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Test freni a disco mtb Formula CR3: potenza e leggerezza

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foto del freno a disco per mtb Formula Cr3

Fondata nel 1987 in Toscana con l’obbiettivo di produrre ruote e freni per motociclette, Formula è stata la prima azienda a realizzare e commercializzare impianti idraulici per mtb, entrando tra le prime aziende in un mercato globale che oggi vede svariati concorrenti.

Dalla messa in produzione nel 1993 del primo freno idraulico da strada il percorso è stato lungo, e la dimostrazione delle giuste scelte è data dal fatto che il brand italiano si sia spinto attraverso la propria esperienza e creatività verso nuovi target come ruote e forcelle, realizzando accessori di elevata qualità e performance con uno stile e design all’italiana.

Come è fatto il freno a disco Formula CR3

Il CR3 è considerato e collocato da Formula con una destinazione d’uso tra all-mountain ed enduro.

La forcella con il disco e l'impianto frenante Formula CR3

La pompa utilizza la stessa tecnologia del C1, detta “Master Cylinder Cartridge Technology” (MCCT), che incrementa il rapporto idraulico ma con la differenza di essere collocata all’interno di un corpo pompa radiale.

In questo modo si ha l’indubbio vantaggio di non creare alcun tipo di flessione del corpo e tutta la forza espressa viene concentrata nella potenza frenante. D’altra parte il pivot della pompa radiale è necessariamente più lontano dal manubrio, quindi è più difficile dal punto di vista ergonomico, ma i tecnici della casa italiana sono riusciti ad avvicinare molto la leva al manubrio riuscendo ad adattarla anche alle mani più piccole.

La cartuccia anodizzata rossa è removibile con gli strumenti standard, consentendo in questo modo una semplice sostituzione.

La pinza del CR3 è essenzialmente un mix delle tecnologie contenute nelle pinze dell’R0 e del T1. I pistoni sono ovali, più piccoli di quelli dell’R0, hanno la stessa superficie del T1. Ciò conferisce al freno una potenza frenante elevata pur mantenendo un peso contenuto.

È possibile regolare la distanza della leva dal manubrio agendo, tramite brugola, su una vite posta all’estremità della cartuccia.
Non di serie su questo impianto, ma disponibile su richiesta, è possibile installare l’FCS (Feeling Control System), attraverso cui si regola la corsa a vuoto della leva senza modificare la distanza della leva stessa dal manubrio, per adattarsi alle preferenze di ogni rider garantendo una perfetta ergonomia.

L'impianto frenante Formula CR3 montato sulla ruota posteriore

Le tubazioni con il nuovo sistema Speed Lock, ultimamente rivisitato per contenere i pesi, facilitano il passaggio dei tubi nelle parti più scomode del telaio o nei passaggi interni durante il montaggio e la manutenzione, riducendo sensibilmente la perdita d’olio o entrata d’aria nell’impianto.

I dischi in due pezzi Formula sono composti da un interno in alluminio e da una fascia esterna frenante in acciaio.
La parte interna serve per dissipare maggiormente il calore tenendolo lontano da disco e pinza, migliorando le performance e permettendo alle pastiglie di mantenere una temperatura più bassa.
Della parte in alluminio è possibile scegliere anche il colore, donando alla vostra mountain bike un’estetica accattivante.

Le pastiglie sinterizzate di serie offrono sicuramente la più elevata performance a livello di frenata e possono essere utilizzate in tutte le situazioni estreme (normalmente consigliate per il downhill). Possono consumarsi in maniera meno regolare rispetto alle altre a seconda dell’uso che ne venga fatto e risultano essere un po’ più rumorose rispetto alle altre, data la loro mescola semi-metallica.

Test sul campo dei freni mtb CR3

Un biker affronta un impegnativo trail in sella ad una bicicletta equipaggiata con freni idraulici Formula CR3

Già dal momento dell’acquisto, se il freno proviene dalla casa madre, si può decidere la lunghezza del cavo in modo da non doverlo tagliare e spurgare una seconda volta. Opzione molto “rider-friendly”.
Il pompante è reversibile, quindi facile da invertire se si proviene dal mondo della moto e si usa il freno dietro a sinistra.

In fase di montaggio, installato il CR3, la distanza e l’allineamento pastiglie-disco è eccellente evitando così fastidiosi sfregamenti in corsa dopo la frenata.

Ottimo il grip della leva con il suo trattamento ruvido nero opaco; per azionare il freno e avere una frenata potente è sufficiente un solo dito, (naturalmente, come descritto nel nostro tutorial sulla guida in mtb), e basta imprimere una leggera forza.
Migliorata rispetto ai modelli precedenti è la distanza leva-manubrio che ora si può regolare ulteriormente fino a far toccare la leva sulla manopola, rendendo accessibile il freno anche a rider con le mani più piccole e non facendo così stancare le dita nelle discese più lunghe. Per intervenire su questa distanza è necessaria una brugola oppure, acquistabile separatamente, il sistema PLA.

La leva del freno idraulico Formula CR3 e un rider di enduro mentre frena con un dito

Ottimo il feeling fin dai primi metri, i CR3 si sono fatti apprezzare sia per la potenza sia per la modulabilità. Pur essendo orientati a un utilizzo all-mountain/enduro, anche nelle discese più lunghe e gravose non si sono mai avvertiti cambiamenti nel punto di frenata, rimanendo ottimi in risposta e gestione.

L’Impianto Formula CR3 è equipaggiato con pastiglie sinterizzate metalliche destinate all’ambito racing, che necessitano di qualche frenata per entrare in temperatura ed eliminare così i classici rumori da sfregamento, per poi offrire il massimo della performance.

Eccellente la durata nel tempo dei “pads” ma al momento della sostituzione sarebbe meglio spurgare il freno per evitare problemi di cali di prestazioni, specialmente nei periodi estivi quando si caricano le bici in posizione verticale sui carrelli degli shuttle o sulle seggiovie nei bike park.

Conclusioni

In dieci mesi di test possiamo tranquillamente affermare che Formula, con i CR3 (dal peso di 301.5 grammi l’uno più disco da 180 mm con interno in alluminio), ha realizzato un prodotto con un’elevata potenza frenante, leggero e con un’ottima affidabilità nel tempo. Consigliati per l’endurista che cerca un freno made in Italy di qualità ad un peso ridotto.

Qui trovate il test della forcella Thirtyfive 29″, altro prodotto della casa toscana che ci ha convinto per la qualità e scorrevolezza.

Date un’occhiata anche al sito completamente rinnovato per trovare ulteriori informazioni su tutta la gamma di freni e forcelle Formula, sia mtb che moto, e sui nuovissimi freni da enduro e dh Cura, i primi freni Formula a utilizzare olio minerale.

La chicca

Frenata potente e precisa in qualsiasi condizione

La pecca

Pastiglie sinterizzate un po’ rumorose frenando a freddo

 

Test freni a disco mtb Formula CR3: potenza e leggerezza
potenza frenata8.5
costruzione8.5
modulabilità frenata8
affidabilità9
manutenzione9
peso9
prezzo
  • 125 euro cad. (disco 180 mm: 51 euro)
8.7Il nostro voto
Voti lettori: (2 Voti)
7.3

Nuova Cannondale Scalpel Si 2017, prestazioni da Coppa del Mondo xc

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foto della cannondale scalpel si

Siamo stati invitati da Cannondale sulle sponde del lago di Garda a Bardolino (VR) ad una delle presentazioni più attese del periodo, il lancio della nuova Cannondale Scalpel Si.

La Scalpel Si di nuova generazione è una mtb full da cross country/marathon con 100 mm di escursione anteriore e posteriore.

foto della cannondale sclalpel si team sospesa sull'acqua

La Scalpel Si Team con lo Sram Eagle 1×12, “sospesa” sulle acque della piscina dell’Aqualux Hotel dove si è svolta la presentazione alla stampa mondiale.

“Si” significa System Integration, ovvero telaio, forcella e componenti chiave sono progettati per funzionare assieme e raggiungere la massima performance possibile. I tecnici Cannondale, con i feedback dei migliori atleti xc al mondo (tra cui il nostro Marco Aurelio Fontana e Manuel Fumic), hanno lavorato sodo per ottenere una race bike che potesse aggredire i tracciati cross country di nuova concezione, più tecnici e ripidi, fornendo comunque grandi prestazioni in salita. Ce l’hanno fatta? Secondo il nostro parere, sì.

Molte sono le novità introdotte sulla nuova Scalpel Si, andiamo brevemente ad elencarle:

Geometrie: sterzo aperto, front center lungo

La Scalpel Si presenta un angolo di sterzo da 69,5°, quindi molto aperto per una xc (sul modello precedente era di 71,2°) e un front center, ovvero la distanza tra movimento centrale e mozzo anteriore, più lungo: Cannondale dimostra che anche su una bici da xc si possono adottare le tendenze di questi ultimi tempi, prese dal downhill e portate sulle bici da enduro (pensiamo alla tecnicità di alcuni tracciati dell’Enduro World Series) e via via, a seconda delle case, passate a tutte le altre tipologie di mtb.

foto dei freni della cannondale scalpel si

La piega in carbonio da 760 mm, le sottili manopole Cannondale e gli ottimi freni Shimano XTR.

Rake e avancorsa

Assieme al rake della forcella Lefty maggiorato di ben 55 mm (il rake, chiamato anche offset o “aggetto” è, in sostanza, l’avanzamento delle punte della forcella rispetto alla linea di sterzo) e un carro dalle dimensioni contenute di 435 mm, l’effetto finale provando la Scalpel è una grande confidenza in discesa sul ripido e sul tecnico e comunque un mantenimento dell’agilità, della manovrabilità e della precisione grazie anche all’avancorsa contenuto: quest’ultimo è la distanza espressa in millimetri tra le proiezioni a terra della perpendicolare passante per il centro della ruota e l’asse di rotazione della forcella, quindi la risultante tra rake, l’angolo di sterzo e la dimensione della ruota.

foto dello schema dell'avancorsa della cannondale scalpel si

Un offset (rake) più lungo permette di contenere la misura dell’avancorsa (la linea verde più marcata), donando maneggevolezza alle basse velocità.

L’avancorsa (“trail” in inglese) influenza il comportamento dinamico della bicicletta. Un valore elevato di avancorsa porta a una maggiore stabilità direzionale, mentre un valore di avancorsa ridotto porta a effetti opposti, cioè a una migliore maneggevolezza, precisione e scioltezza nell’inserimento in curva (maggiore velocità nel cambio di direzione).

La stabilità aumenta sia all’aumentare del rake sia all’apertura dell’angolo di sterzo, e bisogna anche tenere conto che solo trovando il miglior compromesso tra i tutti e tre i fattori (rake, angolo sterzo e avancorsa) si ottiene un mezzo stabile e allo stesso tempo reattivo.

Sono discorsi molto tecnici ma è proprio qui che si fa la differenza tra una mtb e un’altra, e il vantaggio di Cannondale è il poter lavorare sul concetto “bici totale” (telaio, reggisella, pedivelle, forcella) rispetto alle aziende concorrenti che spesso si limitano a progettare solamente i telai e la cinematica del carro posteriore.

foto del carro asimmetrico della scalpel si

Da questa angolazione si può notare il carro asimmetrico della Scalpel Si e il tubo piantone che curva a sinistra.

Carro corto e asimmetrico

In tema di carro, Cannondale è riuscita a ottenere dei foderi bassi molto corti (435 mm) su una full suspended senza dover rinunciare alla possibilità di utilizzare un deragliatore anteriore grazie alla Asymmetric Integration: per lasciare spazio alla ruota posteriore (è possibile montare gomme fino a 2,3″) ed evitare contatti tra gomma e telaio, il fodero destro è asimmetrico e le corone e il deragliatore sono spostati di 6 mm verso l’esterno, un concetto che abbiamo già analizzato nel test della Cannondale F-Si.

foto dei  foderi bassi sono anch'essi asimmetrici.

I foderi bassi sono anch’essi asimmetrici.

Non è come il sistema Boost di Sram che porta la battuta del mozzo posteriore da 142 a 148 mm, cioè 3 mm più larga a sinistra e 3 mm a destra; l’Asymmetric Integration ricava i 6 mm solo sul lato destro permettendo anche una campanatura della ruota posteriore simmetrica e più robusta, costruita su un mozzo normale.

Integrazione

La sempre presente collaborazione con con RockShox ha permesso di integrare un controllo della sospensione a pressione singola sia per la forcella Lefty che per l’ammortizzatore Monarch XX di RockShox, come si è già visto sulla Habit. Il comando è sempre il Full Sprint, un po’ duro da azionare proprio per il fatto di dover gestire due unità contemporaneamente ma molto effettivo e comodo nelle sezioni piatte e pedalate.

foto della forcella lefty della cannondale scalpel si

Il comando Full Sprint di RockShox e il cavo che gestisce il blocco della forcella Lefty. Il ritorno è la ghiera rossa sottostante al cavo, un po’ scomodo da regolare.

Reggisella telescopico e alloggiamento Shimano Di2

Oltre allo spazio per i due portaborraccia sul telaio, soluzione creata per comodità e maggior autonomia in gara o nelle uscite senza dover portare uno zaino idrico, Cannondale ha fatto sì che l’alloggiamento per la batteria di un eventuale trasmissione Shimano Di2 si trovi nel tubo orizzontale, lasciando il tubo piantone libero di ospitare, volendo, un reggisella telescopico da 31,6 mm.

foto del telaio della cannondale scalpel e la batteria del Di2

Lo spazio per i due portaborraccia e il particolare dispositivo per alloggiare la batteria del Di2 nel tubo orizzontale.

Foderi flessibili Zero Pivot e pinza freno posteriore

Il sistema dei foderi flessibili in carbonio Zero Pivot (visto anche sulla Cannondale Habit provata lo scorso anno) permette una rigidità del carro evidente e un risparmio di peso, inoltre l’attacco della pinza freno è stato spostato all’interno del triangolo posteriore per poter disegnare i foderi alti più sottili e flessibili, oltre che per la funzionalità della pinza e una migliore resa estetica. Il perno della ruota è passante, da 142×12 mm, gestito da una brugola da 5 mm..

foto dei foderi bassi della cannondale scalpel si

La pinza del freno sul fodero basso, ridisegnato, e i sottili foderi alti Zero Pivot Suspension.

Carbonio e passaggio cavi

La fibra di carbonio usata per il telaio della Scalpel Si è sempre la BallisTec di Cannondale, con garanzia a vita. Il peso del telaio con ammortizzatore è di soli 2118 grammi, più basso di diverse concorrenti della stessa tipologia.

foto del link dell'ammortizzatore in carbonio della cannondale scalpel si

Il link dell’ammortizzatore in carbonio e il perno a expander Lock’R.

Il link dell’ammortizzatore è in carbonio su tutta la gamma ed è fissato al ai foderi alti tramite il nuovo pivot con expander Lock’R, che, come i perni ECS-TC presenti sulla Habit ma più piccolo, non necessita speciali attrezzi per essere smontato e garantisce più tenuta e rigidità d’insieme.

foto dei I passa cavi intercambiabili  della cannondale scalpel si

I passa cavi intercambiabili e il “fork bumper” della Lefty per non urtare il telaio con lo stelo.

Il passaggio cavi è l’ultima delle particolarità di cui vi parliamo, rimandandovi al sito della casa madre per tutte le altre piccole specifiche aggiuntive. Grazie a dei nuovi inserti passacavi intercambiabili è possibile allestire svariate configurazioni per una posa differenziata delle guaine dei freni o dei cavi elettrici del sistema di cambio elettronico Shimano Di2.

Inoltre, i passacavi bloccano l’alloggiamento delle guaine in sede per conservare curvature sempre perfette ed eliminare rumori indesiderati.

La prova sul campo della Scalpel Si HM Race

La bici a disposizione per la stampa era il modello Cannondale Scalpel Si HM Race: 8499 euro di listino e 10,4 kg di peso in taglia M senza pedali, dotata di montaggio al top tra cui ruote da 29″ Enve M50 con canale interno da 21 mm già montate tubeless e componenti Shimano XTR.

foto di claudio riotti in sella alla nuova cannondale sacalpel si

Foto credit: © Ale di Lullo

Il test ride si è svolto a San Zeno di Montagna, vicino a Bardolino; tutto perfettamente organizzato come da tradizione Cannondale, che ha fornito un dispiegamento di forze notevole per soddisfare le richieste dei 50 giornalisti provenienti da tutto il mondo.

La mattina, assieme al gruppo di giornalisti italiani, abbiamo girato su due percorsi preparati ad hoc per l’occasione e il pomeriggio su una serie di trail molto divertenti per il rientro alla base, per un totale di circa 40 km: non molta distanza effettiva ma le ore in sella sono state intervallate da fondamentali pause ai box per sistemare le pressioni, le regolazioni e anche per provare una Scalpel taglia S con ruote da 27,5″.

È chiaro che sia stato solo un breve assaggio, ma rispetto alle classiche presentazioni ho potuto davvero sperimentare diversi settaggi grazie al breve giro che presentava un po’ di tutto, salite scorrevoli e tecniche e discese veloci, compressioni, rock garden e radici. Davvero ottima scelta per la location.

foto del lato destro della cannondale scalpel si

La trasmissione Shimano XTR 1×11 con corona da 32T Ai SpideRing, pedivelle Cannondale HollowGram e pacco pignoni 11-42. Affidabile e precisa.

Setting

I primi giri, dopo un veloce setting, sono stati fatti con delle ruote dotate di camera d’aria, sostituite prontamente con due ruote convertite in tubeless. A parità di pressioni la differenza sul campo è stata notevole, sia nel feeling di guida in discesa, grip in salita e prontezza nei rilanci. Tubeless obbligatorio, quindi, anche se non siete “amanti del lattice”.

foto delle ruote enve M60

Le ruote Enve M50 in carbonio con canale interno da 21 mm mi hanno lasciato molto ben impressionato. Ottimi come scorrevolezza anche i Racing Ralph

Come setting di partenza ho scelto una pressione delle gomme di 1,7 bar davanti e 1,8 dietro, scendendo a 1,5/1,6 e 1,7 durante la giornata. Il Sag delle sospensioni è stato impostato al 25% davanti e dietro, per poi passare al 20% come mi ha consigliato Marco Aurelio Fontana, guest star del lancio della Scalpel Si e nostra guida d’eccezione per tutto il test day.

Grazie alle dritte di Marco ho provato diverse regolazioni fino a trovare un grande feeling col mezzo usando un settaggio molto reattivo (ritorni delle sospensioni abbastanza aperti), sostenuto (Sag al 20%) e pressioni delle gomme Schwalbe Racing Ralph da 2,25″ non troppo basse “per evitare che ti scappi all’improvviso”, come mi ha detto lui.

Sempre dietro consiglio del “Prorider” che conosce la Scalpel meglio di chiunque altro, in discesa ho adottato una guida “a piedi pari” in tutte le situazioni (curve senza appoggio comprese) molto attiva e improntata sull’anteriore, che mi ha permesso di spremere a fondo la Scalpel Si anche sulle tostissime pietraie del percorso di prova e del trail durante il rientro.

Ora, in discesa sono riuscito a non perderlo mai di vista quando Marco whippava su qualsiasi ostacolo davanti a me in sella alla sua Scalpel, quasi identica alle nostre eccetto il doratissimo gruppo Sram Eagle a 12 velocità. In salita il discorso è stato ben diverso, ma d’altronde…

In pedalata

Il manubrio da 760 mm mi ha fatto sentire “a casa” perché è la misura che solitamente uso sulla bici da enduro (750 mm) o downhill (770 mm); sembra molto largo ma ci si trova bene, la sua leva lunga permette di gestire al meglio la Scalpel e alle alte velocità la stabilità che regala è impagabile. Attenzione solo se frequentate trail con passaggi tra gli alberi molto stretti.

La posizione in sella è comoda, si è più “dentro alla bici” piuttosto che allungati in avanti come spesso succede sulle xc race.

La trasmissione Shimano XTR a 1×11 con corona 32T e pacco pignoni 11-42 è stata perfetta per la tipologia di trail percorsi. Su salite più lunghe e impegnative sarebbe bello provare l’11-46 di Shimano, magari con una corona da 34T.

La reattività della Scalpel Si è spiazzante, fa venire voglia (come sulla “sorellina” hardtail FSi) di spingere forte sui pedali e seminare chiunque stia pedalando con noi. Le ruote Enve M50 sono rigide e velocissime ma non nervose, il canale interno da 21 mm permette al copertone di avere un buon grip su qualsiasi ostacolo sia in piano che in salita.

foto del RockShox Monarch XX che si inserisce nel telaio della scalpel si

Il RockShox Monarch XX che si inserisce nel telaio, con il “banjo” (l’attacco del cavo remoto, volutamente nascosto nel top tube) personalizzato da Cannondale.

La Lefty è ai vertici di categoria per la rigidità, sensibilità e precisione e la sua nota scorrevolezza, dopo qualche giro, è stata da subito buona nonostante le bici fossero tutte nuove e ancora “da rodare”.

La sospensione posteriore va capita, è molto progressiva e per mantenere una pedalata reattiva e sostenuta necessita di un Sag al 20% . Ciò la porta, con un utilizzo da rider “medio”, a non sfruttare tutta la corsa disponibile in discesa. La situazione cambia con il Sag ad un 25% abbondante ma l’efficienza in pedalata, seppur di poco, ne risente e sulle salite scorrevoli se ci si alza sui pedali viene da cercare il pulsante Full Sprint per chiudere le sospensioni.

Pulsante che, quando non lo si scambia per quello del reggisella telescopico (è troppo forte l’abitudine del mio pollice sinistro, ormai), è stato utilizzato solo su salite lunghe e poco tecniche o su asfalto, una volta trovata la giusta regolazione dell’ammortizzatore posteriore.

Da segnalare che il blocco delle compressioni trasforma la bici in una “rigida” ma se si pedala nello sconnesso con le sospensioni chiuse non si percepiscono botte ai polsi o il ritorno eccessivamente secco della forcella che avevo avvertito sulla Habit. Quando si prova a “pompare” o si prende una buca con le compressioni chiuse la Scalpel reagisce molto dolcemente, donando anzi una sensazione di assorbimento ancora più morbida e frenata.

Un plauso a Cannondale per questa particolarità, parlando con Jeremiah Boobar (il direttore tecnico sospensioni di Cannondale) mi ha spiegato che hanno utilizzato dei nuovi pacchi lamellari sulla Lefty per ottenere questo comfort.

scheda tecnica della cannondale sclapel si 2017

Le misure delle geometrie della Scalpel Si nelle varie taglie. Notare la misura “N” che indica il trail, l’avancorsa, di 75 mm.

Uniche pecche notata nella giornata di test: sugli strappi molto ripidi un leggero alleggerimento dell’avantreno mi costringeva ad assumere una posizione più raccolta, a discapito della respirazione (busto più abbassato e “chiuso”) e del grip sulla ruota posteriore.

Sella di grande bellezza ma non comodissima, la ProLogo Zero II, di certo molto “race” ma troppo minimale per il mio fondoschiena dopo alcune ore in sella.

foto dell'avantreno della cannondale scalpel

Due spessori sopra allo stem per abbassare l’avantreno: la Lefty 2.0 Carbon, il cui look piace o non piace, resta una “signora sospensione” ma alza molto la zona manubrio. Sempre un po’ macchinoso lo smontaggio della ruota, va smontata la pinza del freno.

In discesa

Per 8500 euro, cifra sicuramente non per tutti, e un montaggio al top mi aspettavo tanto dalla nuova Scalpel Si, ma non tutta questa confidenza in discesa, al pari di una trail bike ma con un peso piuma. Impressionante pensare che abbia solo 100 mm di escursione.

L’unica cosa a cui mi sia dovuto abituare è stato il tubo reggisella fisso, che ho anche provato ad abbassare di qualche centimetro sulle discese più lunghe per poter finalmente “aprire il gas” senza sentire la sella sulla pancia (e anche molto vicina ad altre zone ben più importanti).

Nonostante ciò, ci si abitua in fretta e non si sente troppo la mancanza di un reggisella telescopico. Come dice Fontana, “non lo uso perché è una cosa in meno da gestire e che può darti noia in gara, tra pulsanti, alzare e abbassare la sella… e poi questa bici va già forte così“.

Come dargli torto? In tutte le situazioni mi sono trovato a mio agio, nello stretto, nel veloce, nel misto e nel ripido tecnico. Il “settaggio ottimizzato” è stato fondamentale, di certo con un test approfondito si potrà spremere più a fondo il mezzo e trovarne magari delle pecche, ma da questo primo assaggio la Scalpel si piazza prepotentemente tra le migliori bici da xc marathon mai provate.

I freni Shimano XTR sono modulabili e potenti e il cambio sempre XTR con la frizione garantisce silenziosità e precisione di cambiata anche nei frangenti più gravosi.

La sinergia dei componenti e la geometria “out front” si sentono eccome, non ci si trova mai con la sgradevole sensazione di impuntarsi anche se il trail diventa davvero ripido e tecnico e le ruote da 29″, unite al carro corto, donano una capacità di scavalcare gli ostacoli e una maneggevolezza che è davvero esaltante.

Due piccole segnalazioni: sulle discese sconnesse il cavo del freno della Lefty, essendo una forcella rovesciata, si muove molto nei passacavi dedicati e spesso produce un po’ di rumore, mentre l’unico stelo sinistro, trattandosi di una doppia piastra, non permette di ruotare tutto il manubrio verso sinistra. L’ho notato solamente in una inversione di marcia a 180° sul sentiero, nella guida abituale non crea alcun fastidio.

la Cannondale Scalpel sospesa sull acqua tramite dei cavetti

La 27,5 in taglia S

Ho voluto testare anche una S (sono alto 170 cm), più per curiosità che per altro, essendo da tempo estimatore delle ruote da 29 pollici e le bici abbastanza “lunghe”.

Il breve giro effettuato sulla taglia S ha evidenziato e confermato quanta differenza ci sia tra i due formati ruota. Dove le 29″ scavalcano e mantengono la velocità, le 27,5″ restano leggermente più impacciate. Certo, la maneggevolezza e la manovrabilità della taglia S era molto più evidente ma la sicurezza e la confidenza in discesa diminuivano parecchio.

Scelta consigliata solo per chi sia sotto il metro e settanta ma opzione davvero intelligente per tutte le donne cicliste di statura media che cerchino una bici finalmente della taglia giusta.

Conclusioni

Avevamo già “assaggiato” una Scalpel lo scorso anno, ma con la Scalpel Si 2017 Cannondale ha creato un nuovo riferimento per il cross country moderno, tanto da coniare l’azzeccato termine “XXC”, dove la prima X può valere come “extra” xc, ovvero uno stile più tecnico e impegnativo.

Un mezzo leggero, veloce, reattivo, preciso e performante in tutti gli ambiti, “una macchina da gara” per le gare cross country e marathon, ma anche una mtb polivalente da escursioni a tutto tondo se dotata di reggisella telescopico.

Le dieci versioni la faranno apprezzare a tutte le tasche e la grande scelta di taglie accontenterà tutti i tipi di rider, uomini e donne.

foto di 50 cannondale scalpel si

E dopo un bel giro, tutti all’aperitivo al magnifico Hotel Du Parc a Garda… fate due conti sul “capitale” lasciato sul quel prato! In primo piano al centro la Scalpel di Fontana con lo Sram Eagle 1×12.

10 modelli

La Scalpel Si sarà disponibile dal mese di maggio nei negozi in ben dieci modelli, tra cui otto da uomo e due da donna. Forcella Lefty su tutta la gamma e un solo modello in alluminio, la Scalpel Si 5. Si va dai 2.999 euro della Scalpel Si AL 5 al prezzo notevole di 11.999 euro della Scalpel Si Black Inc.

Per le taglie da uomo le ruote sono da 29″ sulle M, L e XL e 27,5″ per la taglia S.

Per le donne troviamo solo le ruote da 27,5″ e le taglie vanno dalla XS alla M, per venire incontro alle rider di piccola statura.

La chicca

Confidenza in discesa, leggerezza e reattività

La pecca

Cavo del freno anteriore rumoroso in discesa

 

Nuova Cannondale Scalpel Si 2017, prestazioni da Coppa del Mondo xc
costruzione9
allestimento9
appoggi8
salita9
discesa10
scatto-rilancio9
9Il nostro voto
Voti lettori: (1 Vota)
9.6

Formula lancia i nuovi freni Cura: modulabilità e olio minerale

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foto della leva dei nuovi freni formula cura

Formula, l’azienda toscana di Prato (PO), nata nel 1987 dopo più di dieci anni di esperienze nel campo del motocross, inizia il 2016 con un forte restyling del sito e dell’immagine. Un nuovo logo e nuovi prodotti, come i freni a disco Cura che vi presentiamo, che si distinguono per l’ottimo rapporto qualità prezzo e il peso contenuto.

I nuovi freni Cura nascono per l’enduro e il downhill e presentano delle novità sostanziali rispetto ai classici freni Formula, pur mantenendo le caratteristiche che troviamo sui modelli precedenti. Il peso è molto interessante ed è di 395 grammi per singolo impianto con disco da 160 mm, viti e tubo da 85 cm.

Il prezzo per singolo impianto senza disco va dai 124 euro ai 129 euro per la versione “polished”.

i nuovi freni formula cura da mtb

La leva dei Formula Cura

Stando alle dichiarazioni di Formula, i tecnici toscani hanno scelto un disegno di pompante lineare (e non più radiale) e hanno lavorato sullo snellire la zona leva e il pompante stesso per renderli più leggeri, mettendo molta attenzione all’ergonomia e alla modulabilità del freno.

La personalizzazione della risposta del freno è ciò che più premeva a Formula, vista la richiesta sempre più crescente di freni “customizzabili” da parte di rider che partecipano anche a competizioni e necessitano di ottime prestazioni e un feeling particolare col proprio impianto frenante.

Per questo il collarino è presente anche in versione MixMaster e permette l’attacco diretto dei cambi Shimano e Sram, in modo che questi siano più comodi da azionare e aumentare la pulizia sul manubrio.

La leva è in alluminio forgiato ed è stata trattata ricoperta da una finitura opaca leggermente ruvida, per migliorarne il grip anche in condizioni di guida estreme come fango e pioggia.

È possibile connettere la leva e il pompante con la ghiera di regolazione FCS (Feeling Control System), feature già presente sugli altri modelli Formula che serve per la regolazione della distanza delle pastiglie freno senza gli attrezzi, “tool free”.

foto dei freni formula cura ideali per enduro

La pinza dei Formula Cura in versione “polished”.

La pinza

Come la leva, anche la pinza freno del Formula Cura è stata riprogettata ed è realizzata in due pezzi per ospitare due pistoncini da 24 millimetri di diametro.

È dotata del sistema Speed Lock, che consente di rimuovere facilmente il cavo dalla pinza senza rischio di perdite di olio o infiltrazioni di aria. Ciò elimina la necessità di effettuare lo spurgo dopo il montaggio e lo smontaggio ed è stato concepito per adattarsi ai sempre più numerosi telai con passaggio interno dei cavi.

I pistoncini lavorano in posizione assiale con un rapporto di leva studiato per donare un comportamento morbido e modulabile.

Lo spazio tra le pastiglie è stato aumentato ed è stato rivisto il “roll back”, cioè il momento in cui i pistoncini rientrano in sede, per renderlo più veloce e consistente.

Il Formula Cura è il primo freno della gamma a utilizzare olio minerale anziché il classico Dot. Formula afferma di avere finalmente trovato un olio minerale che risponda alle caratteristiche desiderate.

i freni a disco per mountain bike formula cura

I dischi

I dischi dei Cura sono disponibili in un pezzo unico oppure con un disco a due pezzi, dove il primo è pensato per tutti i tipi di utilizzo, ha la stessa superficie di frenata del modello a due pezzi e il cui disegno simile a una ventola ne incrementa la rigidità laterale del 40%, riducendo rumore e vibrazioni.

Il disco a due pezzi invece presenta uno spider interno in alluminio che funge da dissipatore di calore, per mantenere le pastiglie e l’olio a una temperatura minore.

nuovi-freni-mtb-2016-formula-cura-01

A sinistra i dischi “one piece”, a destra il modello in due pezzi con spider in alluminio.

Lo spider serve anche a irrigidire il disco e lascia che la superficie frenante in acciaio si possa contrarre ed espandere liberamente durante la frenata. Il disegno è simile a quello dei dischi utilizzati nel nostro test dei Formula CR3 ma presenta delle nuove flange.

Prezzi freni e dischi

I Formula Cura sono disponibili anche con finitura polished e saranno disponibili da settembre 2016.

foto dei prezzi dei freni formula cura

Non vediamo l’ora di testarli per metterli seriamente alla prova.

Leggi anche il test della nuova forcella Formula 35 effettuato dal nostro Matteo Lupidi.

Per maggiori informazioni: rideformula.com

Sistema DeanEasy: aggiornamenti e novità

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foto del sistema antiforatura mtb deaneasy aggiornato

In occasione del Bike Festival di Riva del Garda abbiamo fatto due chiacchiere con Stefano Maggiotto di DeanEasy, il quale ci ha illustrato le novità e gli aggiornamenti effettuati sui componenti del prodotto ideato da Alberto Deanesi.

Per chi non lo sapesse, DeanEasy è il il produttore della doppia valvola brevettata per girare a basse pressioni senza stallonare che un anno fa presentammo su mountainbike.bicilive.it.

Il sistema funziona meccanicamente grazia alla presenza di un apposito tubolare interno al copertone che viene gonfiato a 8/12 bar e trattiene stabilmente la copertura nella sua sede, eliminando il rischio delle pizzicature e delle stallonature e fornendo anche una discreta protezione al cerchio.

foto della valvola a due viedel sistema antiforatura mtb deaneasy aggiornato

La valvola a due vie con la nuova guarnizione aggiornata.

Questo avviene grazie alla speciale valvola a doppia uscita, che da una via gonfia il tubolare e dall’altra permette all’aria di entrare nel copertone. Ciò è agevolato anche dalla “guida dell’aria“, il componente in giallo nelle foto.

Il DeanEasy permette quindi pressioni di esercizio più basse, aumentando il grip e il comfort di guida pure in tutti quei frangenti dove solitamente ci si trova in difficoltà, come terreni molto secchi e sdrucciolevoli o fango, rocce e radici.

Il sistema, chiamato Tube+, porta inoltre una riduzione del peso dato che si può fare uso di copertoni con carcassa più leggera e ridurre il quantitativo di lattice necessario per la camera tubeless.

Il peso della speciale valvola a due vie è di soli 10 g e quello del tubolare interno è 110 g, in misura 27,5″. Proprio come in una gomma tubeless poi, si inserisce del liquido sigillante per evitare perdite di pressione in caso di spine o tagli.

foto della valvola a due viedel sistema antiforatura mtb deaneasy aggiornato

La nuova guarnizione (di colore rosso) che evita l’uso della colla per applicare la valvola sul cerchio.

Quest’anno il Tube+ è stato evoluto e sono stati messi a frutto i consigli derivati dalle collaborazioni di svariati tester e i feedback a livello agonistico di campioni come Loris Revelli, vincitore della Coppa del Mondo Juniores 2015 in Val di Sole, Davide Sottocornola col team Cicobikes e Dennis Tondin, uno dei due italiani ad aver partecipato alla Redbull urban downhill a Valparaiso in Cile, terreno perfetto per un test “senza pietà”.

Le novità del sistema DeanEasy 2016

La speciale valvola a doppia uscita necessita di un foro preciso nel cerchio di 10 mm (sui cerchi normali il foro è di 8,5 mm). Dove prima era necessario incollare la valvola, ora, grazie a una nuova guarnizione, la tenuta è garantita senza colla.

La guida dell’aria è stata semplificata, resa più piatta e forata maggiormente per creare minori problematiche di intasamento.

foto dell aguida dell'aria del sistema antiforatura mtb deaneasy aggiornato

La nuova guida dell’aria, più piatta e traforata per evitare problemi di intasamento.

Cerchi Ambrosio e ruote “DeanEasy Ready”

Tra le varie novità spicca indubbiamente la modifica ai componenti principali, ma non dimentichiamo che DeanEasy ha stretto un’importante collaborazione con Ambrosio, l’azienda italiana famosa nel campo delle ruote, con l’arrivo delle prime ruote complete “DeanEasy Ready” e cioè convertibili senza modifiche e pronte all’uso del sistema a doppia camera.

Si stanno avvicinando anche molti altri marchi nel campo dei cerchi, come ci spiega Stefano, in quanto è stato realizzato il “retrofit”, cioè il componente speciale, una sorta di “riduttore”, che permette di di utilizzare un cerchio con valvola normale o con foro maggiorato per il DeanEasy semplicemente svitandolo o avvitandolo nella sede.

Per la buona riuscita di operazione è necessario applicare una goccia di frena filetti durante l’installazione.

Tubolari per cerchi fino a 28 mm

Inoltre, nel campo dei tubolari, ci sono novità per quanto riguarda le dimensioni disponibili del DeanEasy: dove prima si poteva installare su cerchi dal diametro interno di 24 mm ora si arriva fino a 28 mm, e tra poco si potrà arrivare a 32 e 35 mm, se la richiesta del mercato sarà tale da dover iniziare una produzione dedicata ai cerchi larghi e alle ruote plus.

foto dello spaccato del sistema antiforatura mtb deaneasy aggiornato

Lo spaccato del sistema DeanEasy Tube+, in giallo la nuova guida dell’aria e in rosso il tubolare.

Manutenzione

Dai feedback ricevuti e dalle numerose prove sul campo è emerso che, per ottenere un ottimo funzionamento dal sistema DeanEasy, si consiglia di pulire la valvola ogni 15 giorni per evitare che questa si intasi, data la presenza del lattice: proprio per agevolare questa operazione tutti i componenti della valvola sono facilmente smontabili.

Se una gomma tubeless si può anche controllare ogni due/tre mesi a seconda delle condizioni di utilizzo, il Tube+, fornendo prestazioni migliori, necessita di maggiori attenzioni.

Fondamentale è il controllo della pressione del tubolare interno prima di usare il sistema: una pressione troppo bassa compromette il corretto funzionamento del Tube+.

Non succederà nulla se lasciamo passare più tempo del previsto tra un check e l’altro, bisognerà solamente effettuare una pulizia con maggiore perizia e con una buona dose di manualità, per evitare di danneggiare i componenti.

foto della valvola inserita nel cerchio del sistema antiforatura mtb deaneasy aggiornato

A sinistra il cerchio con solo la parte superiore della valvola, a destra con il contro dado e guarnizione applicati.

Disponibilità e prezzi

I nuovi componenti sono già in produzione e il prezzo per il kit è sempre di 220 euro per entrambe le ruote, comprensivo di tubolari e valvole.

Per ulteriori informazioni: deaneasy.it

FSA: nuove pedivelle modulari per mtb e reggisella telescopico

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foto delle pedivelle fsa

FSA ha presentato a Riva del Garda le nuove pedivelle modulari e un reggisella telescopico.

Già anticipate alla Sea Otter in California il mese scorso, le nuove piattaforme di pedivelle sono quattro e sono costituite da un sistema completamente modulare con una linea catena regolabile, disponibile per configurazioni Boost e non-Boost.

foto dello schema che mostra come funziona il nuovo sistema modulare di FSA.

Lo schema che mostra come funziona il nuovo sistema modulare di FSA. In verde, il distanziale che può essere tolto o messo a seconda della linea catena necessaria.

Pedivelle modulari Mega Exo

Le nuove pedivelle da mtb hanno perni intercambiabili, ragni e corone direct mount e assicurano la compatibilità con tutti gli standard attuali. Quattro diversi modelli di pedivelle utilizzano la nuova tecnologia: SL-KAfterburner, V-Drive, e Comet.

Con l’introduzione di un distanziale, la guarnitura diventa compatibile con lo standard Boost. Per smontare lo spider e inserire o togliere il distanziale è necessaria un’apposita chiave venduta separatamente, quella che vedete in foto.

foto della speciale chiave per le pedivelle FSA

La speciale chiave per smontare il “lockring”, l’anello che tiene le corone.

SL-K

Guarnitura singola

  • Pedivelle cava in carbonio con finiture UD
  • Lunghezza: 170mm, 175mm
  • Corona con: 38T, 36T, 34T, 32T, 30T, 28T, 26T
  • Fattore Q: 168mm
  • Corone in alluminio 7075
  • Dentature Megatooth: consiste in un’alternanza di un dente lungo e inclinato con dente più stretto
  • Peso: N.D.
  • Prezzo: 480 euro
foto delle pedivelle SL-K in carbonio, versione doppia e singola corona.

Le pedivelle SL-K in carbonio, versione doppia e singola corona con sistema direct mount.

Guarnitura doppia

  • Pedivelle cava in carbonio con finiture UD
  • Lunghezza: 170mm, 175mm
  • Fattore Q: 168mm
  • Corone in alluminio 7075
  • BCD – 96/68 mm
  • Corone con: 38/28T, 38/24T, 36/24T, 36/26T, 36/22T
  • Peso: 495 grammi
  • Prezzo 490 euro

 Afterburner

Guarnitura singola

  • Pedivelle in alluminio AL6066/T6 forgiate cave
  • Lunghezza: 170mm, 175mm
  • Corona disponibili: 38T, 36T, 34T, 32T, 30T, 28T, 26T
  • Fattore Q: 168mm
  • Dentatura MegaTooth
  • Peso: 736 grammi
  • Prezzo: 179 euro
foto delle pedivelle Afterburner in versione doppia e singola corona.

Le pedivelle Afterburner in versione doppia e singola corona direct mount.

Guarnitura doppia

  •  Pedivelle in alluminio AL6066/T6 forgiate cave
  •  Lunghezza: 170mm, 175mm
  •  BCD: 96/68 mm
  •  Fattore Q: 168mm
  •  Corona disponibili: 38/28T, 38/24T, 36/24T, 36/26T, 36/22T
  •  Peso: 782 grammi
  •  Prezzo: 199 euro

V-Drive

Guarnitura singola e doppia

La guarnitura singola V-Drive pesa 775 grammi, le pedivelle sono in alluminio, forgiate.

foto delle guarniture v-drive FSA

Le guarniture V-Drive: doppia e singola direct mount .

  • Lunghezza pedivelle: 170mm, 175mm
  • BCD: 96/68mm
  • Linea catena: 48.8m
  • Corone disponibili singola: 38T, 36T, 34T, 32T, 30T, 28T, 26T
  • Corone disponibili doppia: 38/28T, 38/24T, 36/24T, 36/22T
  • Peso guarnitura doppia: 907 grammi

Comet

La guarnitura Comet è la più economica delle quattro presentate, ha le pedivelle in alluminio forgiato e le corone in acciaio rivestito al nickel.

foto delle pedivelle Comet FSA

Le guarniture Comet: doppia e singola direct mount.

  • Lunghezza pedivelle: 170mm, 175mm
  • Linea catena 50mm
  • Corone disponibili singola: 38T, 36T, 34T, 32T, 30T, 28T, 26T
  • Peso guarnitura singola: 775 grammi
  • Corone disponibili doppia: 38/28T, 38/24T, 36/24T, 36/22T
  • Peso guarnitura doppia: 907 grammi

 

La produzione di FSA comprende quindi una linea completa per strada ed mtb: nel vasto catalogo troviamo le nuove pedivelle modulari per mtb che vi abbiamo illustrato così come manubri, attacchi manubrio, guarniture, ruote, reggisella fissi, tappi serie sterzo e anche il nuovo “adjustable seatpost”, ovvero l’accessorio che è ormai diventato indispensabile su qualsiasi bici da enduro, all mountain, trail, e sta iniziando a farsi vedere anche sulle full da xc e marathon: il reggisella telescopico.

Reggisella telescopico FSA

Il funzionamento è a cavo, il comando è remoto, posizionabile sul manubrio da entrambi i lati. Le lunghezze sono da 100 o 125 mm, manca a nostro avviso il 150 mm, visto che ormai si trovano in commercio anche reggisella da 170 mm.

foto del reggisella telescopico fsa

Sarà disponibile sia in versione FSA standard che Gravity, quest’ultimo con testa più robusta.

I diametri sono di 31.6 e 30.9 mm, il passaggio cavo è interno, di tipo “stealth” e le lunghezze sono di 383 o 408 mm.

Il peso del modello in foto è di 715 grammi, il prezzo indicativo è invece di 259 euro.

La cartuccia interna è smontabile e i pezzi di ricambio saranno disponibili in after market.

foto del comando del reggisella telescopico fsa

Il comando del reggisella telescopico FSA può essere montato sia a destra che a sinistra sul manubrio.

FSA è l’acronimo di Full Speed Ahead ed è un azienda internazionale la cui sede italiana si trova in brianza a Busnago (MB).

Nata nel 1993, è nota per i successi ottenuti nel mondo del ciclismo su strada, come quelli di Vincenzo Nibali, vincitore del Tour de France nel 2014 con i prodotti FSA K-Force.

Per maggiori informazioni visitate il sito fullspeedahead.com

Danny MacAskill, primavera ad Aviemore

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foto di danny macaskill durante un trick ad aviemore in scozia

Anche se nel nord Italia questa settimana sembra tornato l’autunno, il grande Danny MacAskill ci fa sognare con trick impossibili e giri in maglietta nelle strade di Aviemore, in Scozia.

È bello veder tornare Danny alle origini, sulle strade, dopo i video “esotici” a cui ci aveva abituato ultimamente, come quello girato a Las Palmas, Cascadia.

Utilizzando, con la sua fantasia incredibile, ogni oggetto di arredamento urbano (compresi i cartelli), il nostro “Mega Skills” ci dimostra che non servono panorami mozzafiato o altezze vertiginose per lasciare tutti a bocca aperta.

Sia i semplici bunny hop (su muretti larghi 5 cm) sia i suoi trick “signature” come il nose manual all’indietro sono eseguiti con una scioltezza che ha del sovrumano, ma il contesto cittadino, con la gente che applaude le acrobazie riuscite, lo riporta in una dimensione più normale, più a portata del “rider medio” e per questo più condivisibile.

Solo il trick finale, che qui non svelo per non rovinare la sorpresa, mette quel “pizzico di pepe” in più a cui ci ha abituati il buon Danny, quel momento in cui tutti pensano “e se lì sbagliasse?” e si immaginano le conseguenze di una caduta da quella altezza.

Ecco il video:

A mio parere ogni video come questo è fonte di ispirazione, perché il livello di difficoltà a cui MacAskill porta i suoi trick è sì impensabile, ma tornando nel nostro piccolo, sulla nostra bici da enduro o su una “frontina”, possiamo anche noi migliorare e progredire con delle semplici uscite serali assieme a un paio di amici, tra marciapiedi, muretti e scatole in cartone da “ollare”.

Datemi retta, provateci, sarà come tornare bambini e migliorerete la vostra confidenza con la mtb

Buon divertimento!

Alpe Cimbra Bike Trentino: vacanza in bici e in ebike in montagna per tutti

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vacanza in montagna in bici in Trentino con Alpe Cimbra Bike

Con oltre cento chilometri quadrati di territorio alpestre compreso nei comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna, l’Alpe Cimbra è da sempre meta privilegiata per le vacanze estive e invernali.

Ora, con Alpe Cimbra Bike, quest’area del Trentino sud-orientale è diventata un angolo di paradiso anche per chi ama pedalare su ogni tipo di due ruote, dalla mountain bike alle bici da strada, passando per le biciclette elettriche a pedalata assistita, le emtb o le fat bike.

La grande varietà del territorio offre la possibilità di praticare innumerevoli tipi di sport e attività, con itinerari mtb di qualità. Le rinnovate strutture ricettive quali i bike hotel assicurano un gran livello di ospitalità per qualsiasi tipo di turista, con ottime soluzioni di custodia, manutenzione e noleggio emtb, biciclette ed ebike.

La cultura tedesco-cimbra tipica di questa regione offre belle sorprese sia per gli appassionati di storia sia a chi è in cerca di avventure enogastronomiche della cucina tipica trentina, a base dei gustosi piatti locali annaffiati da vini e liquori di pregio.

vacanze in bicicletta nell'alpe cimbra

L’Alpe Cimbra, grazie alla sua varietà di paesaggi, è un paradiso per gli amanti delle due ruote.

Rilievi che superano i duemila metri si alternano a boschi, altopiani, pascoli, torrenti e laghi: il territorio di Folgaria, Lavarone e Luserna è in grado di offrire grandi attrattive turistico-sportive sia nel periodo invernale che durante la primavera-estate e la grande novità è che ormai nemmeno la neve ferma gli amanti delle due ruote, che durante la stagione più fredda troveranno comunque pane per i loro pedali con iniziative per le fat bike e itinerari mtb.

E ancora, passeggiate, escursioni a cavallo o a piedi, skitour, festival e incontri, parco avventura, fattorie didattiche, wellness e, su tutto, il fascino di una gara avvincente quale la 100 km dei Forti sull’altopiano di Lavarone, una granfondo mtb che metterà alla prova le vostre capacità.

Alpe Cimbra Bike riserva ogni giorno una emozione nuova per gli amanti dell’aria fina, della natura, dello sport e del buon cibo, il tutto all’insegna della migliore mountain bike in Trentino.

Itinerari mtb e bici in Alpe Cimbra Bike

Il territorio compreso fra Folgaria, Lavarone e Luserna ospita decine e decine di itinerari mtb e altri percorsi adatti a vari tipi di bici e a ogni tipo di cicloamatori e ciclisti.

Troverete percorsi per la famiglia, tracciati intermedi per chi sta cercando di migliorare la conoscenza della mountain bike e itinerari nati per i rider esperti che hanno fame di trail e all mountain di alto livello.

itinerari alpe cimbra mtb e strada

Il territorio di Folgaria, Lavarone e Luserna offre decine di itinerari per la mountain bike e suggestive percorsi per le bici da strada.

Gli amanti delle bici da corsa potranno testare le loro abilità su salite quali quella del Passo Coe o la Salita Menador, mentre gli appassionati di mountain bike avranno l’imbarazzo della scelta fra più di trenta itinerari di alta qualità.

Questa zona mostra di essere una delle più ricettive nei confronti del fenomeno relativamente nuovo del cicloturismo con bicicletta elettrica a pedalata assistita, offrendo più di venti tracciati adatti alle loro ebike e mountain bike elettriche.

Spazio anche a chi predilige downhill e freeride, con diverse piste presenti all’interno del bike park e servite da seggiovie, il tutto senza dimenticare le emozioni della 100 km dei Forti, un percorso di cento chilometri in tre anelli a cui dedicheremo un intero post specifico.

Ferie sulle montagne di Alpe Cimbra Bike: non solo bicicletta per un’estate al top

Folgaria, Lavarone e Luserna offrono moltissimo anche quando smonterete dalla sella: le fattorie didattiche e le malghe sono ottime occasioni per fare una migliore e più diretta conoscenza con la natura del Trentino, mentre le varie strutture wellness saranno l’ideale per chi, dopo aver tonificato il suo corpo pedalando, voglia coccolarsi con il benessere di idromassaggi, sauna e trattamenti di salute e bellezza.

Il parco avventura AcroPark si trova nella vallata del rio Centa ed è una vera miniera di divertimento per grandi e piccini: gli amanti delle arrampicate su alberi, teleferiche e ponti tibetani potranno sfogarsi trovando nei sette percorsi diversi, organizzati per grado di difficoltà.

Bike Hotel, Bike Chalet, Bike Park e noleggio biciclette

Il cicloturista troverà in Alpe Cimbra Bike una serie di strutture concepite pensando ai suoi bisogni: vi aspettano infatti diciotto bike hotel di diversa tipologia in grado di accogliere, custodire e riparare le vostre due ruote nonché di guidarvi al meglio nelle escursioni e indirizzarvi verso le guide più esperte.

E accanto a questi alberghi specializzati ecco anche undici bike chalet per chi con la sua bicicletta ama salire un po’ più in alto, location esclusive che alla gamma di servizi dedicati alle bici aggiungono anche lo spettacolo mozzafiato delle vallate viste dalle cime.

il bike park nel territorio di Folgaria, Lavarone, Lusena

L’Alpe Cimbra offre soluzioni adatte a tutti gli amanti delle due ruote: dagli spazi per introdurre i bambini alla mtb al Bike Park Lavarone con tre tracciati gravity.

Alpe Cimbra Bike è una delle migliori occasioni possibili per introdurre i bambini alla mountain bike: il noleggio emtb, mountain bike, biciclette tradizionali e bici elettriche a pedalata assistita permetterà di mettersi in sella anche a chi non possiede una bici, la soluzione ideale per piccini e famiglie che intendano imparare i segreti di questo mezzo nella migliore scuola possibile, la strada all’aria aperta.

E all’interno del Bike Park Lavarone, situato nella ski area Tablat, troverete tre tracciati gravity di varia difficoltà, corsi per bambini e noleggio biciclette enduro e downhill: tutto quel che serve per introdurre futuri campioni alla bellezza della mountain bike e intrattenere anche i rider più esperti.

Folgaria, Lavarone e Luserna: cultura, gastronomia e storia

Queste tre comunità dell’Alpe Cimbra hanno un patrimonio storico-culturale unico nell’intero arco alpino, basti pensare che a Luserna si parla ancora oggi il cimbro, un idioma di origine germanica, così come sono tante le testimonianze storiche sparse per il paesaggio.

Particolare importanza rivestono le fortificazioni, camminamenti e trincee della Grande Guerra, fra i quali il documento più importante è rappresentato dall’imperdibile Forte Belvedere.

biker scende da un forte a Luserna

Le fortificazioni e le trincee della Grande Guerra presenti nell’Alpe Cimbra meritano un’escursione in mountain bike.

Spostandoci a guerre più recenti, a Folgaria potrete ammirare Base Tuono, una struttura unica nel suo genere: una vera e propria base missilistica fra i monti, dotata del sistema di difesa Nike-Hercules, abbandonata dalla Nato e trasformata in museo. Hangar, bunker, radar e missili per far capire anche alle nuove generazioni i rischi passati con la Guerra Fredda.

Lavarone accosta alla bellezza dei monti quella del suo lago, che può diventare occasione per passare qualche ora di svago sulle sue rive e fare magari una puntatina al vicino Museo del Miele.

L’Alpe Cimbra è in grado di intrattenere e divertire ogni tipo di turista: accanto a quanto già illustrato troverete anche un centro equestre, un campo golf di 18 buche con corsi introduttivi a questo sport, campi di tennis e basket, vari momenti di trekking, nordic walking e orienteering, arrampicata sportiva e anche la possibilità di utilizzare le due piscine coperte (una olimpionica) del Palafolgaria, presso le quali vi attendono corsi di nuoto di vari livelli, acquagym, spinning, acquafitness e acquaerobica, così come è possibile giocare in acqua sulle rive del Lago di Lavarone.

trekking e golf a Folgoria, Lavarone e Luserna

Nel periodo estivo il territorio di Folgaria, Lavarone e Luserna offre la possibilità di praticare moltissime tipologie di sport, dal nordic walking al golf.

Dal 24 al 30 luglio vi aspetta anche il Festival del Gioco, per una serie di giornate all’insegna del divertimento con spettacoli, giochi e laboratori ludici per grandi e piccini.

E nessuna vacanza in montagna può definirsi davvero tale se non è anche una vacanza del palato: l’Alpe Cimbra propone diversi piatti e prodotti tipici della cucina tipica trentina che vorrete provare, dal formaggio d’alpeggio Vézzena all’immancabile speck, dai funghi allo strudel, passando per lo zelten natalizio, alcune grappe e liquori di straordinaria qualità e intensità, fino ad arrivare a uno dei più grandi vanti di questo angolo del Trentino, ovvero quel miele di montagna al quale è stato dedicato anche un museo.

Visitando gli agriturismi e le malghe locali potrete conoscere meglio i prodotti, mentre qualche puntatina negli innumerevoli ristoranti che punteggiano il territorio vi farà apprezzare e ricordare la cucina tipica trentina.

La 100 km dei Forti Lavarone: un anello di 23 km sopra i 1000 metri

Dal 10 al 12 giugno torna la 100 km dei Forti, organizzata in vari eventi con lunghezza progressiva, dai trenta chilometri dei primi due giorni al percorso “Classic” da cinquanta, fino ai cento del tracciato Marathon.

Su e giù lungo l’Alpe Cimbra, fra Passo Vezzena e Passo Sommo, toccando Monte Cimone e Monte Rust, in una competizione che nasce a metà anni Novanta e che da allora richiama sempre forte pubblico e un insieme eterogeneo di partecipanti, dagli amatori fino ai top rider.

gara dei forti e relax nell'Alpe Cimbra

Chi è dotato di spirito agonistico può gareggiare nella 100 km dei Forti a Lavarone mentre per tutti è possibile rilassarsi in una delle numerose strutture presenti nella zona.

E per i ciclisti che amano competere, spazio anche a un’altra importante gara: le acque del Lago di Lavarone offrono infatti quel che serve per organizzare, il 27 agosto, un evento di triathlon che metterà a dura prova le vostre capacità atletiche: 1500 metri a nuoto, 40 chilometri in sella e infine 10 chilometri di corsa, il tutto nella splendida cornice naturale offerta da acque e monti trentini.

Pedalare sulla neve con le fat bike: provalo in Alpe Cimbra Bike a dicembre

Sono ormai passati i tempi in cui la montagna d’inverno non offriva molto al ciclista: grazie alle fat bike potrete godervi la neve dell’Alpe Cimbra in sella, senza dimenticare i circa quaranta impianti di risalita che rendono l’area particolarmente appetibile agli amanti degli sport invernali.

fatbike e altri sport invernali a Folgaria

Nella stagione invernale ad Alpe Cimbra è possibile affrontare discese mozzafiato con le fatbike oppure dedicarsi a numerosi sport invernali come sci alpino, sci di fondo, ciaspole o sleddog.

Anche lo sci di fondo è molto praticato grazie alla presenza di due centri fra i più apprezzati in Trentino: il Centro del fondo di Passo Coe e il Centro del fondo MilleGrobbe.

Non dimentichiamo infine che in zona si tiene uno degli eventi invernali più particolari e interessanti, ovvero i Campionati italiani di sleddog, la pratica sportiva delle slitte trainate sulla neve da cani, disciplina che ha conosciuto un rinnovato interesse anche grazie alle vittorie europee e mondiali dei giovani cugini Guadagnini.

Test scarpe mtb Scott Team Boa

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foto dellle scrpa scott tema boa viste di profilo

Abbiamo testato le scarpe mtb Scott Team Boa, uno dei modelli più famosi della casa elvetico-americana e presenti già da diversi anni in catalogo.

Quasi ogni stagione le Team Boa sono oggetto di migliorie costanti, volte a proporre una scarpa tecnica da cross country dal peso contenuto e dalla suola rigida e performante ma con comoditàtraspirabilità come punti forti.

foto della scrpa mtb scott team boa

LA Scott Team Boa in versione nero vernice-lime, un look vistoso preso dal mondo della strada che può piacere o meno. Con l’uso perdono un po’ di effetto lucido. C’è anche la versione “opaca”, grigia e rossa.

Caratteristiche

Il modello ricevuto in test è lo Scott Team Boa in nero vernice-lime, taglia 44, dal peso rilevato di 380 grammi senza le tacchette.

Scott definisce la vestibilità di questo modello Racing Fit, ovvero la più aderente tra le tre tipologie offerte e volta a sostenere l’attività del piede durante la pedalata.

foto del sistema Boa delle scarpe mtb scott team boa

Il sistema Boa IP-1 fornisce un’ottima presa sulla rotella gommata del cricchetto, che è posizionata in alto per essere meno esposta agli urti; da notare la piccola asola in plastica per allentare velocemente il Boa.

La Scott Team Boa prende il nome dalla chiusura principale con il sistema Boa IP-1, quindi senza lacci ma con un cavo e un cricchetto per regolare micrometricamente la tensione della scarpa; in più, una seconda regolazione tramite una piccola fascia in velcro sulla punta.

Il Boa IP-1 ha un nuovo design esagonale che garantisce un’ottima presa anche con i guanti o con le dita bagnate e presenta l’apertura tradizionale pull-to-release, ovvero basta tirarlo verso l’esterno per sganciare completamente il cavo e molto velocemente aprire la scarpa. Ci si può aiutare anche con la piccola asola (in foto) che, tirata verso l’alto col dito, srotola il cavetto del Boa in un secondo.

foto della suola delle scarpe scott team boa

I due puntali sono sostituibili: garantiscono un ottimo grip quando si spinge la bici in salita ma si consumano velocemente.

La suola della Team Boa è realizzata in Nylon con rivestimento PU e rinforzata da fibra di vetro, estremamente rigida e leggera per un ottimo trasferimento delle potenza in pedalata. L’indice di rigidità è 8, quindi a metà della scala che Scott propone per le varie tipologie di calzature da mtb e bici da corsa.

La costruzione Ergologic Wrap Fit della tomaia, realizzata con uno strato in similpelle e uno strato morbido e perforato in microfibra con inserti traspiranti Air Mesh 3D, è pensata per adattarsi al piede ed evitare gli sfregamenti indesiderati, oltre che garantire un’ottima ventilazione.

La tecnologia Power Zone della suola minimizza le forze agenti sul ginocchio e sull’articolazione del piede ed assieme al disegno dei tacchetti realizzati con gomma a tre componenti X-traction garantisce grip e aderenza nei diversi frangenti tipici della mtb.

foto della soletta  delle scarpe mtb scott team boa

La soletta è personalizzabile o togliendo gli spessori grigi o acquistandone altri di spessore diverso a parte.

Infine, la soletta a quadrupla densità ha sia il supporto dell’arco plantare sia quello del metatarso amovibili o sostituibili (purtroppo è presente solo un tipo nella confezione, gli altri vanno richiesti separatamente) ed è dotata del sistema antishock Poron. Di serie si trovano i cuscinetti di durezza e spessore “medium”.

Scarpe mtb Scott Team Boa, il test sul campo

Il test si è svolto come ormai d’abitudine sui miei sentieri e percorsi abituali per “conoscere” le scarpe, con uscite dalle 2 alle 4 ore e alcune lunghe escursioni della durata di un giorno intero sul lago di Garda, per valutarne la comodità dopo svariate ore di utilizzo.

Complice il maltempo che ha insistito con le piogge, le ho portate con me anche a diverse lezioni di spinningper poter isolare ogni distrazione (la bici, il trail, il fondo) e concentrarmi sulle sensazioni trasmesse in pedalata, quasi un “test da laboratorio” se vogliamo.

foto delle prese d'aria delle scarpe mtb scott team boa

Dettaglio della efficacissima presa d’aria sulla punta e dello strap in velcro per la regolazione in zona metatarso.

Adattamento

Ciò che emerso è che le Team Boa sono leggere, comode e performanti, ma come molte scarpe da xc necessitano di un periodo di adattamento per prendere la forma del piede di chi le utilizzi.

Dopo sei/otto uscite (da un paio d’ore l’una) riescono a esprimere al meglio le loro caratteristiche e soprattutto ci si può permettere di tensionarle a dovere, cosa che all’inizio provocava un po’ di fastidio nella zona alta delle ossa tarsali, quindi vicino al collo del piede.

Anche la linguetta era abbastanza rigida e camminando si faceva sentire, ora invece nessun problema, le Scott Team Boa sono aderenti come un guanto della giusta taglia e inoltre il tallone resta ben fermo anche salendo a piedi su salite molto ripide.

A seconda delle calze usate, con la forma del mio piede ho trovato utile aggiungere una sottile soletta in neoprene indossando calze estive dallo spessore esiguo, mentre nelle giornate fredde o in giri a quote alte, quindi con calze più spesse, la taglia è perfetta e la Team Boa veste come una misura 44 effettiva.

foto del dettaglio sul tallone della scarpa mtb scott team boa

La costruzione posteriore della Scott Team Boa garantisce un perfetto alloggiamento del tallone.

Durante l’uso

Le Team Boa sono nate per trasmettere potenza in pedalata, la suola in composito a basso profilo mantiene il piede vicino all’asse del pedale e questo, unito alla tecnologia Power Zone per sforzare meno caviglia e ginocchio, si sente davvero nei rilanci in piedi sui pedali e quando le salite si fanno ripide.

Il sostegno del piede è ottimale, con la giusta tensionatura del Boa e dello strap in punta si ottiene un comfort decisamente alto, come sulle Scott A.T.R. Lady testate dalla nostra Elena Martinello. Nessuno sfregamento o sollevamento del piede nella calzatura durante la varie fasi della pedalata.

In discesa, utilizzando i pedali a sgancio dalla base di appoggio ridotta classici dell’xc, non vi è stata alcuna sensazione di pressione sotto alla pianta del piede come accade con alcune scarpe dalla suola meno rigida.

Comfort elevato anche dopo ore in sella, l’unico accorgimento, per me che amo avere le scarpe molto aderenti ai piedi quando “apro il gas”, è allentare di un click o due il Boa se la pedalata si fa più tranquilla o se ci si ferma durante una pausa, operazione che richiede solo un paio di secondi ed è eseguibile anche stando in sella.

foto della suola delle scarpe mtb scott team boa

I riferimenti per riposizionare le tacchette sempre allo stesso punto sono molto comodi, peccato si scoloriscano velocemente.

Aggancio e sgancio

Per quanto riguarda lo sgancio non ho rilevato nessun problema, l’unico particolare a cui si debba prestare attenzione, a mio avviso, risiede nella fase di aggancio, soprattutto per chi sia nuovo alle scarpe da xc: nella parte centrale della Team Boa non c’è molto grip e se il piede viene appoggiato sul pedale in questa zona si rischia di subire uno slittamento laterale della scarpa molto brusco e veloce, soprattutto in presenza di acqua e fango.

Quindi, se capita di affrontare una curva con fondo sdrucciolevole o qualche altra situazione analoga dove sganciare il piede dà più sicurezza, attenzione ad appoggiare bene la scarpa con la tacchetta sul pedale nella fase di aggancio.

Traspirabilità

Come altri modelli della linea Scott da strada, tra cui la Scott Road RC, anche la Team Boa fa della traspirabilità una delle sue principali caratteristiche.

Grazie alla presa d’aria sopra alle dita e a quelle laterali sui fianchi si è rivelata come una delle calzature da mtb più fresche che abbia mai testato. In discesa, se si sollevano un po’ i talloni e si espone la parte superiore della Team Boa al vento, si percepisce nettamente un flusso d’aria che rinfresca il piede: magnifico.

Dall’altro lato della medaglia, se la traspirabilità è alta, spesso l’impermeabilità ne risente, come abbiamo constatato nel test delle Trail Boa Evo, ma non essendo evidentemente una scarpa invernale, se la Team Boa si bagna, si asciuga anche molto in fretta.

In presenza di fango invece, la caratteristica che ho apprezzato è che la finitura lucida (tra l’altro molto resistente ai graffi) contribuisce a far scivolare via la terra e i detriti con facilità; basta poi un colpo di spugna per farle tornare come nuove.

foto delle prese d'aria della scarpa scott team boa mtb

Il dettaglio delle efficienti prese d’aria sul fianco.

In più

Il sistema di allineamento rende il montaggio e il posizionamento delle tacchette più semplice: anche cambiando marca di tacchette e pedali (le ho utilizzate con pedali Shimano XT PD-M8000 e con gli HT T1) si ritrova sempre la stessa posizione con facilità.

Grazie alla suola X-Traction, con le Scott Team Boa si può camminare senza problemi sui sentieri, spingendo la bici in salita per ripetere dei passaggi o in un occasionale tratto a piedi.

Se il terreno è morbido il grip in questi casi è eccezionale, va invece usata cautela in presenza di rocce: è meglio non appoggiare il piede su sporgenze con la parte centrale della suola, come già detto molto rigida e priva di tacchetti.

Conclusioni

Le scarpe Scott Team Boa sono un’ottima scarpa da xc, nate per chi cerchi rigidità e comfort. La comodità e la traspirabilità sono elevate e con 209 euro il rapporto qualità-prezzo è buono. Il peso di 380 grammi l’una è nella media per scarpe di questa categoria.

A mio parere sono indicate anche nella disciplina del ciclocross o del gravel.

Il sistema Boa, seppur criticato da molti per la fragilità, al momento non ci ha dato nessun problema e non si sente la mancanza di un secondo Boa, presente comunque nelle scarpe top di gamma Scott MTB RC.

Inoltre, l’efficacia del Boa è tale che, se non abituati, si rischia di stringere troppo la scarpa fino a perdere la sensibilità delle dita. Dopo le classiche 5/10 uscite di conoscenza e assestamento ciò non accade più.

Cosa ci è piaciuto:

  • La traspirabilità, la rigidità e la grande comodità unite assieme
  • Il sistema Boa
  • La finitura lucida, che può piacere o meno ma contribuisce a far scivolare via polvere e fango
  • Il grip della suola in camminata

Cosa non ci ha convinto:

  • La mancanza (nella confezione) di supporti personalizzabili per la suola, acquistabili però a parte
  • L’usura precoce dei tasselli (seppur sostituibili) della punta
  • Lo scolorimento degli indici per posizionare le tacchette

 

Test scarpe mtb Scott Team Boa
Comfort9
Estetica8
Qualità materiali/durata9
Grip/suola8.5
Sistema di chiusura9
Peso8
Prezzo
  • 209 euro
8.6Il nostro voto
Voti lettori: (0 Voti)
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Cruz Fest, come saltare a 70 km/h con una bici da dh

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foto di brandon semenuk al the fest seri

I ragazzi del “The Fest Series“, la serie di eventi di freeride che gira il mondo spingendo il limite sempre più in alto, ci regala questo video impressionante della prima tappa del 2016 a Santa Cruz in California.

foto di graham agassiz in un salto al the fest series

Il mitico Graham “Aggy” Agassiz in una whip “da manuale”, detentore anche del 3° posto alla Red Bull rampage 2015. 

Clay Porter​ e Chris Seager​ dietro alle lenti di macchine da presa e fotografiche, Kyle Jameson, Jeff Herb e Ryan Howard nell’organizzazione, e una lista di nomi allucinante per il primo stop di “The Fest Series“: Brendon Semenuk, Kyle Strait, Andreu Lacondeguy, Cam Mac Caul, Graham “Aggy” Agassiz, Brett Rheeder e molti altri.

Godetevi il video!

Test casco mtb Scott Vivo Plus con sistema MIPS

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foto del casco mtb scott vivo plus con sistema MIPS

Abbiamo testato il nuovo casco Scott Vivo Plus con sistema di sicurezza MIPS. Il Vivo Plus è un caschetto aperto dedicato al trail biking e all’enduro, è dotato di 17 prese d’aria e del sistema di regolazione posteriore ergonomica MRAS2.

In taglia M pesa 337 grammi (dichiarati 320) e il prezzo di listino è di 149 euro.

Il caratteristico colore giallo del sistema MIPS.

Il caratteristico colore giallo del sistema MIPS.

Sistema MIPS

Dal 2011 Scott collabora con MIPS per offrire ai biker caschi più sicuri: il MIPS (Multi-directional Impact Protection System) aumenta la sicurezza e la protezione perché è uno strato a basso attrito che riesce ad assorbire la maggioranza dell’energia rotazionale in caso di urto.

Il MIPS è come una seconda sottile calotta, evidenziata dal colore giallo, che viene fissata all’interno del casco grazie a dei ganci flessibili appositamente sviluppati, di modo da non interferire con la vestibilità, la ventilazione e il comfort.

In caso di urto obliquo, la particolare calotta flottante riduce le sollecitazioni rotatorie, quelle che secondo gli studi sono le più pericolose per il nostro cervello, distribuendole lungo la superficie interna del casco.

Attualmente i caschi MIPS di Scott dedicati al ciclismo sono cinque: Arx Plus, Arx MTB Plus, Stego, Torus Plus e il nuovo Vivo Plus da noi testato.

Il Vivo Plus è disponibile in tre misure, S (51 – 55 cm), M (55 – 59 cm) ed L (59 – 61 cm) e quattro colori: nero, nero e verde, rosso e nero e un accattivante “blue flash” con cinghietti viola.

casco-mtb-scott-vivo-plus-sistema-mips-01 (1)

Caratteristiche del Vivo Plus

Il Vivo Plus, oltre al sistema MIPS, presenta una calotta più estesa rispetto alla media, così da proteggere le zone delicate, come tempie e nuca.

foto della parte posteriore del casco mtb scott vivo plus con sistema MIPS

Il sistema di ritenzione è il MRAS2 fit system (Micro Rotary Adjustment System 2), già provato su altri caschi Scott, offre semplicità di regolazione, stabilità di calzata e comfort.

Come quasi tutti i caschetti aperti è realizzato con procedimento “in-mold”, in cui la calotta in policarbonato PC Micro Shell viene iniettata a caldo sulla struttura protettiva in polistirene espanso EPS.

La ventilazione è ottimizzata con 17 prese d’aria e la visiera è regolabile su due posizioni.

Manca un sistema di fissaggio per video camera onboard o faretto, anche se è presente un grande spazio nella zona superiore della calotta dove poter incollare l’adesivo con il supporto per GoPro o simili.

foto della regolazione della chiusura del casco mtb scott vivo plus con sistema MIPS

I tre fori in plastica sulla calotta per personalizzare il sistema MRAS2, molto utili.

In prova

La calzata dello Scott Vivo Plus è confortevole. Porto una taglia M “abbondante” e il casco M in prova riesce a coprire bene la testa, restando seppur un po’ alto sopra alle orecchie; in questo modo, comunque, non può interferire con le astine degli occhiali come successo con altri marchi.

Indossandolo la prima volta, se non avete mai provato un casco con sistema MIPS, sembra che il casco abbia un leggero gioco sulla testa, anche con la rotellina di chiusura ben tensionata.

Ciò è normale, è la prerogativa stessa del MIPS, ma devo ammettere che sul Vivo Plus il gioco è praticamente nullo rispetto ad altri caschetti testati come il Bell Super 2, ad esempio.

foto del sistema di giunzione del MIPS del casco mtb scott vivo plus con sistema MIPS

I piccoli elastici che fissano il sistema MIPS alla calotta del casco, è loro il merito della buona stabilità del Vivo Plus.

Con il suo peso di 337 grammi si piazza in una buona posizione per i caschi dotati di MIPS, è leggero e presenta un design con forme contenute, ciò si traduce in comfort anche dopo intere giornate passate col caschetto sulla testa.

La ventilazione è buona, le prese d’aria frontali sono ampie ma a mio avviso mancano delle griglie per non far entrare insetti o altro, ad esempio pulendolo dopo alcune uscite ho trovato un fiore e delle foglie incastrate nelle spugnette a contatto con la testa, “residui” della primavera nei boschi.

foto del sistema di ritenzione del casco mtb scott vivo plus con sistema MIPS

Il sistema MRAS2: la rotellina in gomma è comoda e ha un buon grip.

La stabilità del Vivo Plus è perfetta, il sistema di ritenzione MRAS2 fit system, come sullo Scott Mythic, svolge pienamente il suo dovere anche con una lampada frontale o una Gopro installata sul casco. È regolabile su tre posizioni per meglio adattarsi a chi necessiti di una calzata più larga o stretta.

L’allacciatura sottogola a fibbietta, comune alla stragrande maggioranza dei caschetti da xc/trail/enduro, è comoda ma tende ad allentarsi con l’uso, mentre le due clip regolabili sotto le orecchie sono ottime.

  • Secret tip: applicate un piccolo elastico alla base della fibbia di chiusura, questa non si allenterà più.
foto della visiera del casco mtb scott vivo plus con sistema MIPS

I due fori per poter posizionare la visiera più alta o più bassa.

Ricordatevi, il caschetto aperto va regolato con la”V” delle cinghie esattamente sotto all’orecchio e l’allacciatura sottogola bene aderente, altrimenti in caso di urto il casco si sposta e diventa inutile.

foto della cinghia del casco mtb scott vivo plus con sistema MIPS

Troppi ciclisti ancora non sanno regolarsi il caschetto aperto: i cinghietti vanno posizionati in questo modo!

Conclusioni

Lo Scott Vivo Plus è un prodotto ben realizzato, con la “chicca” del sistema MIPS che lo rende più sicuro senza inficiarne leggerezza e comfort. Il rapporto qualità prezzo è notevole se confrontato ad altri prodotti con le stesse caratteristiche.

Cosa ci è piaciuto:

  • Il sistema MIPS non pregiudica il comfort e la stabilità del casco.
  • La personalizzazione: la visiera regolabile su due posizioni e l’MRAS2 su tre.

Cosa non ci ha convinto:

  • Nessun sistema o supporto per luce/camera onboard.
  • La cinghia sottogola tende ad allentarsi pur con la presenza di una fibbietta di ritenzione in gomma.

 

Test casco mtb Scott Vivo Plus con sistema MIPS
Comfort8.5
Ventilazione8.5
Sicurezza9
Estetica8
Accessori7
Prezzo
  • 149 euro
8.2Il nostro voto
Voti lettori: (1 Vota)
7.0

Val di Sole 2016: novità sui mondiali downhill, 4X e trial

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foto di aaron gwin durante la coppa del mondo dh 2015

Dal 29 agosto all’11 settembre la Val di Sole diventa per la seconda volta Mondiale, con la gara più ambita e significativa dell’anno: il Campionato del Mondo mtb downhill e 4X.

In occasione del festival Bike Up a Lecco abbiamo incontrato dopo la conferenza stampa Aldo Bordati e Sergio Battistini, rispettivamente presidente e direttore generale Comitato Organizzatore Grandi Eventi Val di Sole.

Una chiacchierata con le due figure chiave nell’organizzazione trentina ci ha svelato qualche novità sui Campionati del Mondo mtb UCI dedicati alle discipline downhill, trial e four-cross (4X) per quanto riguarda i professionisti e invece i mondiali per le discipline cross country e downhill nelle categorie Master, quindi aperte a tutti gli appassionati.

foto di un rider che salta sulla pista di commezzadura

La pista downhill di Commezzadura, dove si svolgeranno i mondiali Master ed Elite, è adrenalina pura. Foto: © Mauro Mariotti

Le date

La serie di eventi inizierà con la Val di Sole Marathon, una gara xc su due lunghezze, 61 e 35 km, il 28 agosto.

A seguire avranno luogo i Campionati Mondiali Master dal 29/8 al 1/9 a Vermiglio (TN) per l’xco e dal 31/8 al 4/9 a Commezzadura (TN) per il dh.

Contemporaneamente partiranno i mondiali di trial, sempre a Vermiglio, dal 29/8 al 3/9 e finalmente, dal 6 all’11 settembre, si arriverà all’apice dello show e dello spettacolo a Commezzadura con gli UCI Downhill and 4X World Championships: venerdì 9 alle 20.45 per il 4X e domenica 11 settembre alle 14.00 con il downhill.

Il tifo dei fans durante la World Cup 2015 in alcuni punti della pista è stato incredibile. Foto: © Cristiano Borghi

Il tifo dei fans durante la World Cup 2015 in alcuni punti della pista è stato incredibile. Foto: © Cristiano Borghi

Promozione e innovazione

L’organizzazione sta lavorando molto sotto il punto di vista della promozione: già lo scorso anno con la finale della Coppa del Mondo downhill si sono visti numeri di tutto rispetto con più di 30.000 persone lungo il tracciato.

Stiamo assistendo inoltre a un’evoluzione della tipologia di spettatore, da semplice “visitatore” a parte attiva della gara con sezioni di pista prese d’assalto da tifosi sfegatati dotati di trombe, sirene, pezzi di bici percossi per fare rumore e le immancabili motoseghe (senza catena) accese a tutto gas per tifare i propri idoli a due ruote.

Per questo la Val di Sole fornirà l’accesso alla telecabina senza limiti compreso nel prezzo del biglietto, con tutti gli eventi gratuiti fino a venerdì 9, quindi con il mondiale 4X, e solo il sabato 10 e domenica 11 a pagamento in una formula unica di 20 euro per il weekend.

L’apertura delle prevendite online aprirà a breve, vi rimandiamo al sito ufficiale a fine articolo.

Novità sul tracciato downhill

Lo scorso anno Pippo Marani ci aveva svelato le novità della mitica pista “Black Snake“, già teatro di numerose Coppe del Mondo e anche dei Mondiali downhill del 2008.

Il bosco è vivo e si rinnova, ma viene anche rinnovato” sono le parole di Sergio, che ci spiega come venga seguita l’evoluzione della crescita delle piante nei vari punti della pista, le radici che cambiano, l’acqua che scava nuovi solchi, le potature che vanno eseguite, il tutto fatto con una grande attenzione ai particolari e molta dedizione.

Quest’anno il tracciato sarà un misto di parti del 2008 e sezioni dello scorso anno. Ci sarà la partenza alta, quella nuova del 2015, poi si andrà sul ripido The Wall.

Tornerà il ponte vecchio, Teo’s dog, The Hell, i nomi che hanno resa famosa la Black Snake di Commezzadura ci saranno tutti e alcuni punti della pista saranno visibili anche dalla telecabina.

foto della pista di commezzadura

Le famose radici della mitica e temuta pista “Black Snake” di Commezzadura (TN). Foto: © Mauro Mariotti

Verranno evitate le passerelle in legno, molto criticate dai rider (e non solo) per la pericolosità col fango dello scorso anno, segnale importante che testimonia il fatto di voler offrire un tracciato sempre migliore e, anche se sembra un paradosso, meno rischioso.

Eventi aggiuntivi

Ci sarà il concerto di Frankie Hi Energy e di altre interessanti band, gare per bambini in mtb, momenti dedicati alle vecchie glorie del downhill e altro ancora, presto sarà disponibile il programma completo.

La domenica, dopo le premiazioni, si festeggerà con un grande party in onore di Steve Peat, che ha annunciato il suo ritiro e quindi questa sarà presumibilmente la gara di addio alle competizioni mondiali.

Non ultimo, dopo la gara di downhill si disputerà la Vertical Sky Race, dove i partecipanti, di livello internazionale, saliranno di corsa il tracciato della Black Snake in una sfida davvero al limite, viste le pendenze estreme.

Appuntamento quindi in Val di Sole dal 29 agosto all’11 settembre.

Gustatevi il video teaser:

Per maggiori informazioni: valdisolebikeland.com

100 km dei Forti: la gara mtb e i percorsi di Alpe Cimbra Bike

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foto di un paesaggio con escursionisti in mtb sull'alpe cimbra

La 100 km dei Forti è un tracciato che si sviluppa sull’altipiano dell’Alpe Cimbra, ed è famoso per l’omonima competizione di mtb cross country che si tiene dal 1996 nel mese di giugno.

L’Alpe Cimbra si trova in Trentino ed è il territorio compreso tra i comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna. Questa zona fu linea di confine durante la Prima Guerra Mondiale e si estende per circa 105 km quadrati ad un’altitudine tra i 1000 e i 2000 metri s.l.m.

Le sue caratteristiche principali, oltre alla natura alpina e i tanti villaggi e borghi, sono le sette possenti fortezze austriache e lo splendido lago di Lavarone.

foto del lago di lavarone nell'alpe cimbra

Il lago di Lavarone, perfetto per rilassarsi rinfrescarsi dopo un bel giro in bici.

Per gli amanti delle competizioni cross country marathon è un luogo famoso, infatti la 100 km dei Forti è ormai giunta alla sua 21esima edizione.

La gara fa parte del Trek Zerowind Off Road Challenge e assegna punti per il circuito Trentino Mtb. Si articola lungo i due itinerari, Classic (50 km) e Marathon (100 km).

Inoltre ci sono altre due gare in programma, si correrà dal 10 al 12 giugno, con il venerdì e il sabato “per scaldare le gambe” o per chi desideri un percorso più breve e più semplice.

Le iscrizioni chiudono l’8 giugno per le categorie Agonisti e Amatori e il 10 giugno per la categoria Escursionisti, i quali potranno partecipare ad una pedalata non competitiva negli splendidi paesaggi trentini ricalcando in parte l’itinerario della 100 km dei Forti. 

foto del forte Cima Vezzena nell'alpe cimbra

Il Forte di Cima Vezzena, uno dei sette forti che si possono ammirare in Alpe Cimbra.

Programma delle gare

Il weekend del 10, 11 e 12 giugno sarà così strutturato:

Venerdì 10 giugno – Lavarone Bike

Un percorso adatto a tutti, dalla distanza contenuta di 29.8 km per un dislivello di 454 metri, che parte e arriva a Gionghi passando per il lago di Lavarone. Due ristori lungo il percorso e il ristoro finale con pasta party.

Tempo massimo di percorrenza: 4 ore.

Due postazioni CRI con ambulanza lungo il percorso e una all’arrivo, sempre collegate via radio col 118.

foto della partenza della 100 km dei Forti in Alpe Cimbra

La partenza di una Marathon come la 100 Km dei Forti è sempre il momento più emozionante.

Sabato 11 giugno – Nosellari Bike

41 Km per 1000 metri di dislivello, leggermente più impegnativa della Lavarone Bike, con un percorso che dalla partenza a Nosellari sale al Lago di Lavarone per proseguire poi fino a Oseli, Passo Vezzena e giunge fino al punto più alto della Tana Incantata a 1376 m.s.l.

L’arrivo è a Gionghi, anche per questa gara due ristori lungo il tracciato e pasta party finale.

Tempo massimo di percorrenza: 4 ore.

Tre postazioni CRI con ambulanza lungo il percorso e una all’arrivo collegate via radio col 118.

foto del profilo altimetrico della 100 km dei forti Classic

Il profilo altimetrico della 100 km dei Forti Classic, 50 km per 1348 metri D+

Domenica 12 giugno:

100 km dei Forti /1000grobbeBike – Classic 50 km, dislivello 1348 metri.

100 km dei Forti – Marathon 100 km, dislivello 2694 metri.

Le due gare seguiranno lo stesso percorso fino al Lago di Lavarone, partendo nel Parco Palù di Lavarone Cappella. Il percorso Classic vale come terza tappa del weekend.

Passo Vezzena, Forte Busa Verle, Malga Millegrobbe sono solo alcuni dei nomi delle malghe che i partecipanti incontreranno. Si passa poi da Luserna, si arriva a Malga Laghetto dove inizia la scalata al Monte Tablat.

I due percorsi si dividono passato Prà di sopra e mentre la Classic sale al Monte Rust fino ad arrivare in frazione Chiesa per poi raggiungere il traguardo a Gionghi, la Marathon prosegue a Forte Cherle, verso la Scala dell’Imperatore, l’ex Ospedale militare e arriva a Forte Sommo Alto.

L’itinerario quindi gira in direzione Passo Coe fino ad arrivare a Forte Dosso delle Somme. Da lì, in discesa, si passa nei pressi dell’abitato di Serrada e arriva a Mezzaselva.

Si prosegue per Francolini, Folgaria, Costa, Maso Spilzi e sempre in salita si raggiunge Passo Sommo. Passando dalle frazioni Perpruneri, Tezzeli, Cueli e Morganti, si scende dal passo in direzione Carbonare, in leggera salita si passa dal Comando Austroungarico e in poco meno di 5 km di saliscendi si arriva al traguardo a Gionghi.

foto del profilo altimetrico della 100 km dei forti Marathon

Il profilo altimetrico della 100 km dei Forti in versione integrale Marathon.

Tre ristori lungo il tracciato Classic e sette per la Marathon, con un grande pasta party finale per tutti.

La sicurezza è messa in primo piano con 5 postazioni con ambulanza per la Classic e ben 8 per la Marathon, sempre collegate via radio con il 118.

La location di Primo Soccorso si trova in prossimità dell’arrivo presso la sede della CRI Lavarone, con la presenza di un medico (per i primi due giorni) e 2 medici per la domenica.

Tempi di percorrenza massimi: Classic 6 ore; Marathon 9 ore.

foto della gara per bambini e ragazzi mini1000grobbe

La Mini1000Grobbe, per bambini e ragazzi fino ai 14 anni.

Mini1000Grobbe Bike 2016

La Mini1000Grobbe è una manifestazione riservata ai ragazzi e ai bambini fino ai 14 anni, una “garetta” in cui i giovani si sfideranno ma non col fine ultimo di vincere, quanto quello di partecipare assieme ad altri coetanei per imparare a rispettarsi, confrontare le proprie capacità e rispettare e conoscere l’ambiente.

La Mini100grobbe termina infatti con una bella lezione: gli istruttori della scuola mtb Altipiani Bike organizzeranno dei gruppi ed accompagneranno i ragazzi su un percorso apposito.

Verranno spiegati i metodi per pedalare in mtb su terreni disconnessi, rimanere in equilibrio, superare gli ostacoli e altro ancora.

Complimenti agli organizzatori per una simile iniziativa!

foto di un alpeggio dell'Alpe Cimbra

Uno degli innumerevoli e suggestivi scorci dell’Alpe Cimbra.

Alpe Cimbra Bike

L’Alpe Cimbra Bike è luogo adatto per una vacanza a due ruote, oltre che un sito dove poter raccogliere tutte le informazioni sugli itinerari per biciclette, che siano tassellate, elettriche o da strada.

L’Alpe Cimbra è infatti indicata a tutti gli amanti della natura che vogliano trascorrere del tempo pedalando alla scoperta di nuovi paesaggi, in luoghi che affondano le radici nella storia: dalla colonizzazione tedesco-cimbra alle testimonianze silenziose del periodo di guerra.

E poi musei, mostre, antichi masi, tradizioni autentiche da assaporare e conoscere e chilometri e chilometri di strade forestali e non, che permettono, in un ambiente dai panorami di rara bellezza, escursioni di qualsiasi grado di difficoltà, dalle più semplici alle più impegnative, con anche il bike park di Lavarone per chi ami il downhill.

Per le informazioni sulla 100 km dei Forti: 100kmdeiforti.it

Per maggiori informazioni sui percorsi e su Alpe Cimbra Bike: bikehotels.alpecimbra.it

Bike trial: ad Usseaux (TO) la 4^ prova della Coppa Italia 2016

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foto di un atleta di bike trial impegnato in un passaggio su un tronco

Usseaux è una piccola e ridente località della Valchisone, in provincia di Torino, e il 12 giugno 2016 ospiterà una delle discipline più tecniche e spettacolari del ciclismo, il bike trial.

Il bike trial

Il bike trial è uno sport ciclistico che deriva dalla stessa pratica in moto, in cui si affrontano svariati ostacoli lungo un percorso definito, cercando di non mettere mai i piedi a terra.

Servono grandi doti atletiche come agilità, equilibrio, coordinazione, precisione e resistenza.

Le bici da trial

Le bici utilizzate sono rigide, leggere e si dividono in due tipologie: con ruote da 20″ o da 26″.

Le trials bikes sono molto particolari in quanto spesso non presentano la sella, hanno una struttura molto compatta e solida e una geometria studiata per essere utilizzata in posizione verticale, quindi restando sulla ruota posteriore per molto tempo.

Sono dotate di potenti freni idraulici a disco o a pattino e ruote robuste, soprattutto la posteriore, sempre per il fatto che la maggior parte degli impatti vengono assorbiti prima da quest’ultima e poi dalle gambe e braccia degli atleti. Si usano esclusivamente pedali flat, senza agganci.

foto di due atleti di bike trial durante una gara

La gara

La gara a Usseaux rappresenterà la 4^ tappa della Coppa Italia Trials 2016, l’evento rientra in un programma fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale per rilanciare il turismo ciclo-sportivo, programma che prevede altri appuntamenti sempre sul tema bici.

Il campo gara, interamente di stile “indoor”, quindi come nelle manifestazioni al chiuso, sarà allestito da Gravity Crew in località Fraisse nei pressi dell’area camper “Magic Forest”, sulla strada che conduce a Sestriere.

Vi saranno quattro zone da affrontare per quattro volte, con 4 ore il tempo a disposizione per gli atleti.

L’inizio della competizione è alle ore 13:30.

Sarà sicuramente un evento entusiasmante da assistere, anche solo per cercare di capire come facciano gli atleti a salire su ostacoli di tali dimensioni con una bici, solo con la forza delle gambe e delle braccia.

Ostacoli artificiali, realizzati però con materiali naturali e caratteristici della zona, quindi prevalentemente roccia e legno.

Anche le categorie dei Giovanissimi (7-12 anni) potranno confrontarsi su zone appositamente realizzate per loro.

All’evento è stato riconosciuto il patrocinio ufficiale della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Sestriere.

Usseaux è un comune italiano in provincia di Torino, in Piemonte, e soltanto 193 sono i suoi abitanti. Il comune è stato recensito come uno dei borghi più belli d’Italia e insignito dal 2011 con la bandiera arancione dal Touring Club Italiano.

La manifestazione sarà seguita dai Campionati Italiani Assoluti di specialità a Bergamo il 26 giugno, e rappresenterà un ottimo test per valutare le condizioni di forma dei migliori trialisti della penisola in vista dell’assegnazione delle maglie tricolori.

Coppa Italia Trials 2016, le date:

  • 10 Aprile – 1# Coppa Italia Trials, Piateda, Sondrio
  • 15 Maggio – 2# Coppa Italia Trials, Monza Brianza
  • 5 Giugno – 3# Coppa Italia Trials, Bergamo
  • 12 Giugno – 4# Coppa Italia Trials, Usseaux, Torino
  • 18 Settembre – 5# Coppa Italia Trials, Traversella, Torino

Per tutti gli appassionati ricordiamo anche i campionati mondiali di bike trial che si svolgeranno in Val di Sole a Vermiglio (TN), dal 28 agosto al 3 settembre 2016, in concomitanza con i mondiali Master di cross country e seguiti dai Mondiali di 4X e downhill a Commezzadura (TN).

Peter Sagan alle Olimpiadi di Rio 2016 in sella a una mtb

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Peter Sagan annuncia che parteciperà alle Olimpiadi mtb xc, cross country,di Rio 2016 in sella ad una mountain bike

Lo slovacco Peter Sagan parteciperà alla prova di mountain bike cross country alle Olimpiadi di Rio 2016 e non alla gara su strada, di cui è campione mondiale in carica dopo il successo a Richmond nel 2015.

Prima di passare ad alcune considerazioni su questo fatto, vi proponiamo il video realizzato con Prologo in cui il velocista della Tinkoff, quattro volte maglia verde al Tour de France, ha parlato di sé, della sua infanzia e della sua insaziabile fame di vittorie.

Tra un’immagine dell’intervista nella sua Žilina in Slovacchia e un’altra nei boschi delle sue zone mentre pedala su una mtb, si riesce a scorgere il suo lato umano, dove lo sport agonistico ha avuto e ha tuttora una parte fondamentale nella sua crescita.

Il nostro commento su Sagan a Rio in mountain bike

Sagan è un corridore eclettico e prima di emergere nelle gare su strada si è fregiato del titolo iridato juniors di mtb cross country (XC) in Val di Sole, di quello europeo a St. Wendel e dell’argento mondiale juniors di ciclocross a Treviso.

Dopo questo tris di medaglie nel magico 2008, le maggiori soddisfazioni sarebbero giunte dalla strada grazie alle sue doti di sprinter mixate a una resistenza e a una tecnica di guida fuori dal comune, come dimostrato in più occasioni.

Talento che però avrebbe pochissime possibilità di emergere sul percorso olimpico brasiliano, molto più adatto a scalatori del calibro di Vincenzo Nibali, Fabio Aru, Chris Froome, Nairo Quintana e Alberto Contador piuttosto che a passisti-finisseur alla Sagan o, per fare un nome del recente passato, alla Paolo Bettini (campione olimpico ad Atene 2004).

Peter Sagan in mtb mentre salta con la sua mountain bike un drop a Zilina

Uno screenshot del video in cui Peter Sagan salta un drop, nello stesso bosco in cui da piccolo costruiva i salti con il badile.

Come ha spiegato in poche parole nel video precedente, a Peter piace vincere e, in ogni caso, tentare di lasciare un segno tangibile della propria presenza. Siccome per lui sarebbe inutile ripetere un anonimo 34º posto come a Londra 2012, ecco che le porte olimpiche gli vengono aperte in un’altra disciplina, di cui fu protagonista fino a otto anni fa.

Riuscirà a vincere una medaglia contro atleti che, quotidianamente, affinano da anni la propria tecnica sui sentieri oltre a essere abituati a sforzi così intensi in un lasso di tempo ridotto?

Chissà, con Peter mai dire mai, però sarà estremamente dura tenere il ritmo indiavolato che i vari Nino Schurter, Julien Absalon, Manuel Fumic, Marco Aurelio Fontana, Catriel Andres Soto e gli altri big imporranno sin dal primo metro.

Peter Sagan annuncia che parteciperà alle Olimpiadi mtb di Rio 2016 in sella ad una mountain bike

Però, quanto meno, la presenza del fresco trionfatore al Giro delle Fiandre e alla Gand-Wevelgem non farà dormire loro sonni tranquilli… poi in gara si vedrà.

Qualcuno, oltre al fatto che su strada non potrebbe piazzarsi tra i primi, ha visto in questa scelta altre possibili ragioni, su tutte il fatto che una disciplina come il cross country, spesso snobbata da una buona parte del pubblico televisivo, potrebbe raggiungere ascolti record e, magari, riuscire a portare sui sentieri una marea di bambini e ragazzini entusiasti.

Sicuramente, oltre che per il cross country in sé, la sua presenza garantirà maggior fama anche ai suoi rivali i quali, pur essendo famosissimi nel proprio ambito, non hanno una popolarità internazionale paragonabile agli stradisti di prima fascia.

E che cosa dire di Specialized? Per il marchio americano, fornitore ufficiale di bici alla Tinkoff e quindi pure a Sagan, potrebbe essere una pubblicità immensa per valorizzare ulteriormente il proprio prodotto sul mercato, senza tenere conto che su strada potrà schierare i vari Nibali, Aru e Contador.

Ma Sagan non sarà stanco dopo il Tour de France e avrà tempo ed energie per  lavorare sulla gara olimpica di XC, dopo tanti chilometri macinati su asfalto?

Innanzitutto il Tour terminerà il 24 luglio e, mentre la prova su strada sarebbe a ridosso (6 agosto), il cross country maschile si disputerà il 21 agosto; un ciclista del suo livello non avrà alcun problema a eliminare le tossine in quasi un mese di tempo… staremo a vedere.

Primo piano di Peter Sagan del video di Prologo in cui annunicia partecipazione alle Olimpiadi mtb di Rio 2016

Screenshot finale del video in cui Peter Sagan dice “Voglio fare bici perché voglio continuare a vincere”. Gli facciamo un grosso in bocca al lupo per le Olimpiadi mtb di Rio 2016.

A chi fosse contrario alla sua partecipazione al Tour in nome della preparazione olimpica sin da oggi, ricordiamo che per una persona di tale eclettismo (per molti un artista del ciclismo) sarebbe deprimente passare due mesi lontano dal proprio mondo senza poter nemmeno gareggiare alla propria corsa preferita, non scordandoci che avrà comunque un po’ di giorni per farsi la gamba da biker.

La federazione ciclistica slovacca, per portare Sagan nell’XC a Rio 2016, ha declassato a riserva il numero uno nazionale Michal Lami, trentaduesimo nel ranking mondiale UCI, seppur mai troppo competitivo a certi livelli.

Martin Haring, inizialmente riserva, prenderà invece il posto di Sagan nella prova su strada.

Test zaino mtb Scott Trail Protect Fr’ 12 con paraschiena integrato

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Con il dilagare del fenomeno “enduro”, molte aziende propongono zaini con paraschiena integrati studiati per essere leggeri e comodi. Scott Sports è una di queste, e con il Trail Protect Fr’ 12 centra il bersaglio per quanto riguarda comfort, stabilità e protezione.

Prima di scoprire come si è comportato nel test andiamo ad elencare le caratteristiche di questo compatto e interessante zaino da mtb.

foto dello zaino scott trail protect fr 12 vista frontale

Scott Trail Protect Fr’ 12, caratteristiche

Il nuovo zaino di Scott presenta un look moderno e accattivante con il contrasto dei due colori nero e arancione. Il prezzo al pubblico è di 159 euro.

Costruito in nylon doppio, il Trail Protect ha 12 litri di capienza, la predisposizione per sacca idrica (non compresa), la possibilità di trasportare sia un casco integrale che un caschetto aperto e anche due cinghie per fissare le protezioni nella parte inferiore. Queste le prime informazioni essenziali.

Le due particolarità del Fr’12 che saltano poi all’occhio sono il paraschiena posteriore integrato in D3O e gli spallacci molto ampi con doppia chiusura superiore.

foto dello schienale dello zaino mtb scott trail protect

Il paraschiena integrato del Trail Protect: nella parte alta la schiena inizia a sudare dopo mezz’ora di pedalata.

Paraschiena

È costituito da un pannello sagomato in 3D creato con l’ormai famoso materiale D3O, che segue la conformazione della schiena ma si indurisce a fronte di un impatto violento: il paraschiena è molto ampio nella parte superiore e più stretto verso la zona lombare e presenta una costruzione che dovrebbe favorire la ventilazione.

Non è possibile staccarlo come in altri zaini in commercio e questo potrebbe essere un difetto: alcune volte, nelle semplici pedalate in pianura, ne avrei avuto l’esigenza anche per alleggerire il peso totale di 1140 grammi (vuoto e senza sacca idrica), leggermente più alto dei 980 grammi dichiarati dalla casa.

Peso comunque giustificato e nella norma per gli zaini di questo tipo; bisogna ammettere che se la protezione non si può staccare è impossibile dimenticarsela o perderla, quindi ciò può essere visto come un “plus” notevole.

foto degli spallacci dello zaino scott fr 12

Gli spallacci e la fascia lombare sono molto ampi: stabilità massima ma anche più materiale a contatto col corpo.

Gli spallacci a doppia chiusura

Gli spallacci sono sagomati in modo da distribuire il carico su una superficie più ampia e presentano una doppia cinghia con clip per garantire una maggiore stabilità. Mi piace il fatto di avere una tasca con zip nello spallaccio destro per avere il multi-attrezzo e una barretta sempre a portata di mano, un po’ meno il fatto di dover sempre allacciare e slacciare 3 cinghie e una fascia in velcro (aggiungendo anche quella lombare).

foto della La fascia lombare è regolabile in altezza dello scott trail protect fr 12

La fascia lombare è regolabile in altezza, dettaglio che permette di regolarne la taglia.

Altre “chicche”: fascia lombare regolabile

Ecco una particolarità presa in prestito dagli zaini da montagna, la regolazione in altezza della fascia lombare, costituita da un’alta fascia in neoprene con velcro e una fascia in nylon con chiusura a clip.

L’ho trovata molto utile per “cucirmi addosso” il Trail Protect Fr’ 12 e aumentare la stabilità generale, oltre che essere un plus per adattarsi a rider di diverse stature.

foto dello zaino Scott trail protect fr 12 con caschetto

La geniale trovata per trasportare il caschetto aperto.

Portacasco: integrale o aperto?

Il piccolo oggetto in materiale plastico fissato a un elastico si è rivelato un ingegnoso e velocissimo attrezzo porta-caschetto, utile anche quando ci si ferma per una pausa o durante il trasporto in macchina, davvero molto comodo e semplice.

foto del  zaino Scott trail protect fr 12 con casco integrale

Per l’integrale c’è il classico sistema con le due cinghie: il casco resta però un po’ basso sulla schiena.

Per l’integrale invece c’è il classico sistema con le due cinghie, a scomparsa, che assicurano il casco in maniera abbastanza stabile e in una posizione piuttosto bassa.

foto dei I gancetti aperti delle cinghie dello zaino scott

I gancetti aperti delle cinghie: preferiamo le classiche chiusure a clip, più sicure.

Nessun problema anche in una pedalata di un’ora con salita tecnica, ma avrei preferito trovare delle classiche chiusure a clip anziché queste “aperte”, cioè a forma di gancio, presenti sul Trail Protect Fr’ 12.

foto della tasca porta attrezzi dello zaino mtb scott

Ancora accessori e… le tasche

Nella parte bassa dello zaino troviamo due cinghie, anche queste con chiusura “a gancetto” per fissare le protezioni come gomitiere o ginocchiere. Molto utili, peccato che vadano ad interferire con l’accesso alla tasca dedicata agli attrezzi.

foto delle cinghie inferiori dello zaino scott trail protect

Le cinghie inferiori interferiscono con la zip della tasca degli attrezzi.

Quest’ultima nasce per separare pompa, levagomme, camera, minitool, ecc. dal vano principale più ampio. Attenzione a non lasciare nulla “di libero” nella tasca, è facile perdere qualche attrezzo se la si dimentica aperta: la zip è orientata per tre quarti verso il basso.

C’è da dire che gli elastici per mantenere la pompa in posizione verticale e la taschetta con zip all’interno non dovrebbero lasciar scappare nulla.

foto della Segnaletica di emergenza a portata di mano

Ecco quello che mi piace di Scott: l’attenzione per i particolari. Segnaletica di emergenza a portata di mano.

Ottima idea inserire sulla parte interna la segnaletica di emergenza (e lo spazio per le generalità con numeri di telefono) in caso di necessità: complimenti a Scott.

Passando alla tasca principale, questa presenta una buona capienza, inoltre al suo interno si trova un’utile scomparto con retina e zip per riporre documenti, soldi e smartphone.

La

La tasca interna con rete e gancio per le chiavi: utile e capiente.

Nella parte superiore c’è una piccola tasca ad “accesso rapido” per le barrette o piccoli oggetti.

Proprio dietro allo schienale infine c’è spazio per la sacca idrica, non compresa con lo zaino, dove possiamo alloggiarne una da 2 litri. Sullo spallaccio sinistro si trova un piccolo gancio utile per fissare il suo tubo.

foto dello zaino scott trail protect indossato

In prova

Il Trail Protect Fr’ 12 è sicuramente uno degli zaini mtb per uscite brevi e medie più stabili mai provati. 12 litri sono un buon compromesso tra leggerezza e capienza, e pur essendo molto compatto la sua capacità di carico è davvero ampia.

L’ho portato con me in molte situazioni diverse e con “carichi” differenti, dall’indispensabile per il giro di due ore all’occorrente minimo (attrezzi, barrette, acqua, scaldacollo, maglia intima, guanti e giacchetta impermeabile) per i giri da 4/6 ore in montagna.

foto della tasca della sacca idrica dello zaino scott.

Lo spazio per la sacca idrica, non inclusa con lo zaino.

Indossarlo e allacciarlo richiede più tempo di uno zaino mtb “classico” per via delle due cinghie sul petto: se siete rider “frettolosi” tenetene conto in fase di acquisto.

La protezione sulla schiena certificata CE livello 2 TÜV (EN 1621-2) è parte integrante del Trail Pro Fr’12 e, seppur traforata e studiata per favorire la ventilazione, fa sudare la schiena come tutti gli zaini da me testati finora.

La cosa positiva è che essendo in D3O è molto morbida e confortevole e si adatta alla naturale curvatura della colonna vertebrale.

foto della L'utilissima taschetta sullo spallaccio destro dello zaino scott

L’utilissima taschetta sullo spallaccio destro.

Anche gli spallacci e la fascia lombare, essendo più ampi che su altri prodotti, aumentano le aree di contatto col corpo e creano maggiori “zone calde”. È il prezzo da pagare per la stabilità e sinceramente preferisco sudare un filo in più ma avere con me tutto ciò che serve, la schiena protetta e uno zaino fisso e stabile, anche durante una guida spinta con salti e drop.

In tali situazioni, soprattutto in un contesto più race con rilanci e salite fatte ” a tutta”, le due cinghie sul petto e l’ampia fascia in vita, se troppo strette, tendono a ostacolare la respirazione, quindi attenzione a trovare il giusto compromesso tra tensione e comfort. Una volta trovata questa condizione ci si dimentica quasi di avere il Trail Protect sulle spalle.

foto dello zaino scott trail protect

Altra “chicca”: un’asola per riporre gli occhiali.

Il materiale con cui è fabbricato, un Nylon “doppio”, lo rende resistente a graffi e abrasioni e sufficientemente impermeabile in caso di gocce di acqua o fango.

Se l’esposizione a schizzi e fango è prolungata invece l’acqua inizia a penetrare, le cerniere con zip molto sottili tendono a bloccarsi a causa del fango (da notare che la cerniera principale, coperta da una fascia di nylon, tende spesso a incastrarsi con la fascia stessa).

Con la pioggia ci vorrebbe proprio una copertura impermeabile integrata, optional che abbiamo trovato su altri marchi ma purtroppo non presente sul Trail Protect Fr 12.

Le due tasche laterali morbide sono utili per riporre oggetti ripiegabili come i guanti o uno scaldacollo. Non sono utilizzabili per borracce o bottigliette.

Sul trasporto del caschetto aperto ho già evidenziato le caratteristiche e ribadisco che trovo davvero geniale il supporto plastico per riporre il caschetto aperto.

Conclusioni

Lo zaino mtb Scott Trail Protect Fr’ 12 è indicato per l’endurista che cerchi un buon compagno di uscite, utilizzabile anche in gara, oppure per il trail rider che desideri un prodotto valido, leggero e con un’ottima protezione e stabilità.

Il prezzo di 159 euro è nella media e la qualità del prodotto, seppur con alcuni dettagli decisamente migliorabili, è alta.

Cosa ci è piaciuto:

La grande stabilità in ogni condizione, i dettagli come i segnali di soccorso, il porta occhiali, la tasca sullo spallaccio e la fascia lombare regolabile.

Cosa non ci ha convinto:

L’assenza di una cover per la pioggia, le cinghie con il gancio aperto, l’ubicazione della tasca degli attrezzi e l’allacciatura a tre cinghie un po’ complicata.

Test zaino mtb Scott Trail Protect Fr' 12 con paraschiena integrato
vestibilità8
stabilità9.5
scomparti8
impermeabilità/copertura8
estetica8.5
comfort8.5
Prezzo
  • 159 euro
8.4Il nostro voto
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Alpe Cimbra Bike StrongHER: tre giorni di mtb e relax dedicati alle donne

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Continuano a moltiplicarsi le occasioni di sport, relax e svago offerte dal territorio dell’Alpe Cimbra, e dal 22 al 24 luglio 2016 il territorio compreso fra Folgaria, Lavarone e Luserna porrà al suo centro la donna con StrongHER, una tre giorni di mountain bike, sport, svago e relax nella splendida cornice naturale del Trentino sud-orientale.
La zona dell’Alpe Cimbra sta vivendo negli ultimi anni un periodo di intenso e rinnovato interesse sia nei confronti del turismo estivo in generale che verso il mondo delle due ruote in particolare ed è quindi il luogo ideale per una manifestazione che miscela universo femminile e bicicletta.

cicliste pedalano nell'Alpe Cimbra

Alpe Cimbra Bike StrongHER è una manifestazione che miscela universo femminile e bicicletta nel territorio compreso tra Folgaria, Lavarone e Luserna.

Tracciati di grande qualità e strutture ricettive di nuova generazione quali i bike hotel fanno sì che mountain bike, biciclette elettriche a pedalata assistita, bici da corsa e fat bike incontrino un ambiente particolarmente favorevole e ben attrezzato, in grado di regalare innumerevoli occasioni di divertimento in sella.
E proprio le ebike e le emtb potrebbero essere la scoperta più entusiasmante per le donne che parteciperanno a StrongHER, cavalcando questi mezzi sulle strade e sentieri che percorrono i comuni di Lavarone, Luserna e Folgaria, fra i quali quelli che costituiscono la 100 km dei Forti sull’altopiano di Lavarone.

relax al lago di lavarone dopo una pedalata

Il centro dell’evento è il Lago di Lavarone dove, abbandonata la bicicletta, si potrà partecipare a una delle tante attività collaterali.

Nato da un’idea dell’Azienda di Promozione turistica dell’Alpe Cimbra, StrongHER prevede molte iniziative ed eventi collaterali organizzati con la collaborazione di testate giornalistiche, aziende specializzate e brand di livello internazionale e offre a tutte le donne un week end nel quale vivere la passione per la bicicletta in questo angolo di Trentino, con un occhio alla competizione ma senza perdere di vista relax, enogastronomia locale, svago e offerte culturali.
Centro fondamentale di questa tre giorni sarà il Lago di Lavarone, che farà da affascinante sfondo a molte delle iniziative di un programma che vede come piatto forte la competizione di domenica 24 luglio.

Alpe Cimbra Bike StrongHER: programma manifestazione

Venerdì 22 luglio 2016
17.30 – accrediti
18.00 – aperitivo di benvenuto
20.00 – cena di benvenuto

Sabato 23 luglio 2016
8.30 – raduno
9.00 – test biciclette
10.00 – partenza per il Bike Tour dell’Alpe, è prevista una sosta in rifugio per assaggio prodotti locali
14.00 – apertura della “Pink Zone” per la cura del corpo e benessere
14.00 – clinic presso Bike Park Lavarone con le guide
16.00 – Recharge battery powered
17.00 – Tavola rotonda “StrongHER than you think”
20.00 – cena con musica dal vivo
22.00 – Fal

cicliste si godono gli eventi di alpe cimbra bike stronger

La manifestazione prevede diverse attività da svolgere al Lago di Lavarone tra cui la festa in spiaggia con dj set e diretta radio.

Domenica 24 luglio 2016
8.00 – apertura iscrizioni per la competizione
9.00 – Gara Alpe Cimbra StrongHER Bike
13.30 – Pasta party con musica
14.30 – cerimonia di premiazione
15.00 – festa in spiaggia con dj set e diretta radiofonica

Per ulteriori informazioni e iscrizioni è possibile contattare l’organizzazione presso info@alpecimbra.it o visitare il sito ufficiale di StrongHER.

7 attività che valgono una vacanza in Alpe Cimbra Bike

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7 attività extra bici da fare nell'Alpe Cimbra

Come abbiamo avuto modo di scrivervi in un post precedente, l’Alpe Cimbra in estate è un vero e proprio paradiso per gli amanti della due ruote, ma se è vero che mountain bike, bici da strada e biciclette elettriche a pedalata assistita fanno la parte del leone, ecco che accanto a manubrio e pedali il turista troverà un vero e proprio mondo di discipline sportive, giochi e altre attività da alternare alla loro passione principale.

Quest’area di oltre cento chilometri quadrati di territorio alpestre compresa nei comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna è perfettamente attrezzata anche per i momenti che non riguardano la bicicletta: coloro che preferiscono altri sport come tutti quelli in cerca di qualcosa di diverso dopo alcune ore passate in sella avranno l’imbarazzo della scelta.

Passeggiate all’interno di stupende cornici naturali, tennis, escursioni a cavallo o a piedi, parco avventura, golf per grandi e piccini, fattorie didattiche, trekking, wellness, nuoto e varie attività collegate all’acqua, arrampicata e basket: queste sono solo alcune delle attività che vi attendono fra monti, boschi, laghi e i pascoli di questo splendido angolo del Trentino.

AcroPark Centa: sentirsi Tarzan per un giorno

AcroPark Centa e una palestra di arrampicata

Gli amanti del brivido possono divertirsi all’AcroPark Centa o cimentarsi con l’arrampicata sportiva nelle due palestre di roccia della zona.

La vallata del torrente Centa è facilmente raggiungibile e si trova a pochi chilometri da Folgaria, Lavarone e Luserna: è una zona di ambienti incontaminati che conservano ancora intatto il fascino della natura selvaggia e ben si prestano a ospitare le acrobazie e le avventure che può regalare un acropark.
Qui troverete varie occasioni per itinerari che si possono compiere sia a piedi che a cavallo o in mountain bike e potrete costeggiare il corso del torrente per vari chilometri di una bellezza naturale diversa dal resto dell’Alpe Cimbra.

L’Acropark Centa vi offre sette percorsi di diversa difficoltà nei quali potrete testare le vostre abilità acrobatiche e il vostro coraggio: le teleferiche sospese sopra il corso d’acqua, così come i ponti tibetani e vari tipi di arrampicate sugli alberi sono tutti in completa sicurezza, ma riescono comunque a distribuire brividi ed emozioni irripetibili sia a chi non è esperto di queste discipline che a chi ha già provato l’adrenalina delle traversate su fune.
E per i più coraggiosi ecco il Salto di Tarzan, un passaggio di ben nove metri da compiersi tramite una liana per sentirsi re della giungla in alcuni momenti di pura adrenalina.

Palafolgaria: basket, nuoto e fitness all’ombra dei monti

la nazionale italiana di basket si allena nella palestra di Folgaria

Folgaria è stata scelta da cinque anni dalla Nazionale Italiana Pallacanestro come sede di un ritiro estivo e gli impianti sportivi, oltre alla palestra, contano di una piscina con vasca olimpionica, una vasca per i bambini con idromassaggio e un’area area fitness.

Anche durante la vacanza più perfetta può capitare un giorno di pioggia o maltempo che ci impedisce di inforcare la bicicletta: il territorio dell’Alpe Cimbra è ben attrezzato per questa eventualità e offre diversi tipi di attività indoor e fra tutte spiccano quelle praticabili nel Palafolgaria, un centro polisportivo indoor che sorge in pieno centro a Folgaria e ospita, fra l’altro, due piscine, un’area fitness e una palestra polifunzionale.

La piscina è una vasca olimpionica di 25 x 12,5 metri, dotata di sei corsie e con temperatura fissa a 28 gradi, affiancata da una vasca più piccola pensata per i bambini con idromassaggio, fungo e altri intrattenimenti per i più piccoli, nella quale la temperatura dell’acqua è fissata a 32 gradi.

Le vasche sono il teatro di corsi di nuoto di ogni livello, idrobike, spinning, acquagym e acquaerobica, mentre l’area fitness ha una superficie di 250 metri quadrati e permette varie attività di ginnastica (a vostra scelta libere o praticate con la consulenza di personale specializzato) attraverso le più moderne attrezzature Tecnogym e Powertec.
Nella palestra polifunzionale, infine, spazio a volley, basket e varie altre discipline sportive praticabili su parquet indoor, senza dimenticare il solarium esterno per chi non intende rinunciare al suo bagno di sole quotidiano.

Siete pronti per il golf a 1.200 metri?

Golf a Folgaria sull'Alpe Cimbra

A Costa di Folgaria è possibile giocare a golf respirando aria sana e godendosi il panorama dell’altopiano grazie al campo a 18 buche.

Dall’inizio di maggio a fine ottobre Alpe Cimbra significa anche golf per tutte le età.
A Costa di Folgaria sorge infatti un campo di golf a 18 buche inaugurato nel 2014 che si sviluppa per oltre 5.200 metri a una altezza di 1.200 metri attraversando zone di grande interesse naturalistico quale il biotopo di Ecken.

Il percorso parte da Maso Spilzi, nel quale è presente anche un ristorante e la club house, per raggiungere infine Malga Schwenter: anche il golfista esperto troverà sicuramente motivi di interesse a giocare a un’altitudine inusuale per questo sport.
Spazio anche per i più piccini che, attraverso varie attività ludiche, teoriche e di pratica, potranno avvicinarsi divertendosi a questo sport, con corsi e lezioni di gruppo e privati.

Fra malghe e fattorie didattiche per scoprire la natura

Come è fatta veramente una mucca?
Come si ottiene il latte dal formaggio? Cosa mangiano e che verso fanno le capre?

Per sconsolante che possa essere, molti bambini che vivono in città non hanno mai avuto occasione di vedere molti animali nel loro habitat naturale e non conoscono gli animali, né possono immaginare come vengano ottenuti vari prodotti di uso comune. E anche i loro genitori, spesso, sono più o meno sullo stesso livello.

Quale occasione migliore quindi, che spendere un pomeriggio in giro fra malghe e fattorie didattiche, a scoprire forme, colori e sapori, accarezzando una capretta o vedendo direttamente come viene estratto il miele da un alveare?
Una natura piena di bellezza e segreti aspetta grandi e piccini a pochi chilometri dai bike hotel: cercate di approfittare di occasioni che non arrivano spesso durante le vacanze.

E non finisce mica qui…

nordic walk nell'Altopiano di Folgaria, Luserna e Lavarone

I dolci pendii dell’Altopiano di Folgaria, Lavarone e Luserna consentono praticare numerosi sport tra cui il nordic walking e l’orienteering, godendo della pace e della tranquillità che contraddistinguono questo angolo di Trentino.

Quanto vi abbiamo illustrato è solo la punta dell’iceberg delle varie attività che vi aspettano nel territorio dei comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna: la montagna d’estate è una miniera di occasioni diversissime fra loro e mancano all’appello ancora molte occasioni di divertimento e apprendimento.
Gli amanti di roccia e outdoor troveranno pane per i loro denti con free climbing, arrampicata sportiva, trekking, nordic walking e orienteering, mentre i campi da tennis attendono chiunque abbia voglia di provare qualche set oltre i mille metri d’altezza, in una estate letteralmente affollata di sport.

E dopo il gioco e la fatica? Non rimane che rilassarsi ed eliminare stanchezza e tossine fra spa, centri wellness, vari trattamenti di salute e bellezza, sauna e idromassaggi.
Il tutto sempre e comunque all’interno della cornice naturale dell’Alpe Cimbra.

Monte Cimone: un paradiso estivo per tutte le discipline mtb

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foto del monte cimone

Monte Cimone, Montecreto e tutta la zona dell’appennino modenese settentrionale è storicamente uno dei territori più favorevoli alle discipline mtb. Proprio gli ultimi anni queste località hanno visto gli operatori di settore impegnarsi ancora di più sia nella manutenzione dei tracciati sia nella creazione di nuove piste e iniziative.

foto del ristoro Monte Cervarola, all'arrivo della funivia di Montecreto.

Il panorama dal bar ristoro Monte Cervarola, all’arrivo della funivia di Montecreto. Sullo sfondo il Monte Cimone.

Il Cimone, mtb dagli anni 90

Il monte Cimone è importante stazione sciistica invernale, è fornito di impianti di risalita che permettono di giungere in prossimità della vetta partendo dal centro abitato di Sestola, da Canevare, frazione di Fanano, dalla località Le Polle di Riolunato e da Montecreto.

È stata una delle prime località sciistiche del centro Italia a credere nella mtb, dando il via alla stagione estiva con eventi, manifestazioni e strutture dedicate, già alla fine degli anni 90.

Oggi la funivia è naturalmente aperta anche nel periodo estivo e collega passo del Lupo, raggiungibile comunque in auto, a Pian Cavallaro. Da qui si può raggiungere la cima in circa un’ora e mezzo.

Sulle pendici del Cimone si trova il lago della Ninfa, di origine tettonica, luogo dal particolare interesse naturalistico per l’ecosistema unico che presenta.

foto del sentiero che costeggia il lago della Ninfa.

Il sentiero che costeggia il lago della Ninfa.

La cima del Monte Cimone, inoltre, è il punto geografico da cui si può vedere più superficie italiana, grazie ai suoi 2165 metri s.l.m.

Da qui si può infatti ammirare, in condizioni di ottima visibilità, tutto l’arco alpino, il mar Adriatico, il monte Amiata, l’Argentario, il mar Tirreno, l’isola d’Elba, la Corsica e l’isola di Capraia.

I percorsi per mtb del Cimone

Per quanto riguarda i percorsi, l’Anello del Cimone, con i suoi oltre 45 chilometri, unisce i quattro comuni che circondano il monte: Fanano, Sestola, Montecreto e Riolunato, ed è percorso che ogni rider dovrebbe compiere almeno una volta nella sua carriera.

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La spettacolare discesa dal Monte Spigolino verso il lago della Ninfa.

A questo si aggiungono poi innumerevoli e vari trail quali il Settechiese a Savigno o via Vandelli a Pievelago, senza contare i molti tracciati downhill come per esempio Pian del Falco a Sestola o Monte Cervarola a Montecreto e aggiungendo, importante nota finale, che ogni anno, fra maggio e ottobre, viene organizzato proprio in quella zona, con percorsi inediti, il Brevetto Appennino Modenese.

A Monte Cimone resteranno aperti al pubblico, per tutta l’estate, vari percorsi destinati a soddisfare ogni vostro appetito di mountain biker. Sia che amiate sopra ogni cosa praticare enduro e all-mountain o che preferiate il downhill, Montecreto Bike saprà fornire il sentiero giusto per le vostre esigenze, con una ricchezza di offerta destinata a calamitare sul posto rider di ogni tipo.

foto della salita da Capanna Tassoni verso il passo della Croce Arcana.

Salendo da Capanna Tassoni verso il passo della Croce Arcana.

Cerchiamo di dare un’occhiata ad alcuni di questi tracciati:

Tracciati all mountain Monte Cimone

Trail del Poggio Perduto

Con una lunghezza di circa 26 km, un dislivello in salita di 1223 metri e in discesa di 1624 metri, il Poggio Perduto propone un itinerario ben strutturato e molto vario, in grado di passare da una iniziale pista forestale fino al Passo Serre (obbligatorio qui gustarsi i magnifici panorami), che porta quindi a una prima discesa a tratti anche tecnica, per poi risalire fino a Pian del Falco, dove chi vorrà potrà fermarsi al rifugio Calvanella.

Da Passo del Lupo comincia una significativa discesa immersi nel folto del bosco fino a raggiungere Costamezzana su single track.

Non perdetevi quindi lo spettacolo del Mulino delle Tegge, appeso a un emozionante strapiombo, che preannuncia il ritorno a Montecreto attraverso circa quattro chilometri asfaltati.

foto della Vista delle valli di Fanano, Cimone e Corno alle Scale dalla cima del Monte Spigolino a 1783 metri s.l.m.

Vista delle valli di Fanano, Cimone e Corno alle Scale dalla cima del Monte Spigolino a 1783 metri s.l.m.

Percorso 64

Questo tracciato di quasi 10 km di lunghezza, 282 metri di dislivello in salita e 888 metri di dislivello in discesa prevede una iniziale risalita (attuabile sia in seggiovia che sulla via dei Monti) per scorrere quindi molto agilmente sulla pista forestale verso Serra Golara.

Si passa poi verso Monte Caprile da dove inizia il divertimento vero e proprio lungo una discesa nel bosco che, vuoi perché poco tecnica, vuoi perché ricca di curve, vi porterà a dimenticare i freni per precipitarvi fino all’asfalto, che vi attende per gli ultimi quattro rilassanti chilometri.

foto di La nostra Elena Martinello su un tratto ciottoloso del trail Pino Solitario.

La nostra Elena Martinello su un tratto ciottoloso del trail Pino Solitario.

Tracciati all mountain – enduro 

Trail del Berceto

Più di venticinque chilometri di lunghezza con un dislivello in salita di 1058 metri e in discesa di 1658 metri, la prima parte vi condurrà fino al Lago della Ninfa varcando, attraverso una pista forestale, il Passo del Lupo. Dal lago, dopo un tratto su asfalto, si risale quindi attraverso vari alpeggi fino a un altro specchio d’acqua, il Laghetto del Terzo, zona spettacolare ricca di flora e fauna da biotopo di origine glaciale dominato dagli svettanti 2165 metri del Monte Cimone.

Da qui comincia la discesa a cui dovete prestare particolare attenzione e impegno nel primo tratto, caratterizzato da alcuni prati. Le cose si fanno più facili e spassose in seguito, quando si entra nei boschi, per poi sorprendervi con l’apertura panoramica de La Bandita, un tratto su crinale che offre panorami mozzafiato.

Il percorso torna a essere più impegnativo fra Cima delle Caselle e Fugaccia e il tracciato diventa sempre più misto: superato Berceto e Fosso dei Mercanti incontrerete un tratto in asfalto e, svoltato a sinistra al bivio per Cà Palazza, sarete di nuovo su sterrato fino a Pian del Falco: vi aspettano quindi nuovamente dei boschi fino al Passo Serre e quindi i pascoli del Monte Cervarola.

foto dei una parte del trail Pino Solitario a Montecreto.

L’ultima parte del Pino Solitario prima di tornare nei pressi della partenza della funivia di Montecreto.

Già carichi per tutti questi cambiamenti, affronterete al massimo dell’adrenalina il tracciato gravity Pino Solitario che vi condurrà fino al campo sportivo di Montecreto.
Come il trail del Poggio Perduto, potete allungare l’itinerario di circa 8 chilometri se utilizzerete la via dei Monti, da Montecreto a Monte Cervarola.

Pino Solitario

Il trail del Pino Solitario presenta una lunghezza di 5,3 km, un guadagno di quota di 100 metri e un dislivello in discesa di 710 metri. La risalita può essere effettuata in seggiovia o tramite la via dei Monti (+8 km e +600m di ascesa).

Si tratta di uno degli itinerari gravity più famosi del Monte Cimone, molti dicono che solo questo sentiero merita il viaggio. L’ambiente spettacolare alterna in sequenza dei tratti scorrevoli e veloci con altri più lenti e tecnici.

Il terreno è naturale, con classici passaggi tra radici e alberi e, come quello in foto, su fondo composto da lastre di roccia levigate.

foto di un rider su un tratto del Pino Solitario.

La discesa sulla parte centrale del trail Pino Solitario sulle caratteristiche lastre di roccia.

Tracciati downhill del Monte Cimone

Rio Canalone

Anche gli amanti del dh troveranno “pane per le loro ruote” con il percorso del Rio Canalone, un tracciato dai due volti drasticamente diversi, destinato a soddisfare sia chi non ama toccare i freni che chi adora la discesa super-tecnica.

Potete effettuare la risalita sia con seggiovia che usando la già citata via dei Monti, per ritrovarvi alla partenza di un percorso di quattro chilometri e mezzo con dislivello in discesa di settecento metri.

Il tracciato gravity si snoda lungo il bordo del Rio Canalone e ha una struttura quasi perfetta: tecnico e impegnativo nella prima parte per poi trovare accelerazione e velocità nella seconda parte, mettendo quindi alla prova tutto il vostro bagaglio tecnico e le capacità della vostra mountain bike.

Lunghezza: 4.45 km, guadagno di quota 94 metri, dislivello in discesa 700 metri.

foto di Pippo Marani

L’inimitabile Pippo Marani, trail builder e “local N.1″ del Monte Cimone.

Novità 2016

Le novità del 2016 sono tre percorsi inediti preparati dal poliedrico e vulcanico Pippo Marani: New Trail Enduro Tour, E-bike Funky Race, New DH Il Gufo.

Pippo è un volto conosciuto sulle nostre pagine per eventi come il Trail of Pioneers e la Mini Blind Race, entrambi svoltisi in queste zone.

La costruzione di nuovi trail, assieme ad eventi di grossa portata e una visione sempre più bike-friendly, rappresenta una nuova spinta per il Monte Cimone.

Notevole la voglia di dare importanza, nelle fitte foreste del comprensorio, anche alla mtb elettrica all-mountain con dei percorsi dedicati alle e-bike, oltre che naturalmente all’enduro con i nuovi trail e al gravity con gli impianti di risalita della Cervarola.

Per maggiori informazioni: cimonebikepark.com.

Per scaricare le tracce dei percorsi: borealmapping.com

Giant 2017, ecco le novità per le mtb da trail e xc

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foto della giant trance 2017

L’azienda taiwanese Giant ha presentato le novità più interessanti per il 2017 a Kirchberg, in Germania, durante gli Eurobike Media Days.

Rinnovate la Giant Trance e la Anthem e presentata anche una versione della front XtC “vestita” con ruote plus, oltre alla nuova front xc Fathom.

Giant Trance 2017

La Trance è stata per anni il cavallo di battaglia in casa Giant e per il 2017 vede una serie di miglioramenti interessanti tra cui i 150 mm di escursione anteriore e 140 al posteriore per tutti i modelli.

Le ruote sono  sempre da 27,5″ ma telaio e forcella diventano più larghi con il sistema Boost, quindi 148 mm di battuta all’asse posteriore e 110 all’anteriore.

foto della La Giant Trance Advanced 2017 full carbon.

La Giant Trance 2017 in alluminio.

Il passaggio cavi è completamente interno eccetto il cavo del freno, la scatola movimento centrale è maggiorata a 92 mm e l’escursione posteriore di 140 mm è gestita con i nuovi ammortizzatori Rock Shox che utilizzano il sistema metrico e l’attacco Trunnion.

Ciò permette di ridurre gli ingombri di ben 25 mm, in modo da abbassare ulteriormente il baricentro e utile quando c’è poco spazio per il montaggio a telaio o per le taglie più piccole.

Per quanto riguarda le geometrie in casa Giant seguono il trend moderno che porta ad avere bici più basse, lunghe e aperte, quindi, rispetto al modello 2016, il tubo orizzontale aumenta di 10 mm, il movimento centrale si abbassa di 5 mm e i foderi del carro sono più corti di 5 mm.

Il supporto per il deragliatore anteriore è smontabile ed è previsto l’attacco ISCG 05 per il guidacatena.

foto della La Giant Trance Advanced 2017  con telaio full carbon

La Giant Trance Advanced 2017 con telaio full carbon e ruote TRX in composito.

Sei sono i modelli che vanno dai 6500 euro della top di gamma Trance Advanced (con telaio e biella ammortizzatore in carbonio, carro in alluminio) agli invitanti 1800 euro della entry level in alluminio.

La componentistica è marchiata Giant, tra cui il reggisella telescopico da 125 mm e le nuove ruote TRX in materiale composito sulla Advanced.

Sarà disponibile con i mozzi Boost 15×110 mm all’anteriore e 12×148 mm al posteriore.

Giant Anthem 2017

La Anthem è una full da xc marathon le cui novità riguardano il link della sospensione, che ora è in carbonio, con grande risparmio di peso e, come per la Trance, l’attacco dell’ammortizzatore di tipo Trunnion.

foto della La Giant Anthem Advanced SX 2017

La Giant Anthem Advanced SX 2017, con telaio in carbonio, nata per un utilizzo trail.

Le geometrie sono studiate per un utilizzo specifico con ruote da 27.5″ e anche qui abbiamo un top tube più lungo di 10 mm, l’angolo di sterzo si è aperto di 0,5° e i foderi inferiori hanno una lunghezza di 5 mm inferiore al modello 2016.

foto della La Giant Anthem Advanced 2017

La Giant Anthem Advanced 2017.

La Anthem Advanced, la top di gamma, presenta un telaio full carbon con forcella Fox 34 da 120 mm, la trasmissione è Shimano XT e componenti Giant, per un peso complessivo di 11,95 kg. 6500 euro per la Advanced o 4000 euro, a seconda delle versioni.

Sono previsti anche i modelli con telaio in alluminio, con prezzi tra i 2400 e i 3500 euro.

foto della Giant Anthe SX 2017

La Giant Anthem SX 2017 in alluminio.

Giant propone una versione Anthem SX con forcella da 130 mm pensata per un utilizzo più ampio verso il trail riding, e sarà disponibile sia in alluminio che con telaio in carbonio Advanced.

Giant Fathom

Per gli appassionati in cerca di una front 27.5″ “divertente”, ecco che Giant propone la nuova Fathom, dal telaio in alluminio Aluxx-SL, forcella da 120 mm e angolo di sterzo particolarmente aperto di 67°.

foto della mtb giant fathom 27.5"

La Giant Fathom 27.5″, con reggisella telescopico e forcella da 120 mm.

Disponibile in due versioni, la 27.5″ descritta e la 29″, con angolo di sterzo più chiuso da 69º e forcella da 100 mm. I prezzi saranno disponibili a breve.

foto della mtb front Giant fathom 2017 29"

La front Giant Fathom 29″ 2017.

Giant Xtc +

Ecco l’ultima novità, una front “da coppa del mondo” equipaggiata per il 2017 con pneumatici plus e forcellini regolabili in modo da poter essere montata anche single speed oppure con ruote da 29″.

Passaggio cavi interno, reggisella telescopico e trasmissione 1×11.

I mozzi sono entrambi di tipo Boost per ospitare coperture fino a 2.8″ al posteriore e 3″ all’anteriore. Anche per la XtC + i prezzi sono da confermare, si va dai 1800 euro in su.

foto della Giant XTC advanced plus.

La Giant XtC Advanced + 2017 con ruote dal 27.5″ plus e reggisella telescopico.

L’azienda taiwanese nata nel 1972, oltre che per la mtb, è famosa anche per le sue creazioni su strada che competono a livelli mondiali.

Per maggiori informazioni: giant-bicycles.com

Sombrio, abbigliamento per mtb

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abbigliamento ciclismo mtb sombrio

Sombrio è un marchio di abbigliamento canadese dedicato al mondo della mountain bike, divenuto ormai celebre in tutto il mondo.

maglietta e pantaloni della collezione di abbigliamento per il ciclismo Sombrio

Sponsor di numerosi biker famosi, testa i propri prodotti tra i difficili e spettacolari sentieri delle North Shore Mountains, nei pressi di Vancouver (British Columbia, Canada).

Gamma abbigliamento ciclismo Sombrio

La gamma di abbigliamento proposta da Sombrio è suddivisa fra le linee Freeride, Gravity, Epik e Cartel, all’interno di cui si possono acquistare pantaloni, maglie, guanti, cappelli, giacche e calze da mtb per uomo e donna.

maglietta a maniche corte e pantaloni da mtb Sombrio

Focalizzando la nostra attenzione per esempio sulle maglie, si passa dai modelli da gara a maniche lunghe alle semplici t-shirt da relax a maniche corte, mentre tra i pantaloni si va dalla classica versione da enduro fino a quella da cross country con salopette.

La prima caratteristica evidente è rappresentata dai colori sgargianti e dai bei disegni presenti su alcuni capi, come dimostrato nelle immagini presenti all’interno del nostro post.

magliette della collezione mtb Sombrio

Spostandoci sulle tecnologie, all’interno del sito Sombrio troverete ogni dettaglio sulle varie fibre utilizzate (S-Tek, Cool Wik, Performance Mesh, Dura Tek, Mobil Mesh, Quattro Flex Dura, Quattro Flex Lite, Core Flex Dura, Ax Suede, Coolmax e Merino Wool) e i consigli sulla tipologia di lavaggio da effettuare.

I prezzi dichiarati dall’azienda sul proprio sito sono esclusivamente in dollari e le ordinazioni, seguendo le indicazioni all’interno della sezione “Orders & Payment”, possono essere attuate direttamente online.

Biker e team sponsorizzati da Sombrio

Sombrio è lo sponsor ufficiale del GT Factory Racing Team e di altri sette biker a titolo individuale.

Tra gli atleti rappresentati, spiccano i nomi dell’americana Jill Kintner, campionessa mondiale di four-cross nel 2005, 2006, 2007 e bronzo olimpico nel Bmx a Pechino 2008 e dell’olandese Anneke Beerten, campionessa iridata di four-cross nel 2011, 2012 e 2015.

atlete di mtb che vestono Sombrio

Anneke Beerten e Jill Kintner, due atlete del GT Factory Racing Team sponsorizzato da Sombrio. 

Oltre alle due ragazze appena citate, ecco gli altri ciclisti vestiti da Sombrio: Darren Berrecloth, Greg Watts, Bryn Atkinson, Andreas Hestler, Katie Holden, Brayden Barrett-Hay, Rachel Throop, Martin Maes, Jackson Frew, Wyn Masters, Sam Dale e Brook Macdonald.

Per maggiori info, visita il sito Sombrio.

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