per la mountain bike elettrica, sia da parte delle aziende sia da parte del consumatore finale, credi che la e-mtb cambierà in qualche modo il turismo a pedali?

Federica: Le infrastrutture ciclistiche, più o meno rapidamente, stanno continuando a migliorare e questo ha fatto sì che l’offerta di servizi legati al cicloturismo si sia ampliata a tal punto da riuscire a rispondere alle molteplici richieste di chi ricerca vacanze alternative, diverse dalla tradizionale vacanza spiaggia/mare, rispettose dell’ambiente e con ritmi di vita meno frenetici.

Il turismo sportivo è uno dei segmenti dell’industria turistica con maggior crescita, che muove le persone, per una notte o per più giorni, alla ricerca di mete legate direttamente o indirettamente allo sport

Pedalare tra i boschi respirando a pieni polmoni l’aria sana che solo in montagna si può trovare, poterlo fare con tutta la famiglia, senza preoccuparsi del proprio livello di allenamento, ha permesso di trovare nella e-mtb la bicicletta ideale per fare tutto questo.

La mountain bike elettrica è una bicicletta affidabile, super tecnologica ma ad impatto zero sull’ambiente, che permette a chi non è allenato di arrivare in cima alla vetta senza eccessiva fatica e a chi è super sportivo, invece, di sperimentare sentieri e percorsi che con la bicicletta muscolare risulterebbero impossibili o troppo stressanti.

e-mtb per il cicloturismo equipaggiate con motori bosch

L’e-mtb diventa quindi una disciplina sportiva alla portata di tutti e la rete dei percorsi presenti nel nostro arco alpino offre ampie possibilità di divertimento sia per il neofita che per l’esperto, diventando quindi valore aggiunto nella promozione di un turismo basato sulla pratica di “sport dolci” e legati alla natura.

La bici elettrica assume così molta importanza per gli operatori del settore turistico grazie al fatto di posizionarsi come modello di proposta turistica tanto tradizionale quanto innovativa, offrendo un’esperienza diretta con l’ambiente, la tradizione e la cultura di un luogo e dove l’attività sportiva, l’offerta delle strutture ricettive di un dato territorio e i servizi offerti, condizionano inevitabilmente la scelta della meta del nostro viaggio.

Matteo: Siamo dell’idea che si debba fare sempre più informazione e cultura di questo nuovo modo di pedalare (al pubblico ma anche agli operatori del settore). Eventi come Promountain per B2B e canali d’informazione per i consumatori finali come BiciLive.it sono molto importanti, anche per un “ingredient brand” come il vostro: che valore hanno queste occasioni e questi canali per voi?

Federica: Sicuramente direi che la natura esperienziale di questi eventi come il Bike Shop Test è ciò che li rende fondamentali e preziosi, soprattutto per chi come noi non produce biciclette ma un sistema di propulsione che trova nel test l’unica vera possibilità di far capire al consumatore finale i benefit e i plus della bicicletta a pedalata assistita.

Le aziende costruttrici di biciclette o le aziende che come noi producono la componentistica sicuramente possono fare informazione corretta, ma ci sarà sempre il rischio che venga percepita come promozione commerciale: produciamo/vendiamo.

Canali di informazione come BiciLive.it sono quindi fondamentali perché diventano quella voce “super partes” capace di creare fiducia e dare veridicità alle informazioni che veicola, diventando quindi un riferimento per il consumatore finale nel processo d’acquisto o comunque di avvicinamento al mondo della bicicletta elettrica.

Appuntamento quindi a Fiera Bolzano dal 6 all’8 aprile per Prowinter 2016 e Promountain Bike Shop Test: i professionisti e addetti del settore troveranno maggiori informazioni sul sito ufficiale Bike Shop Test.

La nostra opinione sulla Superenduro #1 di Massa Marittima

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foto di marco milivinti alla superenduro di massa marittima

Domenica 20 marzo 2016 si è svolta a Massa Marittima in Toscana la prima tappa del rinomato circuito Superenduro, tornato più forte che mai dopo un anno di “pausa riflessiva”.

Più di 400 piloti provenienti da 12 nazioni diverse, di cui 21 ragazze e 12 rider in sella a bici elettriche si sono dati battaglia sugli spettacolari sentieri maremmani in una calda giornata primaverile, confermando che la voglia di eventi ben pubblicizzati e soprattutto ben organizzati è davvero alta.

Marco Milivinti, tornato dopo una stagione 2015 costellata di infortuni, sale sul gradino più alto del podio davanti a Denny Lupato e Vittorio Gambirasio. Nelle donne vince Alia Marcellini, seconda Anna Oberparleiter e terza Louise Pauline.

Andiamo a vedere quali sono stati gli highligths della prima tappa del SE e quali invece le cose da rivedere.

Chicca e Pecca della Superenduro Massa Marittima 2016

Noi di mountainbike.bicilive.it, grazie anche alla partecipazione della nostra Elena Martinello che ha concluso la gara con un rispettabile 16° posto, abbiamo voluto stilare una classifica delle chicche e delle pecche, determinate da molti fattori anche precedenti al giorno della kermesse. Andiamoli a vedere:

Le 6 chicche

Massa Marittima è una location fantastica

Già tappa di una gara del Superenduro nel 2009 e meta preferita di moltissimi biker stranieri e italiani, Massa Marittima vince a mani basse. La passione che Ernesto Hutmacher, le sue figlie e tutta Massa Vecchia portano avanti da 30 anni sono da “provare per credere”. Accoglienza, clima e cibo che fanno venire voglia di fermarsi per molti giorni.

foto di massa marittima invasa dai gazebo del superenduro

L’atmosfera che si respira a Massa Marittima è accogliente, ospitale e molto genuina.

Organizzazione svizzera con l’ospitalità italiana.

Lo staff Superenduro, assieme agli organizzatori locali, è stato molto preciso, curando ogni aspetto, e ha dato vita al piccolo paesino toscano di Massa Marittima con un evento di mountain bike e molto altro ancora, degustazioni, musica, intrattenimento.

foto di elena martinello alla superenduro massa marittima

Ecco la nostra Elena Martinello in azione, che termina con un ragguardevole 16° posto. “Dovevo mollare di più i freni” ci ha confessato. Brava comunque, come tutte le donne in gara!

Sentieri

La maggior parte dei sentieri sono stati aperti appositamente per la gara da The Trail Brothers ASD (di cui fanno parte il padre e il fratello di Nino Schurter, Ernst e Mario) con la collaborazione di Francesco Guidi e Marco Tiberi, colui che conosce la macchia maremmana più di tutti i rider locali.

Trail spettacolari e anche impegnativi sia per i punti stretti guidati sia per alcuni tratti dove bisognava pedalare “a tutta”, ma molto divertenti. Solo la Ps5 era un po’ più tecnica nel tratto iniziale perché già al via bisognava destreggiarsi abilmente tra le rocce.

Partecipazione

Record storico di partecipazione femminile: 21 donne al via. Inoltre 400 partenti, provenienti da 12 nazionalità diverse, e 12 rider con bici elettriche grazie al nuovo regolamento 2016, una grande passo verso l’innovazione per il Superenduro.

foto di un biker in sella a una bici elettrica alla superenduro massa marittima

Un tratto tipico dei sentieri toscani, ricchi di sali scendi, affrontato con una mtb elettrica della nuova categoria eMTB del Superenduro.

Atmosfera unica

Super tifo su tutto il percorso nei boschi e soprattutto all’arrivo in piazza a Massa Marittima durante la Ps6, che si è svolta negli stretti vicoli, sotto gli archi e sulle gradinate in un atmosfera bellissima di gara mista a festa.

Presenza mediatica

Ottima presenza mediatica che farà tornare il Superenduro più forte di prima. Fotografi, video maker e giornalisti ovunque. A Massa Vecchia avevano già l’esperienza nell’organizzazione di grossi eventi coma la Maremma Cup che organizzavano fino a qualche anno fa, e questo conta molto.

Le 2 pecche

Un solo ristoro

Su sei prove speciali, un solo ristoro dopo la Ps2 è stato per molti rider troppo esiguo. Gli ultimi partenti non hanno trovato neanche dell’acqua ad aspettarli, una volta arrivati in cima alle colline prima di affrontare le ultime speciali. Un secondo ristoro dopo la Ps5 sarebbe stato decisamente gradito.

foto di un furgone carico di mtb alla superenduro massa marittima

Le risalite furgonate: quando è il caso di limitarle?

Prove meccanizzate nei giorni precedenti

È la polemica che da sempre si solleva in Italia, il fatto di provare incessantemente i tracciati nei giorni precedenti alla gara usando mezzi meccanici .

Questa volta ci hanno anche riportato il fatto che alcuni autisti addirittura sembrava che gareggiassero con i furgoni, le jeep e i pick up sulle strade sterrate che portano ai sentieri, mettendo a repentaglio l’incolumità dei ciclisti che provavano pedalando e danneggiando le strade stesse.

Molti stranieri si sono stupiti di questo tra cui dei ragazzi francesi, visto che all’estero non è usanza “furgonare” le prove speciali prima delle gare di enduro.

Commento finale

Chicche battono Pecche 6-2.

La gara di Massa Marittima che rientra nel circuito Superenduro 2016 è promossa. L’attesa e il vuoto che un anno di “digiuno” dal Superenduro hanno creato sono stati ampiamente ripagati, resta da risolvere il problema delle prove meccanizzate prima della gara, di cui molti si sono lamentati.

Voto complessivo: 8

Ecco il video della gara realizzato dallo staff Superenduro:

Le prossime tappe:

8 maggio – Varazze (SV)

26 giugno – Canazei (TN)

31 luglio – Santa Caterina Valfurva (SO)

Per le classifiche e maggiori informazioni visita il sito superenduromtb.com


Cambio elettronico e meccanico a confronto

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Comparativi con vantaggi e svantaggi tra il cambio per bici elettronico e meccanico

Il cambio elettronico è ormai entrato in voga da parecchio tempo nel mondo del ciclismo. Sin da subito amato da alcuni e criticato da altri, è oggi considerato una tra le più importanti innovazioni nella storia della bici, anche se… siamo convinti che qualcuno non si separerà mai dal caro vecchio cambio meccanico con guaina e cavo d’acciaio.

In questa articolo andremo ad analizzare le due soluzioni, stilando i dieci vantaggi del cambio elettronico e i dieci vantaggi del cambio meccanico per mountain bike.

In appendice ci sarà qualche annotazione anche per i nostri amici stradisti.comparazione per cambio da ciclismo meccanico e elettronico

Il cambio elettronico rispetto a quello meccanico nella mountain bike

Inizialmente, l’introduzione del cambio elettronico assillò i biker con un paio di domande: “Le batterie quanto durano? Che cosa succederà in caso di pioggia o neve? Quanto dovrò spendere in più nella manutenzione? E in caso di guasto?“.

Dopo averlo provato, la manutenzione “a lunga scadenza” è inferiore rispetto a quello meccanico grazie all’assenza dei cavi in acciaio e delle guaine e il sistema a tenuta stagna funziona anche in condizioni climatiche estreme.

Tuttavia resta pur sempre un sistema elettro-meccanico e le parti come i deragliatori, la catena e le pulegge devono ricevere le stesse cure di un normale cambio.

A tal proposito, vi rimandiamo al nostro test sul cambio elettronico Shimano XTR Di2, dove avevamo già notato i diversi pregi che presenta rispetto ai cambi tradizionali.

Col sistema elettronico la cambiata è più immediata, precisa e affidabile, cambio e deragliatore sono autoregolanti, l’uso della trasmissione è più semplice (e anche longevo) poiché non è più possibile il rischio di incroci.

Quello che ci è piaciuto molto in ambito enduro è che un solo comando può gestire un sistema 2×11 con la funzione Synchro Shift e, grazie a questo unico manettino ci si può comportare come quando si pedala con una corona singola, concentrandosi sul trail e usando il comando del reggisella telescopico a sinistra mentre col pollice destro si gestisce la cambiata sulle 22 marce disponibili.

Il manubrio resta più pulito permettendo quindi l’installazione del comando di un reggisella telescopico a sinistra o il comando per il blocco della forcella o delle sospensioni.

Infine, premettendo come la ricarica della batteria sia possibile tramite un cavo USB e che la sua durata sia estremamente lunga, un grande punto di forza del cambio elettronico consiste nella possibilità di studiare a tavolino la gestione dei rapporti da utilizzare a seconda dei percorsi da affrontare (la programmazione avviene attraverso il software E-Tube).

Voci parlano anche di implementazioni con software Garmin e PowerTap per creare App compatibili che possano gestire la cambiata in maniera automatica a seconda dello sforzo e che comunichino con il power meter segnalando i rapporti usati e il tempo rimanente della batteria.

shimano azienda leader componentistica bici

10 vantaggi del cambio elettronico

1. Cambiata più immediata, precisa e affidabile nel tempo

2. Un solo comando che gestisce un sistema 3×11 o 2×11 con la funzione Synchro Shift 

3. Assenza di cavi in acciaio e guaine

4. Cambio e deragliatore autoregolanti

5. Uso della trasmissione più intuitivo, semplice e longevo grazie alla mancanza di incroci

6. Minore manutenzione

7. Possibilità di studiare a tavolino la gestione dei rapporti da impiegare

8. Manubrio più libero per installare altri comandi

9. Sistema a tenuta stagna adatto a condizioni climatiche estreme

10. Meno rumorosità nelle cambiate

10 vantaggi cambio meccanico

1. Prezzo ultra competitivo rispetto all’elettronico

2. Feeling di cambiata meccanico che molti preferiscono 

3. Manutenzione di cavi e guaine semplice ed economica

4. Sistema più “fisico” dove l’abilità del biker nel cambiare può fare la differenza

5. Possibilità di utilizzare componenti di tipo e marche diversi 

6. Maggiore reperibilità dei ricambi in caso di rottura

7. In caso di caduta della catena risulta molto semplice da rimettere a posto

8. Non presenta batterie e parti elettroniche delicate e da ricaricare

9. Sistema resistente a condizioni estreme

10. Ampissima scelta di trasmissioni, cambi, rapportature e configurazioni tra cui scegliere

Cambio elettronico VS meccanico per le bici da strada

Il cambio elettronico è stato adottato sulle biciclette da corsa ben prima rispetto alle mtb. Perciò, in questo settore, i vantaggi sono noti da molto più tempo, pur essendoci ancora qualche ciclista di prima fascia (su tutti Vincenzo Nibali) a preferire quello meccanico.

shimano propone ai ciclisti il cambio elettronico

Anche in questo caso confermiamo la minore manutenzione, la silenziosità, la durata della batteria molto lunga, una grande semplicità nella ricarica e il sistema a tenuta stagna adatto a condizioni atmosferiche molto difficili (come per esempio alla Parigi-Roubaix o nei tapponi di montagna al Giro d’Italia o al Tour de France).

Inoltre la velocità di deragliata e cambiata è fulminea e, allo stesso modo, sono aumentate pure precisione e affidabilità. Infine è possibile cambiare sotto sforzo senza dover interrompere la pedalata.

Il cambio meccanico invece permette di stare tranquilli per quanto riguardi le batterie da ricaricare o le parti elettroniche delicate.

Non necessita di particolari cure se non l’ordinaria manutenzione e in termini di prezzo vince ancora sul sistema elettronico.

A voi la scelta!

I tutorial di Nico Vouilloz: come settare la tua mtb

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foto di nico vouilloz in azione a sanremo

Nel mese di febbraio siamo stati due giorni sugli ottimi trail di Sanremo (IM) e assieme a Luca Masserini abbiamo chiesto al 10 volte Campione del Mondo downhill Nico Vouilloz 5 consigli su come settare la propria mtb per ottenere le massime prestazioni. Seguirà un tutorial con 5 consigli per migliorare la guida in mtb.

Posizione di guida

La prima regola da tenere presente riguarda la posizione di guida, per l’ambito enduro dev’essere un compromesso sia per la salita sia per la discesa, con una maggiore importanza verso quest’ultima. Nico utilizza e consiglia una guida abbastanza alta con diversi spessori sotto l’attacco manubrio per affrontare meglio le sezioni ripide.

Forcella più dura, ammortizzatore più morbido

Secondo tip:provare a girare con una forcella più sostenuta, quindi aumentare la pressione della camera positiva o se a molla, provare una durezza maggiore.

Questo può comportare, se poco allenati, un affaticamento precoce delle braccia ma permette di passare sopra agli ostacoli più facilmente e mantiene l’angolo di sterzo della nostra bici più aperto, favorendo ancora di più la guida in discesa. Inoltre una forcella più sostenuta ci favorisce anche nei rilanci pedalati.

Per quanto riguarda l’ammortizzatore Nico consiglia di girare con un Sag del 30/35%, quindi con gli ammortizzatori ad aria presenti sulla 99% delle bici da enduro andrete a regolare l’affondamento statico, ovvero il Sag, utilizzando l’O-ring che trovate sullo stelo dell’ammo: portate l’O-ring verso il corpo dell’ammo, salite sulla bici in assetto di riding, alzatevi sui pedali, scendete e guardate dove si è spostato l’O-ring.

Quello sarà il vostro Sag e si calcola nello stesso modo anche per la forcella. Naturalmente è un punto di partenza, una regolazione di base sulla quale poi intervenire dopo un giro nei sentieri valutando sensazioni e comportamento del mezzo.

Con un Sag del 30/35% dietro e del 25/30% davanti, la nostra mtb sarà più “seduta” e digerirà meglio gli impatti rimanendo più composta.

Gomme con tasselli pronunciati

Le gomme sono il primo filtro con il terreno, sono molto importanti ed è per questo che meritano una scelta e una valutazione accurata. Degli pneumatici con tasselli più pronunciati garantiscono più grip e aderenza; se pedalate molto, al posteriore scegliete un disegno con fila di tasselli centrali ribassati (come le Maxxis SS, Specialized Slaughter o le Schwalbe Rock Razor) e una mescola più dura.

Per l’anteriore quindi mescola morbida (40/45A o Triple Compound, 3C) e una scolpitura aggressiva.

Freni: disco da 200 mm all’anteriore e 180 al posteriore

Anche se Nico è leggero, preferisce avere molta potenza frenante sulla bici da enduro. Seguite questo consiglio se volete avere una frenata potente anche sulle discese lunghe, inoltre non mantenete sempre i freni leggermente tirati per lungo tempo: potreste surriscaldare l’impianto e vetrificare le pastiglie. Meglio frenare in modo deciso solo nei momenti dove serve davvero… facile a dirsi, no?

Pedali a sgancio

Con i pedali clipless, a sgancio o automatici che dir si voglia, usati dalla quasi totalità degli enduristi, è importante trovare un buon compromesso tra fermezza di tenuta e facilità di sgancio. Molti pedali come gli Shimano o gli HT permettono la regolazione della durezza della molla del sistema di sgancio.

Altri, come Crank Brothers o Mavic sono standard, quindi prima di avventurarvi nel mondo dei pedali a sgancio è bene provare i vari sistemi a disposizione.

Fate attenzione anche alla manutenzione dei vostri pedali perché lo sgancio può variare molto da un pedale secco e impolverato allo stesso pedale pulito e ben lubrificato.

Nico e la Gravity School

Sono già due i weekend in cui Nico ha fatto da special guest con la Gravity Schoolla scuola di mountain bike che io e Luca portiamo in giro per l’Italia, e posso confermare che il soprannome di “alieno” affibbiato a Nico negli anni d’oro delle vittorie sia ancora valido: la sua guida non ha “nulla di umano”: vola con la mtb sfiorando appena radici e rocce e salta ovunque leggero come una gazzella, uno spettacolo per tutti.

Nico approccia ogni aspetto riguardante la bici e le competizioni con la precisione di un chirurgo: serio, solido e scientifico.

Vederlo in azione con i propri occhi è qualcosa di incredibile, una dimostrazione di stile, grazia e potenza, con le dosi di ognuna di queste qualità calcolate nei minimi dettagli.

La bici di quest’anno è la nuova Lapierre Spicy 2016 (per i test utilizza una versione in alluminio) con 170 mm di escursione anteriore gestiti dalla rivisitata forcella Rock Shox Lyric 2016 e 165 mm al posteriore con un Rock Shox Vivid R2C a molla, scelta che molti piloti quest’anno hanno preferito e di cui potete trovare alcuni dettagli interessanti nel nostro approfondimento.

Nelle due giornate assieme sugli spettacolari trail del Sanremo Bike Resort, resi viscidi dalle piogge notturne ma non per questo meno divertenti, abbiamo visto Nico entrare nella parte del coach: ha dato il giusto suggerimento ad ogni corsista, sapendo quando spronare e quando frenare gli entusiasmi e ha seguito i rider adattandosi alle loro caratteristiche.

Ci ha dimostrato che “la Leggenda” è anche un buon istruttore, pur non essendo il suo mestiere, evidenziando ancora una volta la sua grande professionalità.

Ecco il video dove Nico spiega a Luca Masserini i suoi 5 consigli per regolare la propria mtb, renderla più performante e più veloce:

Nell’ottobre 2014 invece siamo stati a Finale Ligure, leggi il report della prima Gravity Champion con Nico Vouilloz.

Qui potete seguire Nico, partito in gran forma quest’anno nell’EWS (Enduro World Series) con un ottimo 3° posto in Cile.

Alé Nico!

I migliori 10 esercizi per avere gambe esplosive in mtb

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i 10 migliori esercizi per ciclisti per avere gambe esplosive

Rilanci, reattività, cambi di direzione, assorbimento delle asperità del terreno, “pompaggi” in uscita di curva e sulle gobbe e molti altri movimenti hanno una componente più o meno importante di forza esplosiva.

Ogni biker vorrebbe avere le gambe più esplosive, ma… quali esercizi svolgere a tal proposito? Prima di addentrarci nei nostri 10 esercizi, andiamo a imparare le definizioni e i metodi di allenamento della forza esplosiva.

La forza esplosiva

Le definizioni di forza sono numerose e variano da autore ad autore a seconda dei parametri utilizzati per descriverla.

Harre, per esempio, raccoglie le diverse espressioni di forza in tre categorie.

Forza massima: forza più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado di esprimere con una contrazione volontaria.

Forza veloce (esplosiva): capacità del sistema neuromuscolare di superare resistenze con elevata rapidità di contrazione.

Forza resistente: capacità dell’organismo di opporsi alla fatica durante prestazioni di forza di lunga durata.

Bosco descrive in modo più semplice il concetto di forza esplosiva definendola come la capacità del muscolo di sviluppare altissimi gradienti di forza in tempi brevissimi.

un ciclista si allena in palestra per avere gambe esplosive

La forza esplosiva fa quindi riferimento a due parametri fondamentali, forza e tempo, dove il tempo è direttamente proporzionale alla velocità con cui il carico viene spostato.

Verranno coinvolte principalmente fibre muscolari con un’elevata velocità di contrazione, le fibre bianche. La distribuzione delle fibre (veloci, lente) è strettamente legata a fattori genetici. Per di più la conversione delle fibre è a senso unico, a parte una piccolissima percentuale: le fibre veloci (bianche) possono essere convertite in fibre lente (rosse) ma non può accadere il contrario.

Tra i ciclisti marathon o granfondo è possibile osservare valori di forza esplosiva maggiori nei primi anni di allenamento ma condizionati da un progressivo peggioramento causato dalle richieste metaboliche degli sport di resistenza.

Non è raro, invece, il passaggio di un atleta di alto livello da una disciplina esplosiva a una di resistenza. La “conversione” da pistard a stradista è il caso più frequente.

Pur essendo sfruttata in maniera inferiore negli sport di resistenza, la forza esplosiva rimane una parte integrante e importante nei movimenti sulla mountain bike e per questo motivo non deve essere trascurata.

Allenamento-ciclismo-gambe-esplosive

Nei tratti sconnessi una buona base di forza esplosiva è essenziale per mantenere la stabilità nelle traiettorie più impegnative

Metodi di allenamento della forza esplosiva

Tudor Bompa sostiene che “nessun incremento visibile della potenza (forza esplosiva) è possibile se non incrementa anche la forza massima (assoluta)”.

La forza esplosiva si manifesta con gesti particolarmente veloci ma è inevitabilmente influenzata dalla forza massimale, essendo comunque necessario muovere dei carichi submassimali.

Una base di forza massima sarà quindi fondamentale per portare a livelli ottimali la forza esplosiva. Al contrario, un allenamento eccessivamente focalizzato sulla forza massima porterebbe a un incremento della fibre muscolari a contrazione lenta (rosse), con conseguente possibile perdita di esplosività.

Un miglioramento della forza massima porterà a un conseguente aumento della forza esplosiva ma questo rapporto non vale in termini assoluti. Diversi studi hanno infatti dimostrato come un allenamento eccessivamente focalizzato sulla forza massima possa peggiorare la componente esplosiva.

Quindi sì all’allenamento della forza massima per un miglioramento indiretto dell’esplosività ma senza protrarlo troppo a lungo nel tempo, solitamente 8-10 settimane. In questo periodo di allenamento entra in gioco in modo massiccio la componente nervosa. Un buon funzionamento della coordinazione intramuscolare e generale è importante per un corretto svolgimento dell’esercizio con il minimo dispendio energetico.

I principali metodi di allenamento della forza esplosiva si possono suddividere in tre macrocategorie:

- Carico naturale. Esercizi esplosivi come salti e balzi. Il range di ripetizioni è molto vario in base all’intensità di lavoro. L’utilizzo di bilanciere per i balzi è “bandito” da almeno 10 anni in quasi tutti gli esercizi, quindi ve lo sconsiglio vivamente.
- Carichi 20-30%. Massima velocità di esecuzione. Ripetizioni fino alla perdita di una velocità accettabile di svolgimento.
- Carichi 50-60%. Massima velocità di esecuzione. 6-10 ripetizioni.

Dopo un periodo prevalentemente incentrato sulla forza massima (8-10 settimane) sarà necessario trasformare il tutto in lavoro esplosivo e specifico a cui affiancare un esercizio multiarticolare per il mantenimento della forza massima.

Per saperne di più sulle tecniche di allenamento, ti consigliamo di leggere anche i seguenti articoli: “Core, che cos’è e perché allenarlo?“, “Diaframma e respirazione diaframmatica” e “4 allenamenti per migliorare la Ftp“.

I 10 migliori esercizi per la forza esplosiva

Adesso andiamo ad analizzare i 10 migliori esercizi per le gambe esplosive.

Squat jump

allenamenti-gambe-esplosive-salto-sequenza

1) Posizione di partenza. In piedi, mani sui fianchi, pronti a caricare. Le mani possono essere anche libere e utilizzate come ausilio durante tutto il movimento.

2) Nella fase di caricamento si piegano le gambe come in uno squat classico, ma rispetto a cui si accentua la flessione del busto in avanti per raccogliere una maggiore forze elastica da esprimere nella fase successiva.

3) Massima spinta degli arti inferiori a cui segue un’estensione del busto. Le gambe non si flettono in aria e si cerca di raggiungere il punto più alto possibile.

4) Atterraggio morbido e controllato che prosegue dinamicamente con un’altra fase di caricamento come in figura 2.

Salto su step da seduto

L'esercizio di salto su step da seduto per gambe esplosive

1) La posizione di partenza con appoggio su panca elimina ogni possibilità di utilizzo della componente elastica. La contrazione sarà puramente esplosiva e concentrica. Le braccia possono essere tenute sui fianchi per accentuare ancora di più il lavoro sulle gambe.

2) La forza verrà scaricata principalmente nei primi gradi di movimento.

3) L’arrivo sullo step dovrà essere preciso e misurato. Eventuali appoggi grossolani sono segno di lacune nella gestione della forza e coordinazione generale.

4) L’esercizio termina in posizione eretta sullo step. Scendere dall’attrezzo senza saltare e ripetere.

Jump squat in-out box

allenamenti-gambe-esplosive-step-sequenza

1) Posizione di partenza: piedi leggermente più larghi dello step, pronti a caricare.

2) In accosciata si andrà a sfiorare lo step. Schiena in protezione (non perdere curva lombare), talloni a terra pronti a spingere.

3) La fase esplosiva dovrà essere modulata rispetto all’altezza da raggiungere, mantenendo meno scarto possibile. Le braccia accompagnano il movimento verticale.

4) Atterraggio morbido e preciso con entrambi i piedi.

Front squat

un particolare dell'esercizio clean per avere gambe potenti ed esplosive

Nel front squat il bilanciere dovrà essere appoggiato sui deltoidi a sfiorare la gola. I gomiti devono descrivere un angolo di circa 90° con il corpo e devono essere mantenuti sempre in questa posizione.

La presa sul bilanciere non deve essere necessariamente salda, la mano può aprirsi e arrivare ad avere solo le ultime falangi in appoggio sull’attrezzo per stabilizzarlo.

Sequenza di front squat per potenziare le gambe

1) Larghezza dei piedi circa quella delle spalle con piedi leggermente extraruotati (punte verso fuori). Gomiti alti come descritto sopra.

2) Si scende in accosciata mantenendo la schiena in protezione, senza perdere la lordosi. Talloni sempre a terra. Le ginocchia non devono andare verso l’interno ma mantenere la linea anca-caviglia come in posizione di partenza. Gomiti sempre in posizione corretta.

3) Superare i 90° facendo attenzione agli accorgimenti del punto 2 e tornare in posizione 1.

Stacco da terra

L'esercizio per potenziare gli arti inferiori stacco da terra

1) Nella posizione di partenza la parte lombare deve mantenere la lordosi fisiologica per permettere alla colonna vertebrale di scaricare al meglio le forze. Le braccia sempre tese hanno la “sola” funzione di sostenere il bilanciere.

2) Durante la fase iniziale la spinta è generata principalmente dagli arti inferiori. Il bilanciere rimane sempre in contatto con tibia e coscia. Le braccia continuano a rimanere tese.

3) Senza mai perdere la tenuta della schiena, nella fase finale entrano in gioco gli estensori della colonna e della gamba.

Push off su step

allenamenti-gambe-esplosive-step2-sequenza

1) Posizione di partenza a circa un passo di distanza dallo step.

2) Il piede in appoggio sullo step sarà quello di spinta. Entrambi i piedi dovranno avere un appoggio sul mesopiede, tallone sollevato.

3) La spinta verticale arriverà dal piede in appoggio sullo step, l’altro avrà una funzione complementare di spinta e bilanciamento in aria. Nella fase di volo l’estensione di entrambi gli arti dovrà essere completa in modo da esprimere la massima forza esplosiva. Le braccia seguono il movimento. Si riatterra nuovamente come in posizione 2 e ricomincia l’esercizio.

Salto su step monopodalico

Salto su step monopadalico per gambe esplosive

1) Da una posizione in piedi e distesa inizia la fase di caricamento, importante per la buona riuscita dell’esercizio. Gamba non in appoggio flessa e busto proteso in avanti pronto a estendersi. Le braccia in questo caso assumono un’importanza maggiore nella fase di spinta.

2) Nella fase finale della spinta il corpo dovrà essere proteso in avanti per agevolare la spinta orizzontale. Le braccia e la gamba in sospensione partecipano in modo deciso nella propulsione.

3) Appoggio morbido e preciso con un solo piede. Eventuali errori di stabilizzazione e bassa precisione determinano lacune di gestione della forza e della coordinazione.

4) Dopo aver raggiunto la stabilità si conclude in posizione eretta e discesa dagli step senza saltare.

Double under

allenamenti-gambe-esplosive-salto-corda-sequenza

1) Appoggio sull’avampiede, gambe leggermente piegate per assecondare la fase di spinta. Avambraccia e polsi anticipano il movimento circolatorio della corda.

2) Rispetto a un salto singolo, nel double under la spinta dovrà essere maggiore e coordinata con il movimento degli arti superiori. Nella fase discendente della corda gli arti inferiori dovranno essere estesi dando il via allo stacco da terra. Fondamentale è il lavoro di flesso-estensione del piede, come si può vedere in foto.

3) Fase di volo durante cui la corda dovrà fare due giri prima dell’atterraggio.

4) Il secondo passaggio della corda avviene solitamente nella fase discendente per una questione di ritmo.

5) Ritorno alla posizione iniziale con leggero piegamento degli arti inferiori andando ad assorbire il contatto al suolo e immagazzinando nuova energia da sfruttare nella sequenza successiva.

Clean

Il clean è un esercizio da fare in palestra per aumentare la potenza degli arti inferiori

1) Rispetto allo stacco da terra la posizione iniziale è più raccolta con il femore che descrive un angolo di circa 90° rispetto alla tibia. In questo modo il quadricipite sarà maggiormente coinvolto nella prima fase di movimento. Braccia tese e schiena in tenuta.

2) Fase esplosiva del clean. Il coinvolgimento dei quadricipiti è massimo, supportati da tutti i muscoli degli arti inferiori e bacino. Le braccia rimangono tese e le spalle si sollevano.

3) Negli ultimi istanti di salita del bilanciere ci sarà un’accosciata completa. L’obiettivo è “infilarsi” sotto il bilanciere e fargli compiere meno spostamento verticale possibile.

4) Il bilanciere sarà in appoggio sul deltoide anteriore, ben esposto. Le mani hanno solo un ruolo da stabilizzatore. Da notare lo scivolamento sulle ultime falangi del bilanciere.

5) Con una estensione degli arti inferiori si completa l’esercizio.

Pistol con salto monopodalico su step laterale

allenamenti-gambe-esplosive-salto-piega-sequenza

L’esercizio più complesso della sequenza qui proposta. Un prerequisito essenziale per il corretto svolgimento sarà avere un controllo completo sul pistol squat. Il pistol squat è un’accosciata completa monopodalica, molto simile alla figura 2 nella sequenza, dove l’arto in sospensione dovrà essere proteso avanti senza toccare a terra.

1) Posizione di partenza come nel pistol squat. Appoggio monopodalico e braccia in avanti per migliorare la stabilità nel movimento.

2) Pistol squat, accosciata completa in appoggio monopodalico. Il movimento sarà finalizzato al caricamento per la fase di stacco successiva.

3) La fase di spinta dovrà essere esplosiva iniziando a spostare il corpo verso il box. Occhi puntati sul box. Con la gamba in sospensione si può assecondare la spinta.

4) La spinta dovrà essere necessariamente potente per superare l’ostacolo ma anche precisa in modo da avere meno scarto possibile di tempo in aria.

5) In appoggio stabile sul box si distendono gli arti inferiori e si termina una ripetizione. Scendere e ripartire dalla figura 1.

Esempio di allenamento della forza esplosiva

Riporto un esempio di microciclo settimanale focalizzato sulla forza esplosiva degli arti inferiori con mantenimento della forza massima da integrare con altri esercizi complementari. La prerogativa di un buon allenamento della forza è la multifrequenza, ovvero ogni gruppo muscolare dovrà essere allenato almeno 2 volte a settimana per puntare a un discreto miglioramento. 4 sedute settimanali è la frequenza ottimale che offre buoni margini di incremento della forza.

Allenamento 1

15′ riscaldamento

Front squat 6×4. 80-85% massimale. Recupero 2-3′

Salto su step monopodalico 4×6. Incrementa altezza fino a trovare il massimale del giorno per 6 ripetizioni. Recupero 2′

Sedia al muro x1′. Superserie con Squat jump x 10. 3 serie. Recupero 3′

Allenamento 2

15′ riscaldamento

Stacco da terra 6×4.  80-85% massimale. Recupero 2-3′

Clean 4×6. 50% massimale. Esecuzione esplosiva. Recupero 2′

Salti su step da seduto x 4.Superserie con Double under x 20. 3 serie. Recupero 3′

Cadute mondiali a Lourdes, arriva la downhill World Cup 2016

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foto di gee atherton in volo in una caduta a lourdes

Lourdes, Francia: oggi sono iniziate le track walk, ovvero lo studio del tracciato a piedi, sulla pista dove i migliori piloti della specialità downhill correranno la prima tappa di Coppa del Mondo questo weekend.

Il clima è fresco e le previsioni dicono che la pioggia potrebbe far compagnia ai piloti fino a domenica… sarà un fine settimana molto interessante e sicuramente ricco di cadute spettacolari, ci auguriamo sempre senza conseguenze.

Ecco le migliori dello scorso anno, dove ricordiamo la vittoria di Aaron Gwin, grande atteso quest’anno sulla sua nuova YT Tues, e secondo Loic Bruni in sella anch’egli per il 2016 a una nuova bici, la Specialized Demo S-Works.

La UCI Mountain Bike World Cup presented by Shimano, il circuito fuoristrada di punta dell’Unione Ciclistica Internazionale, comprende due discipline, Downhill (DH) e Cross Country Olimpico (XCO), e per quest’anno prevede 9 appuntamenti in 8 paesi e 3 continenti diversi.

Ecco le tappe:

10 aprile - Lourdes (FRA), Downhill.

23-24 aprile - Cairns (AUS), Downhill e Cross Country Olimpico

22 maggio - Albstadt (GER), Cross Country Olimpico

29 maggio - La Bresse (FRA), Cross Country Olimpico

5 giugno - Fort William (SCO), Downhill

12 giugno - Leogang (AUT), Downhill

09-10 luglio - Lenzerheide (SUI), Downhill e Cross Country Olimpico

06-07 agosto - Mont-Sainte-Anne (CAN), Downhill e Cross Country Olimpico

03-04 settembre - Vallnord (AND), Downhill e Cross Country Olimpico

Le gare saranno trasmesse in diretta da Red Bull TV, che per il 2016 offrirà ancora più contenuti. Per ogni gara saranno previsti interventi di esperti, ospiti del circus (corridori, team manager, meccanici…) e molte informazioni utili per conoscere tutti i retroscena.

La diretta di ogni evento sarà immancabilmente condita dalla spettacolare telecronaca di Rob Warner e il commento tecnico diel simpatico Claudio Caluori (ex atleta di downhill, team manager Scott e autore delle incredibili preview dei tracciati di Coppa) mentre per l’XCO ci saranno Bart Brentjens e gli interventi dal percorso dell’inviato Ric McLaughlin.

Ci saranno numerose interviste, una maggiore interazione con gli spettatori, una nuova grafica e soprattutto più spazio per le manche di downhill con maggiori postazioni e telecamere, quindi si prospetta una stagione 2016 “coi fiocchi”.

In bocca al lupo agli atleti azzurri impegnati in gara a Lourdes, seguiteci su mountainbike.bicilive.it per gli aggiornamenti.

La bicicletta protagonista alla fiera del noleggio sportivo invernale di Bolzano

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Promountain Bike Shop Test alla fiera Prowinter di Bolzano

All’edizione 2016 di Prowinter, la fiera dedicata al noleggio di attrezzature sportive per la montagna, la bici è stata tra i protagonisti assoluti della manifestazione.

Grazie alla novità assoluta di quest’anno, il Promountain Bike Shop Test di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi, tra i padiglioni e gli stand dell’evento di Bolzano l’attenzione nei confronti della bicicletta (e a tutti i prodotti che le pedalano attorno) era notevole.

La prima tappa del Bike Shop Test (sulle cinque previste nel 2016) occupava infatti ben due padiglioni, in gran parte adibiti a percorso di test per le bici: ma anche nei restanti due della fiera capitava spesso di imbattersi in aziende e marchi legati al mercato del ciclo.

BiciLive.it era presente alla kermesse sportiva dell’Alto Adige, vi presentiamo qui brevemente alcune delle realtà più interessanti viste, nell’attesa di poterle approfondire in futuri articoli.

Copritevi per bene e seguiteci.

Lo stand Promountain Bike Shop Test all'interno della fiera Prowinter 2016 di Bolzano

Lo stand Bike Shop Test nell’area Promountain all’interno della fiera Prowinter 2016 di Bolzano.

Promountain Bike Shop Test 2016: i brand presenti

Nel padiglione A della fiera Prowinter 2016 si veniva accolti dallo stand Atala, col suo igloo gonfiabile promozionale già visto agli E-Tour dell’anno scorso: esposte e a disposizione per delle prove numerose mountain bike, compresi i modelli di Whistle e Carraro.

Da subito è emersa la grandissima presenza di biciclette elettriche tra gli stand.

È evidente (come è emerso dalle parole dalla marketing manager di Bosch eBike Systems Federica Cudini nel corso della conferenza stampa di mercoledì scorso) che il noleggio di mountain bike a pedalata assistita sarà sempre più un tema importante per gli operatori turistici che vorranno fornire ai propri clienti nuove opportunità per esplorare e godersi il territorio.

In tal senso nessuno dei brand presenti in fiera si è fatto trovare impreparato.

A seguire infatti sia lo stand di Centurion Bikes sia quelli di Cannondale e GT Bikes mettevano a disposizione del pubblico delle bici elettriche e in particolare eMTB: presenti le Lhasa e le Numinis E di Centurion, la Tramount e la Contro-E di Cannondale (queste ultime equipaggiate con la particolare monoforcella Lefty).

Alcune delle biciclette elettriche in mostra allo stand Cannondale alla fiera Prowinter 2016.

Alcune delle biciclette elettriche con la forcella Lefty in mostra allo stand Cannondale al Promountain Bike Shop Test 2016.

Lo stand Thule metteva in mostra alcuni portabici per automobili e carrellini per biciclette, accessori indispensabili per del cicloturismo su lunghe distanze, mentre quello Boa Technology si concentrava sui suoi prodotti per la chiusura della calzature da ciclista (e non solo).

Ravvicinati gli stand di Scott, con le elettriche E-Aspect 910 e E-Aspect 920, e CIAB, la “costola” di FIAB creata per le realtà commerciali: quest’ultima ha presentato in conferenza stampa la propria polizza RC biciclette, strumento a nostro avviso utilissimo per tutti gli operatori del settore cicloturistico che si affideranno alle ebike (e non solo).

Un monopattino sportivo GBoard

Uno dei monopattini sportivi GBoard in esposizione al Prowinter 2016 di Bolzano.

Sorprendente lo stand GBoard, con i suoi monopattini sportivi dotati di sospensioni e freni a disco, e accogliente quello del Dolomiti Paganella Bike Park, zeppo di cartine con percorsi e appuntamenti per una primavera ed estate 2016 a tutta MTB.

Bollè si è presentata con uno stand ricco di occhiali ed elmetti da ciclista, mentre CST Tires esponeva tutta la sua gamma di pneumatici per biciclette ed ebike.

Una bicicletta elettrica Bianchi esposta al Promountain Bike Shop Test 2016 di Bolzano

Una mountain bike elettrica Bianchi esposta al Promountain Bike Shop Test 2016 di Bolzano.

Fianco a fianco due gli stand di due brand “storici” nei rispettivi campi: Bianchi (bici da corsa) e Frisbee (biciclette elettriche). Entrambe mettevano in mostra le rispettive eMTB: la E-Jab per Bianchi, la E-Dolomites per Frisbee.

Anche Bosch aveva un suo stand con alcune bici elettriche a disposizione dei visitatori, al suo fianco You&Bike presentava gli pneumatici antiforatura Tannus.

A chiudere un terzetto di marchi che nelle biciclette a pedalata assistita stanno investendo molto: KTM, con uno stand enorme pieno di tanti modelli, Wayel, che presentava il suo servizio di noleggio a lungo termine, e Brinke, che esponeva al pubblico per la prima volta la sua ultima novità, la eMTB Raptor 2016.

Lo stand Brinke con le ebike al Promountain Bike Shop test 2016

Lo stand Brinke al Promountain Bike Shop test 2016.

Prowinter 2016: tutti in sella!

Passeggiando nei padiglioni C e D, cuore della manifestazione Prowinter e ricchissimi di aziende legate alla neve e all’alpinismo, era facile imbattersi in stand “amanti” della bicicletta.

Scott ne aveva una decisamente ampio, così come Sh+, brand legato alla produzione di caschi e occhiali anche per ciclisti.

Tra gli altri marchi produttori di caschetti ed eyewear per ciclisti erano presenti Uvex, Kayak, Gist, Alpina e Bliz.

Caschetto da ciclista Bollè e occhiali per ciclisti Uvex

Stabilizr presentava uno stabilizzatore da casco per action cam, ottimo per spettacolarizzare le riprese live, CI.Zero i suoi prodotti di abbigliamento tecnico ad alte performance per ciclisti.

La francese Decathlon, attiva da anni nel noleggio di equipaggiamento sciistico, presentava il suo programma di noleggio dedicato a biciclette e monopattini.

Mountaincart esponeva i suoi “tricicli da montagna”, mentre Strider, famoso brand produttore di biciclette senza pedali per bambini, proponeva gli accessori per trasformare i propri prodotti in “slitte a bilanciamento” per i più piccoli.

La giapponese Cerevo presentava i suoi prodotti per visualizzare ed analizzare i dati relativi alle nostre perfomance sportive, bici incluse.

Ottime, infine, le guide ai percorsi e alle piste per MTB realizzate dalle Edizioni Versante Sud, su cui torneremo a breve.

Casco per ciclisti Bliz e bici senza pedali Strider per la neve

Promountain Bike Shop Test: conclusioni

Positive le nostre impressioni sulla manifestazione, che già alla sua prima edizione ha ben figurato, mostrando le sue enormi potenzialità per il futuro.

Gli eventi organizzati a contorno della fiera sono stati piacevoli e interessanti, l’organizzazione da parte di Bike Shop Test perfetta. Insomma, non vediamo l’ora di tornare presto qui per una seconda edizione.

L’appuntamento con il Promountain Bike Shop Test 2017 a Bolzano è per il 19, 20 e 21 aprile dell’anno prossimo, nella speranza che la nostra amata due ruote a pedali prenda ancora più spazio.

GBoard, il monopattino sportivo ed ecologico da Bolzano

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GBoard ha presentato i suoi monopattini sportivi per appassionati di montagna e mtb

Tra le proposte più interessanti viste al recente Promountain Bike Shop Test ci sono di sicuro i monopattini sportivi esposti dall’azienda GBoard srl.

Il marchio con sede a Bolzano, nato poco più di un anno fa, propone i suoi prodotti a tutti gli amanti della montagna che sono alla ricerca di un nuovo modo di emozionarsi su pendii e sentieri immersi nella natura.

I suoi Greenboard sono una sintesi riuscita tra una mountain bike e un normale monopattino, mezzi in grado di consentire a chiunque di vivere l’outdoor montano tutto l’anno, tanto d’estate quanto d’inverno in caso di mancanza di neve.

Il monopattino X 27 Racing di GBoard con ruote da 27,5"

Il monopattino X 27 Racing di GBoard: ruote da 27,5″ e sospensioni anteriori DH Formula Thirty Five.

Il primo monopattino GBoard, la Limited Edition, ha debuttato lo scorso anno a San Candido: alla fiera del noleggio sportivo di Bolzano, conclusa lo scorso 8 aprile, sono invece comparsi i modelli della neonata Serie X, che saranno disponibili dal prossimo primo giugno 2016.

Si tratta di prodotti ideati, progettati e realizzati completamente in Italia, utilizzando materiali e componenti di grande qualità.

Un monopattino sportivo XF 26 di GBoard con gomme fat

Cerchioni da 4″ e gomme fat fino a 4,9″ per il monopattino XF 26 di GBoard, adatto a ogni contesto outdoor.

Queste foot bike hanno un telaio modulare in acciaio-cromo (garantito 5 anni) e una flessibilità di allestimento in grado di soddisfare i gusti e le esigenze di molti potenziali utilizzatori.

Agli appassionati di mountain bike come i nostri lettori potrebbero apparire come degli “oggetti bizzarri”, ma sono in grado di essere fonte di divertimento occasionale (anche in compagnia di famiglia o del/della partner) e possono fornire un allenamento specifico a determinate fasce muscolari utilizzate anche pedalando in mtb.

La pedana in legno del monopattino XF 26 di GBoard

L’ampia e lunga pedana (in legno) del monopattino XF 26 della Serie X di GBoard.

La pedana lunga e larga consente di tenere una posizione naturale in fase di guida (gambe flesse, piedi disassati) per un migliore baricentro, il controllo notevole e la relativa vicinanza al suolo mettono il guidatore in sicurezza, soprattutto se oltre al casco indossa anche delle protezioni. Per non parlare dei freni a disco da 180 mm in dotazione.

Sono tre i modelli della Serie X già pronti per andare in consegna a giugno: il Greenboard X 3 Smart (agile e slanciato, con ruote da 27,5″ e forcella quadra), il Greenboard XF 26 (adatto a qualsiasi terreno, con ruote fat e 16,5 chili di peso), e il Greenboard X 27 Racing (ruote da 27,5″ e forcella anteriore adatta al downhill più estremo).

A luglio saranno in arrivo anche due modelli elettrici, dotati di un potente motore da 1.000 watt montato sulla ruota posteriore da 19″: l’eX 19 Racing e l’eX 19 Smart.

Nei mesi a seguire la Serie X si amplierà con ulteriori modelli: alcuni specifici per l’suo sulla neve, uno destinato ai bambini dai 4 ai 12 anni e uno per il mushing (farsi trainare da una muta di cani da slitta).

Il freno a disco posteriore della foot bike X 27 Racing di GBoard

Il freno a disco posteriore da 180 mm della foot bike X 27 Racing di GBoard, con speed lock.

In attesa di poter provare in maniera approfondita uno dei nuovi modelli della Serie X, per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare il sito ufficiale GBoard.

Test scarpe mtb Specialized 2FO Cliplite: grande comfort col doppio Boa

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foto delle scarpe mtb enduro specialized 2fo cliplite

Abbiamo testato le scarpe a sgancio rapido Specialized 2FO Cliplite, dotate di chiusura con doppio Boa e molte altre interessanti caratteristiche. Seguiteci nel test per tutti gli approfondimenti.

2FO Cliplite, caratteristiche

L’acronimo 2FO sta per “foot out, flat out“, che in inglese si può tradurre con “piede fuori, a manetta”. Con questa espressione si cita il mondo del motocross, sempre vicino a quello della mtb, in linea l’intelligente filosofia della casa americana di Morgan Hill nel trovare sempre nomi e sigle accattivanti per ogni suo prodotto.

Le Specialized 2FO Cliplite sono scarpe dotate di attacco a sgancio rapido pensate per il trail riding e l’enduro. Sono state concepite per offrire una buona protezione al piede, un’ottima interfaccia col pedale e, non ultimo, garantire comodità e comfort anche dopo una giornata intera in bici, sia pedalando che percorrendo tratti a piedi.

Di certo hanno un look particolare, tra il casual e il racing, e un accostamento di colori che non passa inosservato.

foto delle scarpe specialized 2fo cliplite

Una colorazione molto decisa ma che personalmente incontra i miei gusti. In alternativa al verde c’è la colorazione rosso/camouflage o tutta verde per la versione donna.

Ciò che salta subito all’occhio è il sistema di chiusura con due Boa, denominato 2S-Snap, in pratica due cricchetti a funzionamento circolare che permettono di regolare la tensione dei “lacci” nella parte alta e bassa del piede. Nella zona poco sopra le dita del piede è poi presente una fascia in velcro per chi volesse ancora più ritenzione in questo punto.

La rigidità della suola è di livello intermedio, l’interno della scarpa presenta un’anima in nylon rigido (chiamata Lollipop) solo per tre quarti della lunghezza, così la punta e il tallone restano liberi di flettersi. La 2FO Cliplite presenta ovviamente la tecnologia Body Geometry, che prevede un miglior allineamento di anca, ginocchio e piede per evitare dolori quando si pedala per molto tempo.

foto della suola della scarpa enduro Specialized 2fo cliplite

La durezza della gomma sulla suola è differenziata a seconda delle zone di uso.

La gomma usata per la suola è realizzata in due mescole, una più dura attorno all’area di aggancio per facilitarne l’operazione e l’altra è la stessa della versione per pedali piatti 2FO Flat, più morbida e chiamata SlipNot (anche qui un nomignolo studiato ad arte che i fan della musica metal riconosceranno sicuramente).

La punta è rinforzata e offre un’ottima protezione alle dita, la costruzione della scarpa è solida e ben fatta, le finiture sono molto curate. Nonostante ciò la 2FO Cliplite pesa 434 grammi in taglia 44 (senza tacchetta).

foto dell'allacciatura della chiusura Boa delle scarpe specialized 2fo cliplite

Infine, lo spazio per le tacchette è ampio (4 mm più lungo verso il tallone) e ben incassato, facendo sì che queste non sporgano quando si cammina. La tendenza moderna nel dh e nell’enduro è spostare la tacchetta più verso il centro del piede, per avere una posizione più comoda sul pedale, sollecitare meno il polpaccio e, come ci ha detto Nico Vouilloz, facilitare anche la fase di aggancio in ambito gara.

Il test delle Specialized 2FO Cliplite

Il primo giorno di utilizzo di una nuova calzatura da mtb è sempre un’incognita, dopo aver stabilito accuratamente la posizione delle tacchette si va solitamente a “sentire” come calza la scarpa e come si comporta nei vari momenti in bici.

Con le 2FO è stato molto semplice: le ho indossate e me ne sono dimenticato, tanto è stato il comfort fin dalle prime salite.

Calzano giuste, ho un 44 e la misura è perfetta per il mio piede, e hanno la pianta larga come piace a me.

Non necessitano di periodi di assestamento e non presentano bordi duri né punti di contatto fastidiosi, e pur avendo una suola piuttosto rigida fin da subito si può camminare agevolmente.

La caratteristica che vince su tutte è indubbiamente il doppio Boa: anche durante la pedalata, bastano 3 secondi per allentare o stringere uno solo o entrambi i cricchetti, a seconda di dove vogliamo più tensione. Inoltre serve ancora meno tempo per aggiungere quel “click” se stiamo per affrontare una discesa tecnica e vogliamo più stabilità al piede.

Con altre calzature dotate di un solo Boa può capitare di avvertire molta tensione sulla parte alta del piede ma poca nella zona centrale, un punto che spesso si solleva durante la pedalata quando “tiriamo” in alto il pedale. Con le 2FO questo non avviene perché si può decidere di stringere la scarpa in tre punti diversi del piede (i due Boa e lo strap in velcro) con una precisione millimetrica.

foto della scarpa enduro specialized 2fo cliplite

La costruzione è solida ma ottenuta con materiali leggeri e traspiranti.

Oltretutto il Boa utilizzato non è quello classico che alzando la rotellina fa allentare di colpo il cavetto, ma un modello che stringe avvitando in un senso e allenta girando nell’altro, quindi non c’è il pericolo che la scarpa si allenti all’improvviso se urtiamo incidentalmente il cricchetto.

Questo fatto potrà non piacere a chi desideri aprire completamente la scarpa quando la deve togliere ma personalmente non lo vedo come un problema, bastano tre giri e il piede è libero.

Il verso di chiusura è speculare, quindi l’azione da fare con le mani è simmetrica: mano destra che avvita in senso orario e mano sinistra che avvita in senso anti orario, e vice versa. Dopo un minimo di pratica il gesto viene naturale.

In pedalata

Quante volte vi sarà capitato di aver noie ai piedi per scarpe troppo strette o troppo lasche e non volervi/potervi fermare per non perdere tempo o far aspettare gli amici? Con il doppio Boa delle 2FO non succederà più.

E quando un prodotto parte con delle buone premesse è facile “farsi trasportare” e magari sopravvalutarlo, ma non è il caso delle Specialized 2FO Cliplite, in pedalata sono un perfetto compromesso tra rigidità e comodità.

Testate su diversi pedali da enduro tipo i Crank Brothers Mallet o gli HT T1, l’aggancio è sempre molto intuitivo e la distribuzione della spinta sul piede è ottima. Nessun problema della fase di sgancio, né strane interferenze con la suola e il pedale.

foto dell'allacciatura del Boa delle scarpe specialized 2fo cliplite

Il cavetto del sistema Boa si sfila dalla sede per aprire completamente la scarpa.

Dopo due mesi di utilizzo il comfort della calzata è solo aumentato, il sistema di chiusura 2S Snap funziona perfettamente anche dopo alcuni urti e un paio di uscite molto fangose. Le cuciture sono come nuove e basta una passata di spugna per far splendere il loro verde brillante.

Il cavo del sistema Boa si sfila molto semplicemente se dobbiamo aprire tutta la scarpa e farla asciugare e anche il cricchetto si smonta (operazione da effettuare di tanto in tanto per controllare lo stato di pulizia di quest’ultimo) con l’aiuto di un piccolo cacciavite. I pomelli del Boa hanno garanzia a vita.

Giù dalla bici

Ultimamente amo uscire da casa in bici, anche se per raggiungere il primo vero trail ci sono una ventina di minuti di asfalto. Partendo già in assetto da pedalata uso le scarpe più a lungo e le ho addosso sulle scale, sull’asfalto altre superfici diverse dalla terra dei boschi.

In questi ambiti le 2FO soddisfano ampiamente i requisiti di “scarpa da bici per camminare”, con la tacchetta ben inserita nella suola e punta e tallone che sono liberi di flettersi grazie all’anima in nylon rigido Lollipop.

Una volta nei boschi, in tutti quei casi dove ad esempio bisogna spingere in salita la bici per effettuare nuovamente un passaggio, o il classico tratto di portage, la suola Slipnot, pur sembrando piuttosto dura al tatto, garantisce una buona presa sia su rocce che su terra umida e cedevole.

Anche se ci sono altri marchi che a livello di grip sono superiori, il disegno dei tasselli, più marcati sul tallone e solo in parte sulla punta, fa evidentemente il suo lavoro.

Quello che mi è piaciuto è che anche camminando c’è la possibilità di regolare “al volo” la tensione.

foto del particolare del tallone delle scarpe specialized 2fo cliplite

La talloniera preformata è garanzia di stabilità: niente più tallone che si alza mentre camminiamo durante un portage.

Altro plus, il fatto che il tallone non si alzi dalla suola neanche sulle salite più ripide, grazie al sistema di ritenzione della talloniera stampata e all’ottima imbottitura: una garanzia di stabilità.

Il doppio rivestimento in gomma della parte anteriore dà una grande sicurezza in caso di impatti con pietre o radici.

La Cliplite non è impermeabile e non è nata per esserlo, anche se il rivestimento gommato dei lati aiuta in questo senso. Se pedalate sotto l’occasionale acquazzone però l’acqua penetra da sopra alle dita. Può aiutare in questo caso uno spray al silicone, da tenere sottomano se il weekend prevede pioggia…

In questo caso comunque la 2FO è studiata per assorbire meno acqua possibile in caso di terreno bagnato, e il suo forte è asciugarsi molto rapidamente, come ho potuto constatare durante la pedalata di rientro dopo un giro in un trail ricco di pozzanghere: dopo mezz’ora, al mio arrivo a casa, erano già asciutte.

A livello di traspirazione quindi garantisce un discreto ricambio di aria al piede grazie alla zona di tessuto perforato sopra alle dita e l’utilizzo di materiali più robusti ma più leggeri.

Conclusioni

La Specialized 2FO Cliplite è una scarpa al contempo robusta e leggera, infatti a 434 grammi è in testa alla classifica delle scarpe più leggere di questa tipologia.

Ottima per l’enduro e il trail riding, se cercate una calzatura ben rifinita, comodissima nella regolazione della calzata e che sia un buon compromesso tra pedalata e camminata la 2FO può fare per voi.

Il prezzo di 190 euro è di poco superiore a prodotti simili di altre aziende ma è giustificato dal sistema a doppio Boa e dalla qualità dei materiali e della costruzione.

La chicca

Chiusura con doppio Boa, comfort, robustezza

La pecca

Scarsa impermeabilità

 

Test scarpe mtb Specialized 2FO Cliplite: grande comfort col doppio Boa
estetica 85%
comfort90%
chiusura 95%
grip/suola80%
impermeabilità70%
qualità materiali90%
prezzo
  • 190 euro
85%Il nostro voto
Voti lettori: (1 Vota)
95%

Percorsi e itinerari per mtb in Italia: le guide di Versante Sud

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Le guide ai percorsi per mtb di Versante Sud

L’Italia è piena di colline e montagne da percorrere, esplorare e vivere in sella alla nostra amata mtb, e spesso quello che ci può dare lo stimolo giusto per passare all’azione è una buona guida. Non importa che le indicazioni ci arrivino da un libro di qualità o da una persona appassionata più esperta e informata, venire a conoscenza di un bel percorso e delle sue caratteristiche è un aspetto importante e prezioso per meglio calibrare la nostra esperienza.

I volumi realizzati da Versante Sud, casa editrice conosciuta in occasione del recente Promountain Bike Shop Test di Bolzano, ci sono di aiuto proprio in questa situazione: offrono al ciclista informazioni complete su strade e sentieri di numerose località italiane immerse nella natura, offrendogli tutto ciò di cui ha bisogno per lanciarsi in sicurezza nella sua avventura tutta salite e discese.

Nata inizialmente per proporre libri dedicati all’arrampicata e al bouldering, la realtà editoriale milanese ha poi allargato la propria offerta abbracciando anche lo sci/alpinismo e il trekking/escursionismo, fino ad arrivare alle mountain bike.

Una pagina da una guida per mountain bike pubblicata da Versante Sud

Ogni itinerario nelle guide è descritto da una cartina e da informazioni fruibili con semplicità.

Otto le pubblicazioni realizzate fino a oggi da Versante Sud, con un totale di oltre 460 itinerari sparsi per tutto il territorio italiano (e non solo): si parte dalla Valle d’Aosta e si prosegue per Lecco, Bergamo, l’Alto Garda (Monte Baldo, Monte Velo, Monte Tremalzo, Valle dei laghi, Val di Ledro, Vallagarina, Val di Gresta), Alessandria, Pavia, Piacenza, Genova, Finale Ligure, la Sardegna e le Dolomiti, passando per il Canton Ticino e i laghi Maggiore, di Varese, Lugano e Como.

Tutte queste guide sono a “chilometro zero”, scritte cioè da autori locali: appassionati di mtb che conoscono e percorrono personalmente i tracciati descritti, sono in possesso delle informazioni più aggiornate e contribuiscono allo sviluppo delle loro zone. Gente cioè attenta a promuovere molteplici realtà, che scrive col buonsenso di chi ama il proprio territorio e che su quei sentieri ci ha lasciato un pezzo della propria anima e del proprio cuore.

Versante Sud rende onore ai contributi dei sui autori/rider realizzando libri dai contenuti completi, ben organizzati, di facile fruizione e resi ancor più accattivanti dalla grafica curata, dalle mappe invitanti e dalle bellissime foto.

Una pagina da una guida per mountain bike pubblicata da Versante Sud

Descrizioni precise per non perdersi e tante belle foto sono tra i componenti delle guide mtb di Versante Sud.

Ogni itinerario viene presentato con una precisa descrizione tecnica (con tutte le indicazioni da seguire per percorrerlo), il profilo altimetrico e una cartina dettagliata.

Una comoda tabella ne riassume invece tutte le caratteristiche: stile (per tutti, cross country, all mountain, freeride, cicloalpinismo), tipologia del terreno, periodi di percorrenza utile, punto di partenza, quota massima raggiunta, dislivello positivo, distanza, tempo di percorrenza medio, difficoltà tecnica, ciclabilità in salita e in discesa, località attraversate, presenza di rifugi e fonti d’acqua.

Spazio e consigli anche per chi vorrà dedicarsi a questi percorsi utilizzando una mountain bike elettrica a pedalata assistita.

Non mancano, inoltre, i consigli su abbigliamento, equipaggiamento, educazione alla montagna e pernottamento/ristoro.

Di ogni percorso è poi possibile scaricare i tracciati GPS dal sito web dell’editore, usufruibili solo attraverso il “codice segreto” presente all’interno di ogni volume cartaceo: per alcuni di questi è anche disponibile un video consultabile online.

Le guide Versante Sud dedicate agli itinerari e ai percorsi per mtb in Italia

Alla fiera Prowinter 2016 di Bolzano le guide per mtb facevano bella mostra di sè allo stand Versante Sud.


Le guide MTB di Versante Sud

Questo il catalogo di Edizioni Versante Sud aggiornato ad aprile 2016 per tutto quello che riguarda l’escursionismo in bicicletta.

Mountain bike Finale Ligure, di Nicola Pisani
44 percorsi ad anello
Codice ISBN: 9788898609550 – Anno 2016 – 300 pagine – 30,00 euro

MTB Alto Garda, di Marco Giacomello
54 percorsi: Monti Baldo, Velo e Tremalzo, Valle dei Laghi, Val di Ledro, Vallagarina, Val di Gresta
Codice ISBN: 9788898609185 – Anno 2014 – 280 pagine – 30,00 euro

Mountain bike sui laghi, di Luca De Franco e Matteo Gattoni
69 itinerari tra il Canton Ticino e i laghi Maggiore, di Varese, Lugano e Como
Codice ISBN: 9788896634936 – Anno 2014 – 288 pagine – 28,50 euro

Mountain bike in Dolomiti, di Enrico Raccanelli e Luca De Antoni
52 itinerari ad anello
Codice ISBN: 9788896634806 – Anno 2013 – 304 pagine – 29,00 euro

Mountain bike in Sardegna, di Peter Herold, Amos Cardia, Davide Deidda
70 percorsi nel Sud e Centro
Codice ISBN: 9788896634394 – Anno 2011 – 368 pagine – 29,50 euro

Mountain bike in Valle d’Aosta, di Fabrizio Charruaz, Gianfranco Sappa, Sergio Borbey, Daniele Herin
61 itinerari ai piedi dei 4000
Codice ISBN: 9788896634257 – Anno 2011 – 304 pagine – 27,80 euro

Mountain bike dall’Appennino al mare, di Cristiano Guarco
36 itinerari e 2 traversate nelle province di Alessandria Pavia Piacenza e Genova
Codice ISBN: 9788896634554 – Anno 2014 – 272 pagine – 29,50 euro

Mountain bike tra Lecco e Bergamo, di Maurizio Panseri, Marzia Fioroni, Claudio Locatelli, E. Fioroni
87 itinerari tra il lago di Como e le Orobie
Codice ISBN: 9788896634318 – Anno 2010 – 312 pagine – 28,30 euro

Una pagina da una guida per mountain bike pubblicata da Versante Sud

All’interno delle guide di Versante Sud si trovano anche informazioni utili per pernottamento, ristoro e servizi.

Tutte le guide Versante Sud, in brossura con copertina con alette, sono disponibili nelle migliori librerie e nei principali negozi online, anche in edizioni in lingua inglese e tedesca (un’idea regalo niente male per i vostri amici stranieri appassionati di escursioni e cicloturismo in mountain bike).

Maggiori informazioni, video e alcune anteprime in PDF sfogliabili online sono reperibili sul sito ufficiale della casa editrice, visitabile a questo indirizzo: www.versantesud.it

Cambio elettronico mtb Shimano Di2: ora anche in versione Deore XT

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foto del gruppo per mtb shimano deore xt di2

Shimano rende disponibile anche sulla gamma per mtb denominata Deore XT la tecnologia Di2. Compatibile con i componenti XTR, il Deore XT Di2 è un sistema di cambiata elettronico dotato di nuove funzionalità di personalizzazione wireless.

Il gruppo Deore XT Di2 M8050 nasce per l’atleta, l’appassionato, il mountain biker che vuole il massimo in termini di efficienza di cambiata e desidera un prodotto non al top di gamma come l’XTR ma qualcosa di più economico e comunque molto vicino come pesi e prestazioni.

A due anni dal lancio del primo cambio elettronico per mountain bike Shimano porta anche sulla gamma XT la tecnologia Synchro Shift, caratteristica che più avevamo apprezzato nel primo contatto con il Di2: automaticamente, il deragliatore anteriore segue i movimenti della catena sulla cassetta, permettendo così di utilizzare un solo manettino su un sistema 2×11 con doppia corona.

Il tutto è programmabile a seconda delle esigenze del rider.

Connessione Bluetooth

L’innovazione più importante di quest’anno è la nuova connessione Bluetooth con il programma E-Tube di Shimano, la piattaforma software che governa e controlla l’azione del cambio Di2.

Grazie alla tecnologia Bluetooth, sia i rider che i meccanici potranno far dialogare i propri computer, tablet e smartphone con il display sul manubrio in modalità wireless, dando accesso ad un’ampia gamma di configurazioni.

Quindi una gestione comoda e pratica del sistema attraverso un’applicazione di facile utilizzo, caratteristica che mancava nella versione precedente, gestibile via Bluetooth e Ant+.

Inoltre, il sistema di gestione wireless Shimano D-FLY darà modo ai rider di controllare le informazioni relative al consumo della batteria (tra l’altro di nuova concezione) e alla marcia innestata direttamente sul proprio ciclocomputer, che sia Garmin, VDO, Polar, ecc.

foto del gruppo trasmissione per mtb shimano deore xt di2

Upgrade

Naturalmente tutte le novità riguardanti il sistema wireless saranno disponibili come aggiornamento per chi già possieda uno Shimano XTR Di2, con display SC-M9051 o SC-M800, sia che montino una nuova batteria interna o esterna.

Per l’upgrade occorre acquistare anche la nuova batteria Bt-Dn110 e il nuovo supporto da manubrio per la batteria Bm-Dn100, compatibili con il sensore wireless.

Sono infine stati risolti i problemi relativi all’attacco manubrio Pro dedicato al sistema Shimano Di2; lo stem è stato migliorato per evitare che la serie sterzo prendesse dei giochi nella guida sui sentieri più dissestati, come avevamo riscontrato sulla versione usata nel test dello Shimano XTR Di2.

Il gruppo Deore XT Di2 sarà disponibile da settembre/ottobre e sarà compatibile in versione 2×11 e 3×11 con le cassette Shimano 11-42 e 11-40.

La nuova cassetta 11-46 a 11 velocità sarà compatibile solo con l’allestimento 1×11.

Per quanto riguarda prezzi e pesi ufficiali, vi daremo aggiornamenti non appena Shimano ce li comunicherà.

Per maggiori informazioni: Shimano.com

Nuovo gruppo mtb Sram XX1 Eagle a 12 velocità: pesi e prezzi

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foto del nuovo gruppo mtb Sram XX1 eagle a dodici velocità

A quattro anni dal lancio dell’XX1 a 11 velocità, l’americana Sram arriva sul mercato con una nuova cassetta a dodici velocità e scalatura 10-50 (già da mesi molto discussa e attesa grazie alle immagini che erano trapelate sul web), e due nuovi gruppi completi che la corredano, lo Sram Eagle XX1 e l’Eagle X01 per gli usi più gravosi.

Compatibilità e particolarità

La prima domanda che nasce spontanea è: ma dodici pignoni ci staranno nel mio telaio? Sì, i gruppi Eagle sono compatibili con qualsiasi telaio e qualsiasi ruota, purché presenti il corpetto ruota libera XD (X-Drive), che sia a spaziatura maggiorata Boost o meno.

Naturalmente serve la catena Eagle da 12 velocità, più stretta, e la corona dedicata, entrambe sviluppate per lavorare con lo spazio ristretto dei 12 pignoni.

Le novità che Sram porta nel mondo mtb con il lancio dell’Eagle sono molte, vediamole:

- un range di rapporti del 500% che è pari a quello di una trasmissione 2×11;

- una rivisitazione completa di tutti i componenti con aggiornamenti e upgrade;

- il nuovo profilo dei denti della corona chiamato X-Sync 2 che garantisce una migliore tenuta della catena, una maggiore silenziosità e anche un prolungamento della durata della catena stessa;

- la corona più grande da 50T è in alluminio, mentre tutte le altre sono in acciaio, ricavate dal pieno al CNC, e la scalatura è 10, 12, 14, 16, 18, 21, 24, 28, 32, 36, 42, 50T;

- con la presenza del 50T risulta che il pignone da 42 denti, uno tra i più usati in salita, avrà un’usura minore rispetto a uno stasso pignone in lega leggera ora in commercio, grazie a una linea catena migliore;

- nuova boccola sulla vite di fissaggio del cambio: non ci sarà più il problema del cambio che si svita, noia che affligge la quasi totalità dei cambi XX1 e X01 attuali;

- nuove pulegge del cambio: la superiore a 12 denti più smussati in modo da raccogliere meno fango e l’inferiore da 14 denti con profilo X-Sync, più grande per guidare meglio la catena e durare di più;

- due gruppi distinti a seconda della destinazione d’uso: l’XX1 Eagle è specifico per l’xc e il trail riding, mentre l’X01 Eagle è per il trail riding più aggressivo e l’enduro;

- come già successo per l’11 velocità, vedremo la tecnologia Eagle estesa anche agli altri gruppi di casa Sram, quindi le dodici velocità saranno alla portata delle tasche di molti più rider.

foto della La puleggia inferiore X-Sync da 14 denti

La puleggia inferiore X-Sync da 14 denti, maggiorata per guidare meglio la catena nella cambiata fino al 50T.

Range del 500% e sviluppo metrico

Cosa significa “range“? È l’ampiezza dei rapporti disponibili ed è il rapporto tra lo sviluppo metrico più corto ovvero il 32-50 e lo sviluppo metrico più lungo, il 32-10.

Abbiamo già parlato di sviluppo metrico in diversi nostri articoli, la formula per calcolarlo è:

SM = NDC/NDP x CR

SM = sviluppo metrico

NDC = numero di denti della corona

NDP = numero di denti del pignone

CR = circonferenza della ruota

Quindi risulta che sull’XX1 e sull’X01 Eagle il rapporto più corto 32×50 ha uno sviluppo metrico di 1,411 m, mentre il rapporto più lungo 32×10 ha uno sviluppo metrico di 7,056 m.

Moltiplicando 1,411 x 5 otteniamo 7,055: da qui si deduce il valore di 500% del nuovo 12 velocità. Infatti questo numero indica che lo sviluppo metrico del rapporto più lungo è di 5 volte maggiore di quello del rapporto più piccolo.

Per fare un paragone, una trasmissione 1×11 con corona 30T e pacco pignoni 10-42 ha un range del 422%, mentre un 1×11 con corona 32T e la nuova cassetta Shimano 11-46 ha un range del 419%.

Pesi e prezzi

Per tutte le specifiche di ogni singolo componente vi rimandiamo al dettagliatissimo sito della casa madre, mentre in questa sede vi forniamo pesi e prezzi.

La disponibilità degli Sram Eagle nei negozi partirà da giugno 2016.

foto del Il cambio XX1 Eagle e la sua cassetta Sram Xg-1299

Il cambio XX1 Eagle e la sua cassetta Sram Xg-1299: notevole la scelta del colore dorato del trattamento superficiale al nitruro di titanio (lo stesso delle punte dei trapani, per aumentarne la durata) applicato sui pignoni in acciaio.

Sram XX1 Eagle

Il gruppo completo XX1 Eagle pesa 1456 grammi, con i seguenti componenti:

  • XX1 Eagle crankset, pedivelle con corona X-Sync 2 32T: 465 gr, 463 euro.
  • XX1 Eagle Rear Derailleur, cambio posteriore: 264 gr, 304 euro.
  • XX1 Eagle Trigger Shifter, manettino cambio: 122 gr, 170 euro.
  • XG-1299 Eagle Cassette, pacco pignoni 10-50: 355 gr, 458 euro.
  • Eagle Chain, catena 12 velocità: 250 gr, 66/92 euro (126 maglie).

Prezzo gruppo completo: 1524 euro con movimento centrale BB GXP Team.

foto del gruppo sram x01 eagle

Colorazione “all black” davvero stilosa per l’X01 Eagle. Le corone presentano comunque lo stesso trattamento superficiale ad alta resistenza dell’XX1 Eagle.

Sram X01 Eagle

L’X01 differisce leggermente nei materiali e nella costruzione ma il feeling di guida resta identico, infatti non nasce come modello inferiore ma di pari gamma, per un utilizzo enduro e all mountain.

Il peso del X01 Eagle completo è di 1502 grammi senza movimento centrale.

  • X01 Eagle crankset, pedivelle con corona X-Sync 2 32T: 495 gr, 426 euro.
  • X01 Eagle Rear Derailleur, cambio posteriore: 276 gr, 304 euro.
  • X01 Eagle Trigger Shifter, manettino cambio: 126 gr, 145 euro.
  • XG-1299 Eagle Cassette, pacco pignoni 10-50: 355 gr, 392 euro.
  • Eagle Chain, catena 12 velocità: 250 gr, 66/92 euro (126 maglie).

Prezzo gruppo completo: 1306 euro.

Le corone disponibili in aftermarket per entrambi i gruppi sono da 30, 32, 34, 36 e 38 denti, al prezzo di 103 euro l’una, inoltre è disponibile il comando Trigger Shifter al posto del classico manettino del cambio.

A breve avremo modo di provare lo Sram XX1 e stilare una serie di sensazioni e considerazioni, così come fornire una comparativa, almeno sulla carta per ora, con il prodotto concorrente appena lanciato dalla rivale nipponica Shimano, la cassetta Shimano 11-46.

Per maggiori informazioni e tutti i dettagli: www.sram.com

 

Maggiora Bike Park, scopriamo qualcosa in più

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foto panoramica del maggiora bike park

L’intervista video a Paolo Schneider, Stefano Avandero, “le menti” dietro al Maggiora Park, e a Filippo Proserpio, il trail builder che lavora sui percorsi per mountain bike e le linee da dirt jump. Scoprite tutto quello che c’è da sapere sul nuovo trail center piemontese, situato a poco più di un’ora di strada da Milano e da Torino.

Un po’ di storia

La storia della gloriosa pista di motocross di Maggiora, un piccolo paese nella provincia di Novara in Piemonte, inizia nel 1958. Un gruppo di appassionati dà vita al circuito il “Mottaccio del Balmone”, che negli anni 70 e 80 raggiunge la consacrazione a livello mondiale grazie al Motocross delle Nazioni nel 1970 e successivamente nel 1986, quest’ultimo definito dagli operatori di settore e dai fans come uno dei più grandi eventi della storia del cross.

foto di filippo proserpio in un salto al maggiora park

Filippo Proserpio in Tuck No Hander sulla “pro line”, la sequenza di salti nella zona riservata all’apprendimento del freestyle, il dirt jump e lo slope style.

Maggiora Park: arriva la mountain bike

Dopo gli anni di gloria con gli appuntamenti mondiali delle due ruote a motore segue un periodo di chiusura e abbandono della pista, tanto da far temere per il suo futuro.

Grazie a Paolo Schneider e Stefano Avandero, i due soci che hanno rilanciato il progetto con la loro società Schava, nel 2011 Maggiora rinasce e dopo due anni apre nuovamente come “action park”, un luogo polivalente, una grande area verde di 110.000 mq a ridosso del lago Maggiore in grado di offrire diversi servizi a seconda degli eventi ospitati.

Oggi la pista da motocross è in piena attività con il nuovo nome di Maggiora Park e si appresta ad ospitare per la terza volta il Motocross delle Nazioni il 24 e 25 settembre 2016, l’evento clou per cui si aspettano decine di migliaia di appassionati e tifosi.

Inoltre, già dall’estate scorsa ha accolto con entusiasmo anche la mountain bike e, grazie alla consulenza di Enrico Guala di 4Guimp, Maggiora vede la realizzazione di un bike park per avvicinarsi e praticare il dirt jump e lo slope style, più due pump track di cui una in terra e una al coperto, in legno, e delle linee salti con drop e step-up.

foto di una porzione del maggiora bike

La zona dove si stanno ultimando le “Flow Line”, le linee adatte anche a mtb da enduro e downhill.

Recentemente sono state sviluppate diverse “flow line”, ovvero dei trail dalla breve durata (la risalita è a spinta o a pedali sul fianco della collina del park) ricchi però di sponde e salti di livelli differenti, affrontabili anche con bici da enduro o downhill, che saranno a breve terminate.

Sono già attivi un nuovo drop e due step-up con atterraggio su mulchuno strato di cippato di legno che attutisce in caso di caduta e permette di provare i salti e i nuovi trick in tutta sicurezza.

foto delle ruote posteriori delle ebike scott

foto credit © Carlo Marchisio

Mountain bike elettriche Scott

La grande novità di quest’anno è la collaborazione con il famoso brand Scott e l’arrivo delle mountain bike elettriche al Maggiora Park.

Perché le ebike? Paolo e Stefano credono molto nelle novità e negli sport a basso impatto ambientale, ne è la prova la flotta di moto da cross elettriche KTM che già da un anno vengono utilizzate e affittate al park.

A questa si vanno ad aggiungere i migliori modelli di ebike Scott, tra cui la divertentissima E-genius 710 plus che abbiamo provato al press meeting e la E-spark 710.

Le mtb Scott disponibili:

  • E-Genius 710 - mtb elettriche
  • E-Spark 710 - mtb elettriche
  • Spark 720 - mtb full
  • Spark 710 - mtb full
  • Voltage YZ 0.2 - mtb da dirt, front
  • Voltage YZ 0.1 - mtb da dirt, front
  • Scale Junior 24″ - mtb da ragazzo
  • Scale Junior 20″ - mtb da bambino

Saranno disponibili in tutte le taglie, pronte per essere testate e messe alla prova.

foto di claudio riotti su una emtb scott

La divertentissima Scott E-Genius 710 Plus provata alla presentazione per la stampa nel Maggiora Park. Foto © Carlo Marchisio

Mancavano solo le mountain bike a pedalata assistita per essere completi e fornire così ad ogni appassionato e anche al pubblico normale la possibilità di noleggiare una ebike, provarla in tutta sicurezza su un tracciato all’interno del park e poi uscire per delle escursioni verso il vicino Parco del Fenera.

Sono infatti in via di ultimazione dei sentieri appositamente concepiti e segnalati, di diverse difficoltà, per tutti coloro che desiderino immergersi nella natura sperimentando la pedalata assistita o pedalando con la propria bici dopo una mattinata nel park.

Vi saranno anche degli istruttori federali come Chiara Pastore, ex atleta di rilievo nell’xc nazionale e campionessa italiana enduro nel 2013, che effettueranno corsi ed escursioni guidate.

foto di un salto siul materassone gonfiabile a maggiora park

Sul Big Airbag con una bici, un casco e… adrenalina a mille! Le protezioni a ginocchia e gomiti sono indispensabili, una strisciata sul tessuto dell’airbag lascia il segno…

Big Airbag

Non avete mai provato l’emozione del Big Airbag? Bene, è arrivato il momento di farlo. Una breve discesa per la rincorsa, una rampa in legno con un raggio studiato per saltare in sicurezza e un atterraggio su un enorme cuscino gonfiabile di 15 metri di lunghezza e 11 di larghezza.

Questo è il primo passo, dopo la pumptrack e i piccoli salti nel park chiamati “panettoni”, per imparare a gestire la mtb in fase aerea e spostarsi poi sui salti con atterraggi su mulch.

foto delle strutture per i salti al maggiora park

La zona dirt jump, con la quattro linee per progredire: a sinistra con i salti pieni, i “panettoni” e a destra con la rampa in legno.

Progressione

Assieme al trail builder che collabora con la società 4Guimp Filippo “Pippo” Proserpio, abbiamo passato un pomeriggio a provare le strutture e toccare con mano (e ruote) la realtà del Maggiora Park.

foto di claudio riotti e filippo proserpio sulla pump track di Maggiora Park

La pump track al coperto è in legno, semplice, veloce e divertente. Sfruttabile in inverno e in caso di brutto tempo, e non è poco!

La progressione che ogni ragazzino o adulto può trovare qui è davvero notevole, si va dalle basi della mtb sulla pump track ai primi salti, alla sicurezza del Big Airbag e degli atterraggi su mulch fino alle linee Pro in grado di ospitare anche eventi di caratura internazionale.

la pump track in terra del maggiora park

La pump track in terra (quella con la terra più chiara) con i due piccoli panettoni per iniziare a staccare le ruote da terra.

Noi di mountainbike.bicilive.it siamo rimasti molto colpiti dalla qualità, dalla quantità e dall’impegno che lo staff del Maggiora Park sta investendo sulle strutture, sui servizi e sul trasformare la gloriosa pista del Mottaccio del Balmone in un trail center senza precedenti in Italia.

foto della La "Box Town" dove sono presenti il negozio, la pump track al coperto, l'officina, le aree meeting e gli spogliatoi.

Il “Box Town”, in cui sono presenti il negozio, la pump track al coperto, l’officina, le aree meeting e gli spogliatoi.

Strutture

Oltre alla pista e al bike park naturalmente sono presenti diverse strutture pensate per accogliere i biker e i non biker, come il ristorante Balmone che domina la pista dall’alto dotato di piscina, solarium e dehors e il Box Town che ospita un’officina specializzata per ebike, mtb e le moto elettriche KTM, un negozio fornito di abbigliamento, accessori e protezioni per cross e mtb e un’area spogliatoi con docce e spazio per lasciare i nostri effetti personali durante le escursioni in bici.

foto della La piscina del ristorante Balmone, sopra a cui è presente un ampio terrazzo panoramico.

La piscina del ristorante Balmone, sopra a cui è presente un ampio terrazzo panoramico.

Info e prezzi

Il Maggiora Bike Park è aperto dal mercoledì alla domenica dalle 9:00 alle 18:00. Qui di seguito i prezzi:

10 euro – ingresso intero valido tutto il giorno
5 euro – ingresso ridotto, dopo le 16:00
5 euro - supplemento per utilizzo Big Air Bag
5 euro – bambini sotto i 14 anni* (tutto il giorno)
*I minori di 14 anni devono essere accompagnati.

Per accedere ai servizi del Park è obbligatorio sottoscrivere una tessera annuale al costo di 10 euro che dà diritto al 10% di sconto su:

- acquisti effettuati presso il Maggiora Park Store

- riparazioni presso la nostra officina specializzata

- cena presso il ristorante Balmone.

Per maggiori informazioni: maggiorapark.com

Enduro: 5 consigli su come guidare la mtb da pro

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foto di Nico vouilloz in un salto con la sua mtb

Dopo il tutorial sulle impostazioni della bici da enduro, ecco cinque consigli su come migliorare la nostra guida, renderla più sicura e più veloce.

Chi segue le rubriche “wiki bike” su mountainbike.bicilive.it lo conoscerà bene, Nico Vouilloz è uno dei personaggi famosi che più apprezziamo nel mondo della mtb race, sia per il suo approccio schietto e sincero e sia per la sua grande professionalità e disponibilità.

Il fatto di essere stato 10 volte campione del mondo di downhill negli anni passati ed essere ancora estremamente competitivo all’età di 40 anni (attualmente è quarto nel ranking mondiale dell’Enduro World Series) fa di lui un idolo, un’icona per molti appassionati. Nonostante ciò, Nico è davvero una persona alla mano, sempre disponibile per una dritta o un consiglio.

Come rendere la guida della nostra mtb meno stancante, più fluida, veloce e sicura?

1- Leve dei freni: impostazione

Mantenete un’impostazione dei freni che rispecchi le dimensioni delle vostre mane delle vostre dita, badando a posizionare la leva in modo da frenare con un dito (l’indice), così da avere le altre quattro dita che fanno presa sul manubrio.

La mano dev’essere ben centrata sulla manopola. Non guidate mai con il palmo che sporge, soprattutto se avete manopole con i doppi collarini di alluminio: sono tutti microtraumi sul polso che alla lunga possono causare un’infiammazione alla mano.

Regolate la distanza della leva dal manubrio affinché questa, nel punto di massima frenata, arrivi abbastanza vicina alla manopola ma naturalmente senza toccarla. Ciò vi permetterà di avere un’ergonomia più vantaggiosa, di non stressare il dito e l’avambraccio e poter girare più a lungo anche in trail lunghi e ripidi dove i freni sono molto sollecitati.

Correlata a questa impostazione, regolate l’angolazione delle leve in modo da creare una linea continua con il vostro braccio quando state frenando: il polso, nel momento della frenata e quindi con il corpo basso e leggermente arretrato, dovrà avere una posizione comoda e naturale o, come preferisce Nico (e anche il sottoscritto), leggermente rialzata. Perché?

Per avere un buon appoggio dei palmi sul manubrio e dare più pressione alla ruota anteriore, quindi grip, sui ripidi e nelle staccate.

nico vouilloz in una curva in contropendenza

Ecco una curva dove è fondamentale entrare piano, studiare rapidamente il fondo e cercare di pompare la bici per farla aderire il più possibile al terreno. Notate lo sguardo verso l’uscita di curva.

2 – Curve: frenare prima per uscire forte

In mountain bike, la maggior parte della gente che conosco e che partecipa anche ai corsi con la scuola di mtb Gravity School ha un difetto comune: entrano in curva veloci e “inchiodano” in mezzo alla curva stessa, per poi pedalare in uscita. Errore!

Il consiglio qui è: frenare e rallentare prima dell’entrata in curva e poi lasciare i freni per guadagnare “exit speed”: se sfruttate la forza delle gambe per pompare la bici sotto di voi, cioè comprimendo entrambe le sospensioni stando in una posizione ben centrale, uscirete più veloci e non dovrete pedalare!

Per fare ciò le gambe e il corpo dovranno essere rilassati, quindi a maggior ragione moderate la velocità dell’entrata in curva e ne gioverete davvero tanto.

3 – Guidate all’80% delle vostre capacità

Consiglio strettamente correlato a quello precedente: se andrete più piano avrete più lucidità per rimediare eventuali errori di guida o traiettoria, vi stancherete meno e vi divertirete di più; quest’ultimo è un punto chiave, a nostro avviso, dell’andare in mountain bike.

Alla fine dei conti se si sommano gli errori da rimediare in una guida al limite, è più vantaggioso mantenere una velocità media costante anche con una finalità racing, soprattutto nelle lunghe Ps delle gare di enduro.

Fate una prova, magari con Strava o con un paio di amici e un cronometro. Percorrete una Ps al limite (con gli inevitabili “jolly”, gli errori e i rischi) e la stessa Ps all’80% ma molto pulita, poi traete le vostre conclusioni.

4 – Respirate

Sembra un consiglio banale ma sia che voi facciate gare o che siate semplicemente degli appassionati, il respirare in maniera profonda e corretta, quindi usando anche la parte bassa dell’addome, vi permetterà di mantenere la lucidità necessaria per tutta la durata della discesa.

Spesso sui tratti tecnici o sui salti vediamo molti rider trattenere il fiato e commettere errori, mentre dopo un paio di respiri profondi tutto cambia, la vista si schiarisce e la guida diventa precisa. Provate per credere.

5 – L’imperativo finale: guardate avanti

Cercate di leggere sempre il terreno che vi si presenta davanti, decidere le zone dove frenare e quelle dove mollare i freni, se c’è una salita e bisogna cambiare rapporto oppure un tratto tecnico dove si deve stare attivi e concentrati. In curva guardate sempre l’uscita mantenendo la testa in asse col terreno e non piegandola “a telefono”.

Guardate sempre dai 4 agli 8 metri davanti a voi, lanciando delle brevi occhiate ancora più in là se siete su un trail che non conoscete. Questo farà miracoli alla vostra guida e vi preparerà ad affrontare qualsiasi situazione, come se già conosceste il sentiero. Avrete modo di essere attivi, consapevoli e scegliere le linee migliori, come consigliamo nel nostro video tutorial sulla guida mtb in discesa.

Per conoscere i setting della bici di Nico Vouilloz leggete il nostro articolo sulla sua bici e il primo tutorial su come settare la mtb da enduro.

Infine, per capire direttamente i consigli che vi abbiamo fornito, gustatevi questo bel video dove Luca segue Nico in una delle sue famose “Cacce al leprotto” sui trail di San Remo Bike Resort (dove il sottoscritto, dietro a Luca, non crede ai propri occhi). Buona visione!

Grazie a Gravity School, Luca Masserini e l’immenso Nico Vouilloz.

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