Quantcast
Channel: Mountainbike.BiciLive.it
Viewing all 871 articles
Browse latest View live

Michelin, ecco la nuova gamma pneumatici MTB 2017

$
0
0
foto della nuova gamma di pneumatici michelin mtb 2017

Presentate in Francia le quattro nuove tipologie di pneumatici MTB Michelin.

Dedicate alla tipologia Cross Country Race, Cross Country e All Mountain/Trail, le quattro nuove linee si suddividono in JET XCR e FORCE XC per l’XC e FORCE AM e WILD AM per l’All Mountain/Trail ed Enduro.

Tante news in fatto di carcassa e mescola, con una particolare attenzione a fattori come robustezza, grip e scorrevolezza. A breve il test sulle pagine di mountainbike.bicilive.it.

foto della presentazione sulle nuove gamme pneumatici mtb 2017.

Vincent Ledieu e Karl De Quick hanno tenuto una breve ma esaustiva presentazione sulle nuove gamme pneumatici mtb 2017.

La presentazione delle novità Michelin MTB 2017

Siamo stati invitati a Madelieu La Napoule, sulla riviera francese vicino a Nizza, al press camp internazionale di Michelin per testare i quattro nuovi modelli di gomme del catalogo mtb 2017.

Karl de Quick, responsabile del settore bici di Michelin che abbiamo intervistato lo scorso anno, ci ha introdotto in modo coinvolgente alla storia di queste gomme durante la presentazione nella prima sera del camp.

foto dei quattrro modelli di pneumatici mtb michelin 2017

Da sinistra i nuovi modelli 2017 mtb MIchelin: il Jet XCR, il Force XC, Force AM e Wild AM.

Nate dopo tre anni di test, sviluppo e ricerche, le quattro tipologie di pneumatici comprendono:

- compatibilità tubeless per tutta la gamma

- tre differenti carcasse, chiamate Shield Technologies: Race Shield, Cross Shield e Trail Shield

- due mescole diverse, la Gum X2 e la Gum X3

- tre destinazioni d’uso, XC RACE, XC e AM/TRAIL

- 16 modelli che variano tra misure e larghezze

- pesi decisamente contenuti

- pneumaticieBike ready” nella linea Force AM e Wild AM.

- prezzi compresi tra 40 e 50 euro

- la nuova misura con il Force AM da 27.5×2.60″ per gomme plus, gamma che verrà implementata nel 2018.

WITH MICHELIN TIRES – FUN WITHOUT LIMITS

Divertimento senza limiti” è lo slogan che campeggia su tutta la comunicazione Michelin e che lascia chiaramente intendere il fine dietro al lancio delle nuove coperture: fornire al biker prestazioni, divertimento quindi gomme affidabili e che diano grip e sicurezza, assieme a una scelta semplice, chiara, per capire al volo quali siano i prodotti a catalogo e le loro destinazioni d’uso.

Grip e robustezza sono i due punti focali su cui gli sviluppatori e i tester si sono applicati dal 2014 per arrivare a una soluzione che soddisfacesse tutti i rider. Quindi trazione e aderenza sui vari fondi ma anche la possibilità di utilizzare basse pressioni di esercizio grazie alla nuova tipologia di spalla dei pneumatici. 

Durante i test, in 450 giorni con 12 piloti si sono avute solo 8 forature.

foto con A sinistra il Force XC in versione 29x2.25", a destra Vincent Ledieu, product manager Michelin

A sinistra il Force XC in versione 29×2.25″, a destra Vincent Ledieu, product manager Michelin, dopo la giornata di test sul campo.

Più energia al rider

Un punto che ho particolarmente apprezzato durante la presentazione è stato quando Vincent Ledieu, il product manager della sezione MTB (e anche un notevole “manico” sulla bici), ha parlato di risparmio di energie per il rider come il terzo obbiettivo che Michelin ha ottenuto con la nuova gamma.

In poche parole, se si utilizza uno pneumatico che infonde fiducia e dona grip e robustezza anche a basse pressioni senza il rischio di forature o stallonature, automaticamente si guida più rilassati, con il focus sul divertimento e senza la tensione (che consuma energia) di quando si ha paura di bucare o si teme per la perdita di grip.

Avendolo sperimentato direttamente sul campo nei test condotti per due giorni a Mandelieu, non posso che essere d’accordo con questa filosofia.

Una particolarità: alla mia domanda del perché in Michelin non venga mai specificata la durezza con la scala Shore delle varie mescole utilizzate, Vincent e Karl hanno prontamente risposto che la terminologia Shore (scala che si utilizza per testare la durezza degli elastomeri o dei plastomeri) non definisce il grip di un pneumatico, ma sono molte altri componenti messe assieme come la carcassa, il posizionamento delle diverse mescole e il disegno dei tasselli.

foto del Il pneumatico mtb Jet XCR specifico per cross country race.

Il pneumatico mtb Jet XCR specifico per cross country race.

Pneumatico MTB Cross Country Race Michelin JET XCR

Con la carcassa Race Shield a 3 strati di tela a 150 TPI (threads per inches, fili per pollice, la misura del numero di fili utilizzato per ogni strato di tela) e in aggiunta e in aggiunta la tecnologia Race Shield con la sicurezza data da uno strato ad alta densità sotto le tele, si punta alle massime prestazioni nell’xc race, scorrevolezza e peso ridotto.

La gomma è stata sviluppata dalla squadra di Coppa del mondo XCO-UCI BH-SuntourKMC-Team in due stagioni di gare, ottenendo 8 podi in Coppa e numerose vittorie a livello nazionale.

I pesi dei pneumatici sono bassissimi: 560 grammi per il JET XCR 27.5×2.25″ e il 29×2.10″ e 610 grammi per il JET XCR 29×2.25″.

Doppia mescola Gum X2D caratterizzata da uno strato di gomma sopra la carcassa che ottimizza la trasmissione della potenza e una gomma diversa per i tasselli, votata a grip, scorrevolezza e stabilità in frenata.

foto del Il pneumatico mtb Force XC, dedicato al cross country.

Il pneumatico MTB Force XC, dedicato al cross country.

Pneumatico MTB Michelin Force XC

La carcassa cambia rispetto al Jet XCR, più robusta con 3 strati di tela a 110 TPI, e la tecnologia Cross Shield con lo strato ad alta densità inferiore rimane. Disponibile nei tre diametri 26, 27.5 e 29″.

I pesi dei pneumatici variano dai 580 grammi della Force XC 26×2.10″ ai 680 grammi per la Force XC 29×2.25″.

La mescola è la Gum X3D, che prevede uno strato inferiore come la Jet XCR di gomma più dura e i tasselli suddivisi in due mescole, al centro una durezza volta a fornire scorrevolezza e stabilità in frenata e sui tasselli laterali un compound più morbido e par garantire aderenza in curva e sulle contropendenze.

foto del pneumatico mtb Michelin Force AM nel formato plus da 2.60"

Il pneumatico MTB Michelin Force AM nel formato plus da 2.60″. Una gomma davvero interessante, tanto grip e molto scorrevole.

Pneumatico MTB Michelin Force AM

La differenza con il fratello più leggero Force XC è nella carcassa e nelle misure disponibili. La costruzione del Force AM prevede la carcassa più robusta con 3 strati di tela a 60 TPI e la tecnologia Trail Shield.

I diametri disponibili sono da 26, 27.5 e 29″ e le larghezze delle sezioni vanno da 2.25″ a 2.60″ (sulla 27.5) con soli 830 grammi di peso.

Il 2.60″ è stato concepito per un uso con i cerchi larghi da 40 mm che si trovano ormai sulla maggior parte delle bici plus in circolazione.

La mescola delle coperture Force AM è la Gum X3D. Sono studiate per soddisfare anche le esigenze anche per le ebike.

il pneumatico Michelin Wild AM

L’aggressivo Wild AM, il pneumatico MTB di Michelin studiato per all mountain ed enduro.

Pneumatico MTB Michelin Wild AM

L’ultimo modello è il Wild AM, col nome che già definisce la sua predilezione per i percorsi gravity e “selvaggi”.

Testato e sviluppato nell’Enduro World Series da piloti come Karim AmourNico Vouilloz (qui i suoi consigli di guida) e Nicolas Quere, il Wild AM è prettamente una gomma anteriore anche se non la vedrei male su un tracciato fangoso montata al posteriore. A questo proposito vi segnaliamo il nostro tutorial sul settaggio corretto della mtb.

Costruzione con carcassa Trail Shield, mescola Gum X3D, due sole misure: 27.5×2.35 (a soli 700 grammi) e 29×2.35 (a soli 800 grammi). Anche il Wild come il Force AM è “Ebike ready”.

Disponibilità

A partire da fine maggio sarà già disponibile la gamma Force XC e AM. Da giugno arriverà la gamma Wild AM e a ottobre sarà possibile mettere le mani anche sulla gamma Jet XCR.

I quattro nuovi pneumatici hanno prezzi dai 40 ai 50 euro, a breve saranno più definiti, e vanno ad aggiungersi alla gamma 2016 che abbiamo presentato lo scorso anno.

Per maggiori informazioni: bike.michelin.com


Prowinter Bike 2017: a Bolzano torna protagonista la bicicletta

$
0
0
prowinter bike 2017 fiera bolzano

Dopo gli ottimi risultati dell’edizione 2016 di Prowinter, la prima a introdurre l’integrazione con il mondo del ciclismo, ecco che Prowinter Bike 2017 conferma e rafforza la presenza delle due ruote all’interno di questa fiera B2B (business to business) che si terrà a Bolzano dal 19 al 21 aprile.

I numeri della passata edizione parlano chiaro: 270 espositori (dei quali 107 provenienti dall’estero), 15.000 metri quadri di spazio espositivo e 5.700 visitatori, dei quali il 28,2% ha effettuato ordini.

Sono cifre importanti per una fiera “trade” e confermano la grande sinergia fra bicicletta e sport invernali, con la due ruote che entra a colmare certe lacune tipiche del periodo primaverile ed estivo in montagna.

Il ciclismo entra in gioco proprio quando molti sport invernali terminano il loro ciclo annuale e propone un rinnovamento della clientela e delle opzioni per le strutture già presenti che, adeguatamente attrezzate, possono operare anche come bike hotel e punti di noleggio.

A questo si aggiunge lo stimolo economico portato dallo sviluppo di nuove strutture e infrastrutture, con l’aumento di bike park, trail e servizi al ciclista.

Prowinter Bike 2017 sarà quindi ospitato nel Padiglione C della Fiera di Bolzano, ovvero lo stesso nel quale esporranno le aziende del mondo neve, a conferma di una integrazione ormai consolidata.

stand con biciclette alla fiera prowinter bike

Prowinter Bike 2017 si terrà dal 19 al 21 aprile al Padiglione C della Fiera di Bolzano.

Spazio quindi a stand dedicati alla due ruote, ma anche a un percorso di bike test esterno ai padiglioni e un Bike Café appositamente concepito per dar luogo a incontri e manifestazioni concernenti l’aspetto teorico del settore.

Vari i punti focali dietro la sempre maggiore diffusione della bicicletta in montagna: i bike hotel, prima di tutto, ambienti specializzati che, oltre ai normali servizi di hospitality, richiedono un know how continuamente aggiornato per fornire servizi quali deposito custodito, officina attrezzata, lavaggio bici, ricarica e cura delle biciclette elettriche a pedalata assistita e altro ancora.

Accanto ai bike hotel sono in netta crescita anche i servizi di noleggio che, come gli alberghi, devono tenere conto del fenomeno emergente di ebike e mountain bike elettriche, mezzi che stanno trainando il settore e avvicinano al cicloturismo tutta una fetta di clientela altrimenti poco interessata.

Gli espositori

Alcuni fra i principali player del mondo del ciclismo si sono dichiarati estremamente soddisfatti dall’esperienza Prowinter Bike 2016: da Ivano Camozzi di Scott a Isaia Spinelli di Bianchi, passando per Francesca Ghezzi di Atala, le impressioni sono state positive e non è mancato il contatto con nuovi clienti.

Scott, Advantage Austria, Bushnell, Callegari e Geier Diffusion sono solo alcuni dei brand che saranno presenti a Bolzano, senza contare il grande numero di ditte che producono accessori, infrastrutture e servizi adatti sia allo sport invernale che alla due ruote.

Spazio quindi a prodotti per il bike rent: dalle biciclette muscolari a quelle elettriche, dagli accessori per la sicurezza a quelli pensati per il cicloturismo di ogni livello, pensando sia al turista e rider esperto che al neofita che comincia ad accostarsi a questo settore.

ciclisti testano biciclette nell'area test di prowinter bike

Oltre ai classici stand dei principali operatori del settore, sarà presente un percorso esterno per il test delle bici e un Bike Café per incontri e manifestazioni.

Prowinter Bike 2017 si terrà da mercoledì 19 a venerdì 21 aprile in Prowinter, nella Fiera di Bolzano, e l’ingresso è riservato agli operatori del settore, che possono trovare i biglietti di ingresso anche presso la pagina ufficiale dell’evento.

La Fiera Bolzano è situata nella zona commerciale che sorge a circa due chilometri e mezzo a sud dal centro città ed è raggiungibile in automobile usando l’uscita casello A22 Bolzano Sud, seguendo quindi le indicazioni o impostando il navigatore su via Buozzi.

Chi arriva in treno deve scendere alla stazione di Bolzano Sud-Fiera ed esiste un servizio di autobus che collega il polo fieristico con il centro città tramite le linee 10 A e 10 B, con corse ogni dieci minuti circa.

RockShox Super Deluxe Coil: il sistema metrico sbarca sugli ammortizzatori a molla

$
0
0
foto dell'ammortizzatore mtb Rockshox super deluxe coil remote

Se già con il sistema metrico RockShox aveva dato il via a un profondo cambiamento negli ammortizzatori ad aria, ecco che con la gamma a molla RockShox Super Deluxe Coil l’azienda americana fondata da Paul Turner nel 1989 è destinata a portare avanti la sua rivoluzione anche nel campo delle sospensioni a molla.

Per i nuovi ammortizzatori RockShox servirà del tempo, così come sta accadendo con il sistema metrico, perché dovremo attendere la produzione di nuovi telai adatti a questi ammortizzatori, ma quando il RockShox Super Deluxe Coil comincerà a diffondersi ecco che i rider dediti al gravity che cerchino una prestazione migliore in discesa con la possibilità di poter comunque bloccare l’ammortizzatore in salita avranno un sistema versatile e preciso per poterlo fare.

Ne avevamo già parlato nel nostro Speciale ammortizzatori 2017: la tendenza nell’enduro sta spostandosi verso le performance più elevate ed equilibrate che fornisce una unità di sospensione a molla, anche se ciò porta un piccolo aumento di peso; ben vengano quindi i sistemi di blocco al manubrio come sul Super Deluxe Remote.

foto dell'ammortizzatore mtb Rockshox super deluxe coil remote di profilo

Il RockShox Super Deluxe Coil Remote, con il cavo orientabile che esce dal piggy back e va verso il comando al manubrio.

La gamma RockShox Super Deluxe Coil andrà ad allargare notevolmente il campo di impiego degli ammortizzatori a molla andando a “invadere” discipline quali trail e all mountain, che impiegano di solito sospensioni ad aria (senza contare l’introduzione del sistema metrico nel downhill), sfatando in sostanza la convinzione che la molla sia nemica dei pedalatori.
E infatti, a conferma di queste intenzioni, lo slogan scelto per il nuovo prodotto è il semplice e chiaro “coil for all”, molla per tutti.

foto dell'ammortizzatore mtb Rockshox super deluxe coil e la sua scala laserata

Sullo stelo di ogni modello di Super Deluxe a molla si può notare la scala laserata per misurare la quota di sag.

E i cambiamenti non si fermano qui visto che l’ammortizzatore RockShox Super Deluxe Coil introduce il controllo remoto della compressione sulle sospensioni a molla e, grazie alla pratica scala laserata, sarà possibile regolare con estrema precisione la quota di sag attraverso molle differenti, disponibili con incrementi progressivi di 50 libbre in un intervallo compreso fra 250 e 650 libbre.

A proposito di ciò vi invitiamo a leggere il nostro tutorial su come settare la mtb, dove potrete trovare molto altri spunti sulle regolazioni di base e non.

Ammortizzatori mtb RockShox Super Deluxe Coil 2017: versioni

Quattro le versioni del Super Deluxe Coil, tutte dotate di estetica con grafica stealth a rafforzare la sensazione di come il nero sia con ogni probabilità il colore preferito dai rider e più diffuso nelle due ruote. Tutti i modelli sono disponibili solo OEM, quindi già montati sulle bici 2017 e non in after market.

foto del L'ammortizzatore mtb RockShox Super Deluxe Coil RCT.

L’ammortizzatore mtb RockShox Super Deluxe Coil RCT.

Super Deluxe Coil RCT: adatto sia all’enduro che al trail, permette regolazione del ritorno e due posizioni (Open e Pedal) con regolazione della compressione su basse velocità solo in Open.

foto del L'ammortizzatore mtb RockShox Super Deluxe Coil Remote.

L’ammortizzatore mtb RockShox Super Deluxe Coil Remote con il suo comando al manubrio OneLoc.

RockShox Super Deluxe Coil RT Remote: anche questo ideale sia per trail che per enduro, permette il controllo della compressione dal comando remoto OneLoc sul manubrio, le due posizioni Open e Pedal e regolazione del ritorno, con idraulica separata fra estensione e compressione. Il Deluxe Remote è stato studiato con la possibilità di scegliere l’instradamento del cavo del comando remoto.

foto del L'ammortizzatore mtb RockShox Super Deluxe Coil world cup

La versione World Cup del”ammortizzatore mtb RockShox Super Deluxe Coil.

Super Deluxe Coil Rc World Cup: è stato pensato e sviluppato per il downhill, andando a sostituire il Vivid. Ha il registro per le basse velocità di compressione e per il rebound.

Super Deluxe Coil R

È la versione più semplice in termini di regolazioni ma che comunque garantisce un livello di prestazioni molto elevato. Presenta la sola regolazione idraulica del ritorno.

In questo video potete vedere in azione i nuovi Super Deluxe Coil:

Per maggiori informazioni potete visitare il sito ufficiale Sram-RockShox.

Se volete saperne di più sugli schemi ammortizzanti e il loro funzionamento potete partire dal nostro articolo introduttivo sulla sospensione posteriore.

Test pneumatici MTB Michelin Force XC, AM e Wild AM

$
0
0
foto di claudio riotti in sella a una mtb durante il test pneumatici michelin

Siamo stati alla presentazione della nuova gamma di pneumatici Michelin dedicati al Cross Country Race, Cross Country e All Mountain/Trail.

Qui abbiamo potuto provare quasi tutti i modelli, in sella a diverse mountain bike e su tipi di percorsi differenti, per due giornate consecutive.

I test si sono svolti sui trail della riviera francese nei pressi di Mandelieu La-Napoule, vicino a Nizza, in un territorio molto simile alla costa ligure, dal fondo duro, a tratti molto roccioso e, visto il clima secco, scarso di grip.

Le condizioni ideali quindi per mettere alla prova i pneumatici 2017 Michelin.

Foto di claudio riotti mentre testa una mtb equipaggiata con pneumatici michelin 2017

Il primo test dei pneumatici MTB Michelin è stato quello delle Force AM.

La nuova linea di pneumatici MTB Michelin 2017

La nuova linea si suddivide in JET XCR e FORCE XC per l’XC e FORCE AM e WILD AM per l’All Mountain/Trail ed Enduro. In questa scheda sono riassunti usi e terreni mentre tutti i dettagli li trovate nel nostro articolo di presentazione della gamma pneumatici MTB 2017.

Dopo essersi focalizzata sull’enduro nel 2015 e nel 2016 (qui la gamma enduro dello scorso anno), Michelin torna alle sue radici verso il cross country e il trail riding.

scheda delle tipologie di terreni per i quattro nuovi modelli di pneumatici MTB Michelin

Le tipologie di terreni e l’uso anteriore (front) e posteriore (rear) per i quattro nuovi modelli di pneumatici MTB Michelin.

Dalle due giornate di prove è emerso che il grande lavoro di sviluppo durato tre anni, in collaborazione con i migliori rider internazionali di diverse discipline ha portato i suoi frutti (dagli atleti top nella Coppa del mondo xc all’enduro e al freeride, con Cameron Zink e Pierre-Edouard Ferry, entrambi habitué della Red Bull Rampage).

Carcasse e mescole pneumatici Michelin MTB 2017

A livello di carcasse e di mescole è avvertibile un incremento globale delle prestazioni: grip, scorrevolezza, pesi leggerissimi e possibilità di utilizzo a basse pressioni senza il rischio di pizzicature.

Compatibilità tubeless per tutta la linea e tre differenti carcasse, dalla più leggera alla più robusta: Race Shield, Cross Shield e Trail Shield.

Due tecnologie di compound per le gomme, che evolvono dalla collaudata Gum X: Gum X2D a doppia mescola e Gum X3D a tripla mescola.

La Gum X3D è quella provata su tutti i pneumatici di questo test e la spiegheremo nel dettaglio a breve.

La scheda di pesi, misure,  tipologie e mescole della gamma pneumatici MTB Michelin 2017.

La scheda di pesi, misure, tipologie e mescole della gamma pneumatici MTB Michelin 2017, da sinistra il JET XCR, il Force XC, il Force AM e il Wild AM.

Si inizia con le prove: organizzazione e trail perfetti

La prima mattina l’organizzazione molto precisa di Michelin ha fatto trovare ogni coppia di pedali personali già montata sulle mountain bike disponibili per le prove, costituita da una selezione di diversi modelli scelti tra i marchi Lapierre, Commencal e BH.

La nostra “guida” sui trail è niente meno che Karim Amour, una delle leggende francesi della mtb, vincitore di svariati titoli nazionali e mondiali nel dh e nel four cross, ora endurista nell’EWS e “uomo Michelin”.

Dopo un rapido settaggio della bike e un ottimo riscaldamento “di gruppo” (con stretching ed esercizi forniti da Karim in persona) partiamo con le prime discese, su un trail che sarà il nostro rifermento per entrambe le giornate di test, così da poter confrontare i diversi modelli di pneumatici sullo stesso terreno.

Come accennato, le condizioni secche e polverose del primo sentiero, un misto di tratti lavorati con salti e drop e curve con e senza appoggio intervallato da brevi sezioni rocciose, hanno rappresentato un ottimo banco prova per ogni tipologia di gomma, anche se è mancato il riscontro sul fango.

Test Michelin Force AM 2.35″

Sono alto 170 cm e peso in assetto di riding durante i test (scarpe spd, casco, marsupio) circa 71 kg.Ho utilizzato MTB taglia M.

Il mio test inizia con un paio di Force AM 27.5×2.35″ montate su entrambe le ruote Race Face Affect con canale da 27.3 mm esterno e 23 interno.

La bici è una Lapierre Zesty XM 427, una trail bike con 130 mm di escursione anteriore e 120 posteriore. I Force AM sono pneumatici ideati per il Trail e l’All Mountain e per chiunque cerchi una copertura scorrevole e leggera ma al contempo robusta e affidabile.

Il disegno dei tasselli è simile alla versione Force XC ma i tasselli sono più pronunciati, quelli laterali sono sfalsati per migliorare l’aderenza e la carcassa è più robusta.

foto del pneumatico MTB Michelin Force AM montato sia all'anteriore che al posteriore

Il pneumatico MTB Michelin Force AM montato sia all’anteriore che al posteriore: veloce e scorrevole.

Il casing dell Force AM è infatti il Trail Shield, composto da tre strati di tela a 60 fili per pollice (TPI) e un ulteriore foglio di materiale ad alta densità per scongiurare forature e tagli alla carcassa.

La mescola è la Gum X3D, quindi uno strato inferiore di gomma più dura e i tasselli suddivisi in due mescole, al centro più dura per la scorrevolezza e la stabilità in frenata e sui tasselli laterali più morbida per garantire grip in curva e sulle contropendenze.

Prime impressioni

Ogni pneumatico della gamma è Tubeless Ready e per ogni test è stato montato tubeless con aggiunta di liquido sigillante.

Ho provato il Force AM 2.35″ dal peso di 720 grammi partendo da una pressione di 1.6 bar anteriore e 1.8 posteriore. Sono passato a 1.5 e 1.7 e ho trovato il miglior setting con 1.35 anteriore e 1.7 bar dietro.

Per fare un paragone, queste ultime sono le stesse pressioni che generalmente uso sulla mia MTB da enduro ma con coperture (montate ugualmente tubeless) più spesse e pesanti.

Se giro invece su trail molto rocciosi aumento di poco, 1.6 davanti e 1.8 bar dietro, per evitare problemi di pizzicature del copertone sul cerchio e conseguenti tagli.

Usato su entrambe le gomme, il Force AM è un pneumatico adatto a percorsi moderatamente tecnici e indicato per terreni duri e asciutti, anche se sulle sezioni rocciose e anche a basse pressioni non ha dato il minimo problema di forature o tagli.

foto di claudio riotti su una mtb durante il test di pneumatici michelin all mountain cross country

Durante i test spesso ho provato linee alternative per trovare i limiti dei nuovi pneumatici MTB Michelin.

La scorrevolezza è il suo forte, testato sulle risalite a pedali (circa 300 metri di dislivello) che abbiamo effettuato sull’asfalto e anche nello sterrato che portava ai trail.

Il Force AM è un’ottima gomma posteriore se si desidera un feeling veloce, una buona tenuta in curva e a conti fatti, valutando quanto siano bassi i tassello centrali, anche la giusta aderenza in frenata.

Mi ha colpito molto il fatto di quanto fosse prevedibile il momento in cui perde aderenza: è come se il pneumatico ti avvisasse, e questa caratteristica è stata riscontrata anche sugli altri modelli.

Montato all’anteriore, pur girando a una pressione di 1.35 bar e quindi molto bassa, non mi ha dato il 100% della confidenza, visto che sono abituato a tassellature più aggressive. Per questo è stato ideato il Wild AM.

Test Michelin Force AM 2.60

A bordo di una nuovissima ebike Lapierre Overvolt Carbon AM 800 con cerchi da 30 mm di canale interno anteriore e 25 mm al posteriore ho potuto testare su entrambe le ruote il modello Force AM anche nel formato 2.60″, dal peso di 830 grammi l’uno.

Stesse caratteristiche della Force AM 2.35 ma qui il discorso si fa più interessante: al posteriore, con pressioni di 1.7 bar ho trovato più grip in frenata e anche in salita tecnica, per la maggiore impronta a terra del pneumatico.

È all’anteriore che ha stupito: il Force AM 2.60″ è davvero valido, il grip è superiore rispetto al 2.35″ anche perché la gomma è più squadrata grazie al cerchio differenziato da 30 mm montato da Lapierre.

foto degli pneumatici mtb michelin force am 2.60 da trail all mountain

Gli pneumatici MTB Michelin Force AM nel formato da 2.60″: una vera sorpresa in fatto a grip e scorrevolezza.

“Scappa ma non scappa”

In curva sembra che perda aderenza se utilizzato a basse pressioni (sono arrivato a 1.4 bar) ma è solo una sensazione momentanea, c’è un piccolo gap tra quando la spalla del pneumatico si flette “scappando via” e quando riacquista grip.

Bisogna prenderci l’abitudine e verso la fine del secondo giorno avevo ormai interiorizzato questa particolarità, schiacciando e pompando bene la bike in ogni curva come facevano i pro francesi, tra cui lo stilosissimo Pierre-Edouard Ferry, 9° alla Red Bull Rampage dello scorso anno.

La scorrevolezza delle Force AM 2.60″ rimane al top, fattore da non sottovalutare anche per risparmiare la batteria della ebike. Nessun problema di tagli o stallonature, anche sull’altro trail provato, più lungo e più tecnico del primo, con numerose sezioni di rocce e pietraie.

Force AM e Wild AM prossimamente da 2.8″ e 3″

Vincent Ledeiu, product manager della linea MTB Michelin, mi ha assicurato che la linea di pneumatici non si fermerà alla larghezza di 2.60″: nel 2018 arriverà un’intera gamma di pneumatici per ruote plus, con misure da 2.8″ e 3″ sia per il Force AM che per il Wild AM.

foto di claudio riotti durante il test della gomma mtb all mountain wild am

Il pneumatico Michelin Wild AM mi ha dato una guida “senza pensieri” e ho potuto apprezzare i trail e divertirmi: una cosa non da poco!

Test Michelin Wild AM 2.35

Ho effettuato il test del Wild AM (come pneumatico anteriore sempre abbinato alla Force AM al posteriore) su due MTB differenti: la Lapierre All Mountain del primo giorno e la Commencal Meta V4.2 del secondo giorno.

La Commencal è un missile da enduro con 170 mm di escursione anteriore e 160 posteriore. I cerchi sono dei Mavic EN427 con canale da 27 mm.

Su entrambe le bici la Wild AM mi ha dato via via sempre più confidenza, grazie alle numerose discese effettuate con le risalite meccanizzate fornite dall’organizzazione Michelin.

Il trail del secondo giorno comprendeva il primo sentiero già conosciuto e poi scendeva fino alla città sottostante in un crescendo di tratti tecnici e rocciosi, con curve strette molto scassate e sezioni “da pompare” in costa con diversi sali-scendi.

foto della gomma michelin wild am per enduro mtb e all mountain

La mia preferita della nuova gamma MTB Michelin: la Wild AM, perfetta per un uso all mountain-enduro anche spinto.

Prime impressioni (e basse pressioni)

Il Wild AM da 2.35″ è un pneumatico anteriore per eccellenza, per uso all mountain ed enduro.

A bordo della Commencal Meta l’ho portato davvero al limite sulle rocce e sulle pietraie, per tirarne fuori il meglio e il peggio, ma ne è uscito indenne: nessuna stallonatura o taglio neanche qui.

Le pressioni di esercizio sono state 1.33 bar con la Lapierre e 1.26 bar con la Commencal.

Il grip è davvero elevato, ottima la tenuta in frenata sul ripido  e la scorrevolezza nei rilanci e nel pedalato.

Più di tutte mi ha dato la sensazione che ho già spiegato, cioè perdere momentaneamente grip e riprenderlo: il Wild AM è un grande pneumatico che va provato, va capito e, a mio avviso, va guidato sempre con molta decisione.

Test pneumatico MTB Force XC per il cross country

A bordo di una MTB full da Cross Country Marathon dell’azienda spagnola BH, la Lynx Race Carbon, ho potuto testare il formato da 29×2.25″ delle Force XC con mescola Gum X3D.

Stessi pneumatici su entrambe le ruote in carbonio con profilo molto alto (ruote che ci hanno dato non pochi problemi di tenuta per la valvola del tubeless, tanto da dover sostituire la bici con un’altra: unica pecca di tutto l’evento).

I trail erano studiati apposta per fornire tutto in poco spazio: salita scorrevole, salita tecnica, discesa tecnica con curve strette e falsipiani velocissimi molto guidati, inframmezzati da brevi pietraie e rilanci in salita.

foto del pneumatico cross country Michelin Force XC

Il Force XC da 29″ provato sulla BH Lynx da XC Marathon con cerchi in carbonio: scorrevole e leggero, solo 680 grammi.

Prime impressioni pneumatico Force XC 29″

Il peso del Force XC 29″ da 2.25″ è basso, 680 grammi, ma la costruzione è robusta con il Cross Shield, la versione a 3×110 TPI pensata per il Cross-Country, leggera ma duratura grazie al rivestimento ad alta densità.

Sono quindi partito con pressioni molto basse per trovare il limite: 1.42 bar anteriore e 1.57 bar posteriore.

A queste quote, in salita il grip era perfetto ma sui tratti veloci e in un paio di curve in appoggio sentivo la spalla della gomma anteriore perdere presa e flettersi troppo. Dietro invece in troppi punti sentivo il classico “tunk” del cerchio sulle pietre e con le ruote in carbonio la sensazione è davvero spiacevole.

Aumentando di poco le pressioni, 1.55 davanti e 1.70 dietro ho trovato un ottimo compromesso.

Ho apprezzato la scorrevolezza del Force XC da 2.25″, la buona presa in salita e la discreta tenuta anche in curva e in frenata.

C’è da “giocare” anche qui con le pressioni e il test è stato molto breve, quindi le mie considerazioni si riferiscono ad “un assaggio” e ovviamente potrebbero essere riconsiderate dopo un test di lunga durata.

In tutta onestà all’anteriore avrei preferito un pizzico in più di sicurezza con il Force AM 29″, che purtroppo non ho avuto il tempo di provare a causa dei problemi con il cerchio.

foto di claudio riotti sulla bh lynx equipaggiata con i pneumatici Force XC da 29x2.25".

La BH Lynx equipaggiata con i pneumatici Force XC da 29×2.25″.

Conclusioni

La nuova gamma di pneumatici da XC, Trail e All Mountain va a occupare quel segmento che mancava nel catalogo Michelin ed è nata per soddisfare le esigenze di qualsiasi tipologia di rider. Si tratta comunque di un assaggio e non di un test vero e proprio, in quanto manca la componente “usura” che incide sempre sulla scelta di una gomma piuttosto che un’altra.

Dal punto di vista di scorrevolezza, resistenza e grip Michelin ha ottenuto risultati notevoli, grazie sicuramente alla collaborazione di rider di alto livello e un product manager, Vincent Ledieu, che assieme ai tecnici e all’enorme know how di Michelin ha saputo tradurre tutti gli input ricevuti nel prodotto finito.

Per quanto riguarda le pressioni, sicuramente ho elencato valori molto bassi per chi sia abituato a girare con i classici 1.8 o 2 bar.

Infatti, i nuovi pneumatici Michelin (soprattutto il Wild e il Force AM, a mio avviso) sono stati progettati per questo, fornire aderenza e prestazioni anche a pressioni molto basse, senza quell’effetto di gomma sgonfia e “spalla che cede” che si avverte su altri pneumatici.

Inoltre, non ho mai avuto problemi di pizzicature o stallonamenti, pur avendo provato i pneumatici montati su ruote normali convertite a tubeless con il nastro e il liquido.

Restate sintonizzati per un test di lunga durata.

Per maggiori informazioni: bike.michelin.com

La “Ponale” a Riva del Garda in bici: mappe e consigli su come affrontarla

$
0
0
ponale-itinerario-bici-lago-garda-gallerie-roccia

La “Ponale” è sicuramente uno dei percorsi più famosi in tutta Europa.

Una strada che taglia il versante del monte Rocchetta a picco sul lago di Garda.

Poca pendenza, sterrato e asfalto con una lunghezza di soli 3,5 km, è indicata per bici gravel, da trekking o mountain bike.

La strada del Ponale inizia a Riva del Garda (TN) e conduce in Valle di Ledro, oppure alla piccola e suggestiva frazione di Pregasina.

Dove si trova Riva del Garda

Riva del Garda si trova nel Trentino, esattamente sull’estremità nord del Lago di Garda. Per raggiungere il punto di partenza ci sono alcune soluzioni.

Arrivando da nord si esce al casello di Trento Nord quindi si percorre la SS 45bis fino a Riva del Garda, mentre giungendo dall’ A4 si prende l’uscita di Brescia Est quindi si percorre la SS 45 bis fino a Riva del Garda.

Provenendo da Venezia si può prendere l’A22 direzione Brennero, uscire a Rovereto Sud e in 20 km si arriva a Riva del Garda. Un’altra possibilità è uscire a Peschiera o ad Affi e percorrere la SR249 direzione Riva del Garda.

mappa e panorama della strada del ponale sul lago di Garda

La strada della Ponale unisce Riva del Garda con Pregasina ed è famosa per le sue gallerie e i passaggi a picco sul lago di Garda.

Strada della Ponale: dati riepilogativi della salita da Riva del Garda

La strada della Ponale è lunga 3,5 km per un dislivello di 185 metri. Presenta una pendenza quasi costante del 5%.

Partenza Riva del Garda
66 m slm
Arrivo Bivio per la Valle di Ledro / Pregasina
251 m slm
Dislivello 185 m
Lunghezza 3,5 km
Pendenza media 5%
Pendenza massima 5%
altimetria della strada del ponale da fare in mtb

Il sentiero della Ponale è adatto a tutti: 3,5 km su strada sterrata con diverse gallerie e una pendenza praticamente costante del 5%.

Il sentiero della Ponale da Riva del Garda

Ho parcheggiato la macchina a Riva del Garda e dopo aver attraversato il centro cittadino costeggiando il lago mi sono immesso sulla Gardesana Occidentale SS 45 bis, direzione Limone sul Garda.

Dopo un centinaio di metri ho svoltato a destra e ho seguito le indicazioni che mi hanno condotto alla partenza della strada del Ponale.

panorama di riva del garda dalla strada della ponale

Percorrendo il sentiero della Ponale si gode di un’affascinante panorama su Riva del Garda e l’estremità nord del lago.

Conosco molto bene questo itinerario perché abito ad Arco di Trento, a circa sei chilometri da Riva del Garda.

Ho iniziato il percorso pedalando su fondo asfaltato quindi ho affrontato la prima galleria, dal fondo sterrato compatto. A lato della galleria ho notato un percorso alternativo che conduce al “Belvedere degli innamorati”, una sorta di balconata con una visuale davvero suggestiva sulla città di Riva del Garda.

Ho continuato con agilità tra tratti sterrati e asfaltati, soprattutto nelle gallerie, dove è utile portare con sé le luci anteriori e posteriori innanzitutto per essere in regola con il codice della strada e poi per farsi vedere dagli altri ciclisti e pedoni presenti.

Mi sono fermato spesso per scattare alcune foto: anche se la percorro tante volte all’anno trovo sempre qualche scorcio nuovo per uno scatto suggestivo.

Pedalando ho superato altre sette gallerie scavate nella roccia calcarea, principale componente della montagna  chiamata “la Rocchetta” dove è stata costruita la Ponale.

panorama sul lago di garda dalla strada della ponale in mtb

Verso Riva del Gardo o verso sud, la strada della Ponale in bicicletta regala scorci magnifici sul lago di Garda.

Sono salito con un rapporto agile e ho controllato sul mio GPS: la pendenza è quasi sempre attorno al 5%.

La strada attraversa direttamente il versante della montagna quindi mi sono fermato spesso a scattare alcune foto perché non capita spesso di pedalare proprio a picco sul lago.

La Ponale è molto famosa, infatti nell’affrontare la salita ho incrociato tanti pedoni: per questo motivo bisogna prestare particolare attenzione sia in salita che in discesa.

Ho notato lungo l’itinerario la presenza di fortificazioni e, in alcune gallerie, ho notato anche la presenza di alcune feritoie e di porte in ferro. Sono reperti della guerra, furono costruite nel periodo austro-ungarico per impedire la discesa delle truppe garibaldine dalla valle di Ledro verso il Garda, quindi vennero usate a difesa dell’impero Austro-Ungarico con l’Italia prima della I° Guerra Mondiale.

Sono risalito in sella e mi sono affiorate alla memoria le volte che ho affrontato questa strada in macchina con i miei genitori… sì, perché fino al 1990 la strada era transitabile poi fu chiusa per l’apertura della galleria che da Riva del Garda conduce in Valle di Ledro.

strada sterrata del sentiero della ponale

Fino al 1990 la strada della Ponale era utilizzata dai normali veicoli al motore e dal 2004, dopo essere stata restaurata e messa in sicurezza, è diventata uno dei sentieri più famosi da percorrere in bicicletta o a piedi. La strada è sterrata e vi consigliamo una mtb o una gravel.

Giungendo alla fine dello sterrato ho iniziato a pedalare su strada asfaltata. Sul lato sinistro ho notato il bar “Ponale alto belvedere”, locale molto carino con una terrazza panoramica e una vista davvero suggestiva.

Mi sono fermato per un caffè e una fetta di strudel, quindi ho ripreso e pedalare fino a giungere ad un bivio dove ho due possibilità, svoltando a destra si arriva al lago di Ledro con una bellissima ciclabile, mentre svoltando a sinistra si raggiunge l’abitato di Pregasina, un balcone sul “Benaco”, che è la denominazione di origine latina del lago di Garda.

Il percorso della strada del Ponale è molto panoramico e ha una pendenza costante, quindi è adatto anche ai principianti che vogliano provare l’emozione di affrontare un itinerario sterrato molto facile.

Il protagonista principale di questo quadro è sicuramente il lago e la strada scavata nella roccia, quadro che è attorniato dalle montagne che si specchiano nel lago di Garda. La Ponale è percorribile tutto l’anno, l’unica raccomandazione è di prestare attenzione ai pedoni, rallentando e salutando sempre.

La redazione di mountainbike.bicilive.it vi consiglia di percorrere la Ponale con una mtb (rigida, front o full), una bici da trekking o una gravel bike.

gallerie e biciclette sulla strada della ponale

Pedalando sul sentiero della Ponale si attraversano numerose gallerie scavate nella roccia calcarea e per questo motivo vi consigliamo di avere sulla vostra bici le luci o essere dotati di una frontale.

Note storiche

La costruzione della strada del Ponale iniziò nel 1847. Venne accolta come un prodigio dell’ingegneria, perché attraverso una serie di gallerie e tornanti riuscì ad agevolare il flusso di merci e genti dalla Valle di Ledro al lago di Garda.

Nel 1891 transitarono le prime automobili e la Ponale venne utilizzata fino al 1990, quando poi venne inaugurata la nuova strada. In seguito la Ponale venne chiusa dal 1990 fino al 2004, quando venne riaperta per permettere ai pedoni e ai ciclisti di percorrerla.

Commencal Furious: la DH semplice, versatile ed economica

$
0
0
foto della nuova commencal furious mtb da downhill

La nuova Commençal Furious verrà messa sul mercato a partire da maggio.

Nome già noto agli appassionati del marchio di Andorra di una mtb da downhill però completamente nuova rispetto a quella di 10 anni fa.

La Furious 2017 si differenzia dalla sorella presente in catalogo Supreme DH in quanto più semplice a livello di tecnologia e, di conseguenza, venduta a un prezzo più contenuto che potrebbe interessare un numero ben più vasto di rider.

foto della nuova commencal furious mtb da downhill vista di profilo

La versione Race della nuova mtb da dh di Commencal: 3.999 euro “pronto gara”.

Mtb downhill Commencal Furious, caratteristiche tecniche

Pensata per un utilizzo insieme più disimpegnato e vasto, dalle gare DH vere e proprie fino al bike park e il freeride, la Commencal Furious entusiasma per la semplicità delle linee del telaio in tubi tondi, che danno vita a un look lineare, quasi spartano, e per la consueta ed estrema affidabilità alla quale ci ha da tempo abituati questo marchio.

La nuova proposta di Commençal impiega un telaio in alluminio 6066 con tubi sagomati e a triplo spessore, 200 millimetri di escursione, cuscinetti maggiorati e attuatore integrato nel fodero, particolare che, unito al supporto dell’ammortizzatore integrato nel tubo obliquo e al passaggio dei cavi all’interno del telaio, contribuisce a una estetica finale molto semplice e pulita.

foto della nuova commencal furious mtb da downhill vista di tre quarti

Altro punto di forza della Commencal Furious, che è anche una novità per l’intero brand, è il Progressive Contact System, evoluzione del precedente Contact System.

Con questo sistema la sospensione agisce in maniera progressiva, assicurando attraverso un sistema di curva di compressione proporzionale, pieno controllo, supporto e possibilità di utilizzare tutta la corsa a disposizione anche nella taglia Small, nonostante il peso che si suppone minore rispetto a chi impiega taglie superiori.

Leggete il nostro tutorial sugli schemi di sospensione se volete saperne di più.

Qui di seguito le geometrie nelle quattro taglie della Furious:

le geometrie della nuova commencal furious mtb da downhill

Commencal Furious 2017, allestimenti e prezzi

Due gli allestimenti disponibili (Origin è la versione più economica, mentre Race costa 1.500 euro in più), con quattro taglie e una geometria che, grazie al tubo orizzontale lungo, offre maggiore stabilità e affidabilità.

La Origin monta una forcella Rockshox Boxxer RC 650B e un cambio Sram X5 a 9 velocità ed è disponibile in verde, giallo e nero, mentre la Race offre forcella Fox Factory 40 Float e il nuovo cambio Sram GX DH a 7 velocità e viene venduta in colore rosso.

Entrambe hanno freni Sram Guide RE 200 mm e pneumatici Maxxis High Roller 2 e Minion DHR 2 (in versione Super Tacky 42a sulla Race), per un prezzo finale che, nel momento in cui vi scriviamo, grazie a sconti presenti sul sito Commençal, è di 2.499 euro per la Origin e 3.999 euro per la Race.

Foto di Pierre-Edouard Ferry, sulla commencal furious 2017

Pierre-Edouard Ferry, 9° alla Rampage nel 2016, a bordo della Furious. Ho avuto modo di girare con lui durante il test della nuova gamma pneumatici Michelin.

La Commencal Furious si inserisce quindi nel trend che vede molte aziende proporre mountain bike dalle caratteristiche più semplici rispetto a modelli di punta: ma proprio paragonando i costi ci sembra in grado di spiccare per l’ottimo rapporto qualità/prezzo rispetto ad altre biciclette DH dal montaggio simile.

allestimenti e prezzi della nuova commencal furious mtb da downhill

2.499 euro e ben tre opzioni di colore per la Furious Origin. Solo rosso per la Commencal Furious Race.

Per maggiori informazioni e per effettuare acquisti (il marchio è noto anche per l’elevata percentuale di vendite online, circa il 75% del totale) potete visitare il sito ufficiale Commençal.

Il gesto tecnico nello sport, che cos’è e come migliorarlo

$
0
0
biker salta con la bici per imparare

L’apprendimento del gesto tecnico (chiamato anche gesto atletico) è definito “il verificarsi di un cambiamento relativamente permanente nella prestazione o nelle potenzialità di comportamento conseguibile attraverso l’esperienza diretta o l’osservazione degli altri” (Adams, 1971).

Parliamo quindi di una sorta di adattamento reso possibile da una serie di capacità (propriocettive, coordinative e condizionali) con un decisivo intervento del sistema nervoso.

Il gesto atletico è composto da una serie di movimenti volontari il cui fine è l’anticipazione del risultato da conseguire, sviluppando le soluzioni motorie migliori. Il ruolo dell’allenatore sarà quello di guida in questo percorso complesso. L’iter di apprendimento del gesto tecnico viene suddiviso, da Kurt Meinel, in 3 fasi principali, con caratteristiche ben definite e contornate da una serie di variabili fisiche, psicologiche e sociali che possono influenzare positivamente o negativamente il compito assegnato dall’allenatore all’allievo.

Fasi apprendimento motorio del gesto tecnico

Secondo la teoria di Meinel, fin dai primi tentativi di compiere un gesto tecnico, l’allievo potrà appropriarsi di una forma grezza e primitiva contenente tutti gli elementi fondamentali del gesto finale. 

Coordinazione grezza

È la fase in cui si ha il primo approccio con il nuovo gesto. La pratica verrà anticipata da una parte di informazioni teoriche che dovrebbero condurre alla formazione di una prima immagine mentale, molto approssimativa, del movimento finale. Alla teoria seguirà la pratica del nuovo gesto tecnico. Le prime esecuzioni saranno composte da movimenti imprecisi, aritmici e spesso impacciati, fino al raggiungimento delle prime forme di automatizzazione del movimento grossolano. L’informazione ricevuta, visiva e/o acustica, deve essere elaborata e tradotta in un linguaggio interno in grado di generare un cambiamento nel corpo. L’efficacia dell’elaborazione di un’informazione è soggetta a diverse variabili, tra cui la base di partenza, la capacità di adattamento e ragionamento, la capacità di attenzione.

Punti chiave per l’allenatore

- L’apprendimento del gesto tecnico sarà più efficace se inserito nelle fasi iniziali dell’allenamento, nel momento di massima freschezza mentale e fisica dell’allievo. - Linguaggio chiaro e semplice dal punto di vista sintattico, con numerosi riferimenti a aspetti concreti e l’utilizzo di un numero limitato di elementi.

Sarà necessario accertarsi che l’allievo abbia ricevuto le informazioni teoriche fondamentali per creare uno primitivo schema motorio mentale. - Alla spiegazione teorica seguirà una dimostrazione dell’allenatore.

L’allievo eseguirà il movimento subito dopo la dimostrazione. – Durante l’osservazione del modello (allenatore in questo caso), lui stesso dovrà enfatizzare gli aspetti del movimento cui l’allievo dovrà prestare maggiore attenzione.Suddividere il gesto tecnico in più movimenti. Dovrà essere un percorso propedeutico composto da esercizi chiari e di facile esecuzione.

Coordinazione fine

Gli automatismi appresi nella fase precedente iniziano a essere perfezionati e diventano più efficienti, con una migliore fluidità e economicità del movimento. Il gesto assume una buona costanza se l’allievo non viene disturbato da fattori sfavorevoli. biker impara a far un drop con la mtb

Punti chiave per l’allenatore

- L’esecuzione del movimento completo si svolgerà in condizioni non complesse, limitando i fattori di influenza interni e esterni. - L’allievo sarà in grado di eseguire il gesto tecnico senza errori, in condizioni non complesse. – Il movimento verrà ripetuto molte volte per migliorare i dettagli esecutivi - L’allenatore utilizzerà informazioni verbali e pratiche per correggere l’allievo, il quale avrà già acquisito il controllo del movimento e potrà quindi correggere eventuali errori su guida dell’allenatore. - La visualizzazione mentale del gesto tecnico, da parte dell’allievo, sarà completa e quindi il movimento sarà analizzabile dallo stesso, a fine esecuzione.

Disponibilità variabile per il gesto tecnico

L’automatismo del gesto tecnico raggiunge il livello massimo con una proporzionale diminuzione dell’attenzione volontaria durante l’esecuzione, dando la possibilità all’allievo di concentrarsi su altri compiti. In questa fase finale la coordinazione del movimento sarà consolidata con una completa autonomia dell’allievo nella gestione del movimento. Ma il successo dell’apprendimento di un gesto tecnico non è dato semplicemente dal raggiungimento della completa autonomia di ripetizione meccanica del gesto. A ciò sarà necessario affiancare un lavoro di attenzione cosciente ben finalizzato. Solo a questo punto si arriverà ad avere la piena padronanza del gesto tecnico, riuscendolo a adattare a diverse situazioni grazie alla creatività e reattività di inventare o modificare schemi percettivi e motori.

Punti chiave per l’allenatore

- L’esecuzione del movimento completo si svolgerà in differenti contesti, con l’influenza di fattori interni e esterni. Si presenteranno quindi delle condizioni variabili. – L’allenatore dovrà tenere conto dello stile personale di esecuzione del gesto e il modello di riferimento ideale. – Nel caso in cui ci sia una riduzione del rendimento del gesto tecnico sarà necessario valutare se questa carenza sia dovuta a differenze tra modello di riferimento ideale e stile personale. – Differenze e/o carenze antropometriche, carenze nelle capacità condizionali e/o coordinative e lacune tecniche sono le cause principali di erronea esecuzione del gesto tecnico.

Fattori che provano l’avvenuto apprendimento del gesto tecnico

Magill (2001) ha voluto raccogliere i fattori che danno prova dell’apprendimento: Il miglioramento. Dopo aver ripetuto più volte il gesto tecnico, quest’ultimo deve essere eseguito in modo più efficace e preciso rispetto a prima. Un numero elevato di ripetizioni risulta essenziale per immagazzinare una quantità di informazioni necessarie per portare a un miglioramento del gesto. La costanza. Il gesto, dopo averlo acquisito, dovrà essere ripetuto costantemente per poter essere gestito al maglio dal punto di vista esecutivo e tecnico. Per “ripetutamente” si intende più volte durante la settimana. Con un numero esiguo di allenamenti settimanali non raggiungerete mai la massima potenzialità in un determinato gesto tecnico. La persistenza. Il gesto tecnico diventa permanente in modo relativo, ovvero si può protrarre e ripetere sempre per periodi di tempo più lunghi. L’adattabilità. Capacità di modificare e portare a termine con successo un gesto tecnico in condizioni non previste.

Fattori influenzanti l’apprendimento del gesto tecnico

La variabilità individuale dell’apprendimento è molto elevata, così come i fattori influenzanti. Elenco solo i più significanti: Fattori personali Le capacità coordinative sono i pilastri neurologici sui quali si baseranno tutti gli step di apprendimento. Un requisito indispensabile per la realizzazione di gesti tecnici. Un atleta motivato sarà più attento ed efficiente nell’esecuzione dei compiti a lui assegnati. Fattori strutturali Morfotipo, proporzioni corporee, stato fisico, mobilità articolare e capacità condizionali. Fattori ambientali Ambiente di lavoro, interazioni con compagni, cultura, istruzione. “Ciò che si può apprendere dipende da ciò che già si è appreso” sequenza di un biker mentre prova un salto con la mountain bike

Gesto tecnico: interventi dell’allenatore

Il ruolo dell’allenatore durante l’apprendimento del gesto tecnico è quello di guida e come tale dovrà comportarsi. Interventi troppo frequenti minerebbero la sicurezza dell’allievo creando una sorta di dipendenza dal giudizio dell’allenatore con una conseguente limitazione delle capacità di analisi e risoluzione dei problemi da parte dell’allievo. Sarà di estrema importanza chiedere all’allievo di dare dei feedback sulle sue sensazioni riguardanti l’esecuzione e i fattori influenzati il gesto tecnico. Gli interventi saranno quindi puntuali e tempestivi, caratterizzati da critiche precise e costruttive, facenti il più possibile riferimento agli organi di senso: “Quando sei in bici guarda avanti”. Un valore aggiunto è quello di un linguaggio capace di creare immagini mentali. Focalizzarsi sui gesti da compiere e non su quelli da evitare e cercare di costruire sempre frasi “in positivo”. In questo modo l’allievo si concentrerà su cosa deve fare e non su cosa deve evitare di fare. Ad esempio dire “quando devi saltare stai sempre in piedi” ha un altro effetto rispetto a “quando devi saltare non stare mai seduto”, così come “mantieni la velocità” crea un’immagine positiva, anche nell’inconscio, rispetto a “non rallentare”.

Bibliografia

Meinel, K., e Schnabel, G. (1977). Teoria del movimento. Tr. it. Roma: Società Stampa Sportiva, 1984. Magill, R.A. (1993). Motor learning: concepts and applications (4rd ed.). Dubuque, IA: Brown & Benchmark. Schmidt, R.A. (1991). Motor learning and performance. Champaign, IL: Human Kinetics.

Nuove Cannondale Jekyll e Trigger, doppia personalità con il Fox Gemini

$
0
0
foto della nuova mtb cannondale jekyll 2017

La casa americana Cannondale ha rinnovato completamente i suoi cavalli di battaglia per quel che riguarda l’enduro e l’all mountain: Jekyll e Trigger.

Le due rinnovate bici da 27.5″ presentano la piattaforma che già si era vista in anteprima sulla bici del campione del mondo enduro 2013 Jerome Clementz lo scorso anno.

Le escursioni vanno da un mid travel di 145 mm (150 mm anteriori) sulla Trigger e 165 mm di escursione invece sulla enduro Jekyll, abbinati a una forcella da 170 mm.

Le nuove mtb di Cannondale sono già disponibili dai rivenditori autorizzati.

foto delle inistra la nuova Cannondale Jekyll e a destra la nuova Trigger.

A sinistra la nuova Cannondale Jekyll e a destra la nuova Trigger. Sono simili ma il piccolo triangolo di rinforzo sul tubo piantone è assente sulla Trigger.

Jekyll e Trigger, due personalità in una con l’ammortizzatore Fox Float X Gemini

Cannondale crede sempre nella possibilità di fornire al rider delle mtb più versatili grazie ad accorgimenti sulle sospensioni che possano offrire una doppia personalità, così come già abbiamo visto nel test dell’arma da xc marathon Scalpel lo scorso anno e nella Habit nel 2015.

Quello che cambia sui nuovi modelli rispetto alle precedenti Trigger e Jekyll sono l’assenza della forcella Lefty SuperMax in favore di una standard monopiastra a due steli e l’addio al sistema “pull-shock” del Dyad con l’avvento un nuovo sistema chiamato Gemini inserito nell’ammortizzatore posteriore Fox Float X.

foto del Il nuovo ammortizzatore Fox Float metrico con il sistema Gemini per la riduzione della corsa.

Il nuovo ammortizzatore Fox Float X con il sistema Gemini per la riduzione della corsa.

Hustle e Flow

Le nuove versioni offrono infatti le due modalità Hustle e Flow (letteralmente “spinta” e “fluire”) comandatedalmanubrio, dove la Flow sfrutta tutta la corsa disponibile per un assorbimento delle asperità ai massimi livelli.

La Hustle invece diminuisce il volume della camera dell’aria dell’ammortizzatore togliendo l’ultimo 20% di corsa, generando così un aumento di progressività della curva di compressione, riducendo il sag e cambiando in sostanza il comportamento della bici non solo durante la salita, ma anche nei tratti in cui si rilancia o dove serve maggior reattività. In poche parole si ottiene una pedalata con una risposta più rapida.

La modalità Hustle non influisce sull’idraulica della sospensione: quest’ultima può essere regolata tramite i registri a disposizione sull’ammortizzatore Fox Float X o Fox Float a seconda delle versioni presenti in gamma.

È possibile personalizzare il tuning dell’ammortizzatore e la sua curva di compressione tramite i classici spacer interni. L’ammortizzatore di serie non ne contiene.

foto del Il telaio in carbonio Ballistec dell anuova Cannondale Trigger e lo spazio per la borraccia.

Il telaio in carbonio Ballistec dell anuova Cannondale Trigger e lo spazio per la borraccia.

Cannondale Jekyll e Trigger, altre novità

Non solo queste le novità sulle due nuove arrivate, ma anche geometrie molto moderne con angoli sterzo aperti e carro corto, passaggio cavi interno, link dell’ammortizzatore in carbonio su tutta la gamma, mozzi posteriori Boost da 148 mm, telaio in carbonio con tecnologia di lavorazione delle fibre unidirezionali denominata BallisTec, protezione per il telaio integrata in carbonio, spazio per la borraccia, il sistema LockR sviluppato da Cannondale con perno thru-axle per gli snodi del carro, predisposizione per montaggio cambio elettronico Shimano Di2, carro asimmetrico Ai e attacco della pinza del freno posteriore “flat mount” per ridurre la rumorosità in frenata.

Mtb Cannondale Trigger 27.5, dettagli e prezzi

Abbiamo parlato delle analogie delle due nuove bike, ora vediamone le differenze.

Nata come all mountain, la nuova Cannondale Trigger presenta un angolo sterzo da 66° e un tubo sella verticale di 74,5°, così da risultare stabile in discesa ma molto pedalabile in salita.

La misura che salta all’occhio maggiormente è quella dei foderi bassi, solo 420 mm, tra le più corte della categoria, per massimizzare l’agilità e il lato divertente della bike.

150 mm di escursione anteriore e 145 posteriore che attraverso il sistema Gemini può essere ridotta a 115 mm, 4 taglie dalla S alla XL e tre allestimenti in Italia, tutti con triangolo principale in carbonio BallisTec.

foto della mtb  Cannondale Trigger Carbon 3,

La Cannondale Trigger Carbon 3, 3.999 euro: telaio in carbonio e carro in alluminio.

La Cannondale Trigger Carbon 3: 3.999 euro, telaio in fibra di carbonio BallisTec e carro in alluminio, freni e trasmissione Shimano Deore XT-SLX con doppia corona e cassetta 11-46, ammortizzatore Fox Float DPS Gemini e forcella Fox Float 34 Performance da 150 mm.

foto della mtb  Cannondale Trigger Carbon 2,

La Cannondale Trigger Carbon 2, 5.999 euro sempre con carro in alluminio.

La Cannondale Trigger Carbon 2: 5.999 euro, telaio in fibra di carbonio BallisTec e carro in alluminio, freni Sram Guide R, trasmissione Sram X01 Eagle con cassetta 10-50, ammortizzatore Fox Float X Gemini Elite e forcella Fox Float 34 Elite da 150 mm.

foto della La mtb da all mountain Trigger 1

La mtb da all mountain Trigger 1, top di gamma, con telaio e carro in carbonio: 7.499 euro.

La Cannondale Trigger Carbon 1: 7.499 euro, telaio e carro in fibra di carbonio BallisTec, freni Sram Guide RSC, trasmissione Sram XX1 Eagle con cassetta 10-50, ruote con cerchi in carbonio Cannondale Hollowgram con canale da 30 mm di larghezza interna.

L’ammortizzatore è un Fox Float X Factory Gemini e la forcella è una Fox Float Factory Fit4 da 150 mm.

Mtb Cannondale Jekyll 27.5″, dettagli e prezzi

La nuova Jekyll è l’arma da enduro in casa Cannondale.

Le geometrie sono anche qui moderne con un angolo di sterzo molto aperto di 65°correlato a un angolo sella effettivo di 75°.

foto dei foderi bassi della nuova mtb da enduro Cannondale Jekyll:

I foderi bassi della nuova mtb da enduro Cannondale Jekyll: 420 mm. In evidenza l’attacco della pinza freno posteriore Flat Mount.

L’orizzontale virtuale è di 609 mm e sono 1187 mm di interasse in taglia M.

Come la Trigger, la Jekyll ha un carro di soli 420 mm in tutte le taglie.

Quattro taglie dalla S alla XL e quattro allestimenti: tre in carbonio e uno in alluminio.

foto delLa mtb Cannondale Jekyll 4

La mtb Cannondale Jekyll 4 in alluminio, 2.999 euro.

La Cannondale Jekyll 4: 2.999 euro. Telaio in alluminio Smartform C1, forcella Fox 36 Performance da 170 mm, ammortizzatore Fox Float DPS Gemini e trasmissione 1x e freni Shimano SLX (cassetta 11-46).

La mtb Cannondale Jekyll  3

La mtb Cannondale Jekyll 3, con triangolo anteriore in carbonio e carro in alluminio: 3.999 euro.

La Cannondale Jekyll 3: 3.999 euro, telaio in carbonio e carro in alluminio. Forcella Fox 36 Performance da 170 mm, ammortizzatore Fox Float DPS Gemini, trasmissione e freni Shimano misti Deore XT-SLX con cassetta XT 11-46.

foto della La mtb Cannondale Jekyll 2

La mtb Cannondale Jekyll 2, 5.999 euro, carro sempre in alluminio e trasmissione 12 velocità.

Cannondale Jekyll 2: 5.999 euro, telaio in carbonio e carro in alluminio, forcella da 170 mm Fox 36 Elite, ammortizzatore Fox Foat X Gemini Elite e trasmissione Sram X01 Eagle 12v 10-50 e freni Sram Guide RS.

La mtb Cannondale Jekyll 1  7.499 euro.

La top di gamma delle Jekyll, la versione 1 con telaio e carro in carbonio: 7.499 euro.

La top di gamma Cannondale Jekyll 1 costa 7.499 euro. Il telaio è interamente in carbonio così come le ruote, le Cannondale Hollowgram con canale da 35 mm.

La forcella da 170 mm è una Fox 36 Float Factory, l’ammortizzatore è Fox Float X Kashima Gemini e la trasmissione è Sram XX1 Eagle con cassetta 10-50 e freni Sram Guide RSC.

Ecco il video di presentazione dei due nuovi modelli in casa Cannondale:

Per maggiori informazioni, le geometrie e ulteriori specifiche consulta il sito Cannondale.


Club mtb Montaldbike: divertimento, sport e condivisione

$
0
0
foto di gruppo dell'associazione Montaldbike di Chieri

Montaldbike


LOCALITÀ

Chieri – Piemonte

TELEFONO

Luca Virano 339 107 6746
Massimo Marenco 349 868 6387

EMAIL

montaldbike@gmail.com

PAGINA FACEBOOK

Montaldbike

SITO WEB

www.montaldbike.it

RIFERIMENTI

Luca Virano (presidente)
Massimo Marenco (referente)


Il club MTB Montaldbike è nato sei anni fa nel 2011 grazie all’idea e alla passione dei due amici Max e Luca. Dopo pochi anni è diventato un importante punto di riferimento all’interno del ciclismo in Piemonte.

I due istruttori federali e fondatori del team avrebbero inizialmente voluto creare una scuola di mountain bike solamente per bambini e ragazzi. Poi, vedendo il buon successo della propria attività, hanno deciso di dedicarsi anche ai biker di età superiore, coinvolgendo altri istruttori nel progetto.

Il primo campo scuola e luogo di ritrovo è stato a Montaldo Torinese (da cui deriva il nome Montaldbike), divenuto presto troppo stretto a causa dell’alto numero di giovani cicliste e ciclisti iscritti.

Così, tre anni fa è giunto il primo trasloco e questo grande balzo in avanti ha permesso la creazione di un luogo di ritrovo con salti e ostacoli, oltre alle prime uscite in mtb di più giorni da parte di tutti gli atleti.

Infine nel 2017 è arrivato il salto di qualità decisivo grazie alla costruzione di un campo scuola dotato di pump track, salti di ogni tipo, percorso xc (cross country) e pista ciclabile a due pedalate.

Squadra mtb Montaldbike: istruttori e beneficenza

Durante queste annate, oltre alla scuola e ai ragazzi si è creato un gruppo di genitori che, mentre i figli si allenano con gli istruttori, va a pedalare nei sentieri limitrofi.

Inoltre si ritrova la domenica per effettuare escursioni più lunghe (anche enogastronomiche), per sistemare il campo, i sentieri e condividere la passione della mountain bike coinvolgendo sempre più amici.

giovani biker con gli istruttori di mtb della montaldbike

Montaldbike è nata nel 2011 a Chieri come scuola di mountain bike per bambini e ragazzi e nel corso degli anni è diventata uno dei punti di riferimento per la MTB nella zona di Chieri e della collina torinese.

Ogni anno, da quando è nata, la società di mtb Montaldbike si è impegnata a organizzare gare ed eventi di beneficenza come per esempio la Babbobike che, da due anni a questa parte, raduna babbi, babbe e bambini Natale per scambiarsi gli auguri, pedalare insieme, bere una cioccolata calda in compagnia ma soprattutto per portare regali ai bambini in ospedale e raccogliere fondi per il reparto pediatrico di Chieri.

Non per nulla infatti la Montaldbike è una delle società affiliate alla FCI con più tesserati in Piemonte e tra le più attive sul territorio.

Partecipanti della babbobike organizzata da montaldbike

Nel periodo natalizio Montaldbike organizza la Babbobike, un evento di beneficenza su due ruote a favore del reparto pediatrico dell’ospedale di Chieri.

I personaggi di questo simpaticissimo team sono i bambini, i ragazzi, i genitori, gli amici e le famiglie che si ritrovano tutti i weekend per divertirsi insieme e passare un po’ di tempo in sella all’amata bici.

Questo gruppo di appassionati raggruppa un ampio range di età, cioè dai bambini piccoli che giocano con le bici senza pedali nel prato agli atleti agonisti, passando per i signori con la pancia che percorrono decine di chilometri in bicicletta per passare di birreria in birreria.

Tutto ciò è reso possibile grazie all’impegno di Max, Luca e tutto lo staff, ovvero da quei genitori, ciclisti, costruttori e tuttofare che mantengono in ordine i sentieri e il campo scuola, aiutando sempre con entusiasmo nell’organizzazione degli eventi.

gruppo di giovani ciclisti di Montaldbike

Con finalità agonistiche o semplicemente per divertimento, sono moltissimi i bambini e i giovani che hanno scelto di entrare a far parte di Montaldbike.

Ci sono poi gli istruttori: i soliti onnipresenti Max e Luca, Lori che salva sempre tutti all’ultimo quando misteriosamente le bici si rompono ed è sempre un “No ma si è rotta adesso! A casa era a posto!”, Fabio che tiene tutti gli atleti in riga e last but not least le brave istruttrici Vale e Viki.

Il club Montaldbike non ha come fine principale l’agonismo (nonostante festeggiare la vittoria di un piccolo grande atleta faccia sempre piacere) ma il divertimento e il sano sport.

Il pane quotidiano di questa squadra è il fango della collina torinese, la cui estrema varietà di sentieri offre percorsi per tutti i gusti. Proprio come la Montaldbike che, nella più completa armonia, unisce il più nervoso al più tranquillo.

ciclisti e biker della montaldbike durante un incontro

I fondatori di Montaldbike sono Luca Virano (attuale presidente) e Massimo Marenco che si avvalgono della collaborazione di istruttori e di un nutrito gruppo di collaboratori, tutti pronti a condividere la passione per la bicicletta.

Ci sono costantemente lavori in corso per migliorare, nuovi corsi anche per adulti, nuovi ostacoli e salti, attività, scambi con altri gruppi di ciclisti, gite alla scoperta di sentieri diversi rispetto a quelli di casa e modi innovativi per condividere ciò che la bicicletta è, trasmette e rappresenta.

Che cosa state aspettando ancora allora? Se vivete in quelle zone e volete scoprire il fantastico mondo della mtb, contattate i ragazzi della Montaldbike!

Catalogo e listino prezzi mtb Simplon 2017

$
0
0
MTB dal catalogo simplon 2017

Sul portale mountainbike.bicilive.it illustriamo il catalogo e listino prezzi mtb Simplon 2017, composto da nove modelli di cui:

quattro mtb biammortizzate: Rapcon 160, Rapcon 140, Cirex 120 e Kibo 275 ALU;

quattro mtb front (ammortizzate solo all’anteriore): Razorblade 29, Razorblade 275, Cure 29 e Dilly Girl 275;

e una rigida (senza sospensioni, super leggera, la Razorblade 29 SL.

L’austriaca Simplon è un’azienda a gestione famigliare la cui storia è stata approfondita nel listino eBike Simplon 2017 a breve online.

Gamma mountain bike Simplon 2017

Tutti i modelli mtb Simplon tranne la Kibo, Cure e Dilly hanno il telaio in carbonio e sono costruiti con la stessa tecnologia utilizzata nella linea Road.

Naturalmente sono stati rinforzati e dimensionati per l’utilizzo in fuoristrada. Le dotazioni standard prevedono: serie sterzo conica, cavi interni, freni a disco idraulici e perno passante posteriore da 12 mm (escluse la Dilly Girl 275 e Cure 29).

Mtb biammortizzate Simplon 2017

Le full suspended sono indicate per svariate discipline come l’enduro per la Rapcon 160, l’all-mountain con la Rapcon 140 e il trail per la Cirex 120 e la Kibo 275 ALU.

Hanno tutte ruote da 27.5″ tranne la Cirex 120 che è una 29er. Gli allestimenti personalizzabili vanno dallo Shimano XT allo SRAM XO1, fino a Shimano XTR.

Simplon Rapcon 160

Varianti disponibili: XTE 22, PRO 22, PRO 22 DI2, XO1 Eagle, MRS 22

Peso versione standard (XTE 22): 12,9 kg
Colori: Galaxy Blue Glossy / Fresh Orange Glossy – Black Matt / Black Glossy
Taglie: S, M, L, XL
Prezzi: 4.349 euro (XTE 22) – 4.949 euro (PRO 22) – 5.999 euro (PRO 22 DI2) – 5.549 euro (XO1 Eagle) – 6.449 euro (MRS 22)

mtb full Simplon Rapcon 160 con forcella RockShox

La mtb da enduro Simplon Rapcon 160, con forcella RockShox PIKE RC Boost DualPosition 160/130 mm di escursione: da 4.349 a 6.449 euro.

Simplon Rapcon 140

Varianti disponibili: XTE 22, PRO 22, PRO 22 DI2, XO1 Eagle, MRS 22

Peso versione standard (XTE 22): 12,1 kg
Colori: Carbon Matt/ White Glossy – Black Glossy/ Cosmic Blue Matt
Taglie: S, M, L, XL
Prezzi: 3.999 euro (XTE 22) – 4.399 euro (PRO 22) – 5.449 euro (PRO 22 DI2) – 5.199 euro (XO1 Eagle) – 5.999 euro (MRS 22)

mtb full Simplon Rapcon 140 dal listino 2017

La mtb da all-mountain Simplon Rapcon 140 con forcella RockShox REVELATION RL da 140 mm di escursione: da 3.999 a 5.999 euro.

Simplon Kibo 275 ALU

Varianti disponibili: SLX 22, XTE 22, PRO 22, XO1 Eagle

Peso versione standard (SLX 22): 13,55 kg
Colori: Pulsar Red Matt/Anthrazit Matt – White / black
Taglie: 38, 45, 50, 55
Prezzi: 2.799 euro (SLX 22), 2.999 euro (XTE 22), 3.149 euro (PRO 22), 3.799 euro (XO1 Eagle)

MTB full Simplon Kibo 275 ALU dal listino 2017

La mtb full da trail Simplon Kibo 275 ALU: da 2.799 a 3.799 euro.

Simplon Cirex 120

Varianti disponibili: XTE 22, PRO 22, PRO 22 DI2, XO1 Eagle, MRS 22

Peso versione standard (XTE 22): 11,55 kg
Colori: Black Matt / Black Glossy – Cosmic Red Glossy / Black Glossy
Taglie: S, M, L, XL
Prezzi: 3.999 euro (XTE 22) – 4.399 euro (PRO 22) – 5.449 euro (PRO 22 DI2) – 5.199 euro (XO1 Eagle) – 5.999 euro (MRS 22)

Simplon Cirex 120, l'unica 29er biammortizzata del catalogo Simplon 2017

Simplon Cirex 120, l’unica 29er biammortizzata del catalogo Simplon 2017: da 3.999 a 5.999 euro.

MTB Hardtail Simplon 2017

Le Mountain Bike ammortizzate anteriormente, dette anche front, sono tutte in carbonio da 29 pollici, tranne la Razorblade 275 che ha ruote da 27.5. I gruppi sono configurabili da Shimano SLX a XTR passando per XT e XO1.

La Cure 29 e la Dilly Girl 275 hanno il telaio di alluminio e sono pensate per l’utilizzo di tutti i giorni. Anche qui la scelta parte dal SLX sino al’XT.

Simplon Razorblade 29 SL

Varianti disponibili: PRO 22, PRO 22 DI2, XO1 Eagle, MRS 22

Peso versione standard (PRO 22): 10 kg
Colore unico: Carbon / Matt Yellow
Taglie: M, L, XL
Prezzi: 4.549 euro (PRO 22) – 5.599 euro (PRO 22 DI2) – 5.199 euro (XO1 Eagle) – 5.999 euro (MRS 22)

Simplon Razorblade 29 SL con telaio in carbonio

La leggerissima Simplon Razorblade 29 SL da 8,6 kg a un massimo di 10 kg (prezzo da 4.549 a 5.999 euro).

Simplon Razorblade 29

Varianti disponibili: SLX 30, XTE 22, PRO 22, PRO 22 DI2, XO1 Eagle, MRS 22

Peso versione standard (SLX 30): 10,7 kg
Colori: Carbon / Matt Red – Carbon / Matt Blue
Taglie: S, M, L, XL
Prezzi: 2.899 euro (SLX 30) – 3.099 euro (XTE 22) – 3.549 euro (PRO 22) – 4.599 euro (PRO 22) DI2) – 4.199 euro (XO1 Eagle) – 4.999 euro (MRS 22)

mtb front in carbonio simplon razorblade

Simplon Razorblade 29, una purosangue in carbonio sotto gli 11 kg: da 2.899 a 4.999 euro.

Simplon Razorblade 275

Varianti disponibili: SLX 30, XTE 22, PRO 22, XO1 Eagle, MRS 22

Peso versione standard (SLX 30): 10,55 kg
Colori: Rosso Matt / Anthracite Matt – Matt Carbon
Taglie: XS, S, M
Prezzi: 2.799 euro (SLX 30) – 2.999 euro (XTE 22) – 3.449 euro (PRO 22) – 4.099 euro (XO1 Eagle) – 4.999 euro (MRS 22)

mtb front 27,5 simplon razorblade

Simplon Razorblade 275, l’unica mtb front da uomo con ruote da 27,5 in catalogo: da 2.799 a 4.999 euro.

Simplon Cure 29

Varianti disponibili: SLX 30, XTE 22, PRO 22

Peso versione standard (SLX 30): 11,55 kg
Colore unico: Black Matt / Black Glossy
Taglie: M, L, XL, XXL
Prezzi: 1.999 euro (SLX 30) – 2.249 euro (XTE 22) – 2.449 euro (PRO 22)

Simplon Cure 29 dal catalogo mtb 2017

Simplon Cure 29, una front di qualità per divertirsi con Rock Shox Reba 29 RL 100 mm: da 1.999 a 2.449 euro.

Simplon Dilly Girl 275

Varianti disponibili: SLX 30, XTE 22, PRO 22

Peso versione standard (SLX 30): 11,3 kg
Colori: Weiss/Blau – Weiss/Silber
Taglie: 38, 44
Prezzi: 1.899 euro (SLX 30) – 2.149 euro (XTE 22) – 2.349 euro (PRO 22)

Simplon Dilly Girl mtb da donna

Simplon Dilly Girl, una MTB pensata appositamente per le donne: da 1.899 a 2.349 euro.

La garanzia Simplon è valida per 4 anni su telai e forcelle se si riscontrano difetti nei materiali o errori di produzione.

Il resto dei componenti sono garantiti due anni. Entro 20 giorni dopo l’acquisto potete registrare la ricevuta ed estendere la garanzia su telai e forcelle a 6 anni.

La garanzia completa è in questa pagina del sito Simplon mentre se volete modificare la componentistica di qualsiasi modello potrete farlo con il pratico configuratore sul sito dell’azienda.

Le mountain bike Simplon 2017 sono disponibili presso tre punti vendita nel nord-est Italia oppure in Germania e Svizzera. Trovate la mappa completa dei rivenditori a questo indirizzo.

Tutte le  informazioni sono contenute nel sito ufficiale.

Cimone Bike Festival 2017: Montecreto capitale della mountain bike

$
0
0
cimone bike festival 2017 a montecreto

Montecreto si conferma luogo privilegiato per la mountain bike e si piazza in pole position nel calendario dei raduni ciclistici dell’Italia centrale ospitando, il 24 e 25 giugno 2017, il Cimone Bike Festival, una due giorni dedicata a mtb, all-mountain, ruote grasse ma anche a downhill, dirt bike, pump track e nella quale riesce a fare capolino anche un “intruso” ben gradito quale il bmx freestyle.

Giunto ormai al terzo anno di manifestazioni dedicate alla mountain bike, Montecreto conferma tutto il valore della scelta di una serie di eventi non agonistici, in grado di richiamare un numero maggiore di atleti, rider e semplici curiosi, all’insegna di percorsi, spettacoli e gare goliardiche che puntano a far divertire tutti quanti invece di celebrare singoli vincitori.

ciclista pedala tra i percorsi del Cimone Bike Festival

Il 24 e il 25 giugno 2017 si terrà la terza edizione del Cimone Bike Festival, una kermesse dedicata a tutti gli amanti delle ruote grasse.

Il nostro Claudio Riotti circa un anno fa ha definito il Monte Cimone come un paradiso estivo per tutte le discipline mtb e siamo completamente d’accordo con questa sua frase.

In Italia poche aree quali quella del Monte Cimone e quella ad esempio dell’intera Alpe Cimbra sanno offrire questo mix così completo di zone naturali ben diversificate fra loro, piste accuratamente progettate (e aggiornate) e servizi di ogni tipo, in grado di andare incontro alle esigenze del rider più esperto così come ai bisogni del cicloturista occasionale.

Preparatevi quindi a una 48 ore di festa, fra escursioni guidate di circa 20-25 chilometri, spettacoli di dirt bike e bmx freestyle e welcome kit enogastronomici che vi faranno scoprire autentiche gioie per il palato: il 24 e il 25 giugno Montecreto sarà la capitale della mountain bike.

Diamo un’occhiata al programma del Cimone Bike Festival 2017 per poi studiare più nel dettaglio alcuni fra gli eventi.

biker affrontano i single track per le mtb sul monte cimone

Il Monte Cimone si trova a Montecreto, nell’Appennino Emiliano, ed è un paradiso per tutte le discipline off-road: sono presenti sentieri per escursioni in mtb ma anche single track per gli amanti dell’enduro e del downhill.

Programma Cimone Bike Festival 2017

Sabato 24 giugno 2017

09.00 apertura manifestazione

10.00 partenza escursioni guidate

12.00 esibizione dirt bike e bmx

14.00 gara downhill Stay Strong Walter 7

18.00 happy hour

21.00 night party con stand gastronomici

spettacolo di bmx durante il ciimone bike festival

Il ricco programma del Cimone Bike Festival 2017 prevede escursioni guidate, test materiale mtb, pump track e spettacoli di bmx e dirt bike.

Domenica 25 giugno 2017

09.00 apertura manifestazione

10.00 partenza escursioni guidate

12.00 esibizione dirt bike e bmx

14.00 gara ebike High Voltage

17.00 esibizione per chiusura evento

Grazie alla sua formidabile posizione ai piedi di Monte Cimone, Montecreto è in grado di offrire una vastità di percorsi di lunghezza variabile, dai 5 ai 40 chilometri, indicati sia per il cross country che per l’enduro-gravity.

E proprio in occasione del prossimo festival sarà inaugurata, grazie alla Fondazione per lo sport Silvia Rinaldi e al Comitato Italiano Paralimpico, una rete aggiuntiva di ben 15 sentieri ciclopedonabili pensati con un occhio di riguardo per famiglie e disabilità: privi di barriere architettoniche, potranno essere affrontati anche da famiglie con carrellini, handbike, tandem per ipovedenti e cicloturisti di ogni tipo.

In occasione di ognuna delle due mattinate partiranno escursioni con guide professioniste che vi faranno scoprire location inedite del Monte Cimone e, grazie ai punti di ristoro sparsi, potrete assaporare la cucina locale.

single track nei boschi del monte cimone e salita a piedi

Sul Monte Cimone sono presenti percorsi per MTB lunghi dai 5 ai 40 km mentre gli amanti del downhill e del gravity possono usufruire della seggiovia Stellaro.

Grazie alla seggiovia Stellaro, che sarà in funzione per tutto il weekend, downhiller, freerider ed enduristi potranno approfittare delle risalite per affrontare più e più volte percorsi storici e di recente progettazione quali per esempio Il Gufo, preparato da Pippo Marani.

Gli amanti delle pump track troveranno pane per i loro denti nella struttura modulare disponibile sia sabato che domenica, mentre i bambini da 1 a 6 anni potranno mettersi alla prova sulle balance bike a disposizione nell’area bimbi.

Sabato occhi puntati sulla Stay Strong Walter 7, una gara downhill dedicata a Walter Belli, biker parmigiano che nel 2014 ha subito un grave infortunio, mentre domenica toccherà a High Voltage, una gara con salite e discese particolarmente “elettrica”, dedicata alle ebike e con un’unica regola: sarà possibile impiegare una sola batteria, senza ricariche o cambi.

biker aspettano l'inizio del Cimone Bike Festival di Montecreto

Pippo Marani e gli organizzatori del Cimone Bike Festival 2017 sono pronti, e voi?

E non dimentichiamo infine i due momenti di spettacolo per il pubblico con le demo e jam session di dirt bike e bmx freestyle.

Ricordandovi ancora una volta che il Cimone Bike Festival 2017 si terrà a Montecreto (MO) sabato 24 e domenica 25 giugno, vi invitiamo a visitare la pagina ufficiale per maggiori informazioni su tariffe, eventi e iscrizioni.

TRP “G-Spec”: i freni a disco per mountain bike sviluppati da Aaron Gwin

$
0
0
foto di aaron gwin e i freni a disco trp per mtb

TRP è un’azienda americana con oltre venti anni di esperienza alle spalle. TRP, per chi abbia già sentito il nome Tektro, significa “Tektro Racing Product“; la sede è nello Utah e l’azienda produce sistemi frenanti per le diverse discipline del ciclismo: mountain bike, strada, pista, triathlon e ciclocross.

TRP sponsorizza inoltre il team YT Mob nella World Cup di downhill, il cui pilota di punta è Aaron Gwin.

Aaron Gwin, TRP e la linea di freni per mtb G-Spec

Aaron Gwin, il rider americano con più successi nella storia del DH a stelle e strisce e vincitore di 4 Coppe del Mondo e 7 titoli nazionali USA di downhill, collabora con TRP dal 2016 nello sviluppo dei freni a disco per downhill Quadiem SL e la versione da trail/enduro Slate.

TRP, dopo i feedback di Aaron durante la stagione passata, ha recentemente presentato alcuni aggiornamenti nel disegno di entrambi i modelli svelando le versioni “G-Spec”, dove la G sta ovviamente per Gwin.

La prima differenza sta nella forma della leva, cambiata seguendo le esigenze del campione che la voleva più ergonomica e dotata di grip.

A proposito di regolazioni, per sapere come settare al meglio la mtb consigliamo la lettura del nostro tutorial “come regolare la mountain bike“.

foto dell'impianto frenante TRP quadiem G-spec

Il freno mtb Quadiem G-Spec, il top di gamma di TRP per il downhill.

Freni a disco TRP Quadiem G-Spec, caratteristiche

Il Quadiem G-Spec è un freno da downhill con pompante, leva e pinza in alluminio prima forgiato e poi lavorato al CNC. Il peso è di 320 grammi a impianto grazie anche alla viteria in titanio.

Il pompante del Quadiem è posizionato in maniera parallela al manubrio, quindi non radiale come gran parte dei sistemi frenanti sul mercato; questo si traduce in una forma più compatta e meno invasiva della leva.

La leva presenta le forme molto squadrate del Quadiem normale, un freno a disco con potenza da vendere dotato di pinza a 4 pistoncini.

Gli upgrade sono stati nella lavorazione per aumentare il grip sulla leva e nella vite interna alla leva (protetta quindi da urti) per la regolazione della distanza dal manubrio senza attrezzi (chiamata “tool-free reach adjustment”) .

La pinza presenta pistoni in materiale composito misto ad acciaio per ridurre al minimo il trasferimento di calore dai dischi all’olio minerale durante le lunghe discese e ha una lavorazione ad alette atta a dissipare il calore. Le tolleranze sono state diminuite ed è stato eliminato qualsiasi gioco dei pistoni nella loro sede.

Il collarino è, come optional, compatibile con attacchi “I-Spec” o “matchmaker” per il cambio Shimano o Sram.

Prezzo ancora da confermare: 180 euro a impianto.

foto del freno trp slate g spec

Il freno dedicato al trail e l’enduro TRP Slate G-Spec, con pinza a quattro pistoncini a diametro differenziato.

Freni a disco TRP Slate G-Spec

Gli Slate G-Spec rappresentano la versione rivista del freno TRP dedicato al settore trail ed enduro.

Più leggeri dei Quadiem, (290 grammi l’impianto anteriore) e leggermente meno potenti, presentano un pompante più piccolo e affusolato e la stessa regolazione tool-free reach adjustment dei Quadiem.

La pinza è stata oggetto di grandi migliorie tra cui l’alleggerimento dei pistoni, anche qui realizzati in composito ma di due diametri differenti.

Gli Slate sono anch’essi compatibili con attacchi “I-Spec” o “matchmaker” per il cambio Shimano o Sram.

Prezzo ancora da confermare: 140 euro.

Per maggiori informazioni visita il sito www.trpbrakes.com

Qui invece potete trovare la run di Aaron Gwin passata alla storia, quando nel 2015 vinse la seconda tappa della UCI Downhill World Cup 2015 a Leogang, in Austria, correndo senza la catena!

Santa Cruz V10 con ruote da 29″, il prototipo da downhill pronto per la Coppa del mondo

$
0
0
foto della Santa Cruz v10 con ruote da 29" mtb downhill

La casa californiana Santa Cruz presenta ufficialmente la sua prima mtb da downhill con ruote da 29″.

Si tratta ancora di un prototipo, non disponibile in vendita, ovviamente: la bici verrà utilizzata dal Santa Cruz Syndicate Team in occasione della prima tappa della Coppa del Mondo UCI 2017 di downhill che si correrà questo fine settimana a Lourdes in Francia.

Potrà sembrare una novità assoluta, in realtà una delle prime bici da DH con ruote da 29″ fece la sua comparsa circa 8 anni fa, quando Intense mostrò un prototipo di 951 montato 29er con forcella Manutou Dorado a steli rovesciati (qui invece trovate il nostro test della 951 27.5″ Evo montata con sospensioni DVO).

L’anno delle 29″ nel downhill

Santa Cruz inoltre stava già esplorando il campo delle ruote da 29 nel downhill, così come altri team, chi più apertamente o meno.

In questi mesi si sono sentite diverse indiscrezioni e viste foto sul web, tra cui una del campione mondiale DH in carica Danny Hart del team MS Mondraker con una forcella Fox 40 da 29″, chiamata “Fox 49“.

foto della nuova santa cruz mtb downhill 29"

Greg Minnaar e i tecnici Santa Cruz durante i test della nuova mtb da downhill V10 29″.

La mtb da downhill Santa Cruz V10 29″

Dopo aver gareggiato all’EWS di Finale Ligure nel 2016 con la Santa Cruz Hightower, una trail bike 29″ con 135 mm di escursione posteriore, Greg Minnaar, pilota di punta del team Santa Cruz Syndicate e pluricampione mondiale di downhill, ha spinto Santa Cruz a rivedere i progetti e a creare alcuni prototipi di V10 29″.

Secondo l’esperienza di Minnaar (e anche secondo il mercato, visto la nuova diffusione delle 29 in ambito race enduro come la Trek Slash 29″) le ruote di diametro maggiorato permettono un miglior mantenimento della velocità e un superamento più agile degli ostacoli di grossa entità.

Di certo non è una nuova scoperta, ma ciò che è interessante e che ha permesso a Santa Cruz di creare una 29 da downhill in piena regola è la collaborazione con alcune case come Enve, Chris King e Fox che hanno creato i componenti ad hoc per la bici del team Syndicate.

Al giorno d’oggi poi la scelta di ruote e pneumatici (e a breve anche di forcelle) specifici per un utilizzo in ambito downhill delle 29” si è ampliata, quindi, come già accennato, molto probabilmente la V10 29″ sarà solo la prima delle mtb da downhill che si vedranno sui campi gara.

La Fox 40 da 29″, detta”49″: la forcella doppia piastra Boost per le 29er

Grazie alla partnership con Fox, dopo vari test e spy shot, ecco finalmente la Fox 49, la prima forcella doppia piastra per ruote da 29 pollici di diametro. Si trattava, per il team,  del componente fondamentale per poter provare la validità della V10 29″.

La forcella presenta 200 mm di escursione e asse passante da 20 mm. La novità è che i fori per la pinza freno sono posizionati più esternamente, per adattarsi alla spaziatura Boost cioè le flange del mozzo più larghe e quindi una ruota più robusta: ciò significa che non è possibile montare un normale mozzo 20×110 mm.

Chris King, l’azienda di componenti per mtb, ha prodotto uno specifico prototipo di mozzo chiamato ISO-AB (Asymmetric Boost) per poter utilizzare la Fox 40 da 29″.

foto del  link in carbonio della sospensione posteriore della Santa Cruz V10 29".

Il link  della sospensione posteriore della Santa Cruz V10 29″ è stato oggetto di modifiche per ottenere la curva di compressione desiderata dai piloti.

Componenti dedicati da Enve e Chris King

L’azienda di ruote Enve ha quindi fornito i cerchi M90 da 29“, Chris King oltre al mozzo anteriore dedicato ha prodotto anche una serie sterzo specifica per ottenere la geometria del telaio richiesta da Minnaar.

Santa Cruz ha inoltre il notevole vantaggio di essere co-proprietaria della linea di produzione taiwanese che produce loro i telai in fibra di carbonio, quindi non appena i componenti necessari sono stati consegnati, hanno avuto inizio i test sul telaio e sui leveraggi, con la possibilità di intervenire durante il processo per “correggere il tiro” in caso di modifiche.

Il triangolo anteriore è stock 27.5″, sono stati modificati il triangolo posteriore e la bielletta di congiunzione (link) dell’ammortizzatore.

In questo modo, dopo pochi mesi Santa Cruz è riuscita a passare dal concept alla realtà e a produrre un prototipo pronto per la UCI Downhill World Cup.

foto delle mtn santa cruz v10 29"

Ecco due delle nuove mtb Santa Cruz V10 29″. Se volete fare un giro a Santa Cruz leggete il report del nostro viaggio in California.

Il team Syndicate in sella alla V10 29″: pronti per la World Cup?

La mtb da downhill V10 è stata una tra le bici più vittoriose in campo mondiale con il formato da 26″ e 27.5″, oltre a essere stata la prima bici da DH in carbonio sul podio e l’ultima 26″ a portare a casa una vittoria.

Dopo i test effettuati, non senza qualche perplessità da qualche pilota del team, le prove a cronometro hanno decretato la V10 29″ più veloce della sorella da 27.5″.

Per Greg l’escursione posteriore è di 210 mm su una taglia XXL, mentre per gli altri due rider è 190 mm.

Vedremo se i tre piloti del team, Greg Minnaar, Loris Vergier e Luca Shaw porteranno a casa i risultati attesi, in una stagione di Coppa del mondo DH che si preannuncia davvero interessante. Quale sarà la prossima DH da 29 ad essere svelata?

Per maggiori informazioni sulla Santa Cruz V10 29″ consulta il sito www.santacruzbicycles.com

I grandi brand del settore ciclo a CosmoBike Show 2017

$
0
0
interno della fiera di Verona durante cosmobike show

Settembre può sembrare ancora ben distante ma per i marchi che vogliono organizzare alla perfezione la loro presenza a CosmoBike Show 2017 è già tempo di prenotazioni-

Dopo gli ottimi riscontri dell’edizione 2017, sono già molti i brand di spicco che hanno confermato la loro presenza anche per la terza edizione di CosmoBike Show, che si terrà a Veronafiere dal 15 al 18 settembre 2017.

La fiera internazionale del ciclismo, che quest’anno ha come slogan “il salone della bici per tutti”, ha mostrato in soli due anni di vita di avere grandi capacità di attrattiva in termini di pubblico e addetti al settore, vantando numeri di tutto rispetto che, particolare di cruciale importanza, sono in crescita di edizione in edizione, con il 20% di visitatori in più dal 2015 al 2016.

espositori e stand a cosmobike show

Forte del successo della passata edizione (445 espositori, 59.447 visitatori e 10.356 operatori professionali), il CosmoBike Show 2017 si terrà dal 15 al 18 settembre a Veronafiere con lo slogan “Il salone della bici per tutti”.

Come scritto in apertura, alcuni fra i più grandi brand del settore ciclo hanno già confermato la loro presenza per questo settembre, andando a irrobustire un elenco che nel 2016 ha allineato 445 espositori totali fra i quali 120 esteri.

E accanto a un discorso di assoluta qualità è bene sottolineare anche i dati quantitativi come questi, che sono fra gli elementi che spingono i marchi a partecipare o meno a determinati eventi.

Oltre ai tanti espositori, CosmoBike Show 2016 ha saputo richiamare 59.447 visitatori e 10.356 operatori professionali, generando un alto volume di fuoco a livello di articoli in rassegna stampa (ben 450), condivisioni e attività a livello dei vari social network.

Cifre significative che, unite alla dimensione internazionale di questo salone e a un programma denso di appuntamenti imperdibili, su tutti gli oltre 11.000 bike test effettuati, finiscono con il generare un circolo virtuoso in grado di attrarre sempre più visitatori, aziende e addetti.

stand ktm al cosmobike show 2017

Il produttore di biciclette austriaco KTM è tra quelli che hanno già confermato la partecipazione all’edizione 2017 di CosmoBike Show.

Fra le presenze già confermate a CosmoBike Show 2017 spiccano nomi di assoluta importanza quali Shimano Italia, Merida Italy e KTM, tutti mossi, come dichiarato da Fausto Maschi, responsabile per l’Italia di KTM, “dall’esigenza di un contatto diretto con il pubblico, che in questo momento solo un evento come CosmoBike Show è in grado di offrire in Italia”.

Entusiasmo e grande attesa per l’evento anche nelle parole di Eduardo Roldan, Amministratore Delegato di Shimano Italia: “La missione di Shimano è quella di fornire componenti di altissima qualità e ad alte prestazioni per ogni tipo di bicicletta, da quella realizzata per i migliori atleti del mondo a quella per il praticante di tutti i giorni.

Per questo motivo noi di Shimano abbiamo quale obiettivo quello di sostenere la diffusione di una cultura ciclistica fondata sullo sport, ma anche sui valori della mobilità sostenibile, che speriamo incoraggi sempre più persone a utilizzare la bici, con la conseguente diffusione di uno stile di vita più eco-compatibile e la promozione della tutela ambientale.

espositore shimano alla fiera delle biciclette CosmoBike Show

Durante CosmoBike Show 2017 Shimano presenterà al pubblico italiano le novità 2018 per quanto riguarda i componenti, l’abbigliamento e l’attrezzatura da ciclismo.

Shimano quindi conferma anche quest’anno la sua presenza a CosmoBike Show, rassegna fieristica di riferimento in Italia, per dare al consumatore la possibilità di toccare con mano tutte le novità 2018 e quindi presentare il meglio della nostra offerta di componenti, accessori e abbigliamento per la bici.”

Mountainbike.bicilive.it vi ha già offerto una guida a CosmoBike Show 2017 che riporta i principali eventi, con le informazioni necessarie per godersi al meglio questo salone internazionale del ciclismo: in attesa di informarvi sull’elenco completo degli espositori vi invitiamo a visitare il sito ufficiale CosmoBike Show 2017.

Test scarpe spd Shimano XC9, doppio Boa e suola Michelin

$
0
0
shimano-scarpe-spd-sphyre-xc9-2017

Abbiamo testato le Shimano S-Phyre XC9, che rappresentano il top di gamma nella linea di scarpe con spd per mountain bike e sono indicate per un uso cross country e ciclocross agonistico.

Shimano ha introdotto sulle scarpe mtb e road il sistema di chiusura a rotazione e apertura a scatto denominato Boa, allineandosi alla concorrenza.

foto delle  calzature spd Shimano S-Phyre

Le calzature spd Shimano S-Phyre XC9 sono disponibili dal n. 36 al 48.

Shimano S-Phyre, binomio calza-scarpa

L’obbiettivo di Shimano per la gamma S-Phyre 2017 è massimizzare la trasmissione di potenza sui pedali incrementando le prestazioni.

Ciò è possibile attraverso un utilizzo più efficiente di quattro fattori: i punti di connessione tra la bicicletta, le calzature, il movimento del ciclista e della sua muscolatura.

Per realizzare questo concetto l’azienda nipponica ha introdotto anche una nuova linea di calze da ciclismo ad alte prestazioni, sia per ciclismo su strada sia per l’xc e il ciclocross.

In taglia 44 il peso delle XC9 è di 375 grammi rilevati (399 grammi con la tacchetta Shimano, non compresa nella confezione).

Sono disponibili anche nella colorazione blu elettrico nei numeri dal 36 al 48, compresi i mezzi numeri e le opzioni a pianta larga.

Il prezzo al pubblico delle S-Phyre XC9 è allineato alle scarpe di questo livello: 349.99 euro.

foto della protezione del tallone delle shiamno sphyre

Il tessuto antiscalzamento interno e l’efficace protezione in plastica del tallone della Shimano S-Phyre XC9.

Caratteristiche tecniche scarpe spd Shimano S-Phyre XC9

La Shimano S-Phyre è una scarpa che non passa inosservata con la sua colorazione giallo fluo e il look molto moderno. La suola è interamente in carbonio e la tomaia, in cuoio sintetico morbido e resistente, è costituita da un pezzo unico.

La calzatura presenta un’allacciatura con due Boa IP1 con lacci Powerzone, grazie a cui viene garantita una regolazione veloce, precisa e millimetrica e la suola a doppia densità creata in collaborazione con Michelin che abbiamo già visto nel test del modello da trail/all mountain Shimano ME7.

Il tallone è molto avvolgente e all’interno è foderato con un particolare tessuto “a lingua di gatto” che previene lo scalzamento ed è molto efficace.

Il disegno dei tacchetti della suola è costituito da dei triangoli disassati per massimizzare il grip.

La gomma Michelin riveste anche la parte centrale della scarpa, quella che di solito si appoggia sul pedale nei tratti dove non vogliamo stare agganciati.

La scarpa S-Phyre XC9 prevede in opzione dei puntali maggiorati (forniti nella confezione con tanto di chiavetta per montarli) da 18 mm. Questi sono rinforzati, sagomati e posizionati in modo asimmetrico così da fornire molto grip durante le condizioni più estreme di utilizzo come ad esempio i tratti a piedi nei prati fangosi delle gare di ciclocross.

foto delle calze Shimano Sphyre e il puntale della scarpa

Le calze S-Phyre presentano una protezione sul collo del piede per migliorare il comfort. A destra la suola con i puntali intercambiabili.

Calze Shimano S-Phyre

Nel packaging delle scarpe troviamo anche un paio di calze S-Phyre dello stesso colore giallo fluo. Questi particolari calzini sono alti e aderenti sulla caviglia per offrire più protezione e sono molto traspiranti e confortevoli.

Shimano ha studiato una posizionamento asimmetrico dei tessuti del calzino che dovrebbe guidare il piede verso un perfetto allineamento con la scarpa lungo tutti il raggio di rotazione della pedivella.

Le S-Phyre in prova

Il test delle Shimano S-Phyre XC9 si è svolto nei mesi invernali fino alla primavera. Le ho portate sui miei percorsi abituali dall’xc all’enduro, utilizzandole con diversi tipi di pedali.

Come mia abitudine usando questa tipologia di calzatura, le gialle XC9 mi hanno accompagnato anche in parecchie sedute di spinning in palestra, ambiente perfetto per “rodare” i modelli nuovi e valutare senza disturbi esterni l’effettiva trasmissione di potenza. Rodaggio che comunque non è stato necessario, le XC9 sono comode da subito.

foto della punta delle scarpe shimano s-phyre e della suola

La punta rinforzata e la tacchetta che non sporge dalla suola.

Calzata

Appena indossate la calzata è confortevole. A dispetto della suola in carbonio, anche la camminata si rivela naturale. Ho un piede con pianta abbastanza larga e non ho trovato alcun problema nella forma della scarpa e nessun punto di contatto fastidioso, pur essendo un modello normale.

Il materiale della tomaia è abbastanza morbido e molto traspirante grazie alle innumerevoli aperture studiate appositamente.

Il rivestimento in gomma nella parte inferiore della punta riesce ad offrire una buona protezione anche alle dita, particolare migliorato dal modello precedente XC 90.

Il rinforzo in materiale plastico sul tallone è notevole e crea stabilità durante la spinta sui pedali oltre che proteggere il calcagno da urti in caso di caduta.

Porto una taglia a cavallo tra 43,5 e 44 e il numero 44 da me richiesto si è rivelato leggermente abbondante. Una soletta aggiuntiva ha risolto il problema: naturalmente consiglio di provare le scarpe prima dell’acquisto.

foto della scarpa mtb shimano sphyre xc9 e della suola michelin

Il Boa superiore delle XC9 può essere staccato dalla guida. Sotto, la suola Michelin sul carbonio Shimano e i particolari tacchetti a triangoli.

Allacciatura con doppio Boa

Il grande upgrade delle S-Phyre XC9 è, oltre alla suola e le tecnologie impiegate, la chiusura con il doppio Boa.

Entrambi i Boa hanno il sistema a sgancio, cioè sollevando il coperchio del cricchetto si apre completamente il meccanismo e si allenta tutto il cavo. Ad esempio, le Specialized 2Fo Cliplite testate con il Boa non avevano questo vantaggio.

Inoltre, il cavo del Boa superiore è staccabile per poter aprire completamente la scarpa e farla asciugare.

Il cavo inferiore invece ha due modi di essere avvolto attorno alle guide, uno singolo e uno doppio, ma sinceramente non ho notato molta differenza tra un sistema e l’altro.

La presenza di due Boa separati rende possibile regolare la chiusura in maniera perfetta tra collo del piede e dita.

Bastano due/tre click in più o in meno per passare dal comfort preciso e attillato a una calzata morbida e lasca, a seconda delle situazioni e delle esigenze.

foto delle Shimano Xc9, scarpe mtb spd

A destra, il plantare delle XC9 con il supporto giallo disponibile in tre versioni e spessori.

Le XC9 in pedalata

Una volta agganciati i pedali, le S-Phyre chiedono a gran voce di scaricare watt sulle ruote.

Leggere, rigide ma comode anche dopo ore in bici, mantengono il piede stabile e nella posizione migliore per esprimere potenza.

L’aggancio e lo sgancio sono semplici e intuitivi, in modo particolare se si utilizzano pedali spd Shimano.

Il piede resta ben fermo in tutte le fasi della pedalata grazie ai due sistemi Boa e il particolare tessuto sul tallone.

Le XC9 sono protettive in caso di piccoli urti con rami, radici o sassi e al contempo molto traspiranti.

Chiaramente quest’ultima particolarità non le rende impermeabili, difatti in un paio di uscite con pozze e fango l’acqua è entrata subito nel piede, in particolar modo dalla presa d’aria posta sulle dita.

Essendo comunque una scarpa per la bella stagione, il fatto che si asciughi rapidamente può ovviare alla scarsa impermeabilità.

A piedi: come si comporta la Shimano XC9?

La S-Phyre XC9 è una calzatura mtb pensata anche per il ciclocross e i tratti a piedi che questa disciplina richiede.

Nelle fasi di portage o spinta della bicicletta in salita mi sono trovato molto bene, il grip della suola Michelin (come per il modello da all mountain ME7) è davvero notevole, sia su terreni secchi che fangosi.

Nei momenti pre e post uscita “off the bike” (giù dalla bici), la tacchetta non è invadente come su certi modelli da xc, anzi è ben nascosta tra i supporti di gomma della suola, permettendo una camminata quasi naturale.

Il plantare è disponibile in tre diverse configurazioni grazie all’inserto sostituibile, quindi si può trovare, a seconda della forma dell’arco plantare, quello più indicato alle proprie esigenze.

foto di claudio riotti durante il test delle scarpe mtb shimano xc9

Ho testato le Shimano XC9 anche in alcune uscite enduro e mi sono trovato molto bene. Foto: Alberto Buzzi.

Conclusioni

La Shimano S-Phyre XC9 è un prodotto di alta qualità, dal look forte e moderno.

È una scarpa mtb per cross country agonistico e per chi voglia il massimo delle prestazioni sia di trasmissione della forza che del comfort.

Per questo bisogna essere disposti a spendere la cifra di 349.99 euro, un prezzo importante ma in linea con ciò che offre il mercato delle scarpe spd di alta gamma.

Riguardo alla durata, a parte alcuni normali graffi sulla suola in carbonio, la resistenza dei materiali utilizzati sulla XC9 ci sembra molto buona: aggiorneremo il test in caso di ulteriori valutazioni.

Le S-Phyre sono disponibili anche nel modello più economico XC7 sempre con suola in carbonio, Boa singolo e struttura in gomma realizzata da Michelin (179,99 Euro).

Cosa ci è piaciuto:

Il doppio Boa, la traspirabilità, il grip della suola e il comfort.

Cosa non ci ha convinto:

L’impermeabilità.

Test scarpe spd Shimano XC9, doppio Boa e suola Michelin
Comfort9
Estetica8.5
Qualità materiali/Durata8.5
Grip/suola9
Sistema di chiusura9.5
Peso8
Prezzo
  • 349,99 €
8.8Il nostro voto
Voti lettori: (1 Vota)
9.0

A CosmoBike Show 2017 il cicloturismo è grande protagonista

$
0
0
cicloturisti pedalano verso la spiaggia

Con l’avvicinarsi della sua apertura, CosmoBike Show 2017, la fiera internazionale del ciclismo ormai giunta alla terza edizione che si terrà a Veronafiere dal 15 al 18 settembre 2017, perfeziona il suo programma e aggiunge di volta in volta appuntamenti iniziative importanti.

Pochi giorni fa vi abbiamo parlato dei grandi brand del settore ciclo che saranno presenti alla manifestazione, ora tocca al cicloturismo con un invito speciale rivolto a tutte le realtà che operano nell’ambito del noleggio sci e biciclette.

ciclisti praticano bikepacking

Sempre più appassionanti si dedicano al cicloturismo e al bikepacking e CosmoBike Show 2017 dedicherà ampio spazio a questi settori.

Possiamo affermare che cicloturismo e bicicletta elettrica sono le due novità più importanti accadute nel mondo della bicicletta in questi anni e, fra l’altro, sono anche due aspetti intimamente collegati fra loro: la bicicletta elettrica, che sia un’urban bike o una mtb, ha permesso di allargare l’esperienza delle due ruote a un vasto numero di persone che in precedenza, per un motivo o per l’altro, non avevano mai usato una bici o avevano smesso di montare in sella a un certo punto della loro vita.

L’impatto sulle città è stato evidente, con i conseguenti benefici in termini di mobilità urbana e inquinamento, ma l’ebike ha ben presto saputo varcare i confini urbani ed è diventata, insieme alle biciclette tradizionali, un ottimo mezzo per esplorare la magnifica natura italiana, per organizzare gite fuori porta e intraprendere anche escursioni e viaggi più lunghi.

I dati di produzione e vendita delle ebike sono i più incoraggianti dell’intero settore e agiscono da traino non solo per l’industria a due ruote ma anche per una parte di mercato indotto.

A fronte di questi cambiamenti molte località montane che puntavano quasi esclusivamente sulla stagione invernale hanno cominciato a diversificare la loro proposta, raddoppiando la loro identità da noleggi sci a noleggi di biciclette durante la stagione estiva.

ciclista pedala con bici presa a noleggio

In montagna molti operatori legati alla stagione invernale stanno diversificando la propria offerta puntando sul cicloturismo.

E accanto a questa importante trasformazione ci sono stati impulsi notevoli in altri settori contigui: sono sorti nuovi bike park e quelli storici hanno potenziato e migliorato l’offerta; cresce il numero delle strutture ricettive che mettono a disposizione dei loro ospiti ciclofficine e punti per la ricarica delle batterie; aumenta il numero di guide e organizzatori di ciclotour.

CosmoBike Show è attento a questo trend fin dalla sua nascita, ma per l’edizione 2017 intende contribuire ancora di più alla diffusione del cicloturismo e ha quindi avviato un progetto di incoming rivolto alle aziende e operatori del settore del noleggio sci e biciclette, fornendo loro un invito speciale operatore per visitare il salone del ciclismo dal 15 al 18 settembre 2017 a Veronafiere.

Gli addetti di quello specifico settore potranno quindi facilmente rendersi conto dell’enorme ventaglio di possibilità di sviluppo che offre il comparto ciclo nell’ambito e-bike, bici da strada, mountain bike e gravel, oltre che di tutta la componentistica, accessori e abbigliamento.

ciclisti pedalano al lago

La diffusione del cicloturismo sta coinvolgendo sempre nuovi operatori: durante CosmoBike Show 2017 saranno organizzati degli incontri dedicati.

C’è un nuovo trend positivo nel turismo montano e il merito è della bicicletta: gli operatori che comprenderanno questo legame e questa opportunità hanno davanti anni molto interessanti e stimolanti.

Per ricevere informazioni sul progetto di incoming noleggio bici/sci è possibile scrivere a info@cosmobikeshow.com, mentre per maggiori informazioni sulla fiera potete visitare il sito ufficiale CosmoBike Show 2017.

Cimone Bike Festival 2017: in attesa di Animal Trail ecco gli altri sentieri mtb

$
0
0
animal trail e i percorsi di montecreto

Animal Trail: questo il nome del nuovo sentiero mtb preparato da Pippo Marani e che sarà svelato e inaugurato in occasione del Cimone Bike Festival 2017, che si terrà a Montecreto (MO) sabato 24 e domenica 25 giugno.

Pippo Marani al Cimone Bike Festival

Durante il Cimone Bike Festival 2017 verrà inaugurato il nuovo tracciato da dh di Pippo Marani: Animal Trail.

E sia il nome della pista che quello di chi l’ha progettata incutono un certo timore e rispetto: molti professionisti internazionali di grande abilità ed esperienza considerano ancora oggi la Black Snake di Marani come la pista più temuta del mondiale downhill UCI, e tutto fa pensare che anche Animal Trail sarà ricordata a lungo.

Per ora sappiamo soltanto che è stata concepita pensando ai discesisti più accaniti e che è composta da quattro chilometri di puro downhill in uno dei paesaggi naturali più adatti alla mtb di tutta Italia.

biker su un tracciato a montecreto

Il nuovo Animal Trail sarà tra il bosco o le rocce? Lo scopriremo al Cimone Bike Festival 2017…

Continua quindi la tradizione di rinnovamento dell’intera area, che l’anno scorso aveva proposto l’impegnativo sentiero Il Gufo, ma al Cimone Bike Festival ci sarà spazio per ogni disciplina da mountain bike, vuoi grazie alla notevole differenziazione dei vari tracciati, vuoi per la presenza di una pump track.

Inoltre i visitatori avranno modo di testare alcuni nuovi modelli presso le aziende espositrici e rifocillarsi con le specialità culinarie locali presso gli stand gastronomici.

Pippo Marani, intervistato riguardo la sua ultima creatura, ha avuto modo di spiegare che: “Con l’Animal Trail torniamo alle origini della mountain bike seguendo le caratteristiche del terreno appenninico, che io considero come il miglior posto dove esprimersi con la bici, grazie alla straordinaria lunghezza dei percorsi e la sua conformazione naturale”.

E, in attesa di ammirare e provare l’Animal Trail, andiamo a ripassare brevemente le caratteristiche salienti degli altri sentieri, invitando chiunque volesse approfondirne la conoscenza a consultare la nostra Guida ai sentieri del Monte Cimone.

biker salgono a piedi un tracciato

Da dh, enduro o xc, al Monte Cimone ci sono tracciati per tutti i biker!

Sentiero 00, “La Via dei Monti” (xc)
8 km di lunghezza con 600 metri di dislivello per questo percorso carrabile, chiuso alle auto, che vi permetterà di arrivare fino al rifugio Cervarola, a circa 1430 metri sul livello del mare.

Sentiero “Anello del Cimone” (xc)
Chi ama pedalare si troverà a suo agio lungo questo anello di 50 km che non presenta grandi difficoltà tecniche e, collegando vari Comuni della zona, vi offrirà innumerevoli punti panoramici.

una mtb scende un percorso a montecreto

I percorsi da xc a Montecreto sono 2: “La Via dei Monti” e “Anello del Cimone”.

Trail del “Poggio Perduto” (all mountain)
Single track, tratti veloci sulle forestali e lunghe discese nei boschi per questi 26 km che offrono un paesaggio ben diversificato, fra creste rocciose e panorami mozzafiato. È possibile risalire sia con la seggiovia Stellaro, che rimarrà aperta durante tutto il festival, sia con la Via dei Monti.

Rio Canalone (dh)
Anche in questo caso è possibile risalire con seggiovia o tramite Via dei Monti per un percorso lungo 4,5 km che alterna una porzione gravity ad alto tasso tecnico a una parte finale ben più veloce.

Il Gufo (dh)
Inaugurato nel 2016, è uno dei percorsi più impegnativi con i suoi3,5 km che alternano curve in pineta e sezione su rocce.

pista rio canalone a montecreto

In zona è attiva una seggiovia che permette agli amanti del DH di raggiungere la partenza del “Rio Canalone” senza fatica.

Pino solitario (ernduro)
Uno dei più apprezzati e noti percorsi emiliani di enduro, è lungo 5 km e propone tratti misti fra porzioni più veloci in pineta e momenti più lenti e tecnici fra radici e pietre.

Percorso 64, Monte Cavrile (all mountain)
Discesa di gran fascino strutturata in 10 km lunghezza con 888 metri di dislivello in discesa: attraverserete boschi molto fitti per poi arrivare al borgo di Magrignana.

discesa su rocce in mtb sul monte cimone

Le discese dei percorsi del Monte Cimone alternano tratti molto tecnici a tratti veloci.

I sentieri rimarranno aperti per tutta la stagione estiva e chi volesse scaricarne le tracce GPS può visitare l’ottima pagina Boreal Mapping che, per ogni percorso, propone anche funzionali modelli 3D che permettono di coglierne meglio tutte le potenzialità e caratteristiche.

Appuntamento a Montecreto il 24 e 25 giugno: per maggiori informazioni, conoscere le tariffe o per iscriversi a determinati eventi è possibile visitare la pagina ufficiale del Cimone Bike Festival 2017.

Nuovo casco mtb MET Roam: comfort, stabilità e sicurezza con il MIPS

$
0
0
nuovo casco met roam in 7 colorazioni

L’evoluzione delle mountain bike non si ferma mai, ogni anno assistiamo a nuove soluzioni per migliorare le nostre escursioni. Anche nel mondo dei caschi il trend innovativo è inarrestabile e questa volta il nuovo standard è fissato dal MET Roam 2017.

Attrezzo indispensabile del biker (per Bicilive il casco è un “salvavita”), il MET Roam è un caschetto da all mountain pensato e progettato tenendo conto di tutti bisogni dei rider più esigenti.

Il ragguardevole numero di caratteristiche innovative e il suo design moderno e compatto lo pongono a un livello superiore rispetto alla media dei prodotti disponibili sul mercato.

MET SPA ha 30 anni di esperienza nella progettazione di caschi, supportando tutti i rider di ogni età e livello nella loro passione per il ciclismo.

nuovo casco da mtb MET Roam

Il nuovo casco MET Roam nella colorazione Black Red. Notate la visiera orientabile.

MET Roam: la sicurezza

La struttura interna del casco Roam è fatta di schiuma di polistirene espansa (EPS) e serve per assorbire l’impatto cinetico in caso di urto. Esternamente invece vi sono tre strati di policarbonato che agiscono come scudo contro le perforazioni e aumentano la durabilità nel tempo.

La protezione si estende (senza pregiudicare la leggerezza complessiva) sulle tempie e nella parte occipitale del cranio, due zone vitali che non sono sempre protette a dovere come invece accade in questo caso.

protezione di tempie e parte occipitale del casco roam

Le tempie e e la parte occipitale risultano ben protette.

Nel caso di un impatto frontale la visiera dei caschi agisce come elemento ammortizzante, non deve essere né troppo resistente né troppo fragile. Nel MET Roam è stato studiato, con l’aiuto dei rider professionisti, un equilibrio ideale fra rigidità e flessibilità per proteggervi al meglio.

Disponibile anche una versione del Roam con la tecnologia MIPS, di cui ne avevamo parlato nella nostra guida alla scelta del casco sicuro per MTB.

La protezione MIPS consiste in uno strato protettivo interno, a bassa frizione, libero di ruotare nella direzione dell’impatto. In questo modo si riescono a dissipare anche le forze angolari che concorrono in un tipico incidente in mountain bike.

tecnologia mips nel casco met roam

Il MET Roam è disponibile anche nella versione con il MIPS, lo strato protettivo interno che garantisce maggiore sicurezza.

La vestibilità del casco mtb MET Roam

Sono disponibili tre taglie che coprono tutte le circonferenze intermedie fra la 52 e la 62 cm. Il Roam offre una vestibilità ineguagliabile, indifferentemente dalla vostra conformazione cranica, perché avrete a disposizione il sistema SAFE-T Orbital di MET.

Esso lavora su tre diverse tipologie di regolazioni: la classica circonferenza a 360 gradi intorno alla testa, oppure tre posizioni in verticale e ancora due regolazioni occipitali.

imbottiture e vestibilità del casco met roam

La stabilità è ottima grazie ai molti punti di contatto e le imbottiture interne assorbono il sudore e possono essere rimosse per un lavaggio accurato in lavatrice.

Non solo vestibilità ma anche stabilità grazie alla struttura avvolgente e ampia che crea molteplici punti di contatto senza limitare la traspirabilità. Meritevoli anche le due protezioni termoplastiche posteriori in gomma che confermano la grande ergonomia del casco Roam.

regolazione con luce led del casco met roam

La struttura del cinturino posteriore è compatibile anche con la luce USB a led di MET mentre la cinghia del supporto della videocamera si fissa facilmente.

La ventilazione

Il casco ha 22 prese d’aria, inclusa quella sulla visiera, che lavorano all’unisono per mantenere fresca la vostra testa. Vi sono tre canali principali al centro più due canali laterali per una ventilazione efficiente.

Ecco un video di presentazione in cui è presente anche la nostra Veronika Widmanncampionessa italiana di downhill 2015 e 2016:

La compatibilità

Il Roam ha una visiera regolabile in tre diverse posizioni in grado di accogliere qualsiasi mascherina sul mercato. Inoltre la cinghia di quest’ultima può essere fissata saldamente sul retro del casco.

La struttura in EPS prevede un’intercapedine sotto le aperture per essere compatibile con i supporti delle videocamere (action cam).

mascherina montata su un casco met roam

La visiera mobile rende il MET Roam compatibile con qualsiasi mascherina.

Casco mtb MET Roam, disponibilità, pesi e prezzi

Il casco MET Roam è conforme alle certificazioni CE (Europea), CPSC (Statunitense) e AS/NZ (Australiana/Neozelandese).

Il prezzo per la versione standard (335 g in taglia M) è di 150 euro, mentre per la versione provvista di tecnologia MIPS (360gr in taglia M) è di 170 euro.

colorazioni del casco met roam

Il casco MET Roam è disponibile in 7 colorazioni e 3 taglie a un prezzo di listino di 150 euro (170 con il MIPS).

Il Roam sarà disponibile dal mese di settembre 2017 in 7 diverse colorazioni e tre taglie S (52/56), M (56/58) e L (58/62).

Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale MET

Mountain Bike in Sicilia: 53 itinerari per conoscere meglio l’isola

$
0
0
copertina del libro guida mountain bike in sicilia

Continua il tour di presentazione del volume “Mountain Bike in Sicilia” di Alessandro e Franco Tedesco che, dopo essere stato protagonista alla fiera internazionale del turismo ITB di Berlino e aver “giocato in casa” sia a Palermo che ad Agrigento, si appresta a toccare Bologna, Roma e Milano.

Quale miglior modo che conoscere un’isola ricca di storia, cultura e natura come la Sicilia se non abbandonando i percorsi più noti e affollati e, in sella a una mountain bike, esplorarla seguendo alcuni itinerari fra i 53 contenuti in questo libro che è riduttivo definire guida?

copetina di moutain bike in sicilia in italiano e tedesco

Mountain Bike in Sicilia, edito da Versante Sud, è disponibile in italiano, inglese e tedesco.

Compilato da due fratelli che in Sicilia ci sono nati e che conoscono l’isola non solo dal punto di vista geografico e topografico ma anche per quanto concerne storia e mitologia, folklore e gastronomia, Mountain Bike in Sicilia diventa quindi un modo per viaggiare nel tempo, nella natura e nella cultura, in un percorso di moltiplicazione dell’esperienza che non può e non deve limitarsi al pur fondamentale gesto della pedalata o dello scatto di qualche foto-ricordo.

franco e alessandro tedesco autori di Mountain Bike in Sicilia

Franco e Alessandro Tedesco, i fratelli autori del libro-guida Mountain Bike in Sicilia.

Questa la visione degli autori, come confermano anche le parole di Alessandro Tedesco, a cui abbiamo fatto alcune domande che trovate in fondo all’articolo e che così descrive la sua Sicilia: ““… un continente il cui territorio si mescola alla storia, dove mari, boschi, miti, eroi, leggende e cibo esaltano le contraddizioni e le diversità che arricchiscono ogni escursione, ogni gita, ogni pedalata, ogni passeggiata, ogni respiro.”

Pubblicato dall’editore milanese Versante Sud, Mountain Bike in Sicilia racchiude nelle sue 336 pagine ben 53 itinerari, fra Agrigento e i parchi delle Madonie, Palermo o Trapani e altri splendidi parchi quali quello dell’Etna o dei Nebrodi. Concepito con un occhio di riguardo per XC e all mountain ma anche enduro, il volume è frutto dell’intensa passione di questi due fratelli nei riguardi della mountain bike, passione che li ha portati a esplorare in lungo e in largo l’isola sulle loro due ruote.
Passione che in seguito si è anche trasformata in professione, visto che i due hanno fondato e sono attivi con il brand Coast2Coast che organizza tour in Sicilia.

discesa dall'etna in mtb

I 53 itinerari proposti spaziano dall’Etna alle Madonie, dalla Valle dei Templi ai Nebrodi.

Gli itinerari sono suddivisi in schede che presentano una introduzione generale alla zona, una descrizione tecnica, una mappa analitica, una serie di note ricche di informazioni su località presenti così come hotel e ristoranti, icone che portano alle informazioni più importanti quali lunghezza del percorso o altimetria, per poi chiudere con un box di approfondimenti.

Redatto in tre lingue (italiano, inglese e tedesco), Mountain Bike in Sicilia strizza l’occhio anche al cicloturismo su strada con alcuni percorsi che sono alla portata di tutti ed è idealmente completato dal sito Coast2Coast che offre periodici aggiornamenti sugli itinerari, compresi consigli riguardanti i periodi dell’anno più adatti nonché informazioni su strutture e infrastrutture delle zone.

Per maggiori informazioni ed eventuali ordini vi consigliamo di visitare il sito ufficiale Versante Sud.

scheda tecnica e mappa degli itinerari in sicilia

Per tutti i 53 itinerari è presente una scheda tecnica è una mappa analitica.

Intervista ad Alessandro e Franco Tedesco, autori di Mountain Bike in Sicilia

BiciLive.it: Da cosa è nata l’esigenza di stilare una guida per mountain bike?

Alessandro Tedesco: Allora, la storia è molto antica e risale agli albori della mountain bike. Tutto ha inizio con la nostra prima Coast2Coast: la traversata tagliava in due la Sicilia da Agrigento a Palermo e nasceva proprio per una scommessa, un’avventura che coinvolse tanti amici siciliani.

Lì iniziammo i nostri exploring, gli studi su mappe e testi storici per individuare antichi sentieri e regie trazzere che ci consentissero di effettuare l’intero itinerario dal Mediterraneo al Tirreno in fuoristrada.

E tutto questo lavoro scaturisce da una voglia di partecipazione, di condivisione delle proprie conoscenze, degli itinerari, dei percorsi, dei sentieri e singletrack che hai solcato il giorno prima sulla tua mtb e che senti di percorrere il giorno dopo con i tuoi amici.

biker impegnato in un itinerario al mare in sicilia

Il libro dei fratelli Tedesco permette di scoprire le bellezze culturali e naturalistiche della Sicilia in MTB.

In 10 anni di attività con Coast2Coast abbiamo raidato in lungo e in largo per la nostra isola e abbiamo accompagnato migliaia di biker per i sentieri da noi tracciati, finché il materiale raccolto, tra tracce, roadbook e foto era divenuto davvero considerevole.

L’incontro con l’editore Versante Sud è stato poi la scintilla che ha determinato la nostra decisione di mettere su carta tutto il tesoro accumulato. In un primo momento eravamo un po’ restii: “regalare” tutto il nostro lavoro, un decennio di attività sui percorsi in fuoristrada della Sicilia, non ci convinceva. Ma infine, il “nascituro”, l’itinerario che nasce dall’exploring dalle mappe, dalle tracce GPS – come dice Franco, mio fratello con cui abbiamo da sempre condiviso l’avventura Coast2Coast -, era maturo per camminare con le proprie gambe.

BL: Quanto tempo avete impiegato per valutare e tracciare tutti i sentieri e i trail presenti nella raccolta?

Franco Tedesco: Molte tracce erano già in nostro possesso, frutto della incessante attività per Coast2Coast nel reperire nuove vie di collegamento per i nostri tour , ma anche  nell’esplorare zone, come molte riserve naturali,  poco conosciute dai biker.

Il lavoro effettuato in 10 anni di Coast2Coast è stato poi integrato con tracce prese ad hoc, in qualche caso accelerando o anticipando la nostra normale opera di exploring sul territorio.  In breve, il periodo di raccolta e integrazione delle tracce per i fini della guida ci ha visti impegnati per circa un anno.

BL: Qual è stata la difficoltà più grande nello scrivere la guida?

AT: Non c’è dubbio: le esigenze di impaginazione dell’editore! Ci hanno fatto impazzire. E noi loro! Scherzo, ma non troppo: abbiamo dovuto coordinare il lavoro con continui aggiustamenti e fino all’ultima revisione certi itinerari non coincidevano con le impostazioni di impaginazione.

Immaginatevi noi che custodivamo nei nostri archivi, soprattutto negli hard disk di Franco, migliaia di file realizzati ad uso e consumo proprio, per noi e Coast2Coast e i partecipanti ai tour, doverlo rendere leggibile adattandolo a tutte le esigenze e fornendo tutte le informazioni ai biker che devono percorrere l’itinerario anche da soli, in autonomia.

single track in sicilia

L’esperienza di Franco e Alessandro Tedesco li ha portati ad individuare i single track più spettacolari della Sicilia.

BL: Perché avete scelto alcune location e tralasciato altre zone della Sicilia?

FT: Originariamente la guida doveva riguardare solo percorsi della Sicilia occidentale, successivamente è stata integrata con i classici percorsi propri del settore orientale dell’isola quali  i Nebrodi e l’Etna, che non potevano mancare nel nostro libro per le loro ricchezze naturali e notorietà.

Al momento stiamo raccogliendo tracce e documentando altri percorsi che riguardano i Peloritani e la parte sud orientale della regione.

I criteri di scelta sono stati dettati principalmente dalla specificità dei luoghi: rilevanze  naturali, paesaggistiche, storiche, culturali. I tracciati attraversano, molto spesso, una Sicilia del tutto sconosciuta ai più, molti di essi sono stati aperti ai biker dalla nostra opera di exploring per Coast2Coast, come già accennato.

Nel disegnare le tracce abbiamo sempre tenuto presente l’aspetto storico/culturale che alle volte (facilmente nella nostra Sicilia) trascende nel mito, privilegiando il passaggio nei paesi come per esempio quelli di cultura “arbereshe” quali Piana degli Albanesi o Palazzo Adriano.

itinerario con tempio in mtb

Mountain Bike in Sicilia è rivolta a tutti gli appassionati delle ruote grasse, con itinerari all mountain, enduro e XC.

Sono state privilegiate le riserve naturali come quella della Busambra nel palermitano o il Parco dei Nebrodi nel messinese e quello delle Madonie, senza contare sua maestà l’Etna.

Insieme a queste altre stupefacenti realtà quali “la riserva WWF di Torre Salsa” o la foce del Platani, nell’agrigentino, insieme ai percorsi della bellissima zona del trapanese dove abbiamo privilegiato il comprensorio di Monte Erice con i suoi percorsi downhill e da XC.

In ultimo vorrei accennare ai percorsi sulle isole di Favignana e Pantelleria, esplorati ad hoc per i fini della guida. Tanti altri percorsi avrebbero meritato di essere descritti, ma avremo l’occasione di renderli “pubblici” nella prossima edizione del volume!

BL: A chi è indirizzata questa guida?

AT: A tutti coloro che vogliono vivere la Sicilia nei suoi aspetti più naturali e nascosti. Mountain Bike in Sicilia è una raccolta di itinerari di una Sicilia al di fuori delle proposte del turismo di massa e si immerge in una natura incontaminata, permette la visita a siti archeologici nascosti, passa attraverso paesi dimenticati dell’entroterra siciliano.

Gran parte dei 53 itinerari che noi proponiamo possono essere anche percorsi non solo in mountain bike, ma anche a piedi, magari saltando gli inevitabili tragitti in asfalto o in città per immergersi in totale fuoristrada. Naturalmente un volume indirizzato ai mountain biker, ma anche ai cicloturisti e ai trekker e in generale a tutti coloro che in autonomia vogliono conoscere e deliziarsi di una Sicilia non convenzionale.

Ecco, posso terminare citando due amici che hanno partecipato come relatori alle presentazioni del libro che abbiamo finora effettuato: “se c’è una possibilità ancora in vita di potere vedere che cosa sia questa nostra terra, che cosa e quali gemme preziose nasconda, e con fatica e dedizione andare a scoprirle, allora oggi questo libro la dà” ha detto Stefano Vivacqua , scrittore. E ancora, Pino Cuttaia, organizzatore di gare mtb e running, “Questo libro che sarebbe riduttivo chiamare “guida”, e che perfettamente rappresenta la Sicilia è una sintesi di emozioni e affetti, che i fratelli Tedesco hanno voluto regalarci; prima ancora delle due ruote c’è la voglia di trasmettere sentimenti e conoscenza”.

La campionessa mondiale DH Junior Alessia Missiaggia entra nel Development Team GT

$
0
0
foto di alessia missiaggia sulla sua gt fury da downhill

A GT Bicycles non è certo passata inosservata la vittoria di Alessia Missiaggia nei Campionati del Mondo di Downhill del 2016 Junior, e ora la diciassettenne bolzanina entra a far parte del Development Team GT, per una stagione che si preannuncia di fondamentale importanza per la sua carriera.

Molti fra noi ricordano ancora con entusiasmo l’impressionante prova tecnica che Alessia ha esibito, in sella a una GT Fury, su quella che è da molti rider ritenuta la pista DH più temibile al mondo: la famigerata ed entusiasmante Black Snake di Pippo Marani, in Val di Sole. E, menzionando Marani, ricordiamo che c’è grande attesa per la sua nuova creatura downhill, Animal Trail.

foto di Alessia Missiaggia con la maglia di campionessa mondiale DH

Alessia Missiaggia con la maglia di campionessa mondiale DH conquistata in Val di Sole a Commezzadura (TN) lo scorso anno.

Sulla Black Snake Alessia ha staccato la statunitense Samantha Kingshill di quasi 12 secondi e la francese Flora Leosin di quasi 26 secondi, dati altrettanto impressionanti quanto la sua vittoria. Anche nei primi momenti della stagione 2017 Missiaggia ha ribadito il suo stato di forma con il terzo posto in Coppa del Mondo DH a Lourdes in Francia e il quinto posto a Fort William in Scozia lo scorso weekend.

Entrare nel Development Team GT significa non solo avere un supporto tecnico di prim’ordine ma avere anche accanto maestri del calibro di Anneke Beerten, Rachel Strait e Wyn Masters, che sapranno far crescere una campionessa dall’enorme potenziale come Alessia Missiaggia.

foto di Alessia con il telaio della GT Fury

Alessia con il telaio della GT Fury e la maglia ufficiale della squadra Development Team GT.

La GT Fury che ha fruttato la vittoria all’atleta italiana ha un telaio in alluminio 6069-T6 con ruote 27.5″ e sospensione da 210 mm concepita specificatamente per il DH.

La forcella è una Fox Racing Shox Factory 40 Float, il cambio Shimano Saint Shadow Plus e i freni Shimano Saint con dischi da 203 mm anteriore e posteriore.

Per la campionessa galeotto fu il bike park di Lavarone che, dopo otto anni di ciclismo su strada, la fece innamorare a prima vista del gravity. Da lì fu davvero tutto in discesa per Alessia, con la convocazione in nazionale, tre Coppe Europa consecutive da 2014 al 2016 e la vittoria ai Campionati del Mondo di downhill del 2016.

Proprio con il trofeo ottenuto sulla Black Snake la Missiaggia ha riportato in Italia il titolo downhill a distanza di 23 anni dalla vittoria di Giovanna Bonazzi.

E adesso occhi puntati su Cairns, in Australia, dove la campionessa avrà modo di difendere il suo titolo in occasione dei prossimi Campionati del Mondo, dal 5 al 10 settembre 2017.

Chi volesse seguire le imprese della campionessa bolzanina ed esprimerle il suo incoraggiamento può farlo seguendo la pagina Facebook di Alessia Missiaggia.

Viewing all 871 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>