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Il test della Canyon Strive CRF 9.0 Team 2019: ruote da 29″ e nuovo Shapeshifter

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Test Canyon Strive CRF 9.0 Team 2019

Siamo stati invitati a Terlago (TN) per il test della Canyon Strive 2019, una mtb in carbonio con ruote da 29″ ed escursione di 150 mm posteriore, riducibili a 135 mm grazie al nuovo sistema Shapeshifter 2.0 con comando al manubrio.

La Strive 29 è già stata presentata a gennaio 2019, ma Canyon Italia ha voluto che una parte della stampa italiana fosse presente per un evento più ristretto e mirato.

foto della Canyon strive cfr

La Canyon Strive CFR 9.0 in taglia M, oggetto del nostro test. Foto: Alex Luise

Canyon Strive 29 2019, non solo un restyling

Il marchio tedesco Canyon è riconosciuto a livello mondiale per il suo sistema di vendita diretta al pubblico.

Da quest’anno ha finalmente portato nella sua gamma una enduro 29 pollici che si presenta con un telaio interamente in carbonio (senza versioni in alluminio, per ora), il sistema Shapeshifter completamente riprogettato, le sospensioni migliorate e una geometria rivista e più moderna, ma non troppo estrema come certe enduro appena uscite.

Riguardo a questo punto, non tutte le aziende vogliono continuare a spingere sulle geometrie: molto spesso per fare una buona bici basta semplicemente fare le cose fatte bene, e soprattutto per giudicare una mtb, a mio avviso, serve prima provarla e poi guardare le misure e gli angoli.

foto dei giornalisti al briefing canyon

Daniel e Moritz, i tecnici Canyon, durante il briefing ai giornalisti prima del giro. Foto: Alex Luise

Daniel Oster e Moritz Ströer, rispettivamente il product manager e l’ingegnere responsabile del settore gravity di Canyon, ci hanno infatti spiegato che, progettando la nuova Strive, abbiano voluto un mezzo che fosse sia competitivo nelle gare di enduro internazionali sia utilizzabile nei giri all mountain da un’ampia fetta di rider, quindi non solo per “pro”.

canyon-strive-terlago-2019-panorama

La Strive 29″, Terlago (TN) e i suoi scorci suggestivi.

In gamma Canyon, la Strive 2019 si piazza tra la sorella minore Spectral con 150 mm di escursione e la “sorellona” Torque con 180 mm di escursione, entrambe su ruote 27,5″.

Se invece cercate una più tranquilla trail bike, abbiamo presentato anche la Canyon Neuron CF con 130 mm di escursione.

foto dello shapeshifter 2.0

Sopra all’ammortizzatore e sotto al coperchio nero si nasconde lo Shapeshifter 2.0.

Canyon Strive 2019, caratteristiche tecniche

Sulle pagine di BiciLive.it abbiamo già parlato nei dettagli delle Canyon Strive 29 CF e CFR 2019, tuttavia riassumo qui i concetti salienti.

Ci sono due versioni, la Strive CF e la Strive CFR, che sono pressoché identiche riguardo a geometrie e rigidità ma la più costosa CFR è 300 grammi più leggera (2,4 kg solo telaio senza ammortizzatore contro i 2,7 kg della CF).

Questo grazie alle fibre del carbonio diverse, la loro disposizione e il rapporto tra resina e fibra. Inoltre la CFR presenta una forcella da 170 mm di escursione anziché quella da 160 mm della CF.

foto del comando del sistema shapeshifter di canyon

Il comando dello Shapeshifter 2.0 è composto da due piccole leve a cui si integra quello del reggisella telescopico.

Al posteriore su entrambi le versioni ci sono 150 mm di escursione con il cinematismo del carro che sfrutta la filosofia della Triple Phase Suspension, ideata inizialmente per la bici da downhill Sender e che consiste in tre fasi: sensibile a inizio corsa per la trazione, un buon supporto a metà corsa per la pedalata e la guida attiva e progressiva verso la fine così da sfruttare l’escursione completa solo nelle situazioni limite.

foto del sistema di Canyon Shapeshifter

Il funzionamento dello Shapeshifter 2.0., a sinistra in posizione DH e a destra in posizione XC.

Il rinnovato sistema Shapeshifter 2.0, progettato in collaborazione con Fox, ha una nuova cartuccia a gas comandata da un comando remoto sul manubrio. Il suo comando integra anche la leva del reggisella telescopico.

La Strive ha un angolo di sterzo di 65,6° con un offset (o rake) della forcella corto, ovvero l’avanzamento del mozzo rispetto all’asse di sterzo, 44 mm con RockShox e 42 con Fox. Questo si traduce in un trail maggiore (o una maggiore avancorsa). Un trail più lungo rende la bici più stabile.

foto dei giornalisti al test canyon 2019

Dopo il settaggio di ogni bici supervisionati dal meccanico Canyon, eccoci pronti a partire per la gionata di test. Foto: Alex Luise

I tecnici di Canyon hanno scelto questa combinazione perché rende la bici fluida nei tratti veloci, permette di avere peso sulla ruota anteriore e di conseguenza più controllo.

Resta tuttavia la maneggevolezza nelle sezioni più strette e nei cambi di direzione grazie anche alla misura dei foderi posteriori abbastanza contenuta, 435 mm.

foto del fodero della cnyon strive 29

Con dieci bici uguali, ecco come riconoscere la propria Strive in test.

I dettagli che ci piacciono

La Strive, come le altre Canyon, ha il perno passante con il quick release della ruota posteriore a scomparsa, un’idea tanto semplice quanto geniale, e il passaggio cavi è interno attraverso dell guaine in schiuma, per risparmiare peso. La bici è estremamente silenziosa.

Altra ottima scelta, il movimento centrale è filettato e non press fit.

Poi troviamo l’ormai classico standard boost su entrambi i mozzi, il reggisella telescopico da 150 mm in taglia M, il proteggi telaio posizionato sul tubo obliquo e il batticatena sul fodero destro. Dulcis in fundo, il telaio è già predisposto per un disco da 180 mm posteriore senza l’uso di un adattatore.

foto del gruppo di giornalisti al test canyon strive

Un momento di pausa durante la giornata di test. Foto: ALex Luise

La Canyon Strive 29 in pillole

  • Telaio: fibra di carbonio
  • Forcella: RockShox Lyrik RC2 170 mm
  • Ammortizzatore: RockShox Super Deluxe RCT 150 mm
  • Geometria variabile: sì
  • Escursione ant/post: 160/150mm (CF) – 170/150mm (CFR)
  • Freni: SRAM Code RSC
  • Trasmissione: SRAM X01 Eagle
  • Reggisella telescopico: RockShox Reverb Stealth 150 mm
  • Ruote: Mavic Deemax Pro, 29″
  • Pneumatici: Maxxis Minion DHR II 29″ x 2,5″ 3C Maxxgrip e Maxxterra
  • Attacco per deragliatore: no
  • Attacco portaborraccia: sì
  • Peso: 14,2 kg in taglia M senza pedali
  • Prezzo: 5.499 euro
foto di claudio riotti durante il test strive

La Strive CFR si è inserita da subito nella cerchia delel mie enduro preferite… Foto: Alex Luise

Il test della Canyon Strive CRF 9.0 Team 2019

Abbiamo passato un giorno intero sui trail dove da una decina di anni si corre il circuito Triveneto Enduro accompagnati da Luca Bortolotti di Ridaway Asd, guida locale ed esperto tracciatore.

Assieme a noi c’erano Daniel e Moritz di Canyon e Stefano Marconi, marketing manager Canyon Italia: una compagnia di ottimi rider, nonché pedalatori notevoli, e non può che far piacere constatare che anche “dall’altra parte” ci siano dei ciclisti appassionati proprio come noi (un fatto non sempre così ovvio nel mondo della bici).

Da segnalare che Canyon ha offerto a dieci fortunati vincitori la possibilità di rivivere al 100% le fasi del press camp durante la giornata di domenica, estraendo a sorte dieci persone che si sono trovate a fare i “tester” per un giorno, su bici nuove di zecca e con lo staff Canyon a disposizione.

Con questo “evento nell’evento”, il brand ha voluto dimostrare la vicinanza e la voglia di far toccare con mano i prodotti alla comunità dei mountainbiker, e noi non possiamo che appoggiare e promuovere l’iniziativa.

foto del test canyon strive a terlago

Non sono mancati i “trenini” sui trail di Terlago, ricchi di flow e ampie curve. Foto: Alex Luise

Anche se si è trattato di un test relativamente breve, con un giro di 22 km e 1200 metri di dislivello, è stato molto interessante poter girare e parlare direttamente con chi ha concepito e creato la bici che stai pedalando: sicuramente non una cosa da tutti i giorni.

foto dei giornalisti durante una risalita al test canyon

Uno dei momenti di risalita tra un sentiero e l’altro, altra occasione per scambiarsi pareri e sensazioni. Foto: Alex Luise

Terlago, un spot molto interessante

I sentieri di Terlago hanno in comune tutti una cosa, le rocce dell’alto Garda. Vanno dal flow veloce a quello più lento con sezioni rocciose, da facili a piuttosto tecniche. Salti naturali, canaloni, ripidi, tante belle radici umide e altrettante salite e “strappetti” hanno davvero permesso di mettere alla frusta la Strive in test.

Spero di poter tornare in questo posto perché la rete di trail è vasta e i panorami, oltre al cibo, sono spettacolari.

foto di claudio riotti durante il test canyon strive

Con una postura ben centrata, la conduzione nelle curve in appoggio sulla Strive 29″ è semplicissima. Foto: Alex Luise

In sella alla Strive 29

La posizione in sella è ben centrata, con le 29er il feeling è sempre quello di trovarsi più dentro alla bici e a me questa cosa piace molto, utilizzando “le ruotone” da diversi anni sulle mie bici personali.

Il manubrio da 780 mm di larghezza e 30 mm di rise, abbinato allo stem da 40 mm di lunghezza dicono solo una cosa: mollare i freni! Personalmente sull’enduro uso un manubrio da 750 mm lasciando il 780 sulla bici da downhill, ma mi sono trovato ugualmente bene.

Con il reach di 440 mm in taglia M e un top tube di 627 mm ci si trova su un mezzo spazioso ma non troppo, e qui si torna al discorso della bici “che vada bene a tutti”. Estremizzare angoli e misure può servire a una piccola fetta di rider, ma credo che siano pochi, nella massa, quelli che sanno sfruttare non dico il 100% ma l’80% della propria bici.

foto di claudio riotti nel test canyon

La Canyon Strive 29″ è molto maneggevole e facile anche nel “manual”. Foto: Alex Luise

Sono partito con un Sag del 20% anteriore e 30% posteriore, ho regolato gli appoggi secondo i miei gusti e come pressione nelle gomme tubeless con pneumatici Maxxis Minion DHR II 3C ho mantenuto 1,1 bar anteriori e 1,4 bar posteriori, viste le condizioni umide.

Sono altro 170 cm e peso 73 kg in assetto bike con zaino e sacca idrica, prediligo una guida pulita e attiva e ho regolato i ritorni delle sospensioni in modo da averlo veloce sulla forcella e medio sull’ammortizzatore.

A metà giro ho alzato leggermente la pressione nelle sospensioni, specialmente nella forcella che preferisco ben sostenuta a metà corsa, di modo da avere un feeling diverso e più reattivo, visto che la confidenza e la velocità sono aumentate esponenzialmente nel corso delle ore.

foto del test della canyon strive 2019

La Strive permette alte velocità… Foto: Alex Luise

In salita

In modalità normale la Strive è sempre sulla posizione “Shred”, da discesa. Premendo la leva più esterna dello Shapeshifter si passa dalla posizione DH a quella XC.

Qui l’escursione posteriore si riduce a 135 mm, l’angolo di sterzo varia da 65,6° a 67,1° e cambia anche l’angolo del tubo sella che da 73° sale a 74,5°, che non è estremamente ripido ma aiuta a pedalare più efficacemente, complice anche l’effetto anti squat dell’ammortizzatore che diventa più sostenuto.

foto del comando del reggisella della canyon strive

Lo Shapeshifer richiede solo un po’ di abitudine: le prime volte lo si scambia per la leva del reggisella, ma dopo qualche ora si crea l’automatismo.

Grazie a questi cambiamenti, la Strive risulta più agile e maneggevole in salita, e il tutto avviene semplicemente azionando la leva e pedalando. Non c’è più bisogno di “pompare” la bici come nella precedente versione.

La trazione è abbondante, grazie al movimento centrale più alto e anche alle ottime gomme Maxxis. Le pedivelle corte da 165 mm sono utilissime sulle salite tecniche e rocciose, non ho avuto problemi di impatti o urti.

foto di claudio riotti in sella alla canyon strive

Passaggi tecnici? No problem con la Strive 29″, infonde sicurezza e incassa i colpi senza scomporsi. Foto: Alex Luise

In discesa

Appena inizia la discesa, basta un click sulla seconda levetta interna e la Strive si trasforma in un mezzo aggressivo, stabile ma incredibilmente agile e scattante.

In modalità DH la corsa posteriore è 150 mm, l’altezza della sella e quella del movimento centrale sono ridotte e si crea un centro di gravità più basso e un angolo sterzo più aperto.

L’interasse si allunga per offrire maggiore stabilità nelle discese veloci e nelle sezioni ripide, e vi assicuro che questa differenza si sente eccome.

foto di claudio riotti in sella alla canyon strive a terlago

Nelle frequenti sezioni rocciose la Strive è risultata stabile e agile allo stesso tempo. Foto: Alex Luise

Le sospensioni RockShox dialogano egregiamente pur presentando un divario di 20 mm nelle escursioni, e tutto il “sistema bici” si comporta all’unisono: le ottime ruote Mavic Deemax Pro dal canale differenziato (28 mm all’anteriore e 25 mm al posteriore), la trasmissione SRAM X01 Eagle, i potenti freni SRAM Code RSC e gli appoggi G5 contribuiscono a mettere il rider a proprio agio, come se fosse “la sua bici di sempre”.

foto di un rider a terlago

Nelle curve senza appoggio, grazie anche a pressioni basse e ottime gomme, sembrava di essere sui binari. Foto: Alex Luise

Il sistema di sospensione è progressivo e conferma quanto spiegato dai tecnici, ovvero è sensibile a inizio corsa ma a metà corsa è più sostenuto e stabile, fattore utilissimo nei tratti in cui il rider deve rilanciare e pompare sui pedali per mantenere la velocità.

foto di claudio riotti su un drop

Un drop “improvvisato”: ottima la risposta della sospensione verso il fine corsa, molto progressiva. Foto: Alex Luise

La particolarità che mi ha sorpreso di più in questo breve test è la reattività della Canyon Strive, la capacità di pensare a un movimento e subito sentire la bici che lo esegue, sensazione che su poche MTB ho sperimentato.

Questo si traduce in una confidenza immediata che porta a velocità elevate senza accorgersi, e grazie anche alla leggerezza, a staccare le ruote dovunque. Vi confesso che mi è proprio spiaciuto doverla restituire. ;-)

foto di claudio riotti con la canyon strive 2019

Canyon Strive CFR 9.0, una bici che ti lascia il sorriso: performante in salita e fantastica in discesa. Foto: Alex Luise

Conclusioni

Grazie allo Shapeshifter 2.0 e l’abilità dei suoi progettisti, con la nuova Strive si hanno effettivamente due bici in una. Nel caso il sistema Shapeshifter dovesse essere da revisionare, ci si può rivolgere a qualsiasi centro assistenza Fox, e questo è un plus non indifferente.

L’idea di Canyon non è senz’altro la prima, né è l’unico sistema sul mercato che permette di variare l’assetto della bici. Ora però, con gli affinamenti e la maturità di quest’ultima versione, a mio avviso Canyon ha fatto centro e la Strive 29 CFR 9.0 Team risulta essere un mezzo polivalente, dal grandissimo potenziale, che sarebbe bello poter testare per più tempo e su terreni e tipologie di trail diverse, anche per verificare l’effettiva affidabilità del nuovo Shapeshifter

Inoltre, ci sono sei montaggi che accontentano ogni esigenza, partendo da 2.999 euro fino a 6.999 euro, tutti in carbonio, con reggisella telescopico e coperture Maxxis 3C.

Le taglie disponibili vanno dalla S alla XL, per rider che misurano da 158 cm fino a 2 m di altezza.

Ricordiamo che Canyon propone nella sua gamma anche delle ottime ebike, la Canyon Neuron:ON del 2019 e la Canyon Spectral:ON del 2018.

Trovate tutta la gamma eMTB nel nostro catalogo e listino prezzi 2019 delle e-bike Canyon.

Si ringrazia Dainese per il completo e le protezioni fornite.

Per maggiori informazioni sui prodotti del brand tedesco vi invitiamo a consultare il sito ufficiale Canyon.


SportNature Travel: alla scoperta dell’Alto Garda

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SportNature Travel: alla scoperta dell'Alto Garda

Si moltiplicano di anno in anno le iniziative e offerte per un turismo eco-sostenibile su due ruote, e SportNature Travel si propone come una delle realtà più serie e meglio attrezzate per farvi scoprire la zona dell’Alto Garda e delle sei cime che caratterizzano la zona di Rovereto e suoi immediati dintorni.

Dalla bellezza del Lago di Garda visto dall’alto degli angoli meno frequentati, fino alla natura incontaminata e sorprendente del Lago di Cei, da cime di commovente bellezza come il Monte Stivo o il Monte Baldo, l’Alto Garda continua a essere una miniera ricchissima di luoghi di ancora poco esplorati, lontani dal turismo di massa.

E accanto ai panorami naturali troverete anche tanta storia, fra musei e castelli, così come una cultura ricca e tutti i sapori dell’eno-gastronomia trentina.

Ponale

La strada del Ponale: una suggestiva strada scavata nella roccia, a picco sul lago.

SportNature Travel: professionisti del territorio al tuo servizio

Per organizzare al meglio i tour e le attività che vi porteranno a conoscere l’area serve un team di professionisti che non lasci nulla al caso.

SportNature Travel conosce e ama questo territorio da sempre e mette questo know how al servizio dei clienti con una serie di iniziative che privilegiano l’e-bike ma comprendono anche nordic walking, trail e trekking.

Tanto sport e attività fisica, quindi, ma anche la capacità di individuare gli angoli più suggestivi, accanto al saper individuare le eccellenze locali sia in campo culturale che eno-gastronomico, così da assicurare una full immersion in questo angolo di paradiso.

Castel Beseno

Castel Beseno è la più grande fortezza del Trentino, con vista sulla Vallagarina.

SportNature Travel è partner dell’APT Rovereto e Vallagarina, socia di Fiavet Trentino, iscritta all’elenco delle agenzie di viaggio e turismo della Provincia di Trento, collabora con SIEB (Scuola Italiana E-Bike) e SINW (Scuola Italiana Nordic Walking); tutti i pacchetti infine sono sono comprensivi di assicurazione medico-bagaglio.

Per maggiori informazioni potete recarvi sulla home page di SportNature Travel.

Castello d'Avio

Il castello di Sabbionara d’Avio, storica costruzione alle porte meridionali del Trentino.

Ciclotour Alto Garda e Vallagarina

Un ciclotour completo dell’intera zona dell’Alto Garda e Vallagarina, che a seconda delle preferenze può essere realizzato in due differenti opzioni, da cinque o sette notti.

In entrambi i casi giungerete a conoscere a fondo il territorio attraverso una serie di escursioni in ebike ben differenziate, che toccheranno una moltitudine di location di grande interesse. In un breve elenco occorre nominare almeno l’alta Vallagarina, Ponale e Lago di Ledro, Lago di Garda e l’Eremo di San Colombano.

Occorre una menzione particolare per il Monte Baldo, che recentemente è stato candidato a patrimonio UNESCO e il cui Parco Naturale è noto per la sua straordinaria biodiversità.

L’Eremo di San Colombano

L’Eremo di San Colombano, miracolo architettonico a strapiombo sul torrente Leno.

Ma questa breve carrellata di nomi non rende giustizia alla ricchezza dell’offerta di questi tour: per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare la pagina dedicata al Ciclotour Alto Garda e Vallagarina, che contiene i dettagli completi per ogni giornata.

Questa offerta fa parte di un progetto più vasto, Trentino Arena Experience, che comprende anche un tour di tre notti che raggiunge i castelli più belli della zona ed escursioni giornaliere sul Lago di Cei, differenziate a seconda del livello di esperienza dei partecipanti.

3Tappe Trentine: fatica ed emozioni su bici da corsa

Il progetto 3Tappe Trentine è un programma dettagliato dedicato a tutti gli appassionati della bici da corsa per mettersi alla prova, allenarsi e perfezionare la propria condizione atletica.

SportNature Travel ha identificato un gran numero di percorsi sulla base di alcune fra le più importanti e storiche salite ciclistiche del Trentino, comprensivi di tratti appartenenti a gare molto note come per esempio la Gran Fondo Charly Gaul.

I partecipanti potranno usufruire della consulenza e supervisione di una guida molto preparata che permetterà loro di concentrarsi su sella e pedali senza pensare agli itinerari, spesso su strade secondarie con traffico molto ridotto.

A completare l’offerta troverete la presenza di un automezzo per l’assistenza tecnica, completo di carrello porta-bici e in grado di accogliere fino a otto rider.

Il pacchetto comprende pernottamento in strutture attrezzate di bike room, con ricca colazione per ripartire alla grande.

Anche in questo caso, per scoprire tutti i dettagli così come per comprendere quale tipologia di offerta sia più adatta al vostro livello di preparazione, vi invitiamo a consultare la pagina dedicata.

Il team KTM Protek DAMA del Torrevilla Bike

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Il Team KTM Protek DAMA e Torrevilla MTB

In questo articolo vi raccontiamo la storia del team cross country KTM Protek DAMA e il Torrevilla Bike Asd, associazione da cui il team si è formato.

Il club Torrevilla MTB è nato nel 1988 ed è stato fondato da Fabrizio Pirovano, designer e progettista di fama internazionale che ha collaborato con le più prestigiose aziende di bici e non.

Fin dagli inizi, all’interno dell’associazione si sono delineate due distinte attività: la sezione escursionisti, rivolta ai biker che amano pedalare in tranquillità, e la sezione agonisti.

foto del team ktm protek dama

Il team KTM Protek DAMA e lo staff, al centro il presidente Fabrizio Pirovano.

Il team agonistico, che ora ha il nome di KTM Protek DAMA, negli anni è cresciuto sia di numero che a livello di risultati, partecipando a tutte le maggiori competizioni nazionali e internazionali e conseguendo regolarmente dei podi a livello amatoriale ed Elite, con anche presenze in Coppa del mondo in Europa e in Sud Africa.

Nel 2018, su 75 gare hanno collezionato ben 65 podi e 22 primi posti.

Il team KTM Protek DAMA 2019

La forte squadra ha subito un rinnovamento lo scorso inverno e per la stagione 2019 si presenta in gran forma con alcune new entry come ad esempio l’ingresso di Mirko Tabacchi, Elite di livello internazionale, campione italiano di XC Eliminator e tricolore XC nel 2013. Mirko è partito molto bene quest’anno ed è già stato autore di ottimi piazzamenti e alcune vittorie.

foto di mirko tabacchi del team protek dama

Mirko Tabacchi in azione. È stato campione italiano XC elite 2013.

Se Tabacchi è il Re, la Regina è Serena Calvetti, Elite, con tre titoli italiani Juniores vinti e uno Elite nel 2017. C’è la riconferma della giovane Letizia Motalli (Junior) fresca della maglia di campionessa italiana ciclocross negli Juniores e Marta Zanga (Junior) per quanto riguarda la parte femminile del team.

Gli uomini invece sono: Denis Fumarola, Beltain Schmid, Mattia Setti, Domenico Valerio negli Elite. Simone Colombo, Master 2, Edoardo Xillo, Emanuele Huez, Dominique Sitta, Stefano Sala e Fabrizio Panzeri negli Under 23. Mattia Beretta ed Emanuele Huez negli Junior, Matteo Bianchini, Allievo e Tommaso Nalin, Esordiente.

Parlando di questi ultimi, il settore giovanile ha già dato grosse soddisfazioni nel 2018 e per il 2019 naturalmente si punta sulla voglia e l’entusiasmo dei più giovani, che sono il futuro della mountain bike.

L’obiettivo è quello di creare un ambiente piacevole e stimolante per migliorarsi come piloti e crescere come persone, senza cedere alla “voglia di apparire” e del “risultato a tutti costi”, con anche le conseguenza che questa attitudine può portare; argomenti che spesso portano fuori strada lo sport giovanile.

foto di un atleta del team ktm protek dama

Quest’anno il team KTM Protek DAMA porta nel logo anche il marchio dell’UCI, l’Unione Ciclistica Internazionale, e sui campi gara è guidato da Aldino Rota, team manager UCI, Alberto Milesi, meccanico ufficiale, Valentina Milesi, responsabile trasferte, Andrea Iacobacci, responsabile logistica e Luca Maggioni, presidente del Team Torrevilla Bike.

Le bici del team KTM Protek DAMA

I piloti del team KTM Protek DAMA utilizzano le mtb full suspended KTM Scarp Prestige e le front KTM Myroon Prestige, entrambe con ruote da 29 pollici, del brand austriaco.

Quest’anno colpisce il fatto che la livrea non è il classico “arancione KTM” ma in due tonalità di grigio, molto più classica ma anche aggressiva ed elegante allo stesso tempo.

Trovate i dettagli di tutti i modelli di mountain bike KTM nel nostro catalogo delle mtb KTM 2019.

foto della KTM Scarp Prestige 29 utilizzata dal tema KTM Protek DAMA per il 2019

La KTM Scarp Prestige 29 utilizzata dal tema KTM Protek DAMA per il 2019.

Per quanto riguarda la full, la KTM Scarp Prestige sfrutta il sistema di sospensione SLL (Straight Line Link) ideato dalla ditta austriaca.

Questa tecnologia permette di avere una sospensione che lavora efficacemente sui forti impatti, ma al contempo conserva una buona sensibilità anche sulle asperità più lievi e un’ottima efficienza in pedalata. 

Nel complesso la sospensione SLL dona al rider una guida più pulita grazie al grip e alla trazione aumentate rispetto a una front, specialmente nei tratti tecnici in salita, frangenti cruciali nella disciplina dell’XC.

foto del team ktm protek dama 2019

Il team KTM Protek DAMA 2019 al completo e in primo piano le KTM Myroon Prestige (a destra) e Scarp Prestige.

Sospensioni FOX sulla Scarp e RockShox sulla Myroon.

Entrambi i modelli di bici sono montati con ruote italiane della vicentina Damil Components in carbonio o in alluminio a seconda dei rider, trasmissione Sram Eagle XX1, freni Magura MT8 e pneumatici Maxxis con il PTN, uno dei sistemi di protezione del cerchio MTB di cui abbiamo parlato.

Da sottolineare che la ditta austriaca non si limita esclusivamente a fornire le bici: Fausto Maschi, responsabile della filiale italiana KTM e che abbiamo conosciuto durante la nostra visita in azienda KTM, supporta e consiglia la squadra in tutte le decisioni importanti.

Il club Torrevilla Bike Asd

Abbiamo detto che il team KTM Protek DAMA nasce dalla lunga esperienza del club  Torrevilla Bike.

Infatti, facendo un passo indietro verso la fine degli anni ottanta, troviamo un gruppo di ragazzi con un obiettivo ben preciso: diventare il gruppo mountain bike di riferimento per la Brianza, la zona geografica a nord di Milano e a sud del lago di Como.

Arrivati a oggi e vedendo i risultati anche del team KTM Protek DAMA si può affermare la riuscita di questo progetto, con tanto lavoro e tanto impegno che sono stati ripagati dalle grandi soddisfazioni conseguite nei 31 anni di attività.

Inizialmente il gruppo Torrevilla Bike contava 20 iscritti, oggi sono oltre 150, tutti biker appassionati e mossi dallo stesso spirito: divertirsi pedalando in compagnia, privilegiando il contatto e il rispetto della natura.

foto del club torrevilla mtb

Il club, oltre a un folto calendario escursioni, vanta anche una scuola di avviamento alla mountain bike con tanto di area verde assegnata dall’amministrazione comunale di Torrevilla, il Parketto Bike.

Qui si incontrano bambini, ragazzi e adulti che vengono ad allenarsi in un luogo sicuro con percorsi di varia difficoltà, piccoli guadi, ponticelli di legno, onde e salti.

Per maggiori informazioni sul team KTM Protek Dama andate sul sito dedicato al team.

Per seguire il team in tempo reale cliccate sulla pagina Facebook del KTM Protek DAMA.

Per il Torrevilla Bike invece il sito è www.torrevillamtb.com, con anche il link delle escursioni a questa pagina.

Infine, per saperne di più sulle bici KTM cliccate sul sito ufficiale KTM.

Bluegrass è partner del team Scott DH Factory per la stagione 2019

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Ride Green 2019 per un Giro d'Italia eco-sostenibile

Bluegrass, marchio dell’italiana MET, annuncia la sua partnership con il team Scott DH Factory. Il marchio di Talamona, sinonimo di garanzia e sicurezza, sarà il fornitore esclusivo di caschi della squadra per tutta la stagione 2019.

Prima di concludere questa partnership, Bluegrass ha lungamente collaborato coi campioni mtb di discesa Marine Cabirou, Dean Lucas e Florent Payet che hanno testato accuratamente il casco Bluegrass Legit Carbon per raggiungere il massimo dell’affidabilità e del comfort.

È possibile dunque che abbiate già visto sfrecciare i campioni Scott con il loro Bluegrass Legit Carbon in sella alle loro mountain bike sui migliori tracciati di downhill.

Marine Cabirou con il nuovo casco Bluegrass Legit Carbon del team Scott DH Factory

Se non è così, vi basterà restare sintonizzati sul calendario di Coppa del Mondo DH, il via è previsto a Maribor in Slovenia il 27-28 aprile, per vedere i discesisti Scott all’opera e scoprire che ad ogni gara sfoggeranno una grafica diversa sul loro casco.

Il Bluegrass Legit Carbon non solo è sicuro e comodo, ma ha anche dei layout accattivanti che si sposano con l’indole di ciascun biker.

Pesa solo 1.100 grammi nella taglia M e se volete scoprire tutte le sue caratteristiche vi invitiamo a leggere l’articolo sul nostro magazine dedicato al nuovo Bluegrass Legit Carbon, il casco superleggero per DH.

I campioni di discesa Marine Cabirou e Florent Payet

Marine Cabirou e Florent Payet. Il team Scott DH Factory ad ogni gara di Coppa del Mondo indosserà un casco con una grafica nuova realizzata con Monkey’s Sauce.

La campionessa Marine Cabirou ha espresso chiaramente il suo entusiasmo per la scelta del team di adottare il Bluegrass Legit Carbon per la sua leggerezza e comodità ma anche per la possibilità di aggiungere un tocco personale al look. Magari è anche grazie a questo che ha aperto la stagione DH 2019 con una schiacciante vittoria nella Brioude DH Cup di marzo nelle Alpi francesi.

Anche Dean Lucas sottolinea la comodità del casco e la sua perfetta adattabilità agli occhiali Scott, sottolineandone la leggerezza e il comfort. Ricordiamo che grazie alla sua forma interna e all’imbottitura “snap-in”, il casco si adatta facilmente a tutte le dimensioni e forme della testa. Inoltre ha delle prese d’aria nei pressi delle orecchie che facilitano sia l’udito che di conseguenza l’equilibrio del biker.

Il casco Bluegrass Legit Carbon visto da diverse angolazioni

Il casco Bluegrass Legit Carbon si integra perfettamente con la maschera e garantisce il massimo della visibilità.

Florent Payet conferma l’entusiasmo dei compagni di squadra perché il Bluegrass Legit Carbon ha un design unico ideato apposta per le gare. È un casco che garantisce la massima protezione grazie alle sue due calotte: quella esterna in fibra di carbonio e quella interna in EPS multi-impatto.

Il team manager Patrice Afflatet conosce l’affidabilità e la serietà del marchio Bluegrass ed è ben contento di averlo al proprio fianco con il suo casco top di gamma per la discesa.

Marine Cabirou in azione sulla sua mtb Scott e con indosso il casco Bluegrass Legit Carbon

Marine Cabirou ha aperto la stagione 2019 con la vittoria alla Brioude DH Cup in Francia.

Entusiasmo che è ricambiato anche dai vertici Bluegrass, felici di servire il team Scott DH Factory oltre alle già consolidate partnership con Polygon UR, Norco Factory Racing e Insyncracing e di portare a quattro il numero di squadre di Coppa del Mondo che indosseranno un casco Bluegrass nella stagione 2019.

Per maggiori informazioni sui caschi della casa lombarda vi consigliamo di visitare il sito ufficiale Bluegrass.

Il calendario delle gare Mercedes-Benz UCI Mountain Bike World Cup 2019 e 2020

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Calendario gare Mercedes-Benz UCI Mountain Bike World Cup 2019 e 2020

Sono state confermate tutte le date e le località per le prossime gare DH e XC di Coppa del Mondo UCI 2019: ecco dunque il calendario completo delle gare che prevede alcune novità per quanto riguarda la disciplina del downhill.

La Coppa del Mondo DH 2019 sarà composta da otto round invece di sette come l’anno precedente. È introdotta la gara di DH a Snowshoe, West Virginia, USA. Sette invece resteranno le gare di Coppa del Mondo XCO.

Le gare si apriranno a brevissimo nella ormai nota sede di Maribor in Slovenia il prossimo 27-28 aprile, con la prima competizione valida per la Coppa del Mondo DH. La sede slovena è avvezza alle gare di una Coppa del Mondo avendo già ospitato la Coppa nel 2010 ed è pronta ad aprire la stagione 2019 con il downhill.

Seguirà il secondo appuntamento ad Albstadt in Germania dove inizierà la Coppa del Mondo XCO.

Maribor in Slovenia ospiterà la prima gara di Coppa del Mondo DH 2019

La stagione 2019 inizia con il DH a Maribor in Slovenia.

Tra le novità 2019 troviamo il ritorno della sede storica di Les Gets in Francia che a luglio ospiterà sia la gara di downhill che quella di cross country. L’ultima apparizione della sede francese in Coppa del mondo UCI risale al 2002.

Le competizioni si chiuderanno tra fine agosto e i primi di settembre con le due gare conclusive: l’UCI MTB World Championship a Mont-Sainte-Anne, Canada e poi la gara di fine stagione nella nuova sede di Snowshoe negli Stati Uniti. Queste ultime ospitano i round di entrambe le discipline DH e cross country.

Il calendario UCI Mountain Bike World Cup e World Championships 2019

Queste le tappe 2019 del Mercedes-Benz UCI Mountain Bike World Cup e World Championships: per ognuna abbiamo anche elencato il sito web ufficiale per ulteriori informazioni sull’evento programmato.

27-28 aprile 2019
Maribor, Slovenia (DH) – Sito ufficiale

18-19 maggio 2019
Albstadt, Germania (XCO, XCC) – Sito ufficiale

25-26 maggio 2019
Nové Mesto, Repubblica Ceca (XCO, XCC) – Sito ufficiale

1-2 giugno 2019
Fort William, Scozia (DH) – Sito ufficiale

8-9 giugno 2019
Leogang, Austria (DH) – Sito ufficiale

6-7 luglio 2019
Vallnord, Andorra (DH, XCO, XCC) – Sito ufficiale

13-14 luglio 2019
Les Gets, Francia (XCO, XC, DH) – Sito ufficiale

3-4 agosto 2019
Val di Sole, Italia (XCO, XCC, DH) – Sito ufficiale

10-11 agosto 2019
Lenzerheide, Svizzera (XCO, XCC, DH) – Sito ufficiale

31 agosto – 1 settembre 2019
UCI MTB World Championships – Mont-Sainte-Anne, Canada

7-8 settembre 2019
Snowshoe, Stati Uniti (XCO, XCC, DH) – Sito ufficiale

Il 3 e il 4 agosto la val di Sole ospiterà l'UCI Wolrld Cup 2019

Ad agosto il mondiale XC, XCO e DH arriva in Val di Sole.

Mercedes-Benz UCI Mountain Bike World Cup e World Championships 2020

Visto che nel 2020 ci saranno le Olimpiadi, è già stato reso noto il calendario di Coppa del Mondo: a partecipare alle olimpiadi sarà la categoria Elite XCO e questo influenza il Calendario 2020.

La stagione inizierà ancora con il DH ma ci saranno ben tre gare di downhill prima di veder partire le competizioni di cross country.

La Coppa del Mondo di DH si aprirà a marzo a Lousã in Portogallo e quella di XCO ad aprile a Nové Mesto, Repubblica Ceca. A tornare in calendario è la sede dell’isola di Lošinj, in Croazia, grande assente del 2019.

I campionati mondiali, per via del ciclo olimpico, saranno divisi per disciplina e di svolgeranno in due sedi diverse, Albstadt e Val di Sole. Inoltre verranno ridotte le gare per l’XCO: sei competizioni invece delle solite sette. Per quanto riguarda i discesisti invece le gare restano otto come introdotto nella stagione 2019.

A fine giugno 2020 si svolgeranno i Campionati Mondiali di XCO ad Albstadt, in Germania, mentre la nostra Val di Sole a metà settembre 2020 ospiterà i Campionati Mondiali DH.

Calendario Mercedes-Benz UCI Mountain Bike World Cup e World Championships 2020

21-22 marzo: Lousã, Portogallo (DH)
2-3 aprile: Maribor, Slovenia (DH)
9-10 aprile: Lošinj, Croazia (DH)
23-24 aprile: Nové Mesto, Repubblica Ceca (XCO, XCC)
6-7 giugno: Fort William, Scozia (DH)
20-21 giugno: Vallnord, Andorra (DH, XCO, XCC)
26-28 giugno: UCI MTB XCO World ChampionshipsAlbstadt, Germania
15-16 agosto: Lenzerheide, Svizzera (XCO, XCC)
22-23 agosto: Mont-Sainte-Anne, Canada (DH, XCO, XCC)
5-6 settembre: Leogang, Austria (DH)
10-13 settembre: UCI MTB DH World Championships – Val di Sole, Italia
19-20 settembre: Les Gets, Francia (DH, XCO, XCC)

Per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare il sito ufficiale Unione Ciclistica Internazionale.

SRAM Eagle AXS, la trasmissione elettronica per mtb

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SRAM Eagle AXS, trasmissione elettronica

Con il sistema SRAM Eagle AXS, SRAM introduce sul mercato un nuovo concetto di trasmissione elettronica che promette di facilitare e migliorare l’esperienza di guida in mountain bike.

SRAM Eagle AXS è solo una parte del nuovo ecosistema SRAM AXS composto da trasmissioni per mtb, bici da corsa e altri componenti come il reggisella telescopico Rock Shox Reverb AXS, ma chissà se in futuro arriveranno anche altri componenti compatibili.

Una delle missioni di SRAM è facilitare la vita dei ciclisti con componenti sempre più facili da usare e più affidabili, come è stato quando uscì il primo sistema monocorona che ha rivoluzionato il mondo delle trasmissioni. A breve distanza segui il sistema SRAM Eagle che fu un ulteriore passo avanti introducendo anche il concetto di ecosistema Eagle.

kit sram eagle axs xx1

Il nuovo kit SRAM Eagle AXS XX1 è la trasmissione più evoluta sul mercato.

Il nuovo SRAM Eagle AXS prende il meglio di tutto quello finora creato da SRAM arrivando, a detta dell’azienda, al sistema tecnologicamente più avanzato del mercato.

Nel concepire questo nuovo tipo di trasmissione SRAM non si è limitata a prendere uno SRAM Eagle e aggiungere dei componenti elettronici, ma ha creato un sistema tutto nuovo che promette di fare cose che un normale sistema meccanico non può fare.

La serie SRAM AXS non è composta da sole trasmissioni, come accennato, ma in questo articolo vi parleremo solo di questa tipologia di componenti, nel dettaglio delle trasmissioni SRAM Eagle AXS destinate al fuoristrada con prezzi di listino che partono da 2.000 euro per il kit SRAM X01 Eagle AXS.

SRAM Eagle AXS: velocità e affidabilità al primo posto

Durante la progettazione del sistema SRAM AXS, l’obiettivo da raggiungere era semplice: avere una cambiata veloce e precisa con un solo click senza peccare in robustezza. Per raggiungere questo obiettivo è stata utilizzato il meglio della tecnologia delle trasmissioni SRAM Eagle, una lunga progettazione e test sul campo, grazie anche al supporto di grandi atleti.

Campioni mondiali come Nino Schurter stanno utilizzando il sistema SRAM Eagle AXS già da tempo, quindi l’uscita di questo nuovo sistema non è stata una sorpresa. È grazie proprio all’utilizzo sui campi di gara che SRAM ha potuto perfezionare il sistema prima della vendita al pubblico. Oltre a Nino, anche altri campioni stanno utilizzando lo SRAM Eagle AXS come Nina Frei, Mitch Ropelato e Jerome Clements.

Il cuore del sistema SRAM Eagle AXS è il deragliatore posteriore, una piccola meraviglia tecnologica che permette di avere una velocità di cambiata mai vista prima, con precisione assoluta pur mantenendo un elevata affidabilità.

Le prime preoccupazioni che vengono in mente pensando ad un cambio con componenti elettronici sono la resistenza all’acqua, alla polvere e agli urti, ma non vi dovete preoccupare perché i progettisti SRAM ne hanno tenuto conto.

Tutti i componenti del sistema SRAM Eagle AXS sono progettati per resistere all’acqua con un grado di protezione IP69K ovvero la certificazione più alta sia per la resistenza alla polvere che all’acqua, sviluppato per i settori in cui è necessaria una protezione supplementare contro le alte pressioni e le alte temperature.

Oltre alla protezione IP69K, gli altri rischi a cui è sottoposto in particolare il deragliatore posteriore sono gli urti. Per proteggere questo componente è stato progettato un apposito sistema che non solo evita rotture in caso di collisione, ma riporta il deragliatore nella posizione originale dopo aver assorbito l’impatto.

foto del deragliatore dello SRAM Eagle AXS

Il deragliatore dello SRAM Eagle AXS ha una frizione che assorbe l’impatto e lo riporta torna automaticamente nella posizione iniziale.

Facile da usare e personalizzabile

Oltre all’estrema velocità di cambiata, un’altra caratteristica che contraddistingue il sistema SRAM Eagle AXS dagli altri è la semplicità di manutenzione e utilizzo.

L’installazione del sistema SRAM Eagle AXS sulla vostra mountain bike prevede la semplice regolazione di 3 viti sul deragliatore posteriore, tutto il resto viene gestito dal applicazione SRAM, che dovrà essere installata sul vostro smartphone.

Tramite l’app sarà possibile regolare ogni dettaglio della vostra trasmissione, dalla funzione dei tasti al numero di rapporti che deve essere variato alla pressione del tasto.

Grazie alla presenza dei pulsanti personalizzabili e il monocorona, l’uso di una trasmissione non è mai stato cosi facile ed immediato.

schermate dell'applicazione SRAM AXS

Con l’ausilio dell’applicazione dedicata, il vostro sistema SRAM Eagle AXS è personalizzabile sotto ogni aspetto.

I componenti del sistema SRAM Eagle AXS

I componenti che costituiscono il sistema di trasmissione SRAM Eagle AXS sono gli stessi di un sistema monocorona tradizionale, ma senza guaine e cavi a volte antiestetici ed elemento di usura o fonte di malfunzionamento.

Ovviamente si toglie da una parte ma si aggiunge dall’altra: essendo un sistema elettronico è necessaria un alimentazione che in questo caso è fornita da batterie.

Batterie, due tipi per maggiore versatilità

Le batterie utilizzate sullo SRAM Eagle AXS sono di due tipi: batteria agli ioni di litio per il deragliatore e il reggisella e una classica batteria a bottone per il manettino, o meglio il controller. La batteria usata per deragliatore e reggisella è un modello unico, così da poterla usare su un componente o l’altro senza problemi. Questo accorgimento permette di acquistare un solo tipo di batteria di scorta da poter usare in caso di emergenza per un componente o l’altro.

La durata delle batterie varia a seconda della frequenza di interazione con il sistema, cambiate ed azionamento reggisella con un minimo e un massimo riportato di seguito:

  • Deragliatore posteriore: dalle cinque alle venticinque ore
  • Manettino: dai tre ai dodici mesi
  • Reggisella telescopico: dalle quindici alle sessanta ore
  • Comando reggisella telescopico: dai sei ai ventisei mesi

Ogni componente del sistema SRAM Eagle AXS ha un proprio led di notifica sullo stato di carica della batteria: Luce verde batteria carica, luce rossa batteria al di sotto del cinquanta percento, luce rossa lampeggiante ricaricare appena possibile.

La batteria principale del sistema SRAM Eagle AXS

La batteria principale dello SRAM Eagle AXS può essere usata sia sul deragliatore o sul reggisella telescopico, per versatilità.

Deragliatore posteriore

Il deragliatore posteriore dello SRAM Eagle AXS non differisce solo per la presenza di un attuatore elettronico, totalmente personalizzabile tramite applicazione smartphone, ma anche da una gabbia più corta ed una posizione avanzata. La gabbia corta permette al cambio di rimanere più alto da terra di dieci millimetri.

La posizione più avanzata, rispetto a un sistema tradizionale SRAM Eagle, permette alla catena di avvolgere maggiormente la cassetta pignoni.

Il deragliatore SRAM Eagle XX1 AXS

Il deragliatore del kit SRAM Eagle XX1, con una gabbia corta ed una posizione avanzata per il massimo rendimento e sicurezza.

Controller

Il manettino, o in questo caso meglio chiamarlo controller, è totalmente diverso da quello di una trasmissione classica SRAM Eagle. I pulsanti disponibili sono due, azionati da una leva che può essere spinta in entrambi i versi.

Il sistema di azionamento a doppio verso ricorda molto il manettino Shimano, ma in questo caso è una sola leva che aziona due pulsanti a seconda se si preme in un verso o nell’altro e la funziona di ogni singolo pulsante è personalizzabile, sempre tramite applicazione smartphone.

Il controller del kit SRAM Eagle AXS

Il controller del sistema SRAM Eagle AXS ha due pulsanti personalizzabili tramite app smartphone, comandati da una leva unica.

Pacco pignoni e guarnitura

Il pacco pignoni e la guarnitura sono quelli standard del sistema SRAM Eagle, l’unica differenza è nelle colorazioni disponibili in tono con il cambio SRAM Eagle XX1 AXS.

il pacco pignoni sram eagle xx1 axs

Il pacco pignoni del kit SRAM Eagle XX1 AXS ha una colorazione molto particolare che si abbina allo stile del nuovo sistema.

SRAM Eagle AXS, due versioni disponibili

Sono due i kit disponibili al momento: SRAM Eagle X01 AXS e SRAM Eagle XX1 AXS, uno destinato all’enduro e trail riding e l’altro a XC e Marathon mtb.

I due kit condividono il controller, differisce invece il deragliatore posteriore, con viteria in titanio e gabbia in carbonio nel kit XX1. Anche guarnitura e pacco pignoni differiscono, principalmente per i materiali utilizzati ed il colore.

SRAM Eagle XX1 AXS – 2.100 euro

Il kit SRAM Eagle XX1 AXS

Il kit SRAM Eagle XX1 AXS utilizza materiali più leggeri ed è destinato a un uso XC e Marathon mountain bike.

SRAM Eagle X01 AXS - 2.000 euro

il kit SRAM Eagle X01 AXS

Il kit SRAM Eagle X01 AXS è destinato a un uso enduro e trail.

Ogni kit utilizza guarniture con sistema SRAM DUB sia in versione standard o BOOST e sono disponibili diverse misure di lunghezza pedivella.

I due kit SRAM Eagle AXS possono essere acquistati presso uno qualunque dei rivenditori ufficiali SRAM. Per ulteriori informazioni potete visitare il sito dedicato allo SRAM Eagle AXS.

Le mountain bike R Raymon del 2019: catalogo e prezzi

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Le mountain bike R Raymon 2019: catalogo e prezzi

R Raymon è un marchio tedesco molto giovane di proprietà di Pexco nel cui listino troviamo bici da città, mountain bike da passeggio o da competizione.

In questo catalogo vi parleremo delle sole mtb front e full suspension di R Raymon, in totale dodici biciclette, con prezzi che vanno dai 449 euro per la Sevenray/Nineray 1.0 fino ai 2.199 euro della Seventrailray 7.0.

Nonostante sia un marchio giovane, R Raymon può vantare un team composto da giovani talenti come Korbinian Engstler e Johannes Fischbach che in sella a mountain bike R Raymon si stanno facendo valere nelle relative discipline.

acrobazie a bordo di una raymon 2019

Le mtb biammortizzate 2019 R Raymon

R Raymon presenta a listino un solo modello di mountain bike biammortizzata, la Seventrailray con ruote da 27.5 pollici e gomme plus.

Gli allestimenti sono tre, tutti con sospensioni Rock Shox ed escursione 150 mm sia all’anteriore che al posteriore.

Il telaio full suspended è in carbonio per l’allestimento Seventrailray 9.0 mentre è in alluminio negli altri due con tre taglie disponibili: 42, 46 e 50.

Seventrailray 7.0 – 2.199 euro
Telaio in alluminio, forcella Rock Shox Recoon 150 mm, ammortizzatore Rock Shox DELUXE RL, trasmissione SRAM NX, freni Tektro M735, ruote Mach1 Trucky.
Peso 14,8 Kg
mtb Seventrailray 7.0 anno 2019

Seventrailray 8.0 – 2.599 euro
Telaio in alluminio, forcella Rock Shox Revelation 150 mm, ammortizzatore Rock Shox DELUXE RL, trasmissione mista Shimano XT e SLX, freni Magura  MT Trail Sport, ruote Mach1 Trucky.
Peso 15,3 Kg

Seventrailray 9.0 – 3.599 euro
Telaio in carbonio, forcella Rock Shox PIKE Charger 2 150 mm, ammortizzatore Rock Shox DELUXE RL, trasmissione mista SRAM GX Eagle, freni Magura  MT Trail Sport, ruote Mach1 Trucky.
Peso 14,2 Kg
mountainbike Seventrailray 9.0 catalogo 2019

Le mtb hardtail 2019 R Raymon

Le mountain bike front suspension di R Raymon sono nove, raggruppate in un unico modello disponibile sia con ruote da 27,5″, Sevenray, che da 29″, Nineray.

Anche per le hardtail, R Raymon mette a disposizione per i suoi clienti allestimenti sia con telaio in alluminio che in carbonio. Tra le due tipologie di telaio variano anche le taglie, 38, 42, 46 (27.5″) 43, 48, 52 (29″) per i modelli in alluminio, 43, 48 (27.5″) 43, 47, 51 (29″) per quelli in carbonio.

L’escursione anteriore è pari a 100 mm ad esclusione dell’allestimento top Sevenray e Nineray 9.0 dove troviamo ben 120 mm, questo rende tale modello destinato ad un uso più aggressivo o per chi vuole una front con cui affrontare ogni tipo di ostacolo.

Sevenray e Nineray 1.0 – 449 euro
Telaio in alluminio, forcella SR Suntour SF19-XCE28, freni Shimano Tourney, cerchi Mach1 MC40, trasmissione Shimano Tourney. Taglie 38, 42, 46 (27.5″) 43, 48, 52 (29″).
Peso 14,9 Kg
bicicletta Raymon Nineray 1.0 serie 2019

Sevenray e Nineray 2.0 – 499 euro
Telaio in alluminio, forcella SR Suntour SF19-XCT30, freni Tektro M275, cerchi Mach1 MC40, trasmissione Shimano Tourney TX. Taglie 38, 42, 46 (27.5″) 43, 48, 52 (29″).
Peso 14,4 Kg
mtb hardtail Raymon Nineray 2.0 anno 2019

Sevenray e Nineray 3.0 – 599 euro
Telaio in alluminio, forcella SR Suntour SF19-XCT30, freni Tektro M275, cerchi MACH1 630E, trasmissione Shimano Altus. Taglie 38, 42, 46 (27.5″) 43, 48, 52 (29″).
Peso 14,5 Kg
Bici hardtail Raymon Nineray 3.0 gamma 2019

Sevenray e Nineray 4.0 – 799 euro
Telaio in alluminio, forcella SR Suntour SF14 XCR32 AIR, freni Tektro M275, cerchi MACH1 630E, trasmissione Shimano Deore XT. Taglie 38, 42, 46 (27.5″) 43, 48, 52 (29″).
Peso 14,5 Kg

Sevenray e Nineray 5.0 – 999 euro
Telaio in alluminio, forcella Rock Shox 30 SILVER TK, freni Tektro M275, cerchi MACH1 630E, trasmissione mista Shimano Deore XT e SLX. Taglie 38, 42, 46 (27.5″) 43, 48, 52 (29″).
Peso 13,4 Kg

Sevenray e Nineray 6.0 – 1.199 euro
Telaio in alluminio, forcella Rock Shox Recon RL, freni Shimano BR-MT200, cerchi MACH1 630E, trasmissione mista Shimano Deore XT e SLX. Taglie 38, 42, 46 (27.5″) 43, 48, 52 (29″).
Peso 13 Kg

Sevenray e Nineray 7.0 – 1.599 euro
Telaio in carbonio, forcella SR Suntour SF15-XCR AIR, freni Trekto HD-M500, cerchi MACH1 630E, trasmissione Shimano Deore XT. Taglie 43, 48 (27.5″) 43, 47, 51 (29″).
Peso 12,7 Kg
mtb Nineray 7 catalogo 2019

Sevenray e Nineray 8.0 – 1.899 euro
Telaio in carbonio, forcella Rock Shox Recon RL, freni MAGURA MT4, cerchi MACH1 630E, trasmissione SRAM NX Eagle. Taglie 43, 48 (27.5″) 43, 47, 51 (29″).
Peso 12 Kg
raymon Nineray 8.0 serie 2019

Sevenray e Nineray 9.0 – 2.399 euro
Telaio in alluminio, forcella Rock Shox REBA Motion Control, freni MAGURA MT4, cerchi MAVIC CROSSMAX, trasmissione SRAM GX Eagle. Taglie 43, 48 (27.5″) 43, 47, 51 (29″).
Peso 11,2 Kg
Bicicletta Raymon Nineray 9 gamma 2019

Rimando i nostri lettori al sito ufficiale R Raymon per ulteriori informazioni, foto, geometrie, garanzie e trovare il rivenditore italiano più vicino a voi.

I più curiosi possono anche leggere il nostro articolo sulla gamma 2019 delle e-bike R Raymon, fresca di produzione.

La nuova Ibis Ripley 4: più leggera e aggressiva

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Ibis Ripley 4 2019: mtb full suspended con telaio in carbonio

L’azienda statunitense Ibis lancia la sua nuova mtb Ripley 4: la full suspended in carbonio con ruote da 29 pollici ed escursione posteriore da 120 mm e forcella da 130. È una mtb da trail che si addice a lunghe escursioni in sella, e può essere utilizzata anche nelle gare di cross country.

Il prezzo va dai 4.899 euro con Sram NX ai 9.899 euro con SRAM XX1 Eagle o Shimano XTR.

Il modello Ripley è una bici icona dell’americana Ibis, nata nel 2011 è stata definita una “bmx” su cui si può pedalare tutto il giorno. La sua forza sta proprio nel conciliare efficienza di pedalata e agilità del telaio con le grandi ruote da 29″.

la nuova mtb da trail Ibis Ripley 4

Ruote da 29″, telaio in carbonio ed escursione da 120 mm.

È una mountain bike che vanta nel suo palmarès numerose vittorie in gare epiche di centinaia di chilometri e il raggiungimento della top 15 EWS di Brian Lopes alla sua prima gara con una Ripley.

Sì può affermare che è una mtb che ha dimostrato sul campo il suo valore.

La biammortizzata Ibis Ripley 4 non può che proseguire la ricerca e lo sviluppo iniziati nel 2011 e lo fa con una completa rivisitazione del telaio: più rigido, leggero e progressivo. Le geometrie cambiano e si adeguano alle misure moderne lavorando su reach, rake e angolo di sterzo.

Il tutto senza rinunciare al design che rimane pulito e accattivante con i cavi integrati nel telaio.

la mtb Ibis Ripley 4 in azione sul sentiero

Le nuove geometrie garantiscono una bici veloce e dalla pedalata efficiente.

Per quanto riguarda ruote ed escursione viene mantenuta la scelta fatta in origine dei 120 mm posteriori con forcella da 130 e ruote da 29″: scelta che si è dimostrata nel tempo vincente.

L’ammortizzatore che monta la Ibis Ripley 4 è il Fox Float Factory DPS EVOL, un componente top di gamma che ci fa comprendere il perché anche nell’allestimento più basso il costo della bici sia comunque impegnativo.

il telaio della Ibis Ripley 4

Un occhio alle geometrie della Ibis Ripley 4

Guardando le geometrie che vi riportiamo qui sotto, la Ibis Ripley 4 presenta un angolo di sterzo di 66,5 gradi, più aperto rispetto ai modelli precedenti. Il tubo sella di 76° segna un avanzamento di 3° per migliorare la postura in pedalata in salita.

Per quanto riguarda il reach, che ci permette di vedere la posizione del biker in piedi sui pedali, è più lungo di ben 45 millimetri rispetto al modello precedente. In taglia M misura 450 mm e 475 in taglia L.

Questi valori ci indicano una bici aperta e allungata a favore del controllo sulle grandi velocità e i tratti scoscesi. A garantire manovrabilità e agilità del mezzo troviamo un rake della forcella che è stato ridottoda 51 a 44 mm.

Ricordiamo che il rake, o offset, è l’avanzamento delle punte della forcella rispetto alla linea di sterzo e che una sua diminuzione è segno di una bici più reattiva. Inoltre teniamo comunque a precisare che già 51 mm di rake indicano una buona manovrabilità della bici nello stretto.

Tabella delle geometrie della Ibis Ripley 4

La leggerezza: uno dei segreti della Ibis Ripley 4

Il carro rispetta gli standard Boost e permette di alloggiare gomme da 2,6″. È  stato accorciato di 12 mm rendendo la bici più rigida e reattiva, ma anche più leggera. Il telaio infatti ha ben 295 grammi di peso in meno rispetto al precedente.

Tale risultato è stato raggiunto grazie alla scelta di abbandonare il doppio eccentrico del tubo sella e di utilizzare il sistema della Ibis Ripmo con una specifica combinazione di boccole e cuscinetti. Tutti elementi questi ultimi che sono soggetti ad usura per via delle sollecitazioni costanti cui sono sottoposti.

Per far fronte a questo problema la Ibis monta nei punti più critici le boccole IGUS sigillate ermeticamente al posto dei cuscinetti e questo ha permesso di allungare gli intervalli di manutenzione e non ultimo di guadagnare preziosi grammi sul peso.

Ibis Ripley 4 telaio con carro più corto

Il sistema di sospensione è il collaudato DW-Link, presente su tutti i modelli biammortizzati Ibis. È un sistema di ammortizzazione FPP (floating pivot point) che mira più sulla stabilità nella pedalata o “anti squat” che sull’affondamento morbido.

Il nuovo telaio ha uno standover molto basso ed è in grado di ospitare un reggisella telescopico anche da 170 mm. Tale caratteristica condiziona la scelta della taglia che dipenderà dalla misura del reach e non tanto dall’altezza del tubo sella.

La Ibis Ripley 4 è una mountain bike giocosa e veloce, è capace di andare incontro ai biker più esigenti grazie alla combinazione di geometrie moderne con una sospensione progressiva e un telaio resistente e leggero.

Le evoluzioni sulle rocce di un rider in sella alla mtb Ripley 4

Allestimenti e listino prezzi Ibis Ripley 4

Sei sono gli allestimenti proposti da Ibis in due colorazioni: nero e azzurro. Si parte da 4.899 euro per la versione con cambio Sram NX fino ad arrivare agli allestimenti top di gamma da 9.899 euro con trasmissione Shimano XTR o Sram XX1 Eagle.

Il solo telaio costa 3.380 euro.

Tabella allestimenti Ibis Ripley 4

Vediamo nello specifico l’allestimento Ibis Ripley 4 con Shimano XTR.

Telaio in carbonio Ibis Reply,
Ammortizzatore Fox Float Factory DPS with EVOL, 190×45
Forcella Fox Float 34 Factory Series 130 mm.
Trasmissione Shimano XTR a 12 velocità
Freni Shimano XTR M9100 2 piston con dischi da 180/180 mm
Ruote bis 942 Carbon
Gomme Schwalbe Nobby Nic 29” x 2.6”
Manubrio Enve M6 Bar 780 mm
Reggisella telescopico Bike Yoke Revive Dropper (125, 160 o 185 mm)
Prezzo 9.899 euro.

Per maggiori informazioni sui modelli della casa americana vi rimandiamo al sito ufficiale Ibis.


Il test dei sistemi antiforatura Technomousse: Green Constrictor e Red Poison

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Test sistemi antiforatura Technomousse: Green Constrictor e Red Poison

Technomousse, azienda bresciana con una lunga esperienza nel settore motociclistico, ci ha fornito i suoi due prodotti antiforatura e protezione cerchio della nuova gamma “Black Mamba” dedicata al mondo della mountain bike e della ebike: Green Constrictor, una mousse dal duplice utilizzo, e Red Poison, un inserto da utilizzare con pneumatici tubeless.

Vi abbiamo già presentato diversi prodotti di questo tipo nel nostro articolo “Sistemi di protezione cerchio MTB” elencandone prezzi e caratteristiche.

Vediamo come si sono comportati i prodotti TechnoMousse ricordando che, come specifica l’azienda, entrambi i prodotti non hanno data di scadenza, non si sgretolano, non assorbono lattice e sono inattaccabili da qualsiasi agente esterno.

Il prezzo di listino è di 85 euro l’uno.

FOTO DEL TECHONOMUSSE green constrictor

Il sistema Green Constrictor pesa circa 350 grammi per ruota.

Technomousse Green Constrictor

Technomousse Green Constrictor è una mousse verde da inserire nel pneumatico che può essere utilizzata con camera d’aria oppure in modalità tubeless e il lattice. Pesa circa 355 grammi nella versione da 29″ da noi testata. Il materiale usato è morbido al tatto ma compatto e molto resistente.

Il vantaggio di Green Constrictor è che permette di utilizzare camere d’aria ultralight con coperture leggere e pieghevoli, risparmiando quindi sul peso finale della ruota.

È un prodotto a mio avviso indicato per le ebike perché potrebbe risolvere i problemi di tutti gli ebiker poco avvezzi al tubeless che hanno problemi di forature e non si preoccupano dell’aumento di peso di circa 700 grammi (se usato su entrambe le ruote).

Sia su ebike che su bici tradizionali, grazie alla protezione aggiuntiva di Green Constrictor, si possono utilizzare coperture più leggere da 700/800 grammi l’una e camere d’aria ultralight, arrivando a un peso complessivo uguale a quello di un set di ruote montate magari con camera d’aria e copertoni rinforzati o doppia spalla.

È chiaro che il feeling di guida tra una ruota con sistema di protezione installato e una senza cambia parecchio ed è proprio questo l’argomento fondamentale sull’utilizzo dei “salsicciotti”. Una prova è caldamente consigliata, magari iniziando dalla sola ruota posteriore, quella soggetta ai colpi maggiori.

foto del green constrictor

Il Green Constrictor può essere usato con tubeless o camera d’aria.

Caratteristiche tecniche e vantaggi Green Constrictor:

  • Maggior controllo del rimbalzo
  • Assorbimento vibrazioni
  • Pressioni uguali o inferiori ai tubeless
  • Protezione cerchio e possibilità di runflat
  • Peso: 355 grammi rilevati nella versione 29”
  • Misure: 27,5”/27,5” Plus/29”
  • Impiego: ebike e mountain bike in ambito all mountain, enduro e downhill
  • Prezzo: 85 euro cadauno
fpto del sistema anti foratura green constictor

Il materiale del Green Constrictor è morbido e flessibile per adattarsi al meglio all’interno dello pneumatico.

Il test del Green Costrictor di TechnoMousse

L’installazione di Green Costrictor è abbastanza agevole se si ha una buona manualità e se si utilizzano copertoni pieghevoli, che siano già stati montati e smontati qualche volta sul cerchio della bici che si utilizza. Basta inserirlo nel copertone, inserire la camera d’aria al suo interno e il gioco è fatto.

Per rimontare la gomma consiglio di utilizzare acqua e sapone e leve cacciagomme robuste, stando attenti a non “snervare” lo pneumatico nel montaggio.

Green Costrictor è un prodotto valido, molto comodo per chi non ama il tubeless visto che si può usare con la camera d’aria. Evitando il lattice si eliminano tutti gli aspetti negativi che questo comporta: lo sporcarsi durante l’installazione, le macchie, le perdite di liquido, i rabbocchi periodici, il liquido secco all’interno dei copertoni. 

Per questo test abbiamo utilizzato la camera d’aria e lo abbiamo provato sia su una mtb tradizionale che su una ebike.

foto del green constrictor

L’antiforatura Tecnomousse Green Constrictor non ha riportato danni durante i due mesi di test.

La camera d’aria che consiglio di utilizzare deve preferibilmente essere un po’ più piccola della misura dello pneumatico utilizzato, quindi nel mio caso una 27,5″x1,95″ su coperture Maxxis High Roller II 3C Exo 27,5″x2,5″ WT.

Come la maggioranza dei sistemi di protezione cerchio, Green Constrictor permette di tenere pressioni basse, avere molto più grip in salita e discesa e non avere timore di forare su rocce o rock garden con 1,4-1,6 bar di pressione al posteriore e 1,3-1,4 all’anteriore, con coperture da enduro non doppia spalla.

Quello che è da evidenziare è la stabilità che dà allo pneumatico a basse pressioni: quando si pompa la bici in curva, Green Constrictor mantiene la struttura della gomma dritta, senza farla flettere.

foto del peso del green constrictor

Il peso rilevato del Green Constrictor nella versione da 29 pollici usata nel test.

Il peso chiaramente si sente nei rilanci e in pedalata, meno sulla manovrabilità della bici in discesa, ma ciò dipende molto dalla sensibilità del rider. È il prezzo da pagare per avere la protezione, e tenendo conto dei vantaggi che dà e il fatto di poter evitare il lattice, è un prodotto sicuramente da tenere in considerazione, sempre che non siate rider molto attenti al peso dei vari componenti.

In caso di foratura durante l’uso, evento che non è accaduto durante il test, le soluzioni sono due: o proseguire se si è in piano o in discesa moderando la velocità, o estrarre il Green Constrictor, cambiare o riparare la camera e rimontare il tutto. Segnalo che una volta utilizzato, lo smontaggio/montaggio del sistema diventa molto più agevole.

Conclusioni

Green Constrictor non ha presentato tagli o danneggiamenti dopo due mesi di test.

Per concludere, è un prodotto che consiglio all’ebiker, a chi va forte in discesa e gira prevalentemente su terreni molto rocciosi e accidentati e non ne vuole sapere del sistema tubeless.

Il prezzo di 85 euro cadauno segna un rapporto qualità prezzo buono rispetto ai prodotti disponibili sul mercato, tenendo presente che si può utilizzare in due modalità completamente differenti, camera d’aria o tubeless, e la durata sembra davvero molto lunga.

foto del sistema red poison

Il Red Poison di Technomousse ha un peso di circa 220 grammi nella versione 27,5″.

Technomousse Red Poison

Red Poison è un inserto creato con una mescola di derivazione motociclistica a cellule chiuse ed è ideato per un sistema tubeless.

Si tratta in sostanza di un salsicciotto rosso dalla sezione trapezoidale creato in un materiale molto resistente e compatto, davvero durevole rispetto a tanti altri prodotti presenti sul mercato. Presenta una scanalatura concepita per centrarlo sul cerchio e stabilizzarlo anche in caso di runflat, cioè uso a copertura sgonfia.

Red Poison permette di utilizzare basse pressioni negli pneumatici e riduce i fenomeni di bumping, cioè attutisce i colpi. Si può utilizzare su cerchi tubeless e tubeless ready.

foto del peso del red poison

Il peso rilevato nella versione 29″ del Red Poison di Technomousse.

Caratteristiche tecniche e vantaggi Red Poison:

  • Basse pressioni di esercizio
  • Maggior controllo del rimbalzo
  • Assorbimento vibrazioni
  • Protezione cerchio e possibilità di runflat
  • Peso: 240 grammi rilevati nella versione 29”
  • Misure: 27,5”/27,5” Plus/29”
  • Impiego: ebike e mountain bike in ambito all mountain, enduro e downhill
  • Prezzo: 85 euro cadauno
foto del montaggio del red poison

Il montaggio del Red Poison richiede un minimo di manualità ed esperienza con i sistemi tubeless.

Il test del Red Poison di TechnoMousse

L’installazione è come quella degli altri sistemi, richiede un po’ di manualità e dipende sempre dal rapporto larghezza gomma/diametro interno cerchio. Nel mio caso su cerchi con canale interno da 29 mm e coperture Schwalbe Magic Mary da 2,4″ già utilizzate alcune volte non ho avuto particolari problemi.

Al limite può essere utile anche qui un po’ di acqua e sapone per far tallonare la parte finale dello pneumatico, badando a farlo “sedere” bene nel canale del cerchio prima di arrivare a quest’ultima manovra.

Importante utilizzare l’adattatore fornito nella confezione del Red Poison, creato per far defluire l’aria in senso longitudinale; con questo si possono usare le classiche valvole tubeless senza che la mousse tappi il buco d’uscita.

foto adattatore tubeless

Lo speciale adattatore fornito nella confezione per far defluire l’aria.

Per quanto mi riguarda, peso circa 73 kg in assetto da bici: nell’utilizzo ho provato differenti pressioni fino ad arrivare a un buon compromesso con 1,3 bar anteriori e 1,6 bar posteriori per la maggior parte dei percorsi.

Ho aumentato leggermente la pressione al posteriore in caso di terreni particolarmente accidentati e rocciosi, oppure trail con sponde veloci dove si rischia sempre di stallonare quando si utilizzano sistemi tubeless normali e si pompano le curve in modo aggressivo.

foto del red poison

Anche il Red Poison non ha riportato danni durante il test.

Con il Red Poison nessun problema, ho mantenuto basse pressioni senza preoccupazioni, lo pneumatico è sempre rimasto aderente al cerchio e non ho mai stallonato né bozzato i cerchi sugli impatti più grossi.

Il peso è nella media dei sistemi con queste caratteristiche e che ho già testato, si sente un po’ nei rilanci e nelle pedalate più lunghe.

Nel caso di un’eventuale foratura si può intervenire con una riparazione utilizzando i classici “vermicelli” se il taglio è piccolo, altrimenti va estratto il sistema e va inserita una camera d’aria. In quest’ultimo caso nasce il problema di dove riporre il Red Poison se non si ha uno zaino abbastanza capiente, ma la vedo come un’eventualità remota e che nei vari test di questi prodotti, in circa due anni, non mi si è mai presentata.

foto dell'inserto red poison

Il canale interno del Red Poison fa restare in posizione l’inserto anche in caso di runflat.

Conclusioni

Red Poison è un inserto per proteggere il cerchio della mtb o dell’ebike che consiglio a chi utilizzi già un sistema tubeless e cerchi un prodotto duraturo ed efficace. Smorza le vibrazioni e le sconnessioni donando un feeling di guida più morbido, e dà sicurezza nella guida sapendo che non andremo a rovinare dei cerchi magari costosi o rischieremo una foratura.

A parte qualche segno superficiale non ha presentato particolari danneggiamenti dopo i test effettuati, né è aumentato di peso a causa di un eventuale assorbimento di lattice come invece è accaduto nei test con altri prodotti più porosi.

Il prezzo di 85 euro è nella media dei prodotti disponibili sul mercato, va inoltre tenuto conto della durata che reputo molto superiore rispetto alla maggioranza dei sistemi analoghi. Su questo aspetto comunque aggiorneremo il test dopo alcuni mesi di utilizzo.

Per maggiori informazioni consultate il sito ufficiale Technomousse.

MET Parachute MCR con mentoniera rimovibile magnetica

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casco met vista laterale

Prendendo ispirazione dai modelli storici del passato nasce il nuovo MET Parachute MCR, il casco con mentoniera rimovibile di MET Helmets che fissa nuovi standard di sicurezza per questo tipo di caschi.

Il nome MET Parachute è noto nel mondo della mountain bike per via delle soluzioni adottate nei vari modelli prodotti finora. Per esempio il MET Parachute è stato il primo casco enduro convertibile e il primo casco full face certificato ASTM.

Prendendo spunto da queste caratteristiche e inserendone di nuove, è nato il nuovo MET Parachute MCR, che sarà presto in vendita al prezzo di 330 euro.

ciclisti che vanno in bici con caschi met fuori strada 2019

I caschi con mentoniera rimovibile stanno diventano un accessorio fondamentale per molti biker, che cercano un casco da all mountain o enduro da usare sia in salita che in discesa.

Gli ultimi modelli hanno un’omologazione anche per uso downhill e nelle gare sono ormai quasi sempre accettati, grazie ai livelli di sicurezza sempre più alti.

casco rosso indossato dal ciclista fuori strada laterale met 2019

Tantissimi marchi hanno nel proprio listino un casco mtb con mentoniera rimovibile e MET non è stata a guardare, ha investito tempo e risorse nello sviluppare un proprio casco che potesse mantenere alto il prestigio del nome MET Parachute.

MET Parachute MCR, con certificazione ASTM

Il MET Parachute MCR non è un casco con mentoniera rimovibile qualunque: come per i precedenti MET Parachute troviamo soluzioni innovative che ne fanno un prodotto esclusivo.

Un casco deve essere prima di tutto sicuro, per questo il Parachute MCR adotta le più moderne soluzioni e le più importanti certificazioni.

Sia la calotta che la mentoniera sono certificate ASTM F1952-15 (DH) e F2032-15 (BMX), che sono al momento i riconoscimenti più alti per i caschi da mountain bike.

casco met 2019

Sistema MIPS-C2 per la massima protezione

Tra le soluzioni adottate troviamo il sistema MIPS, che assorbe l’energia rotazionale limitando i danni causati da questo genere di impatto. Sul MET Parachute MCR è installata l’ultima evoluzione di questo sistema, ovvero il MIPS-C2 composto da una placca di materiale plastico a bassa frizione, legata alla calotta principale attraverso elastomeri.

Questo accorgimento permette al casco di ruotare in ogni direzione di circa dieci/quindici millimetri, assorbendo molta energia dell’impatto.

A mantenere saldo in testa il MET Parachute MCR ci pensa il sistema BOA che permette di regolare millimetricamente la forza di tenuta del casco, agendo sia sulla parte anteriore che posteriore.

casco visto dal dietro sistema boa

Completa la dotazione il laccetto con chiusura magnetica Fidlock, che permette una chiusura rapida e sicura del casco, facile da usare anche con i guanti.

Anche la visiera del casco MET Parachute MCR è pensata per aumentare il livello di sicurezza, è realizzata con un materiale molto morbido e resistente che si deforma in caso di impatto senza rompersi, così da assorbire parte dell’energia del colpo.

La visiera è regolabile in altezza, così da poter far spazio all’eventuale mascherina o aumentare il flusso d’aria in entrata del sistema di areazione.

distacco parte laterale del casco parachute

Mentoniera rimovibile con sistema magnetico Fidlock

Parliamo ora della parte più interessante di questo MET Parachute MCR, la mentoniera rimovibile con sistema magnetico.

La mentoniera, che mantiene le stesse certificazioni della calotta, è fissata tramite un innovativo sistema magnetico, realizzato in collaborazione con Fidlock.

Questo sistema brevettato da MET permette una rimozione e un’installazione molto rapida della mentoniera, garantendo al tempo stesso un livello altissimo di sicurezza. Per rimuovere la mentoniera sarà sufficiente ruotare le due ghiere presenti sui lati e il gioco è fatto.

Per quanto riguarda l’operazione di installazione è invece sufficiente avvicinare i perni ai due fori di fissaggio, ci penserà poi la forza magnetica a far entrare in modo preciso e sicuro il sistema di fissaggio.

Una volta rimossa la mentoniera, il MET Parachute MCR ha le classiche sembianze e la comodità di un moderno casco da all mountain.

Areazione ottimizzata per il massimo comfort

Il sistema di areazione del MET Parachute MCR è composto da 21 prese d’aria e diversi canali che convogliano il flusso in ogni parte del casco.

Anche la mentoniera presenta diverse aperture, in modo da non ostacolare il flusso d’aria verso naso e bocca.

Per quanto riguarda il comfort troviamo in dotazione due set di imbottiture di misure diverse, per adattarsi meglio ad ogni tipo di viso. Gli inserti lavabili sono rimovibili con estrema facilità e senza l’ausilio di attrezzi, per una facile manutenzione.

casco parachute prese d'aria retro

Taglie e specifiche

Sono tre al momento le taglie disponibili:
- Small (S): 52 – 56 cm
- Medium (M): 56 – 58 cm
- Large (L): 58 – 61 cm

Il peso del MET Parachute MCR è pari a 840 grammi con mentoniera installata o 455 grammi senza mentoniera, in taglia M.

Le certificazioni di cui è dotato il MET Parachute MCR sono
- EN 1078:2012 + A1:2012
- AS/NZS 2063:2008
- U.S. CPSC 1203
- ASTM 1952-15
- ASTM 2032-15

Sei sono invece le colorazioni previste.

caschi met 2019

I colori disponibili del MET Parachute MCR.

Il prezzo di listino del nuovo MET Parachute MCR è di 330 euro che comprende oltre al casco un set di inserti aggiuntivi di misura diversa e una borsa per il trasporto.

Come optional è prevista inoltre una custodia rigida, il cui prezzo al pubblico è di 35 euro.

Per maggiori informazioni potete visitare il sito ufficiale MET.

Nuovi gruppi Shimano Deore XT e SLX a 12 velocità

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Nuovo gruppo Shimano XT e SLX a 12 velocità

Molti ciclo appassionati del marchio giapponese stavano aspettando questa notizia da tempo: Shimano lancia i nuovi gruppi Deore XT M8100 e SLX M7100 a 12 velocità per mtb, portando in tutta la gamma la tecnologia e l’innovazione del gruppo Shimano XTR 12v presentato lo scorso anno.

La disponibilità è da metà giugno 2019 per il gruppo XT, che rappresenta il benchmark per affidabilità e rapporto qualità prezzo, e metà luglio per l’SLX, la serie ideata per coloro che sulle loro bici da offroad non vogliono rinunciare alle prestazioni del 12v ma cercano un prezzo inferiore.

foto dello shimano deore xt su una bici

Ricordiamo ai lettori che per Shimano il sistema 1×12 non rappresenta l’unica soluzione, infatti i nuovi gruppi prevedono una guarnitura singola e anche una doppia: l’idea è che ogni biker debba avere la possibilità di trovare il proprio stile e soddisfare le proprie necessità, senza sentirsi forzato ad adottare un sistema piuttosto che un altro. Un punto di vista che non possiamo che condividere.

Vediamo le caratteristiche principali delle nuove serie XT e SLX.

il gruppo shimano deore xt

Il nuovo gruppo per mountain bike Shimano Deore XT al completo.

Shimano Deore XT M8100, caratteristiche tecniche e pesi

La sigla Deore XT è sempre stata sinonimo di prestazioni e durata, fin dagli albori del primo gruppo Deore XT nato nel 1982.

La nuova serie Shimano Deore XT M8100 presenta tutte le innovative caratteristiche studiate per l’XTR: la cassetta Micro Spline a 12 velocità con un range di 10-45T o 10-51T, la guarnitura 1×12 o 2×12 Hollowtech II, i deragliatori anteriori e posteriori a 12 velocità, i freni a doppio pistoncino con il nuovo corpo leva che poggia in due punti sul manubrio, i dischi dei freni con tecnologia Ice Freeza e due set completi di ruote da enduro e da XC.

La differenza di peso rispetto a un gruppo XTR completo con le stesse caratteristiche è di 365 grammi. Altri dettagli del gruppo XT sono l’assenza di una leva freno dedicata all’XC, manca un comando per il reggisella telescopico, un movimento centrale dedicato e i comandi del cambio ISPEC-EV hanno meno possibilità di rotazione (20° su XT anziché i 60° dell’XTR).

foto della pedivella xt

Guarnitura e pedivelle Shimano XT 8100

Sulla guarnitura XT le pedivelle Hollowtech II sono cave e quella di destra presenta l’asse del movimento centrale integrato. Le corone sfruttano la tecnologia Dynamic Chain Engagement+ con un profilo dei denti narrow/wide per una migliore tenuta della catena, un funzionamento fluido e silenzioso della trasmissione.

Per una sostituzione veloce della corona, la pedivella ha un sistema direct mount che semplifica l’operazione di montaggio e smontaggio. La guarnitura è disponibile con un ampio range di corone, 28, 30, 32, 34 e 36 denti, intercambiabili tra la linea XTR e SLX.

Le pedivelle hanno una lunghezza di 165 mm, 170 mm, 175 mm e 180 mm. Le linee catena disponibili sono:

  • 52 mm (FC-M8100-1) per la Over Lock-Nut Dimensions (O.L.D.) di 142 mm o 148 mm, con il fattore Q più stretto di 172 mm.
  • 55 mm (FC-M8120-1) per una O.L.D. di 148 mm per coperture più larghe e telai con spazi maggiori (fattore Q di 178 mm)
  • 56,5 mm (FC-M8130-1) per una O.L.D. odi 157 mm e un fattore Q largo di 181 mm.

I pesi delle pedivelle XT M8100 sono i seguenti: FC-M8100-1: 620 g, FC-M8120-1: 628 g, FC-M8130-1: 636 g (tutte con corona da 32T, pedivelle da 175 mm e senza movimento centrale).

La guarnitura doppia Shimano XT M8100 2×12 Hollowtech II 36-26T, in abbinamento alla cassetta 10-45T offre uno dei range più ampi e o permette piccoli step di cambiata in favore della cadenza ottimale.

Sono disponibili due modelli, entrambi con la pedivella sinistra che si fissa con due viti, e le linee catena sono le seguenti: la 48,8 mm (FC-M8100-2) per una O.L.D. di 142 mm e un fattore Q di 172 mm; e la 51,8 mm della FC-M8120-B2 per una O.L.D di 148 mm e un fattore Q di 178 mm.

I pesi si attestano a 627 grammi per la FC-M8120-B2 e 654 grammi per la FC-M8100-2.

foto della cassetta shimano xt

La cassetta Shimano Deore XT presenta due pignoni in alluminio anodizzati in nero, i restanti in acciaio.

Cassetta Deore XT 8100

La cassetta Shimano Deore XT a 12 velocità per mountain bike utilizza la tecnologia Micro Spline ed è disponibile nella versione 10-45T o 10-51T, per una scelta verso una cambiata a piccoli step o il massimo range. Entrambe le cassette presentano l’Hyperglide+, che migliora la cambiata e la silenziosità della trasmissione.

Il materiale dei pignoni varia: lo spider in alluminio raccoglie dieci pignoni in acciaio e i due più grandi in alluminio, coniugando la durata ad un peso ottimale.

La cassetta 10-51T CS-M8100-12 pesa 470 grammi e la 10-45T pesa 461 grammi.

Anche la catena Deore XT è stata naturalmente ridisegnata per le 12 velocità e pesa 252 grammi (CN-M8100, 126/138 maglie e quick link).

foto del deragliatore Shimano Deore XT

Il deragliatore Shimano Deore XT ha le pulegge maggiorate da 13 denti ognuna.

Deragliatori

Disponibile per singola o doppia, il nuovo deragliatore posteriore Shimano Deore XT da mtb permette una cambiata fluida e veloce.

Presenta la tecnologia Shadow RD+ e le pulegge da 13T e questi sono i pesi: RD-M8100-SGS o RD-M8120-SGS: 284 grammi, RD-M8120-SGS: 290 grammi.

Il deragliatore anteriore Deore XT è presente in una tipologia che abbraccia linee catena di 48,8 mm e 51,8 mm e tre sistemi di montaggio: D-type 135 grammi, E-type 106 grammi, M-type 114 grammi.

foto del comando del cambio XT

Il comando del cambio Shimano Deore XT con tecnologia ISPEC-EV per modificarne la posizione in due direzioni.

Comandi cambio Shimano XT 8100

Il sistema ISPEC-EV è una delle innovazioni più apprezzate dai rider mtb che come me desiderano la massima personalizzazione delle leve sul manubrio e la pulizia del cockpit. Il manettino del cambio si collega con una sola vite alla leva del freno e garantisce uno spostamento del comando laterale e longitudinale.

In più, Shimano ha aggiunto un rivestimento in gomma sulla leva per migliorare il grip. Sempre presente il sistema di cambiata a due direzioni, premendo col pollice o tirando con l’indice. I manettini sono comunque disponibili con l’attacco tradizionale a fascetta.

Il comando destro SL-M8100-IR permette la cambiata multipla. Per chi usi la doppia, è disponibile un comando sinistro a cambiata singola.

Questi i pesi: SL-M8100-IR: 120 g, SL-M8100-IL: 73 grammi, SL-M8100-R: 117 g, SL-M8100-L: 78 g.

foto della leva frenoXT

La nuova leva freno Shimano XT ha due punti di contatto sul manubrio per un feeling più solido.

Freni mtb Shimano XT 8100

Due sono le versioni delle pinze freno: una a due pistoncini per l’XC che ha lo stesso design della versione precedente (quindi le pastiglie G02A/3A/J02A/3A in resina e G04S/J04C metalliche sono compatibili), e una versione trail/enduro a quattro pistoncini con un design ripreso dai freni XTR M9100, che prevede le pastiglie ventilate N03A (resina) o N04C (metalliche) o le D03S e le D02S.

foto della pinza freno Shimano XT a doppio pistoncino

La nuova pinza freno Shimano XT a doppio pistoncino con pastiglie ventilate.

Le leve freno Deore XT 8100 sono molto simili alle XTR e hanno un nuovo design che prevede due punti di appoggio sul manubrio per una sensazione di frenata più solida.

Sono compatibili con entrambi i modelli di pinza, quella da XC o quella da trail/enduro, quindi c’è un solo modello di leva freno XT e due modelli di pinze freno XT.

La tecnologia Servo Wave assicura un ingaggio più rapido, più potenza e una corsa a vuoto minore. Si possono regolare reach e contatto delle pastiglie per una perfetta personalizzazione.

I pesi sono i seguenti: Kit da XC BR-M8100-BL-M810 con dischi da 160 mm e pastiglie: 392 grammi.

Kit da enduro: 410 grammi con dischi e pastiglie.

foto dei dischi SHimano xt

I dischi presentano una tecnologia ICE Freeza ridisegnata per migliorare il raffreddamento durante l’uso, di modo da garantire una performance migliore e una durata maggiore delle pastiglie.

Questo è ottenuto con una costruzione a sandwich di alluminio all’interno e acciaio all’esterno, dove il calore viene dissipato attraverso le alette di raffreddamento. Le misure disponibili sono: 140 mm (88 g), 160 mm (109 g), 180 mm (132 g) e 203 mm (164 g).

foto delle ruote shimano xt deore 2019

Ruote Shimano XT M8100

Diversamente dalle XTR M9100, le ruote per mountain bike Shimano Deore XT M8100 sono disponibili in 27,5″ e 29″, con una versione da XC e una versione da trail/enduro. Entrambi i modelli hanno l’asse passante da 12 mm posteriore e 15 mm anteriore. I mozzi posteriori sono dotati della tecnologia Micro Spline per adattarsi alle nuove cassette Shimano da 12 velocità.

Il diametro interno del modello da XC è 24 mm, sono tubeless ready e disegnate per coperture fino a 2,35″. I raggi sono 28 a testa dritta e il peso è di 1.764 grammi nelle 27,5″ WH-M8100 e 1.840 grammi nelle 29″ WH-M8100-29.

Le ruote da enduro hanno invece un diametro interno di 30 mm e sono progettate per pneumatici fino a 2,6″. I raggi sono sempre 28 ma a testa curva. I pesi sono i seguenti: 1.846 grammi per le 27,5″ WH-M8120 e 1.932 grammi per le 29″ WH-M8120.

I mozzi sono disponibili anche singolarmente nelle misure di 100 mm e 142 mm, 110 mm e 148 mm e anche 157 mm.

foto del gruppo shimano slx 2019

Shimano SLX M7100, ecco il gruppo al completo.

Shimano SLX M7100, caratteristiche tecniche e pesi

Come il fratello maggiore, il nuovo SLX è stato completamente rivisto e presenta: la cassetta Micro Spline a 12 velocità con una range di 10-45T o 10-51T, le guarniture 1×12 o 2×12, una catena dedicata, freni a 2 o 4 pistoncini, comandi cambio ISPEC-EV personalizzabili e deragliatori anteriori e posteriori ottimizzati per le 12 velocità.

Le differenze sono nei pesi con 148 grammi in più prendendo gli stessi componenti nel gruppo.

foto del comando slx

Simile al comando XT, sull’SLX manca il rivestimento in gomma sulla leva.

In alcuni casi le caratteristiche sono pressoché identiche, segnaliamo però l’assenza della regolazione della corsa a vuoto sui freni SLX, il pignone maggiore della cassetta in alluminio e gli altri in acciaio, manca il rivestimento in gomma sui comandi del cambio e la possibilità di cambiata multipla. Assente anche un set di ruote SLX.

Le guarniture SLX M7100 presentano la tecnologia Hollowtech II, il Dynamic Chain Engagement+ e corone da 30, 32, 34T. Lunghezza pedivelle 165 mm, 170 mm e 175 mm.

Tre linee catena (vedi quelle XT) e i pesi sono: FC-M7100-1: 631 g, FC-M7120-1: 638 g, FC-M7130-1: 656 g (tutti con pedivella da 175 mm, corona 32T, senza BB).

La doppia SLX 2×12 Hollowtech II 36-26T pesa 682 grammi (FC-M7120-B2) e 674 grammi (FC-M7100-2).

foto della cassetta slx

La cassetta SLX ha solo un pignone in alluminio e pesa circa 60 grammi in più della XT.

Le cassette SLX M7100 presentano la tecnologia Micro Spline, l’opzione 10-45 o 10-51T, tecnologia Hyperglide+, uno spider in alluminio e 11 pignoni in acciaio (anziché 10 come l’XT), e uno in alluminio. I pesi sono 534 grammi per la 10-51T e 513 grammi per la 10-45T.

La catena CN-M7100 pesa 252 grammi, i deragliatori posteriori per singola pesano 316 grammi (per singola RD-M7100-SGS) e 322 grammi per doppia (RD-M7120-SG). Presentano la tecnologia Shadow RD+ e le pulegge da 13T.

Il deragliatore anteriore riprende le stesse caratteristiche dell’XT ed è disponibile per tre sistemi di montaggio D-type, E-type o M-type.

I comandi del cambio hanno la tecnologia ISPEC-EV e pesano 121 grammi per l’SL-M7100-IR e 73 grammi per l’SL-M7100-IL.

foto del freno slx di shimano

Il freno SLX non ha la possibilità di regolare la corsa a vuoto.

I freni Shimano SLX M7100 ricalcano in sostanza le features degli XT, con un modello da XC (BR-M7100-BL-M7100) a due pistoncini da 425 grammi (con dischi 160 mm) e un modello da enduro a quattro pistoncini da 444 grammi (BR-M7120-BL-M7100).

I dischi hanno la Ice Technology e le misure sono 140 mm (121 g), 160 mm (133 g), 180 mm (159 g) e 203 mm (193 g).

I prezzi non sono al momento disponibili, aggiorneremo l’articolo appena avremo i listini.

Per maggiori informazioni su questi e altri prodotti per biciclette vi invitiamo a visitare il sito ufficiale Shimano.

Propain Hugene: dalla Germania una 29″ da trail in carbonio

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Propain Hugene: dalla Germania una 29 da trail in carbonio

La Hugene è la mtb da trail in carbonio da 29″ di Propain, una bici biammortizzata con escursione  di 130 mm e forcella da 140 mm la cui prima caratteristica che salta all’occhio è il prezzo assolutamente accattivante: 3.060 euro per la versione Start.

Iniziamo col dirvi che Propain è un’azienda di Vogt, sud della Germania, che propone sul mercato italiano le sue mountain bike esclusivamente attraverso il suo negozio online. Quindi questo favorisce una politica di prezzo basso pur offrendo componentistica di tutto rispetto.

Di contro fa sì che il marchio si diffonda in modo più lento verso il grande pubblico anche se è più che noto agli appassionati di enduro e DH per i successi dei suo campioni come Marcus Klausmann e Angie Hohenwarter. Nel mondo della discesa è un’azienda di grande esperienza.

La mtb da trail in carbonio Propain Hugene

Per la mtb trail Propain Hugene Highend componenti di altissimo livello.

La Propain Hugene è il modello in carbonio full suspended da trail proposto dalla casa tedesca. A detta dell’azienda, quello che si è cercato di raggiungere con la Hugene è una bici capace di unire i due mondi della discesa e della salita, un po’ il mito della “mtb tuttofare” che offra la stessa sicurezza e prestazione di una bici da downhill in discesa ma capace di affrontare le salite come una hardtail.

Propain assicura di essere riuscita a conciliare queste due nature opposte, senza farle perdere giocosità e agilità. Lasciamo ai biker il giudizio finale.

Come ormai tutte le case, anche Propain sceglie per la sua mtb trail le ruote grandi da 29 pollici e le abbina al suo collaudato sistema di sospensioni PRO10.

Il risultato è un buon equilibrio tra stabilità e capacità di arrampicata del mezzo che ben si sposa al peso della bici che nella versione Performance è di 13,3 kg.

La mtb trail Propain Hugene in spalla al proprio biker

La Propain Hugene nella versione Performance pesa 13.3 chilogrammi.

L’ammortizzatore è collocato davanti al tubo verticale che ospita il reggisella, diversamente dai modelli enduro e DH dove invece è posto fuori dal triangolo centrale del telaio. Il posizionamento interno, che possiamo dire più classico e utilizzato anche dalle altre case, garantisce una maggiore protezione della sospensione da sporco e fango. Il sistema PRO10 è orientato all’efficienza della pedalata quindi a fornire un anti-squat del 100%.

A prima vista la qualità principale di questa bici da trail sembra proprio essere la sua attitudine alla velocità e la sua resa sia in salita che sul dritto.

La posizione del biker seduto è comoda e centrale mentre il carro allungato e le sospensioni generose ne fanno un mezzo affidabile in discesa aumentandone la stabilità.

Il telaio della mtb Propain Hugene nella versione gialla

Il carro è lungo e il biker ha una posizione centrale sulla bici.

Propain Hugene: geometrie e telaio

Nell’insieme, il telaio risulta abbastanza compatto e pulito e i cavi passano tutti internamente. In taglia M pesa 2,4 chilogrammi. Le geometrie ci dicono che l’angolo di sterzo è abbastanza conservativo con 67,5° a compensare un passo di 1.175 mm per la taglia M. Il rake è di 51 mm, quello che serve per avere manovrabilità sullo stretto, e il reach è di 435 mm e indica una posizione meno distesa in piedi sui pedali.

Il carro è di 445 mm a favore della stabilità e meno dell’agilità.

Così sulla carta la Propain Hugene si presenta come una bici che punta alla stabilità, buone prestazioni in salita e nel misto, non troppo reattiva e che offre una buona fluidità di pedalata.

La tabella delle geometrie della mtb Propain Hugene

La tabella delle geometrie della mtb Propain Hugene.

Propain Hugene: allestimenti e prezzi

Sul sito di Propain è possibile comporre la propria Hugene in tre colorazioni: grigio scuro, grigio chiaro e lime e configurarla come più vi piace.

Sempre tre sono gli allestimenti proposti di cui la versione Highend prevede un telaio con quote leggermente modificate per ospitare ammortizzatore da 130 mm e forcella da 150. Questa versione della Hugene è certamente più una all mountain che una trail e costa 6.470 euro.

Le due versioni trail invece sono la Start il cui prezzo è di 3.060 euro e la Performance da 4.190, le vediamo tra poco nel dettaglio.

È infine possibile acquistare il solo telaio partendo da una cifra di 2.099 euro che muterà a seconda della colorazione e dell’ammortizzatore che sceglierete di associarvi.

Propain Hugene 29 Start: allestimento

Telaio in carbonio Propain Hugene
Ammortizzatore Rock Shox Deluxe RT 130 mm
Forcella Rock Shox Revelation RC 140 mm
Cambio SRAM GX Eagle monocorona a 12 velocità
Freni Formula Cura con dischi da 180 mm
Ruote Propain ZTR FLOW S1
Gomme Schwalbe Hans Dampf Addix Soft
Reggisella telescopico Sixpack Menace
Manubrio Sixpack Millenium 785 mm
Peso 13,6 kg.
Prezzo 3.060 euro

La mtb Propain Hugene Start

Propain Hugene 29 Performance: allestimento

Telaio in carbonio Propain Hugene
Ammortizzatore Rock Shox Super Deluxe RC3 130 mm
Forcella Rock Shox Pike RCT3 140 mm
Cambio SRAM X01 Eagle monocorona a 12 velocità
Freni Sram Guide RSC 180 mm
Ruote Propain ZTR FLOW MK3
Gomme Schwalbe Hans Dampf Addix Soft
Reggisella telescopico Bikeyoke Revive
Manubrio Sixpack Millenium 785 mm
Peso 13,3 kg.
Prezzo 4.190 euro

La mtb Propain Hugene 29 Performance

Propain Hugene 29 Highend: allestimento

Telaio in carbonio Propain Hugene
Ammortizzatore Fox DPX2 Factory Kashima 130 mm
Forcella Fox 36 Factory Kashima 150 mm
Cambio SRAM XX1 Eagle monocorona a 12 velocità
Freni Magura MT7 con dischi da 180 mm
Ruote Reynolds Black Label Carbon 29 Enduro
Gomme Schwalbe Hans Dampf Addix Soft
Reggisella telescopico Fox Transfer Factory Kashima
Manubrio Sixpack Millenium 785 mm
Peso 13,3 kg.
Prezzo 6.470 euro

Propain Hugene 29 Highend

Per maggiori informazioni o per acquistare mountain bike della casa tedesca vi invitiamo a visitare il sito ufficiale Propain.

Mondraker F-Podium 2020: mtb da XC con anima da enduro

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Mondraker F-Podium 2020: mtb da XC con anima da enduro

La nuova Mondraker F-Podium è il frutto di un lungo lavoro da parte di Mondraker e i suoi atleti nel creare una mountain bike da XC diversa dal solito, con tecnologie derivate dalle sorelle gravity, tendenza sempre più seguita da diversi marchi.

Mondraker è conosciuta nel mondo mountain bike soprattutto per le bici da enduro e gravity, come la Summum e la Dune, ma nel suo catalogo si possono trovare anche mtb da XC molto particolari.

In questa categoria di bici vi è la Mondraker Podium che, quando fu presentata, fece molto incuriosire per le sue caratteristiche e design unici.

Con la nuova Mondraker F-Podium, dopo anni di vittorie ed esperienza nelle competizioni mondiali XCO, si tornerà a parlare di Mondraker nel settore XC e la F-Podium 2020 farà discutere molto per le scelte tecniche adottate nonché per il prezzo “esclusivo” della versione top pari a 13.999 euro.

La versione “base” parte comunque da 4.499 euro.

Una mountain bike Mondraker F-Podium 2020

La F-Podium 2020 non è una bici che passa inosservata, grazie alle linee aggressive che caratterizzano le mountain bike Mondraker.

Il brand Mondraker è stato sempre all’avanguardia nella ricerca di soluzioni per migliorare l’efficienza e il piacere di guida delle proprie mtb come anche il loro design, subito riconoscibile.

Tra le innovazioni più importanti troviamo la Forward Geometry e il sistema Zero Suspension, tecnologie che vengono adottate soprattutto sulle mountain bike destinate a un uso discesistico e le ebike. Tali tecnologie in qualche modo hanno dato il via ad una nuova generazione di mountain bike, e molti altri brand hanno seguito la filosofia di Mondraker.

Parlando ora delle mtb da XC di Mondraker, la Podium è stata una delle bici più particolari del suo segmento, caratterizzata da una linea molto aggressiva ed un particolare attacco manubrio integrato con il telaio, ma la nuova F-Podium 2020 è andata oltre.

Un prototipo della Mondraker F-Podium in azione

Il progetto della Mondraker F-Podium ha richiesto molti test in gara da parte degli atleti, con prototipi opportunamente mascherati.

Il progetto della nuova Mondraker F-Podium è stato avviato nel 2015 con i primi prototipi e le prime soluzioni inserite man mano sulle bici utilizzate nei campionati mondiali. Solo nell’ultimo periodo il prototipo quasi definitivo è sceso in campo, con ottimi risultati, ma la sua versione definitiva è stata mostrata solo ora in tutto il suo splendore.

Esteticamente si riconosce subito che è una Mondraker, soprattutto grazie al lungo reach della Forward Geometry e la sospensione posteriore Zero Suspension. Si, avete letto bene, La F-Podium è la prima mountain bike XC full suspension di Mondraker con Forward Geometry e sistema Zero Suspension ereditato dalle mtb gravity, ma adattato al mondo XC.

Addio attacco manubrio integrato

Continuando l’analisi estetica notiamo subito una differenza rispetto alla precedente Podium nella zona sterzo, l’attacco manubrio non è più integrato con il telaio. La prima soluzione limitava l’uso di attacchi manubrio commerciali e richiedeva un aggiunta di materiale nella zona canotto aumentando il peso.

Il peso risparmiato utilizzando una soluzione standard è stato però riportato nella zona del movimento centrale, dove ora troviamo calotte filettate invece che pressfit. Seppur è vero che spostando in basso il peso si hanno effetti positivi sulla guida, il vantaggio più importante è la possibilità di usare attacchi manubrio standard.

Continuando l’analisi della zona anteriore troviamo un angolo sterzo di 68 gradi abbinato a una forcella con rake di 44 mm, ridotto di 7 mm rispetto il passato. Il risultato è una mountain bike maneggevole nello stretto ma al tempo stesso stabile sul veloce.

L'attacco manubrio standard sulla Mondraker F-Podium Carbon 2020

Sparisce l’attacco manubrio integrato che caratterizza la Mondraker Podium, a vantaggio del risparmio di peso e la personalizzazione.

Telaio in carbonio in collaborazione con 3C Carbon Composite Company

Spostandoci nella parte centrale troviamo il triangolo del telaio, un capolavoro di ingegneria realizzato in collaborazione con l’azienda tedesca 3C Carbon Composite Company.

Questa azienda, poco distante dagli stabilimenti tedeschi di Mondraker, è nota soprattutto nel settore automobilistico dove produce componenti per Audi, Mercedes e BMW, ma è famosa anche nel settore aeronautico ed elettronico.

Il telaio in carbonio della Mondraker F-Podium 2020 è uno dei più leggeri sul mercato, 1.987 grammi, ed è predisposto per il passaggio interno dei cavi compreso quello per il reggisella telescopico, accessorio sempre più presente in questo segmento.

Telaio in carbonio realizzato con 3C Carbon Composite Company

Sospensione posteriore derivata dal mondo Gravity

Andiamo ora nella parte del triangolo posteriore, anch’esso in carbonio, dove troviamo battuta boost e il sistema Zero Suspension di Mondraker, abbinato a un ammortizzatore metrico con attacco Trunnion.

Il sistema Zero Suspension è un dual link in cui l’ammortizzatore viene compresso da ambo i lati, creando un full floater senza snodi sui foderi. Per adattare alle esigenze XC questo sistema, nato per le discipline gravity, è stato necessario un lungo sviluppo in cui è stata fondamentale la collaborazione tra tecnici e atleti.

Il sistema Zero Suspension di Mondraker sulla F-Podium Carbon 2020

Il Zero Suspension di Mondraker montato sulla F-Podium 2020: il sistema è arrivato alla disciplina XC dal gravity.

Per rendere questo possibile, l’escursione è stata abbassata a 100 millimetri, il link superiore è stato realizzato in carbonio mentre l’inferiore è stato realizzato partendo da un blocco intero di alluminio.

Il risultato è un carro leggero, robusto e lungo soli 432 mm, ma che può accogliere gomme di sezione 2,4″.

Parlando di misure e geometrie, la Mondraker F-Podium Carbon 2020 è caratterizzata da un reach record per la sua categoria, 460 mm in taglia M che permette di usare attacchi manubrio molto corti. Per aumentare la stabilità ma al tempo stesso garantire agilità, troviamo un altezza da terra molto ridotta, 325 mm, un angolo sterzo di 68 gradi e un piantone sella di 76,5 gradi.

Mondraker F-Podium 2020, quattro allestimenti disponibili

Gli allestimenti disponibili per la Mondraker F-Podium sono quattro, di cui uno a tiratura limitata a 100 esemplari con componenti “esoterici”.

Tutti i modelli condividono il telaio in carbonio 3C, le ruote da 29″  e le quattro taglie disponibili: S, M, L e XL.

Mondraker F-Podium RR SL – 13.999 euro

L’allestimento RR SL è dedicati a chi non vuole compromessi e cerca una bici super leggera e con i migliori componenti sul mercato. Il peso di questo allestimento è pari a 9.520 grammi (senza pedali) e si fa notare a primo impatto per i fantastici cerchi a razze BikeAhead, nonché il sistema di tramissione elettronica SRAM AXS, nello specifico lo SRAM XX1 AXS.
Forcella FOX 32 Step Cast Kashima FIT4, ammortizzatore FOX Float DPS Kashima, freni SRAM Level Ultimate, ruote carbon BikeAhead, trasmissione SRAM XX1 AXS.
Peso 9,52 kg.

Una mtb Mondraker F-Podium RR SL edizione limitata

La Mondraker F-Podium RR SL è l’allestimento più esclusivo, con tiratura limitata e un prezzo di 13.999 euro.

Mondraker F-Podium RR – 8.999 euro

Forcella FOX 32 Step Cast Kashima FIT4, ammortizzatore FOX Float DPS Kashima, freni Shimano XTR, ruote DT Swiss XRC1200, trasmissione Shimano XTR 12 velocità.
Peso 10,21 kg.

Una mtb Mondraker F-Podium RR

Esaurite le RR SL, la versione RR sarà l’allestimento top: monta componenti di alto livello come il cambio Shimano XTR 12 velocità.

Mondraker F-Podium R – 6.799 euro

Forcella FOX 32 Step Cast Kashima FIT4, ammortizzatore FOX Float DPS Kashima, freni SRAM Level TLM, ruote DT Swiss XR1501, trasmissione SRAM X01 Eagle.
Peso 10,59 kg.

Una mountain bike Mondraker F-Podium R 2020

La Mondraker F-Podium R 2020 monta trasmissione SRAM X01 Eagle e sospensioni FOX Kashima.

Mondraker F-Podium - 4.499 euro

Forcella FOX 32 Step Cast Performance, ammortizzatore FOX Float DPS Performance, freni Shimano MT501, ruote DT Mavic Crossmax, trasmissione mista SRAM GX/NX Eagle.
Peso 11,49 kg.

Una mountain bike Mondraker F-Podium versione base

L’allestimento base monta trasmissione mista SRAM GX e NX Eagle, sospensioni FOX Performance e ruote Mavic Crossmax.

Per ulteriori informazioni sulla F-Podium 2020 e su altri ciclo prodotti per strada e offroad potete visitare il sito ufficiale Mondraker dove troverete tutte le caratteristiche di questo modello e tanti altri.

La Transition Smuggler Carbon XO1, una mtb tuttofare

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Una Transition Smuggler Carbon XO1, mountain bike tuttofare

Esiste una mountain bike tuttofare? Una bici con cui poter percorrere molti chilometri pedalando in maniera efficiente, con la quale fare salite impegnative ma che ci consenta allo stesso tempo di affrontare discese tecniche e impegnative?

Molto dicono di no, ma in Transition, l’azienda di Bellingham, nello stato di Washington a poche miglia dal Canada, hanno creato un prodotto che intende essere la quadratura del cerchio.

Stiamo parlando della nuova Transition Smuggler XO1 Carbon, una trail bike biammortizzata con ruote da 29″ con 140 millimetri di escursione all’anteriore e 120 al posteriore.

Partiamo dai numeri: il telaio è completamente in carbonio, carro compreso, e il suo peso è piuttosto importante visto che parliamo di circa 3 chili.

Una mountain bike Transition Smuggler Carbon XO1 anno 2019

La lunghezza del carro è pari a 430 mm, tutto sommato una lunghezza abbastanza ridotta mentre l’angolo sella è visibilmente molto verticale, arrivando a quasi 76° nella taglia L. Un dato importante riguarda l’angolo di sterzo, che si assesta a 66° precisi con un attacco manubrio corto, secondo le ultime tendenze.

Gli ingegneri in Transition, però, hanno accorciato di qualche millimetro l’offset, ovvero la distanza intercorrente tra il centro del perno del mozzo anteriore e l’asse del canotto sterzo. Questa distanza ridotta ha garantito alla bici una buona manovrabilità alle basse velocità nonostante l’angolo di sterzo aperto.

Per un approfondimento del motivo di tale scelta vi rimandiamo a questo interessante articolo riportato sul sito di Tribe distribution, azienda guidata dal forte rider Andrea Bruno che distribuisce il marchio Transition in Italia, oltre a essere un centro ebike Flyer che abbiamo provato in Svizzera.

Carro posteriore e freni idraulici della Transition Smuggler Carbon XO1

Il carro, la sospensione e il freno a disco posteriore della Smuggler XO1.

L’allestimento della Transition Smuggler XO1 prodotta nel 2019 è il seguente:
Telaio: Smuggler Carbon 120 mm Rear/140 mm Front
Ammortizzatore: Fox DPS Performance Elite
Forcella: Fox Float 36 Grip 2 Performance Elite
Serie sterzo: Cane Creek 40 Series
Attacco manubrio: ANVL Swage (40 mm)
Manubrio: ANVL Mandrel Alloy 35 SM/MD (800 x 20 mm) LG/XL (800 x 30mm)
Sella: ANVL Forge Ti
Reggisella: RockShox Reverb Stealth 1x Remote S (100 mm), M (125mm), L (150 mm), XL (170 mm)
Freni: SRAM Guide RSC da 180 mm
Cambio: SRAM X01 Eagle
Cassetta: SRAM XG 1275 (10-50t)
Pedivelle: SRAM X1 Carbon DUB (170 mm x 30t)
Ruote: Stans Arch MK3 Pro
Gomme: Maxxis Minion DHF 3C WT (29×2.3″) – Maxxis Minion DHRII 3C (29×2.3″)
Peso dichiarato: 12,99 kg
Peso reale: tubeless, con salsicciotti PTN e pedali: 13,4 kg
Prezzo: 6.499 euro

Una mountain bike Transition Smuggler Carbon XO1 infangata

Un po’ di fango non fa mai male a una mtb come la Transition Smuggler Carbon XO1 2019. Photo credits: Gian Paolo De Tomasi.

Quindi, secondo l’analisi statica delle geometrie, il risultato dovrebbe essere una bici ben pedalabile, maneggevole e facile nella discesa. Sarà veramente così?

Chi vi scrive ha provato a lungo questa mtb e la risposta è sì, senza ombra di dubbio. Già salendo in sella si avverte come la bici sia molto raccolta e agile con il peso del guidatore ben centrato nel mezzo.

Facile pedalare con la Smuggler: su strada la posizione di blocco dell’ammortizzatore rende il carro quasi completamente fermo e insensibile alla pedalata mentre nei percorsi boschivi la posizione “pedal” è estremamente efficace e consente di percorrere strade anche molto sconnesse, siano esse in piano che in salita, con un’efficienza veramente notevole e facendo copiare bene il terreno al posteriore senza oscillazioni, a patto di stare seduti sulla sella.

Una mtb full suspended Transition Smuggler Carbon XO1

Pur non essendo una scalatrice da XC in quanto i pesi non sono leggerissimi, la Smuggler affronta decisamente bene le salite che si trova davanti garantendo buone percorrenze.

Ma è nella discesa che questa bici dà decisamente il meglio di sé. È una trail bike che consente ampissimi margini di sicurezza e molta tranquillità per chi non vuole forzare ed è invece capace di far togliere decisamente delle grandi soddisfazioni a chi sa andare forte, grazie al telaio molto solido e al montaggio decisamente interessante.

È molto divertente perché ha delle geometrie azzeccate: si guida in mezzo, perfettamente centrati e la bici è tutta lì dove deve essere, agile e pronta. È facilissima da far scendere e portare esattamente dove si vuole, con l’ammortizzatore che non sembra proprio avere l’escursione di “solo” 120 mm.

Fa apprezzare appieno il trail senza pensare ad altro e asseconda il guidatore sia che voglia metterla alla corda o che, invece, voglia godere una discesa di assoluta tranquillità e relax.

Un rider si diverte in sella a una Transition Smuggler Carbon XO1

Si dice che le bici da trail non siano specializzate in nulla, non siano né cross country né da enduro e che pertanto non servano a molto. Le moderne geometrie della Transition Smuggler (ma un analogo esempio è la Yeti SB130) affermano esattamente il contrario: sono bici estremamente versatili che si pedalano molto bene, hanno grande efficienza e sono sicure e divertenti in discesa.

La consiglio a una vasta platea di persone, sia a chi non ha molta esperienza per poter migliorare facilmente in tutta sicurezza sia al biker smaliziato desideroso di un mezzo di grande sostanza.

Per ulteriori informazioni su questo e altri prodotti potete visitare il sito ufficiale Transition.

Articolo scritto per BiciLive.it da: Gian Paolo De Tomasi

Norco Revolver FS 100: la mountain bike tutta potenza e controllo

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Norco Revolver FS 100: potenza e controllo

Con la Revolver FS 100, Norco – il prestigioso marchio canadese fondato nel 1964 da Bert Lewis e notissimo nel mondo gravity – punta ad affermarsi come protagonista anche nel mondo Cross Country.

È una mountain bike biammortizzata con telaio in carbonio e ruote da 29″, con 100 millimetri di escursione all’anteriore e al posteriore, concepita per l’agonismo, per padroneggiare i nuovi circuiti XC, dove le salite severe si alternano a tratti di discesa tecnica impegnativa.

Il fattore innovativo della nuova Norco Revolver FS 100 è la geometria del telaio, che colloca il baricentro del pilota in avanti e in basso sulla bici, offrendo trazione e controllo in salita e una grande mobilità per affrontare con naturalezza e precisione anche ostacoli e passaggi tecnici insidiosi su roccia e radici.

bicicletta Norco Revolver FS 100

Il sistema cinematico della sospensione è stato ottimizzato per massimizzare l’efficienza di pedalata, garantendo aderenza e controllo anche su terreno accidentato, ma risultando rigido alla spinta in trazione.

E sempre nella direzione dell’efficienza in trazione e della precisione di guida, il tubo obliquo, il movimento centrale e i connettori del carro della mtb sono stati progettati per aumentare la rigidità dell’asse del 40%.

La posizione di guida avanzata, con baricentro basso, la forcella con angolo sterzo di 68,5 gradi e gli steli da 60 mm, assicurano un bilanciamento perfetto e una precisione di guida anche nelle discese tecniche più impegnative.

Geometrie Norco Revolver FS 100

Le geometrie delle mountain bike della serie Norco Revolver FS 100.

Il prezzo al pubblico consigliato per la Revolver FS 1 100 – 5.799 euro – la colloca in una fascia di prezzo medio-alta, ma l’allestimento di questa bicicletta è decisamente all’altezza.

È realizzata in quattro taglie, dalla S alla XL, con reach variabile e attacco manubrio da 60 mm per tutte le misure.

Il video promozionale di questa mountain bike:

Norco Revolver FS 1 100: specifiche tecniche

Di seguito i dettagli sull’allestimento e la componentistica della Revolver FS 1 100.

FRAMESET
Telaio: Carbonio Hi-Mod escursione posteriore da 100 mm
Forcella: RockShox SID Ultimate escursione 100 mm
Ammortizzatore: Rockshox Deluxe RLR blocco remoto
Serie sterzo: FSA internal

TRASMISSIONE
Deragliatore posteriore: SRAM GX Eagle 12 velocità
Cassetta: SRAM XG1275 Eagle 10-50T
Catena: SRAM GX Eagle 12 velocità
Guarnitura: SRAM X1 Eagle DUB Carbon 12spd 32T
Movimento centrale: SRAM DUB Press Fit 92mm

sospensione Norco Revolver FS 100

COMPONENTI
Manopole: SRAM Twistloc
Manubrio: 6061 DB alluminio, 31,8 mm, lunghezza 760 mm, altezza 15 mm
Stelo: SL alluminio lunghezza 60mm
Reggisella: SL alluminio 31,6 mm
Morsetto reggisella: Norco Alloy Nutted
Sella: Norco SL Race, Chromo Rails
Freno anteriore: SRAM Level TLM 180mm
Freno posteriore: SRAM Level TLM 160mm

RUOTE
Mozzo anteriore: DT Swiss M1700
Mozzo posteriore: DT Swiss M1700
Raggi: DT Swiss Competition, Straight Pull Spline Nipples
Cerchi: Set di ruote DT Swiss M1700 Spline 25mm ID
Pneumatico anteriore: Maxxis Rekon Race 29×2,25″
Pneumatico posteriore: Maxxis Rekon Race 29×2,25″

discesa a bordo della Norco Revolver FS 100

Per ulteriori informazioni e foto su questo prodotto vi consigliamo di visitare il sito ufficiale Norco, dove è possibile anche consultare l’elenco dei rivenditori delle mtb di questo brand in Italia.

Articolo scritto per BiciLive.it da: Enrico Campanelli


La BMC Fourstroke 01 One, una XC full per chi vuole distinguersi

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BMC Fourstroke 01 One

Non lasciatevi ingannare dalla linea pulita e apparentemente semplice: con la BMC Fourstroke 01 One avete davanti una raffinata arma da gara dedicata all’XCO, una mountain bike full suspension con ruote da 29″ ricca di innovazioni tecniche sorprendenti.

Il telaio nasconde dietro le sue sembianze spartane, quasi retrò, tutta una serie di sistemi sofisticati come ad esempio il leveraggio APS, l’innovativa geometria BWC e il primo regisella telescopico RAD completamente integrato nel telaio.

mountainbike BMC Fourstroke 01 One

BMC Fourstroke 01 One: una mtb per chi vuole distinguersi

Il nome Fourstroke 01 One ribadisce il concetto chiave di questa mountain bike BMC, una bici che per innovazione e prestazioni tecniche si colloca prepotentemente al vertice e si presenta come modello di punta della casa Svizzera.

La Fourstroke 01 è nata per il mondo delle competizioni ed è equipaggiata sapientemente per soddisfare chi desideri il top.

Studio e sviluppo sono frutto del duro lavoro svolto sul campo di gara, infatti la Fourstroke 01 One è stata realizzata in stretta collaborazione con Titouan Carod, un campione che non bada a compromessi pur di migliorare le prestazioni di gara. Riconosciuto come uno dei biker più tecnici del circuito MTB World Cup e membro fondamentale del BMC MTB Racing Team, ha definito questa bicicletta “di un livello superiore”, performante tanto in salita quanto in discesa.

ciclista a bordo di una BMC Fourstroke 01 One

La fourstroke 01 One è disponibile in 4 taglie a partire dalla S fino alla taglia XL. È realizzata con un telaio full carbon, super leggero e con una tecnologia avanzata che garantisce rigidità e la massima resistenza.

Una soluzione tecnica brillante ottimizza il passaggio cavi e protegge il telaio. Infatti, grazie al sistema IP, le guide interne facilitano l’installazione dei cavi e riducono i tempi per la manutenzione. La cover esterna permette un ingresso dei cavi dal look minimale e serve da ulteriore protezione contro eventuali impatti.

BMC ha integrato un utilissimo Stopper forcella che protegge il telaio dagli impatti indesiderati in caso di caduta. Questa soluzione consente di adottare un tubo obliquo dritto che migliora la rigidità e riduce il peso.

Carro posteriore con asse da 148 millimetri e leveraggio in carbonio superleggero, in Premium Carbon, una soluzione che consente un risparmio di peso di 40 grammi rispetto a un leveraggio in alluminio, e crea allo stesso tempo una connessione estremamente rigida tra il triangolo principale e il carro posteriore.

Un telaio così raffinato integra ulteriori protezioni nei punti critici di contatto, per garantire una maggiore durata. Le protezioni sono distribuite sul fodero catena e sul fulcro della sospensione.

mountainbike BMC Fourstroke 01 One 2019

BMC Fourstroke 01 One: le sospensioni

Nessun compromesso per il comparto sospensioni affidato interamente a FOX: forcella top di gamma con travel di 100 mm modello Fox Float 32 SC Factory con cartuccia FIT4 e rivestimento Kashima, dotata di comando remoto al manubrio.

Ammortizzatore posteriore con escursione di 100 mm modello Float DPS Factory Evol dotato di comando remoto, equipaggiato con la tecnologia APS, che consente di assorbire al meglio i piccoli urti ma dona un grande supporto negli impatti più violenti.

ammortizzatore posteriore BMC Fourstroke 01 One

Trasmissione, set ruote e manubrio

Il comparto trasmissione è affidato all’ormai collaudato top di gamma 12 velocità SRAM Eagle, accompagnato da un set freni sempre di casa SRAM, i Level Ultimate con rotori da 160 mm.

Ruote in carbonio leggerissime e scorrevoli di casa DT Swiss modello XRC 1200 con canale interno da 25 mm, gommate con dei copertoni Vittoria Barzo da 2,25″.

Completano la dotazione top un manubrio in carbonio da 750 mm e l’attacco manubrio sempre di casa BMC.

Regisella telescopico integrato RAD

Come se non bastasse, troviamo celato all’interno del telaio il primo e innovativo reggisella telescopico integrato. Si tratta di un dropper interamente integrato nel telaio, dotato di 80 mm di escursione. Regolabile in altezza per 90 mm, il suo peso è di circa 354 grammi.

Prende il nome di R.A.D. Racing Application Dropper (“Regisella da gara”) e promette di garantire un vantaggio competitivo “decisivo” grazie alla sua velocità di attivazione.

Tutta questa tecnologia è concentrata in un peso piuma che ferma l’ago della bilancia a circa 10,43 kg per la bici completa in taglia M (senza pedali).

trasmissione BMC Fourstroke 01 One

Geometria Big Wheel Concept (BWC) Race

La Fourstroke presenta un approccio radicale alla geometria XC, per esaltare uno stile di guida veloce e progressivo, volto a garantire un maggiore controllo sul mezzo, offrendo più guidabilità e stabilità. BMC ha completamente rivisto le geometrie per creare una 29″ che possa esprimere il massimo delle sue potenzialità.

Le geometrie del genere all mountain sono state quindi sapientemente adattate e integrate con quelle tipiche di una bici da cross country: questa fusione offre prestazioni costanti in salita e in discesa.

ammortizzatori anteriori BMC Fourstroke 01 One

BMC Fourstroke 01 One: allestimenti e prezzo di listino

Fourstroke 01 One, una bici esclusiva montata senza badare a compromessi, qualità che si riflette nell’elitario prezzo di listino, fissato a 9.999 euro.

Disponibile in altre 2 configurazioni più accessibili, a partire da 5.999 euro per la versione 01 Three e 7.699 euro per la versione 01 Two. È disponibile anche il solo telaio con un prezzo di 3.999 euro.

Acquisto non per tutte le tasche, ma sicuramente una scelta vincente per chi gareggia e gravita nel mondo delle competizioni e vuole sfruttare tutte le ultime innovazioni tecniche maturate sui campi di gara.

ciclista in azione BMC Fourstroke 01 One

Telaio: Carbonio Fourstroke 01 Advanced Pivot System
Forcella: Fox Float 32 SC Factory FIT4 Kashima, Remote (100mm)
Ammortizzatore: Fox Float DPS Factory Evol Kashima, Remote (100mm)
Rapporti: 1×12
Guarnitura: SRAM XX1 Eagle 34T
Cassetta: SRAM XG 1295 10-50T
Catena: SRAM X01 Eagle Black
Cambio: SRAM XX1 Eagle
Comandi: SRAM XX1 Eagle
Freni: SRAM Level Ultimate (160/160)
Manubrio: BMC MFB 01 Carbon, 750mm
Attacco: BMC MSM 01
Tubosella: Race Applicatioin Dropper (R.A.D.) 80mm drop
Sella: Fizik Antares R5 K:ium
Mozzi: DT Swiss XRC 1200
Cerchi: DT Swiss XRC 1200 Carbon 25
Pneumatici: Vittoria Barzo TR, 29×2.25

Per ulteriori informazioni su questa e altre mtb potete fare riferimento al sito web ufficiale di BMC.

Gli estimatori del brand elvetico possono anche leggere il nostro approfondito articolo dedicato all’intero catalogo 2019 delle mtb BMC.

Articolo scritto per BiciLive.it da: Alessandro Fodde

La nuova mtb Trek Top Fuel 2020: dai circuiti XC ai trail di montagna

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La mountain bike Trek Top Fuel 2020

La mountain bike da cross country Trek Top Fuel 2020 è stata aggiornata completamente con un nuovo telaio, escursione maggiore e geometrie rinnovate.

La sua anima è sempre XC, ma grazie alle soluzioni derivate dalle bici da trail di Trek vi permetterà di sfrecciare anche tra i single track più impegnativi con estrema agilità.

La Trek Top Fuel è disponibile con prezzi a partire da 3.079 euro.

Trek Top Fuel 2020 vista di lato

La nuova Trek Top Fuel 2020 è stata aggiornata in molti particolari, a partire dal nuovo telaio Straigth Shot e nuovo Mino Link.

Trek Top Fuel 2020: più escursione e nuovo Mino Link

Tante sono le novità della Trek Top Fuel 2020 a partire dall’escursione, ora da 120 mm all’anteriore e 115 mm al posteriore. Per i più esigenti è possibile anche montare una forcella con 130 mm di escursione.

Maggiore escursione significa poter andare più veloce su percorsi più impegnativi, ma la sola escursione non basta per avere un controllo perfetto. La Trek Top Fuel 2020 ha geometrie moderne che possono essere variate grazie al nuovo Mino Link.

Il nuovo Mino Link è stato spostato davanti, sopra l’ammortizzatore, così da rendere più facile la modifica dell’impostazione.

Spostando il flip chip del Mino Link la Trek Top Fuel 2020 modifica molti dei suoi parametri, come angolo sterzo e altezza da terra, vediamo nel dettaglio di quanto varia.

Dettaglio Mino Link della Trek Top Fuel 2020

Nel nuovo Mino Link il flip chip si trova nella parte superiore dell’ammortizzatore, per una modifica più semplice e rapida.

Geometrie moderne e personalizzabili

Le geometrie della Top Fuel 2020 sono in linea con le moderne mountain bike XC full suspended, ma in più c’è la possibilità di modificarle rapidamente, così da adattare la bici al proprio stile di guida o al percorso.

Grazie al Mino Link l’angolo di sterzo passa da 68° a 67,5°, l’angolo sella effettivo varia tra 75,5° a 75° e infine l’altezza del movimento centrale passa da 34,3 cm a 33,7 cm.

Trek Top Fuel 2020 Su salita tecnica

La nuova Trek Top Fuel affronta le salite tecniche più impegnative in modo ancora più efficiente, grazie alle nuove geometrie.

Interessante anche il valore di orizzontale virtuale pari a 59,8 cm (59,9 cm in posizione Mono Link bassa) nella taglia M e il valore di reach pari a 44,5 cm (44 cm in posizione bassa).

Per rendere ancora più personalizzabile la Trek Top Fuel 2020, Trek ha deciso di installare una pipa con un angolo di 13° e una serie di spessori tra la stessa e la serie sterzo. Grazie a questo accorgimento si può variare l’altezza del manubrio di ben 47 mm per avere una guida più o meno aggressiva sull’anteriore.

Pipa da 13 gradi per la Trek Top Fuel 2020

Invertendo la posizione della pipa e gli spessori, si riesce a cambiare notevolmente la posizione sul manubrio, così da poter personalizzare la Trek Top Fuel sul proprio stile di guida.

Mtb XC con tecnologia da trail

La Trek Top Fuel 2020 nasce per le competizioni XC, ma sono molte le tecnologie derivate dalle sorelle da trail come il reggisella telescopico presente su tutti gli allestimenti, il sistema Knock Block e il telaio con tubo obliquo Straight Shot.

Grazie alla tecnologia Straight Shot si è potuto realizzare un triangolo anteriore molto rigido senza l’aggiunta di peso, la sua forma ha però richiesto l’utilizzo di un’altra tecnologia derivata dalle sorelle gravity, la Knock Block.

Il sistema Knock Block impedisce alla testa della forcella di colpire il telaio, grazie a un’apposita serie sterzo integrata nel telaio.

Un’altra tecnologia “trail” utilizzata nella Trek Top Fuel è il sistema ABP, ossia Active Braking Pivot. Grazie a questo sistema la sospensione posteriore rimane attiva anche durante la frenata, a tutto vantaggio dell’aderenza e delle prestazioni.

Un dettaglio del telaio di una mtb Top Fuel della gamma 2020 di Trek

Ruote da 29 pollici anche per le taglie più piccole

Una delle caratteristiche più frequenti sulle recenti bici da XC 29″ è l’utilizzo nelle taglie più piccole di ruote da 27,5″, per garantire un maggiore efficienza. Trek è stata una delle prime ad adottare questa soluzione, chiamandola Smart Wheel Size, ma nella Trek Top Fuel questa soluzione non c’è più, come mai?

Lo Smart Wheel Size ha l’obiettivi di garantire il massimo dell’efficienza in pedalata sulle hardtail da XC, dove l’atleta pedala seduto e mantiene una posizione ottimale durante tutto il percorso.

La Top Fuel 2020 è pensate invece per chi non pedala sempre seduto in sella, ma ha bisogno di muoversi, mettersi in piedi sui pedali e cambiare spesso la posizione sulla bici per affrontare tratti tecnici. Per questo motivo e grazie all’elevata agilità delle nuove Trek Top Fuel, non è più necessario utilizzare due formati ruota, tutte le taglie hanno ora ruote da 29 pollici.

Trek Top Fuel 2020 in discesa

Grazie alle soluzioni derivate dalle mtb trail e le nuove geometrie, la Top Fuel può affrontare i sentieri di montagna più impegnativi.

Trek Top Fuel: allestimenti e prezzi

La nuova Trek Top Fuel 2020 è in vendita sia in versione solo telaio, alluminio o carbonio, oppure bici completa in cinque allestimenti per tutte le tasche.

Le taglie disponibili sono sei, così da poter fornire una bici quasi su misura: S, M, M/L, L, XL e XXL.

Trek Top Fuel 9.9 XX1 AXS – 9.999,99 euro

La Trek Top Fuel 9.9 XX1 AXS è l’allestimento top di gamma, montata con componenti Wireless della serie SRAM AXS, come la trasmissione SRAM XX1 AXS e il reggisella telescopico RockShox Reverb AXS.
Telaio in carbonio OCLV Mountain, forcella RockShox Pike Ultimate, ammortizzatore RockShox Deluxe Ultimate, freni SRAM Level Ultimate, ruote Bontrager Kovee Pro 30 Carbon, trasmissione SRAM XX1 Eagle AXS.
Peso 11,84 kg in taglia M con camere d’aria.

Una mtb full suspended Trek Top Fuel 9.9 AXS 2020

L’allestimento Trek Top Fuel 9.9 XX1 AXS 2020 monta trasmissione SRAM XX1 AXS e reggisella RockShox Reverb AXS.

Trek Top Fuel 9.9 – 8.999 euro

Telaio in carbonio OCLV Mountain, forcella Fox Performance 34 Step Cast, ammortizzatore Fox Float DPS Factory, freni SRAM Level Ultimate, ruote Bontrager Kovee Pro 30 Carbon, trasmissione SRAM XX1 Eagle.
Peso 11,05 kg in taglia M con camere d’aria.
Una mtb biammortizzata Trek Top Fuel 9.9 2020 vista di lato

Trek Top Fuel 9.8 – 5.499 euro

Telaio in carbonio OCLV Mountain, forcella Fox Performance 34 Step Cast, ammortizzatore Fox Float DPS Performance, ruote Bontrager Kovee Pro 30 Carbon, trasmissione SRAM GX Eagle, freni Shimano SLX M7000.
Peso 11,84 kg in taglia M con camere d’aria.
Una mountain bike Trek Top Fuel 9.8 2020 vista di lato

Trek Top Fuel 9.7 – 4.099 euro

Telaio in carbonio OCLV Mountain, forcella RockShox Reba RL, ammortizzatore Fox Float DPS Performance, ruote Bontrager Kovee Comp 23, trasmissione SRAM NX Eagle, freni Shimano MT500.
Peso 12,63 kg in taglia M con camere d’aria.
Una mountain bike Trek Top Fuel 9.7 2020 di lato

Trek Top Fuel 8 – 3.079 euro

Telaio in alluminio Alpha Platinum OCLV Mountain, forcella RockShox Recon RL, ammortizzatore Fox Float DPS Performance, ruote Bontrager Kovee Comp 23, trasmissione SRAM NX Eagle, freni Shimano MT500.
Peso 13,81 kg in taglia M con camere d’aria.
Una mtb full suspended Trek Top Fuel 8 2020 vista di lato

Kit Telaio Trek Top Fuel C – 3.299 euro

Kit telaio in carbonio OCLV Mountain con ammortizzatore Fox Foat DPS Performance.
Peso 2,46 kg in taglia M.
Telaio Trek Top Fuel C 2020

I prezzi e gli allestimenti indicati sono di listino al pubblico e possono subire variazioni nel tempo. Per quanto riguarda l’anno in corso, potete trovare tutti i modelli e i prezzi nel nostro catalogo MTB Trek 2019.

Per ulteriori informazioni sulla gamma Trek Top Fuel 2020 potete visitare il sito ufficiale Trek.

Pivot Mach 4 SL, biammotizzata da XC

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Mountain bike biammotizzata da XC Pivot Mach 4 SL 2020

La nuova Pivot Mach 4 SL vuole essere la risposta di Pivot Cycles – l’azienda di Tempe, in Arizona (USA) – alla continua tendenza di rendere le gare di Cross Country sempre più impegnative e tecnicamente difficili.

Questa nuova bicicletta biammortizzata da Cross Country con ruote da 29 pollici rispetto al precedente modello è stata completamente riprogettata con numerose, interessanti novità sotto molteplici punti di vista.

Andiamo a scoprirle tutte.

Una mtb Pivot Mach 4 SL con Fox Factory Live Valve

Una mtb Pivot Mach 4 SL nella colorazione Team Blue con Fox Factory Live Valve.

Pivot Mach 4 SL: telaio, geometrie, ammortizzatore

Partiamo dal telaio, alleggerito in maniera sostanziale con un taglio di oltre 300 grammi rispetto alla precedente Mach 429 SL ma al tempo stesso reso più rigido.

Il telaio parte ora da 1.845 g di peso, comprensivo di ammortizzatore. Lo schema sospensivo è il noto dw-link® che conserva le sue classiche caratteristiche: pedalata molto efficiente, ottima reattività agli impatti e sospensione attiva durante la frenata.

Il telaio ovviamente non è solo peso e rigidità, ma soprattutto geometrie: seguendo gli ultimi dettami la Mach 4 SL 2020 è “longer and slacker”, cioè più lunga e più aperta, con riferimento a reach e angolo di sterzo.

Dettaglio del telaio della mtb Mach 4 SL

Per completare il quadro l’offset (la distanza intercorrente tra il centro del perno del mozzo e l’asse del canotto sterzo) è stato accorciato così come l’attacco manubrio e la lunghezza del carro, mentre l’angolo sella è stato reso più verticale.

Tutte queste migliorie sono evidentemente tese a rendere la bicicletta un po’ più aggressiva, soprattutto in discesa, ma al tempo stesso estremamente pedalabile e maneggevole nell’uso. La presenza del reggisella telescopico, variabile in altezza tra i 100 e i 150 mm e presente su tutti gli allestimenti a esclusione del “World cup”, sottolinea l’impronta più discesistica di questa bicicletta.

Dettaglio del carro posteriore della mtb Mach 4 SL

Un’altra novità riguarda la possibilità di equipaggiare la nuova Mach 4 SL con due differenti escursioni di forcella. Equipaggiata solo con Fox 32 o 34, è disponibile nella classica misura da 100 mm (per i modelli “World Cup”) o da 120 mm (per tutti gli altri modelli), così da rendere questa mountain bike un po’ più vivace e divertente in discesa, strizzando l’occhio a un uso trail visto che l’angolo di sterzo si riduce di un grado passando dai 68,50° ai 67,50°.

A proposito di sospensioni, la Pivot Mach 4 SL 2020 oltre al tradizionale comando a manubrio che apre e chiude contemporaneamente forcella e ammortizzatore ha la possibilità di montare l’unità Fox Factory Live Valve.

Dettaglio dello schema di sospensione dw-link della Mach 4 SL di Pivot

Questo ammortizzatore è a comando completamente elettronico e grazie a una centralina molto sofisticata apre o chiude la parte idraulica a seconda del terreno che la bicicletta si trova ad affrontare in quello specifico momento.

Le informazioni sul tipo di terreno vengono analizzate dalla centralina 1.000 volte al secondo e il sistema si regola di conseguenza, decidendo al posto vostro se tenere chiuso o aperto l’ammortizzatore. Basta regolare il sistema la prima volta (una manciata di secondi per compiere questa operazione) e si è pronti a pedalare con un’efficienza impensabile per un essere umano.

Stiamo esagerando? Per fare un esempio Nino Schurter – pluricampione del mondo svizzero di Cross Country – nella gara di Lenzerheide ha usato il comando remoto per bloccare le sospensioni ben 230 volte. Il Fox Factory Live Valve nello stesso identico percorso lo ha fatto 480 volte, in automatico.

L’aggravio di peso rispetto al sistema manuale è di soli 150 grammi.

Dettaglio della mtb Mach 4 SL con Fox Factory Live Valve

I colori disponibili della Pivot Mach 4 SL 2020 sono tre: Team Blue, Stealth Black e Cherry Red mentre le taglie del telaio sono ben cinque e spaziano dalla XS alla XL in grado di soddisfare ciclisti e cicliste da un’altezza di 147 cm a poco più di due metri.

Vista la misura dello standover, ancora più bassa rispetto al modello precedente, questa bici non avrà alcun problema ad accontentare anche i rider più bassi.

Un’ultima cosa importante: questa mountain bike in qualsiasi taglia può contenere all’interno del triangolo principale una borraccia grande, persino nella taglia XS di partenza. Nella taglia XL, in più, c’è spazio per ben due borracce.

Misure e geometrie della mtb Pivot Mach 4 SL 2020

Misure e geometrie della mtb Pivot Mach 4 SL.

Pivot Mach 4 SL 2020: allestimenti, versioni, prezzi

La nuova Pivot Mach 4 SL può essere venduta sia come solo telaio (al prezzo di 3.599 euro) che come bicicletta completa in 16 versioni.

Team XX1 – 10.499 euro
Forcella da 120 mm con controllo remoto, gruppo SRAM XX1 con tecnologia AXS wireless e pacco pignoni Sram XX1 XG-1299 10-50T a 12 velocità e freni SRAM Guide Ultimate.

World Cup XX1 – 10.499 euro
Forcella da 100 mm con controllo remoto da 32, identico montaggio SRAM della Team XX1 ma senza reggisella telescopico.

Team XTR – 9.499 euro
Forcella da 120 mm con controllo remoto, gruppo Shimano XTR e pacco pignoni XTR M9100 10-51T a 12 velocità e freni Shimano XTR M9100.

World Cup XTR – 9.499 euro
Forcella da 100 mm con controllo remoto da 32 invece che da 34, identico montaggio della precedente Team XTR ma senza reggisella telescopico.

Per questi modelli esiste la possibilità di montare il sistema Fox Factory Live Valve con un’aggiunta di 2.500 euro e sono tutti dotati di serie delle ruote in carbonio DT Swiss XRC 1200 SPLINE.

Una mtb Mach 4 SL equipaggiata con l'ammortizzatore Fox Factory Live Valve

Una Mach 4 SL equipaggiata con l’ammortizzatore Fox Factory Live Valve.

Pro XO1 – 7.999 euro
Forcella da 120 mm con controllo remoto, gruppo SRAM XO1 e pacco pignoni SRAM XG-1275 10-50T a 12 velocità e freni Sram Level TLM.

Pro XT/XTR – 6.999 euro
Forcella da 120 mm con controllo remoto, gruppo Shimano XT/XTR e pacco pignoni XT M8000 11-46T a 11 velocità e freni Shimano XT M8000.

Entrambe queste due versioni possono montare il sistema Fox Factory Live Valve con un’aggiunta di 2.500 euro e, in più, le ruote in carbonio DT Swiss XRC 1200 SPLINE con altri 1.500 euro.

Race XO1 – 6.499 euro
Forcella da 120 mm senza controllo remoto, gruppo SRAM GX/XO1 e pacco pignoni SRAM XG-1275 10-50T a 12 velocità e freni Shimano SLX M7000.

Race XT – 5.799 euro
Forcella da 120 mm senza controllo remoto, gruppo Shimano XT e pacco pignoni SLX M7000 11-46T a 11 velocità e freni Shimano SLX M7000.

Una mtb Pivot Mach 4 SL in taglia XS

Una mtb Pivot Mach 4 SL in taglia XS, particolarmente adatta per ciclisti e cicliste alti meno di 160 cm.

Sul sito ufficiale Pivot oltre alla Mach 4 SL potete trovare l’intera gamma di biciclette del 2019 e 2020, siano esse mountain bike front da Cross Country (come la Les, disponibile con ruote da 27,5″ o 29″), da trail (Switchblade, da 27,5″ o 29″), enduro (Firebird da 27,5″o 29″), DH o e-bike (Shuttle con ruote da 29″), così come la gravel Vault.

Disponibile da subito presso tutti i rivenditori Pivot, è distribuita per l’Italia da DSB Bonandrini.

Articolo scritto per BiciLive.it da: Gian Paolo De Tomasi

Casco Uvex Quatro e occhiali Sportstyle 706 CV VM, tecnologia ed efficienza per i rider mtb

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Casco Uvex Quatro e occhiali Sportstyle 706 CV VM, tecnologia ed efficienza per i rider mtb

Dotarsi di efficaci dispositivi di protezione personale è un fattore centrale per chi pratica la mountain bike, a tutti i livelli. Cimentarsi con passaggi tecnici impegnativi, percorrere sentieri sinuosi sfrecciando tra alberi imponenti, spesso senza aver prima verificato l’eventuale esistenza di ostacoli imprevisti, espone il rider praticante a notevoli rischi.

Casco e occhiali, insieme a ginocchiere, gomitiere e paraschiena, rappresentano quindi una precauzione non negoziabile per vivere questo sport in tranquillità, ed i prodotti Uvex, in tema di innovazione tecnologica applicata alla sicurezza, non temono rivali.

In questo articolo vi parleremo di due nuovi prodotti di questo brand, il casco mtb Uvex Quatro e gli occhiali protettivi per i rider Uvex Sportstyle 706 CV VM, entrambi già disponibili per l’acquisto.

Il marchio tedesco, fondato nel 1926 da Philipp M. Winter, oggi si compone di tre società: Uvex Sports Group, specializzata nella produzione di dispositivi di sicurezza per lo sport; Filtral Group nella produzione di occhiali protettivi; e Uvex sSfety Group per la sicurezza sul lavoro.

Così il Gruppo, con sue 48 filiali in 22 paesi e un fatturato di oltre 450 milioni di euro, vanta un ricco catalogo 2019 di caschi da sci, occhiali da ciclismo, protezioni per l’udito e le vie respiratorie, scarpe antinfortunistiche e occhiali da sole di Filtral, tutti caratterizzati da innovazione tecnologica, comfort elevato e design inconfondibile.

Casco UVEX Quatro, leggerezza, protezione e comfort ai massimi livelli

Il concept è orientato all’Enduro e All Mountain, elevata protezione di tempie e nuca quando si vola sui trail veloci, ma la sua leggerezza (pesa solo 295 grammi) e l’efficienza di ventilazione assicurata da 17 aperture ben disegnate, ne fanno un ottimo compagno di viaggio anche nelle salite più impegnative.

La calotta è realizzata con la tecnologia Inmould, una fusione diretta di polistirolo ad alta densità (EPS) nel guscio di policarbonato (PC Makrolon) che costituirà lo scudo esterno. Per una maggiore protezione di tempie e nuca, nella parte bassa del casco è posizionata una seconda copertura di policarbonato.

Il sistema di ritenzione interno assicura un ottima calzata e il sistema di regolazione IAS Uvex permette una regolazione precisa con l’utilizzo di una sola mano, per una sensazione finale di tenuta salda e confortevole.

Sempre all’insegna di confort e sicurezza, l’allacciatura Uvex Monomatic, un sistema brevettato che non permette l’apertura accidentale in caso di caduta, e la cinghia regolabile con tecnologia Fast Adapting System, che consente un’ottima adattabilità a ogni forma di testa e viso.

In sintesi, il Casco UVEX Quatro rappresenta un perfetto connubio tra comfort, protezione e design ricercato: la forma, pulita ed al contempo aggressiva, lo rendono adatto sia agli uomini che alle donne.

Il casco è disponibile in due misure:
Taglia S-M: per circonferenza cranica 52-57 cm
Taglia L-XL: per circonferenza cranica 56-61 cm

Il prezzo consigliato dal produttore è di 109,90 euro.

casco uvex quatro

Sguardo sempre al sicuro con Uvex Sportstyle 706 CV VM

Lo Sportstyle 706 CV VM è un occhiale dal design sportivo e robusto che con le nuove lenti Colorvision Variomatic offre una straordinaria esperienza visiva con ogni condizione atmosferica.

Queste lenti fotocromatiche si adattano a ogni condizione di luce, assicurando colori sempre nitidi, brillanti e a contrasto elevato.

Immagini nitide per la massima sicurezza di guida in mtb quindi, ma la seconda tecnologia applicata alle lenti, Coloromatic di Uvex, offre protezione anche dai raggi UV e dai riflessi dannosi (da S1 a S3), garantendo la salute dell’apparato oculare in caso di esposizione a luce solare intensa e prolungata anche in alta quota.

Tecnologia al top e design sofisticato per gli Uvex sportstyle 706 CV VM Variomatic, l’adattabilità delle lenti alle diverse condizioni climatiche e di illuminazione assicura le migliori condizioni di guida in sella in tutte le situazioni.

La struttura solida e il disegno dell’asta garantisce una calzata ferma e stabile anche in caso di forti vibrazioni, assicurando un minimo riparo anche in caso di impatto con arbusti e rovi aggettanti.

Il prezzo consigliato dal produttore è di 139,90 euro.

occhiali uvex sportstyle 2019

Per ulteriori informazioni su questi e altri prodotti vi consigliamo di consultare il sito ufficiale Uvex Sports.

Ai nostri lettori meno esperti consigliamo anche la lettura del nostro tutorial dedicato alla scelta del casco mtb più sicuro.

Articolo scritto per BiciLive.it da: Enrico Campanelli

In Valtellina si pedala con Nibali e in famiglia

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mtb Valtellina si pedala in famiglia bici mountainbike 2019

Sci in inverno, bicicletta in estate. Questa è la Valtellina, che accoglie famiglie, amatori e appassionati per mostrarsi in tutta la sua bellezza.

Qui si è fatta e si fa la storia delle due ruote, qui è facile sognare. E un sogno a occhi aperti per molti appassionati su strada è quello di pedalare accanto a Vincenzo Nibali.

mtb alta valtellina paesaggi montagna bici 2019

Con Nibali sul Mortirolo: 8 settembre 2019

Domenica 8 settembre 2019, grazie al progetto Enjoy Stelvio National Park, nella giornata dedicata al Mortirolo, una delle salite più temute da chi corre il Giro d’Itala, i cicloamatori saranno accanto a Vincenzo Nibali per percorrere un tratto suggestivo come la dorsale panoramica Trivigno-Mortirolo, con discesa su Grosio.

Sarà una sorta di sfida contro sé stessi, soprattutto per chi vorrà cronometrare il tempo di ascesa. Quel giorno, per garantire la massima sicurezza ai partecipanti, le strade saranno chiuse alle automobili.

Scala anche il Gavia e lo Stelvio

Ma cos’è Enjoy Stelvio National Park? È un progetto voluto dall’Ente Parco per valorizzare i grandi passi alpini, gli appuntamenti sono otto: Mortirolo, Gavia, Stelvio e Cancano. Si tratta di giornate aperte a tutti, nelle quali le strade verranno chiuse al traffico e chi ama la bicicletta (o il trekking) potrà pedalare all’interno del meraviglioso paesaggio che offre la Valtellina.

La partecipazione è gratuita, ma è obbligatoria l’iscrizione per usufruire di servizi come noleggio di bici, e-bike e, per chi ne fosse sprovvisto, dell’attrezzatura necessaria. Questo il sito dove iscriversi: www.enjoystelviopark.it

Il primo appuntamento, quello di giovedì 20 giugno con la chiusura del Passo del Mortirolo in concomitanza con la tappa del Giro d’Italia Under 23 è stato un successo e ora c’è grande attesa per i prossimi appuntamenti.

Quali? Eccone tre: la chiusura del Gavia per la tappa del Giro Rosa di martedì 9 luglio; quella del Passo dello Stelvio di sabato 31 agosto per la XIX Edizione della scalata della Cima Coppi e domenica 1 settembre ancora il Gavia per il Contador Day.

mtb scalata dello stelvio in bici passando in mezzo al parco della valtellina bici 2019

Pedala in famiglia

La Valtellina però non è solo Gavia, Stelvio e Mortirolo, è molto altro. Dalle salite estreme percorse dai professionisti si passa alle pedalate tra amici, quelle in famiglia e dei cicloamatori.

Tra i sentieri ciclabili e ciclopedonali citiamo il sentiero Rusca (dal centro di Sondrio passa per i vigneti terrazzati e risale la Valmalenco), il sentiero Viola che collega Bormio alla Valdidentro e ha come sfondo il Parco Nazionale dello Stelvio, quindi la ciclabile Livigno.

E, pure a fondovalle, sono molto gettonati la ciclabile Valchiavenna, che costeggia il fiume Mera e il sentiero Valtellina che si snoda per 114 chilometri seguendo il corso del fiume Adda (da Bormio al lago di Como).

Questi e altri percorsi sono indicati e descritti sul magazine Valtellina Bike (scaricabile gratuitamente dal sito www.valtellina.it), una guida in cui sono segnalati gli itinerari cari a chi ama le due ruote e vuole sapere quali siano gli eventi dell’estate valtellinese.

mtb pedalata in famiglia in mountaibike costeggiando il corso del fiume Adda bici 2019

Valtellina Rent a bike

In Valtellina si è pensato a tutto. Proprio così: chi decidesse di lasciare a casa la propria bicicletta, potrà comunque noleggiarne una con “Valtellina Rent a bike”, il servizio che vanta ben sei punti di noleggio dislocati nei pressi del sentiero Valtellina e della ciclabile della Valchiavenna.

“Valtellina Rent a bike” mette a disposizione oltre 300 tra biciclette, mountain bike, city bike, e-bike, tandem, carrelli per il trasporto dei bambini e ha un grande vantaggio: il mezzo si preleva in un punto e lo si può consegnare in un altro.

90 itinerari in E-bike

È stata realizzata anche la Guida E-Bike in Valtellina (scaricabile gratuitamente dal sito www.valtellina.it), in cui sono descritti 90 itinerari.

Di ogni tracciato, all’interno della guida, sono riportati i dati tecnici (fondo stradale, difficoltà, dislivelli, lunghezza, rappresentazioni altimetriche, tempi di percorrenza), le immagini e una breve descrizione del percorso (anche in inglese e tedesco).

Il 13 della Valchiavenna

Anche la Valchiavenna è un vero e proprio paradiso per gli amanti della bicicletta: potete trovare la pista ciclabile a misura di famiglia, ma ci sono pure 300 chilometri di piste da mountain bike o da strada, con tracciati sterrati e asfaltati.

Sono 13 i percorsi da segnalare, tracciati che partono dal fondovalle (Verceia e Chiavenna) fino ad arrivare al Passo dello Spluga, a 2.115 metri di altitudine.

I più semplici, su asfalto, sono la ciclabile Valchiavenna, da Verceia a Villa di Chiavenna, o L’Anello dell’Alpe Groppera, nei boschi sopra Madesimo, un itinerario che regala panorami bellissimi.

Chi vuole mettersi alla prova può farlo, uno dei percorsi più impegnativi è quello sui Monti di Villa di Chiavenna in cui le strade sono asfaltate (tranne la discesa finale che è su sterrato), ma la pendenza in alcuni tratti è così elevata da indurre l’uso del motore con assistenza media a chi percorre il tracciato in e-bike.

Altro itinerario non certamente facile, ma dai paesaggi splendidi, è la ciclabile di Madesimo, un anello sul quale si pedala su differenti tipi di terreno (si raggiungono 1.706 metri di altezza), ammirando bellezze del territorio come il Giardino Alpino Valcava e la chiesetta di San Rocco.

Downhill è adrenalina al Made Bike Park

Adrenalina a mille invece per chi decide di trascorrere la giornata a Madesimo, sulle piste di downhill.

Aperto nel 2011, il Made Bike Park offre tracciati gravity per principianti ed esperti: le piste blu (Ballon ed Easy Pipe) sono piuttosto facili; le rosse (Larici, Made 4 Fun e Crestino) presentano tratti di canaloni naturali tra cambi di pendenza e parti rocciose, con passerelle e ponti.

Poi c’è la pista nera Valle delle Streghe: un sorprendente tracciato naturale nel bosco, con radici, salti, passaggi tecnici e pendenze impegnative, il must per chi voglia allenarsi nell’enduro e nel DH.

L’offerta è completata da una pump track, un circuito chiuso costruito in legno con curve e gobbe, e lo skill park, un campo scuola per i più piccini e chi sta iniziando a prendere confidenza con la specialità.

Facile comprendere che ce ne sia veramente per tutti, ma per scegliere al meglio il vostro itinerario il consiglio è quello di digitare www.valchiavennabike.it così conoscerete tutti i dettagli prima di mettervi in sella.

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